Da Repubblica-Torino
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"O Levaldigi decolla
in due mesi o muore"
Il parlamentare Pdl Crosetto nuovo presidente della società che gestice lo scalo cuneese: "Se non vedo possibilità, lascio subito"
di MARIA CHIARA GIACOSA
E' Guido Crosetto il nuovo presidente di Geac, la società che gestisce l'aeroporto di Cuneo Levaldigi. La nomina avverrà questa mattina durante l'assemblea degli azionisti. Crosetto, cuneese di Marene, ex sottosegretario pidiellino alla Difesa, raccoglierà il testimone da Guido Botto, che ha gestito lo scalo negli ultimi anni portandolo a quota 225 mila passeggeri lo scorso anno.
I passeggeri sono cresciuti ma il debito resta. Il bilancio del 2011 ha chiuso con un milione e mezzo di perdite. E' sicuro di aver accettato una poltrona comoda?
«No, affatto. Ho accettato questo incarico perchè c'è stata la richiesta pressante da parte dei sindaci e della presidente della Provincia. Questo territorio mi ha dato molto e io credo di dover restituire qualcosa non tanto in competenze specifiche, perchè non ne ho. Ma ho relazioni e credibilità e le ho messe a disposizione. Con regole d'ingaggio precise, però. Ho un mandato "esplorativo" di due mesi. E poi è gratuito. Vedrò quali reali possibilità ci sono per lo scalo. Se non ne vedo, rinuncio».
Che idea ha per il futuro di Levaldigi?
«Su questo aeroporto io sono critico da sempre. Son vent'anni che voto contro quando si tratta di finanziare investimenti sullo scalo. La vicinanza con Caselle lo azzoppa. Di questo sono convinto. Ma ora c'è. Lo stato e gli enti locali hanno speso, e continuano ogni anno a spendere, un sacco di soldi per tenerlo in vita. Queisoldi adesso non possono essere buttati, anche se la situazione, soprattutto dei conti, non è delle più semplici. Bisogna provarci».
In che modo?
«Prima di tutto esplorando le varie strade aperte. C'è l'idea del governo che nel Piano nazionale degli aeroporti ha "salvato" Levaldigi assegnandogli una missione "cargo e low cost". Credo si debbano esplorare queste possibilità. Ne parlerò anche con il ministero dei trasporti per capire cos'hanno in testa, anche a proposito della licenza ventennale che ci consentirebbe di andare a caccia di partner».
Partiamo dal low cost: la soluzione potrebbe essere con Ryanair? Che ha problemi a ottenere contratti di co marketing a Torino e che venerdì ha annunciato un nuovo volo da Cuneo?
«Ad esempio, ma non solo. Le compagnie low cost sono tante, e già adesso alcune volano da Levaldigi soprattutto verso l'Europa dell'est. Anche il rapporto con gli irlandesi di Ryanair è molto buono e potrebbe crescere».
E il cargo?
«Il trasporto delle merci potrebbe essere una vocazione, soprattutto se collegato alla piattaforma agroalimentare e logistica vicino a Mondovì. Una volta il mercato interno era la provincia, poi è diventato la nazione, ora è il mondo. In questo senso è possibile che per Levaldigi si aprano degli spazi».
Poi c'è il tema delle fusioni. Caselle, Genova o Nizza?
«E' un tema. Il matrimonio con Sagat (la società che gestisce Caselle ndr) è auspicato da molti, ma non da Sagat che non ha mai visto Levaldigi di buon occhio. Nizza è un'idea che al territorio cuneese piace e anche Genova è una possibilità».
Insomma si può fare tutto?
«Tutto si può tentare: io mi sono dato due mesi e credo che sia un tempo sufficiente per verificare e valutare le diverse ipotesi».
Qualche coniglio nel cilindro?
«Sì».
Quali?
«Non glielo dico. Il rapporto con Sagat non è di quelli di buon vicinato, vorrei migliorasse, ma per adesso non è così. E allora non racconto le mie idee alla concorrenza».
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"O Levaldigi decolla
in due mesi o muore"
Il parlamentare Pdl Crosetto nuovo presidente della società che gestice lo scalo cuneese: "Se non vedo possibilità, lascio subito"
di MARIA CHIARA GIACOSA
E' Guido Crosetto il nuovo presidente di Geac, la società che gestisce l'aeroporto di Cuneo Levaldigi. La nomina avverrà questa mattina durante l'assemblea degli azionisti. Crosetto, cuneese di Marene, ex sottosegretario pidiellino alla Difesa, raccoglierà il testimone da Guido Botto, che ha gestito lo scalo negli ultimi anni portandolo a quota 225 mila passeggeri lo scorso anno.
I passeggeri sono cresciuti ma il debito resta. Il bilancio del 2011 ha chiuso con un milione e mezzo di perdite. E' sicuro di aver accettato una poltrona comoda?
«No, affatto. Ho accettato questo incarico perchè c'è stata la richiesta pressante da parte dei sindaci e della presidente della Provincia. Questo territorio mi ha dato molto e io credo di dover restituire qualcosa non tanto in competenze specifiche, perchè non ne ho. Ma ho relazioni e credibilità e le ho messe a disposizione. Con regole d'ingaggio precise, però. Ho un mandato "esplorativo" di due mesi. E poi è gratuito. Vedrò quali reali possibilità ci sono per lo scalo. Se non ne vedo, rinuncio».
Che idea ha per il futuro di Levaldigi?
«Su questo aeroporto io sono critico da sempre. Son vent'anni che voto contro quando si tratta di finanziare investimenti sullo scalo. La vicinanza con Caselle lo azzoppa. Di questo sono convinto. Ma ora c'è. Lo stato e gli enti locali hanno speso, e continuano ogni anno a spendere, un sacco di soldi per tenerlo in vita. Queisoldi adesso non possono essere buttati, anche se la situazione, soprattutto dei conti, non è delle più semplici. Bisogna provarci».
In che modo?
«Prima di tutto esplorando le varie strade aperte. C'è l'idea del governo che nel Piano nazionale degli aeroporti ha "salvato" Levaldigi assegnandogli una missione "cargo e low cost". Credo si debbano esplorare queste possibilità. Ne parlerò anche con il ministero dei trasporti per capire cos'hanno in testa, anche a proposito della licenza ventennale che ci consentirebbe di andare a caccia di partner».
Partiamo dal low cost: la soluzione potrebbe essere con Ryanair? Che ha problemi a ottenere contratti di co marketing a Torino e che venerdì ha annunciato un nuovo volo da Cuneo?
«Ad esempio, ma non solo. Le compagnie low cost sono tante, e già adesso alcune volano da Levaldigi soprattutto verso l'Europa dell'est. Anche il rapporto con gli irlandesi di Ryanair è molto buono e potrebbe crescere».
E il cargo?
«Il trasporto delle merci potrebbe essere una vocazione, soprattutto se collegato alla piattaforma agroalimentare e logistica vicino a Mondovì. Una volta il mercato interno era la provincia, poi è diventato la nazione, ora è il mondo. In questo senso è possibile che per Levaldigi si aprano degli spazi».
Poi c'è il tema delle fusioni. Caselle, Genova o Nizza?
«E' un tema. Il matrimonio con Sagat (la società che gestisce Caselle ndr) è auspicato da molti, ma non da Sagat che non ha mai visto Levaldigi di buon occhio. Nizza è un'idea che al territorio cuneese piace e anche Genova è una possibilità».
Insomma si può fare tutto?
«Tutto si può tentare: io mi sono dato due mesi e credo che sia un tempo sufficiente per verificare e valutare le diverse ipotesi».
Qualche coniglio nel cilindro?
«Sì».
Quali?
«Non glielo dico. Il rapporto con Sagat non è di quelli di buon vicinato, vorrei migliorasse, ma per adesso non è così. E allora non racconto le mie idee alla concorrenza».
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