Analisi Bilanci Aeradria


deepout83

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8 Gennaio 2008
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Analisi dolorosa dei numeri di Aeradria

Nei giorni scorsi si è molto dibattuto circa la scelta della Società che gestisce lo scalo bolognese G.Marconi di non procedere ad alcuna aggregazione con le altre due società che a livello romagnolo gestiscono gli scali di Forlì e di Rimini.

In questo genere di decisioni è lecito dubitare che contino solo le logiche di tipo industriale o aziendale, che in linea di principio fisserebbero nella crescita, anche per linee esterne tramite fusioni o acquisizioni, il raggiungimento di una soglia dimensionale elevata, in grado di ottenere economie di scala, risparmi di costo, sfruttamento di sinergie. Si tratta tuttavia di logiche che spesso soccombono di fronte alle esigenze di mantenere o rafforzare i rapporti che sul territorio i vari soggetti politici, locali e non, possono mettere in campo. E quando tali esigenze fanno premio sulla logica industriale dei progetti, difficilmente le scelte effettuate saranno davvero trasparenti e, in qualche modo, verificabili da parte dei cittadini. D’altra parte le ragioni addotte dalla SAB sono molto serie, almeno in prima battuta, e riguardano la situazione economico-finanziaria delle due società potenzialmente oggetto di aggregazione. Poiché siamo abituati a guardare i numeri e possiamo vantare una certa qual tradizione di valutazione analitica delle situazioni aziendali, siamo andati a prendere i conti di Aeradria spa, pubblicati su Cerved e non solo, e li abbiamo commentati per i pazienti lettori di queste note.

Una premessa si impone, tanto più doverosa in tempi come questi, nei quali le finanze pubbliche svuotate dalla crisi si rivolgono ai cittadini; l’interesse pubblico, o presunto tale, non può giustificare in nessun modo sprechi, inefficienze, perdite e gestioni deficitarie, neppure per ragioni di bandiera, di orgoglio territoriale, di “strategie di lungo periodo”.

I conti di Aeradria, disponibili fino al 2010, dicono che la società, pur cresciuta significativamente in termini di fatturato, non è riuscita a conseguire una redditività sufficiente neppure a livello di margine operativo lordo. In altre parole, esaminando i bilanci degli ultimi 5 anni, si può concludere che Aeradria non è mai stata in grado neppure di pagare gli stipendi, a tacere della mancata copertura degli ammortamenti e degli accantonamenti (costi c.d. ”esterni”) e dell’incapacità di reggere il costo del debito, ovvero gli oneri finanziari. In sintesi, la società difetta completamente di capacità di reddito, non possiede equilibrio economico, non dovrebbe avere un solo euro di finanziamenti bancari.
Di seguito è possibile apprezzare il trend negativo del MOL nel corso del periodo considerato, che rivela un valore medio finale negativo.

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Si deve tenere presente, del resto, che non esiste una via finanziaria per risolvere il problema delle perdite gestionali: il capitale di rischio è necessario perché le perdite non abbiano ripercussioni sulla continuazione della società, ma non è sufficiente perché i conti aziendali si sorreggano da soli. Per questo occorre avere un prodotto, clientela, idee che abbiano gambe per camminare, che in Aeradria non ci sono ancora o non ci sono abbastanza.
Quanto alla situazione finanziaria, la stessa riflette quella economica. Poiché un’azienda che non si regge sotto il profilo reddituale (costi vs/ricavi) distrugge ricchezza anche sotto il profilo finanziario (uscite vs/entrate), l’autofinanziamento di Aeradria spa, che misura in termini monetari la ricchezza generata attraverso l’attività svolta, appare negativo per tutto il triennio 2008/2010. In particolare, dal 2007 fino al 2010 l’attività di gestione dell’aeroporto ha distrutto ricchezza per 4,529 mln.di Euro. Ciò rende evidente l’assoluta incapacità dell’impresa di creare flussi di cassa utili per la crescita.

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La pessima performance economica resta peraltro attribuibile all’insufficiente redditività generata tramite i servizi offerti ai propri clienti, poiché la gestione della liquidità, penalizzante per i fornitori, di per se stessa apporterebbe vantaggi in termini di flussi di cassa, limitando gli effetti sull’equilibrio finanziario prodotti dalle perdite annuali.
Infine, ai risultati negativi riscontrati in termini reddituali, si associa inoltre un progressivo e notevole aumento dei debiti finanziari il cui ammontare, come illustrato nei grafici che seguono, giunge addirittura a sorpassare il valore del fatturato nel 2010, segnale quest’ultimo che non può che allarmare chiunque esamini la società al fine di valutarne le possibilità di sopravvivenza.

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Nel periodo 2007 / 2010, all’aumento dei debiti pari, in termini cumulati, a 11,2 mln.di Euro si accompagna una variazione positiva del capitale sociale, segno che gli stessi azionisti, coscienti della gravità della situazione, hanno contribuito per oltre 6,1 mln.di Euro al ripianamento del deficit gestionale.
Da ultimo, si tenga presente che è stato necessario impiegare più di un quarto dell’ammontare delle fonti di finanziamento assorbite negli ultimi cinque anni (oltre 17,4 mln.di Euro) per coprire le perdite accumulate di recente. Solo la parte residuale di queste risorse è stata destinata alla crescita aziendale, poiché il valore degli investimenti tecnici effettuati nel periodo risulta, infatti, pari a 10,6 mln.di Euro.
Dunque la scelta di Bologna, stando ai conti, sembrerebbe giustificata. Difficile non convenire con questa conclusione: anche immaginando un ritorno di lungo periodo degli investimenti effettuati, si avrebbe un rapporto capitale investito/fatturato onerosissimo, senza che si intravveda, al momento, alcun tipo di redditività prospettica che sia in grado non solo di ridurre il peso del debito ma, soprattutto, di generare utili e ritorni adeguati. Il rischio per l’acquirente potrebbe essere, in effetti, quello di diluire i propri utili a copertura delle perdite della società acquisita, Aeradria appunto, in ipotesi: senza che vi siano prospettive di un rientro in tempi non biblici, non è realistico ipotizzare l’impegno di investitori.
Infine, per quanto detto, appare chiaro che la fusione molto probabilmente converrebbe a Rimini, bisognosa di generare maggiori volumi di traffico, ma non a Bologna, la cui gestione ha raggiunto il break even e che non vuole imbarcare perdite e debiti. L’aeroporto di Rimini, allora, alla stregua della gestione strutturalmente deficitaria degli impianti di risalita per le località alpine, dovrebbe forse essere ripensato come infrastruttura probabilmente necessaria per lo sviluppo dell’industria turistica, ma con un coinvolgimento molto maggiore di tutti i soggetti e le categorie interessate, in chiave di vera e propria pianificazione strategica. Il che, con un Comune che dichiara di non avere chiesto la bandiera blu (cattiva coscienza?) negli stessi giorni in cui organizza massicci scarichi fognari a mare, equivale a cercare un fidanzato stando chiuse in casa. Mission impossible.

Alessandro Berti

http://johnmaynard.wordpress.com
twitter@profBerti>

http://www.inter-vista.it/articoli/item/712-analisi-dolorosa-dei-numeri-di-aeradria
 
l'autore dell'analisi se infila costi di natura straordinaria nel margine operativo lordo, non ha ben chiaro molte cose.
 
Aumento di capitale per Aeradria

Cinque milioni di euro per convincere le banche. Vitali, presidente della Provincia: "dimostrazione concreta che noi crediamo nell’aeroporto"


25/05/2012 10:10

RIMINI - Approvato ieri in Provincia l'aumento di capitale da 5 milioni per Aeradria. Una nuova iniezione di liquidità che segue quella dello scorso anno, pari a sei milioni, e che contribuiranno a sostenere il piano degli investimenti in programma fino al 2015 e soprattutto a coprire i debiti ancora aperti. Che la situazione fosse al limite lo aveva fatto capire anche il ritardo con cui la società il mese scorso ha pagato i suoi dipendenti. “E’ la dimostrazione concreta che noi crediamo nell’aeroporto e nel suo sviluppo - spiega il presidente della Provincia Stefano Vitali - E soprattutto per dimostrarlo al sistema creditizio”.

Dunque si cerca di dare una base più solida ad Aeradria per spingere la cordata di banche nazionali a concedere il mutuo ventennale che serve per coprire i 21 milioni di investimenti necessari per adeguare il terminal e la pista. “E’ un modo concreto per far capire che i soci in questa partita non si tirano indietro - ribadisce il presidente dell’ente di Corso D’Augusto, chiamato a versare 1 milione e 700 mila euro - Dobbiamo vagliare tutte le strategie possibili per andare avanti”.

http://www.romagnanoi.it/news/Economia/731776/Aumento-di-capitale-per-Aeradria-.html

Se è vera la parte che ho evidenziato, la situazione è piuttosto seria.
Vedremo i dati del bilancio 2011.
 
belumosi, ti aspettiamo sulla ruota panoramica che verrà montata al porto (piazzale boscovich) di 55 metri dal 15 giugno 2012.
 
Sembra che ci siano buone notizie dal bilancio.

"Fellini" a caccia di privati, spunta Venezia

Dopo il "no" di Bologna, fissato l'incontro con Save per il rilancio dell'aeroporto di Rimini



26/05/2012 13:23

RIMINI - L'aeroporto Fellini ha bisogno di soci privati. Il ritornello è stato ripetuto più volte al Consiglio provinciale di ieri su Aeradria, il gruppo che gestisce lo scalo di Rimini e che, di recente, ha chiesto ai soci proprietari un contributo di 5 milioni di euro. L’aumento di capitale serve per sistemare i bilanci (il debito di 10 milioni registrato nel 2010 sceso a uno nel 2011) e per rimborsare alcuni istituti di credito locali. L’ingresso di nuovi soggetti privati è lento. Gli azionisti di Aeradria hanno già respinto alcune richieste, ma ce n’è una che ancora li lusinga. E’ arrivata dalla Società aeroporti Venezia, o Save, la stessa che un anno fa cercò qualche contatto con il "Ridolfi" di Forlì. Fra i manager dei due gruppi c’è già un appuntamento, le trattative sono partite dopo che la Sab di Bologna ha archiviato la fusione regionale.
Ma la via di Bologna non è del tutto chiusa per il presidente della provincia, Stefano Vitali, che rimarca: "Io continuo a pensare che un tentativo di integrazione con l'aeroporto di Bologna vada ulteriormente esplorato". Vitali ne ha parlato ieri nel corso del suo lungo intervento al Consiglio provinciale, dalle 15, tutto dedicato al "Fellini" in presenza di sindacati e parlamentari. Vitali ottiene dal Consiglio il via libera tramite un ordine del giorno consiliare approvato all'unanimita' al nuovo aumento di capitale pubblico (5 milioni di euro) in assenza, come emerso ieri nell'assemblea con il gestore Aeradria, del via libera della cordata di banche nazionali al prestito di 15 milioni per i nuovi investimenti strutturali all'aeroporto: 6 milioni li hanno gia' stanziati i soci alla fine del 2011, altri 5 sono messi a disposizione dalle banche locali Carim in testa.

"La situazione debitoria - prosegue Vitali - è dovuta sostanzialmente agli investimenti fatti su quell'hardware e quel software che ha consentito in pochi anni di ammodernare le strutture e raddoppiare il numero di passeggeri". Dunque, sprona Vitali, "la soluzione maestra, la piu' semplice, la piu' rapida, la migliore per verificare oggi interesse e attenzione, e' in questa fase una sola: una ricapitalizzazione societaria che possa incanalare le nuove disponibilita' e favorire nel contempo anche un riequilibrio societario in cui possa trovare spazio un diverso impegno dei soggetti locali".

http://www.romagnanoi.it/news/rimini/731828/Fellini-a-caccia-di-privati-spunta-Venezia.html
 
Proventi straordinari

l'autore dell'analisi se infila costi di natura straordinaria nel margine operativo lordo, non ha ben chiaro molte cose.
L'autore dell'analisi, ovvero il sottoscritto, non "infila" costi straordinari nel MOL, perchè i contributi in conto esercizio (tra l'altro, quasi sempre dello stesso ammontare) sono correttamente riclassificati, sia nel bilancio Cerved -quello consultato- sia in quello utilizzato per l'analisi come "altri proventi". I contributi in conto esercizio sono ricavi diversi dalle vendite, ma restano ricavi non straordinari. E pertanto concorrono al Mol. Si possono togliere, per aggiungere cosa? Che Aeradria è messa male? Non sono quelle voci che cambiano la sostanza del ragionamento. Se il commentatore vuole chiarire a sua volta, siamo qua. In ogni caso, in God we trust: the others must bring data.
Alessandro Berti
 
quoto in pieno l'analisi del Prof. Berti,
Il problema qui secondo me è più strategico che finanziario.
In un momento come questo c'e' da chiedersi a cosa servono aeroporti come rimini( che forse puo' stare in piedi da solo) e come forli' che decisamente in piedi da solo non ci sta, in un paese dove la moltiplicazione degli aeroporti gestiti segue logiche avulse dalla domanda e dalla capacità anche di uscire dal puro servizio pubblico.
che ci siano troppi aeroporti in italie e' chiaro, ed e' un problema di volontà politica di tutto il territorio nazionale.
l'intaresse di Save mi pare abbastanza remoto
V.
 
Da relazione società di revisione Deloitte

...."Gli amministratori in nota integrativa indicano che la perdita d’esercizio è stata significativamente influenzata da oneri, pari a complessivi euro 4,6 milioni, sostenuti per contributi marketing riconosciuti ad un vettore aereo, con il quale nel 2010 è insorta una controversia che ha determinato l’interruzione del rapporto contrattuale e verso il quale al 31 dicembre 2010 residuano debiti pari ad euro 1,8 milioni".....
 
Da relazione società di revisione Deloitte

...."Gli amministratori in nota integrativa indicano che la perdita d’esercizio è stata significativamente influenzata da oneri, pari a complessivi euro 4,6 milioni, sostenuti per contributi marketing riconosciuti ad un vettore aereo, con il quale nel 2010 è insorta una controversia che ha determinato l’interruzione del rapporto contrattuale e verso il quale al 31 dicembre 2010 residuano debiti pari ad euro 1,8 milioni".....
bravo ecco la!
ma questi non sono oneri straordinari, ma sono il senso dell'esistenza di molti scali secondari, o pensi che le varie LCC vengano in italie gratis da oltre 10 anni???
si tratta di sapere se ha senso mantenere aeroporto + compagnia per avere un servizio pubblico in loco o no.
secondo me no o almeno non ovunque!
 
guarda che i punti esclamativi automaticamente non ti danno ragione, e di sicuro il discorso dell'aeroporto ed i vantaggi sul territorio non li decidi tu visto che, tranne i voli per la sicilia opera quasi esclusivamente in incoming ed i conti sono stati fatti.
Tu capisci che c'è stata un'interruzione dei rapporti con quel vettore mentre in corsa già si utilizzava un altro o no?
 
I passeggeri di incoming 2010 sono stati 192.146 (su tot pax 552.922 chiaramente per tali passeggeri è stato calcolato solo l'arrivo), per il settore turistico l'indotto ha un valore di euro 265 milioni di euro e per i commercianti russi di euro 215 milioni - totale circa 480 milioni.
 
ma voi sapete quello di cui parlate oltre all'aviazione oppure no? le presenze russe sulla riviera di rimini e degli stranieri che arrivano in aeroporto le conoscete?
 
I passeggeri di incoming 2010 sono stati 192.146 (su tot pax 552.922 chiaramente per tali passeggeri è stato calcolato solo l'arrivo), per il settore turistico l'indotto ha un valore di euro 265 milioni di euro e per i commercianti russi di euro 215 milioni - totale circa 480 milioni.
480 M€ suddivisi su 192.146 turisti, determinerebbero una spesa media per turista di 2500€.
Mi sembra un pochino esagerata...
 
no, per i commercianti russi che sono una parte del conto (al limite togliamola ma esistono) è prevista una spesa di 6500 euro cadauno.