I bilanci degli aeroporto sono ok?


pippen

Bannato
11 Giugno 2011
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La domanda esposta nell'oggetto deriva dalla rilettura della seguente frase dell'articolo di Panorama ed esposto nel thread "Costi truccati":

..."Nella maggior parte dei casi, società di gestione, cittadini e politici perorano invece le pretese dei conquistadores irlandesi. Tutti ben felici di pagare sonanti euro per sentire squillare a ogni atterraggio l’ormai celebre «jingle-trombetta» della compagnia nordeuropea. E i manager aeroportuali fanno quadrato. I patti siglati sono protetti come segreti militari. A Orio al Serio, il più importante scalo italiano della Ryanair, silenzio assoluto e malcelato fastidio alla richiesta di Panorama sui termini dell’accordo. A Pisa, secondo hub per traffico, uguale riserbo. A Bari il direttore generale, Marco Franchini, cortesemente declina: «Quando le daranno le cifre i miei colleghi, lo farò anch’io»"......

La spese di marketing devono essere esposte in bilancio secondo il principio di competenza cosi' come da principi contabili.
Ora, se tali contratti sono blindati per un discorso di privacy ecc.ecc., vorrei capire come è possibile per le società di revisione e collegio sindacale, potere determinare con esattezza l'importo di competenza del bilancio di esercizio.

Questo fatto potrebbe generare il fenomeno dello scivolamento di costi da un esercizio a quello successivo senza che nessuno sappia che effettivamente ci sono costi nascosti.

Vorrei quindi capire se effettivamente le società di revisione e istituti di controllo hanno la possibilità di verificare analiticamente se le informazioni in loro possesso sono complete e veritiere.
 
Beh credo proprio siano profili diversi. Sindaci e revisori hanno il dovere di verificare questi contratti e di controllare che i costi siano correttamente imputati per competenza, così come gli amministratori hanno il dovere di farli visionare. Escludo che questo non sia stato fatto.
Diversa cosa è divulgare al pubblico i contenuti degli accordi, cosa che secondo me nessuno (parlo chiaramente degli amministratori delle società di gestione) ha il dovere di fare per quanto riguarda le normative sul bilancio. Ci sono i doveri di informazione verso la cittadinanza, ma è altra cosa, ognuno si comporta "secondo coscienza".

Tienti poi conto che spesso l'accordo di comarketing non viene fatto dalla società di gestione, ma dall'ente pubblico che (generalmente) la partecipa. E' così, mi risulta, per Aeroporti di Puglia. Per cui la società di gestione paga la spese e le iscrive tra i costi dell'esercizio, e iscrive tra i ricavi i contributi (in conto esercizio) erogati dalla Regione. In sostanza, la società di gestione chiude a zero (circa), la Regione paga.
 
Beh credo proprio siano profili diversi. Sindaci e revisori hanno il dovere di verificare questi contratti e di controllare che i costi siano correttamente imputati per competenza, così come gli amministratori hanno il dovere di farli visionare. Escludo che questo non sia stato fatto.
Diversa cosa è divulgare al pubblico i contenuti degli accordi, cosa che secondo me nessuno (parlo chiaramente degli amministratori delle società di gestione) ha il dovere di fare per quanto riguarda le normative sul bilancio. Ci sono i doveri di informazione verso la cittadinanza, ma è altra cosa, ognuno si comporta "secondo coscienza".

Tienti poi conto che spesso l'accordo di comarketing non viene fatto dalla società di gestione, ma dall'ente pubblico che (generalmente) la partecipa. E' così, mi risulta, per Aeroporti di Puglia. Per cui la società di gestione paga la spese e le iscrive tra i costi dell'esercizio, e iscrive tra i ricavi i contributi (in conto esercizio) erogati dalla Regione. In sostanza, la società di gestione chiude a zero (circa), la Regione paga.

Il giro da te esposto per quanto riguarda il comarketing è perfetto; il dubbio nasceva dal fatto che esaminando diversi bilanci tipo bergamo, pisa, ecc.ecc. e confrontando passeggeri, ricavi aviazione e costi di marketing, in taluni casi mi sembrano molto bassi, a meno che tali costi (di marketing) siano stati comunque conteggiati ma inseriti in voci con altra classificazione, comunque è un esercizio hobbystico e non lavorativo.