"Ryanair, passeggeri a quota 2 milioni e cresce esborso per Regione" [Puglia]


Io dico che sono molti meno di mezzo milione: non hai contato i pugliesi che partono dalla Puglia per andare altrove.
Poi, per calcolare il vero ritorno sull'investimento, bisognerebbe vedere quanti passeggeri vi sarebbero stati complessivamente se non ci fosse stata Ryanair bensì un mercato libero da sovvenzioni.

la stima e´plausibile su 1 milione di passeggeri.
il 40% di turisti , su destinazioni come BRI e BDS sono piu´che plausibili

ma ammesso e non concesso che sia solo il 20% la fetta di turismo quindi 200.000 mila, sempre di 40 milioni di euro di ritorno si tratta.

con un mercato libero da quelle sovvenzioni, di quei 200.000 in puglia ne sarebbero arrivati si e no 20.000
 
con un mercato libero da quelle sovvenzioni, di quei 200.000 in puglia ne sarebbero arrivati si e no 20.000

E' questo tipo di calcolo che non mi torna perche' e' fondato sull'accreditamento delle minacce di MOL: o sovvenzioni o nulla. Ryanair trasporta 70 milioni di passeggeri all'anno: in un mercato libero ne trasporterebbe zero - chiuderebbe i battenti? Io dico di no: FR dovrebbe ricalibrare un po' i prezzi, rinunciare a qualche rotta, ma continuerebbe a trasportare decine di milioni di passeggeri all'anno. La differenza, per Bari, sarebbe molto inferiore a quella che ipotizzi tu, fra 200.000 e 20.000.
Non si puo' nemmeno escludere che, in un mercato libero da sovvenzioni, a Bari non arriverebbero piu' passeggeri degli attuali: decadendo mete create artificialmente, Ryanair dovrebbe perseguire la crescita altrove, dove e' maggiormente sostenibile.
Il punto e' tutto qua: l'idea di MOL di mettere in concorrenza le comunita' locali e' geniale, la visione che le comunita' potrebbero arrivare a sostenere tutto il costo degli spostamenti di persone e' ambiziosa ma non del tutto inverosimile. Ma e' veramente nell'interesse delle comunita' locali italiane concorrere con Ostrogotograd e Stam'inchiemberg per accaparrarsi traffico nella MOL tourist exchange? Secondo me no - credo che sarebbe piu' sensato promuovere un libero mercato per costringere i vettori low cost che vogliono crescere a farlo nei mercati col maggiore potenziale - l'Italia diventerebbe rapidamente il primo mercato europeo per il traffico turistico incoming.
 
E' questo tipo di calcolo che non mi torna perche' e' fondato sull'accreditamento delle minacce di MOL: o sovvenzioni o nulla. Ryanair trasporta 70 milioni di passeggeri all'anno: in un mercato libero ne trasporterebbe zero - chiuderebbe i battenti? Io dico di no: FR dovrebbe ricalibrare un po' i prezzi, rinunciare a qualche rotta, ma continuerebbe a trasportare decine di milioni di passeggeri all'anno. La differenza, per Bari, sarebbe molto inferiore a quella che ipotizzi tu, fra 200.000 e 20.000.
Non si puo' nemmeno escludere che, in un mercato libero da sovvenzioni, a Bari non arriverebbero piu' passeggeri degli attuali: decadendo mete create artificialmente, Ryanair dovrebbe perseguire la crescita altrove, dove e' maggiormente sostenibile.
Il punto e' tutto qua: l'idea di MOL di mettere in concorrenza le comunita' locali e' geniale, la visione che le comunita' potrebbero arrivare a sostenere tutto il costo degli spostamenti di persone e' ambiziosa ma non del tutto inverosimile. Ma e' veramente nell'interesse delle comunita' locali italiane concorrere con Ostrogotograd e Stam'inchiemberg per accaparrarsi traffico nella MOL tourist exchange? Secondo me no - credo che sarebbe piu' sensato promuovere un libero mercato per costringere i vettori low cost che vogliono crescere a farlo nei mercati col maggiore potenziale - l'Italia diventerebbe rapidamente il primo mercato europeo per il traffico turistico incoming.

sono considerazioni che richiedono di essere studiate attentamente. ti faccio i miei complimenti.

riesco a risponderti solo fino a questo capoverso
E' questo tipo di calcolo che non mi torna perche' e' fondato sull'accreditamento delle minacce di MOL: o sovvenzioni o nulla. Ryanair trasporta 70 milioni di passeggeri all'anno: in un mercato libero ne trasporterebbe zero - chiuderebbe i battenti? Io dico di no: FR dovrebbe ricalibrare un po' i prezzi, rinunciare a qualche rotta, ma continuerebbe a trasportare decine di milioni di passeggeri all'anno. La differenza, per Bari, sarebbe molto inferiore a quella che ipotizzi tu, fra 200.000 e 20.000.

e concordo. su aeroporti come BRI il discorso che facevo io va ovviamente "corretto" con le tue giuste osservazioni.


sul resto della tua analisi mi devo applicare, anche solo per essere sicuro di capire bene (e non per tue lacune espositive. il tuo intervento e´anche ben scritto) ma devo farlo a mente fresca :)
 
Ha anche messo le maiuscole all'inizio di ogni periodo... Un genio!
 
Una risposta generale di prima mattina

... Il punto e' tutto qua: l'idea di MOL di mettere in concorrenza le comunita' locali e' geniale, la visione che le comunita' potrebbero arrivare a sostenere tutto il costo degli spostamenti di persone e' ambiziosa ma non del tutto inverosimile. Ma e' veramente nell'interesse delle comunita' locali italiane concorrere con Ostrogotograd e Stam'inchiemberg per accaparrarsi traffico nella MOL tourist exchange? Secondo me no - credo che sarebbe piu' sensato promuovere un libero mercato per costringere i vettori low cost che vogliono crescere a farlo nei mercati col maggiore potenziale - l'Italia diventerebbe rapidamente il primo mercato europeo per il traffico turistico incoming.

Concordo con VF nel farti i complimenti, ma purtroppo, senza particolari necessità di rinfrescarmi la mente (anche se me ne sto andando a Bath alle terme :cool:) né di risponderti punto su punto, c'è una risposta generale abbastanza semplice alle tue domande: il settore turistico Euromediterraneo è eminentemente mercantilistico, e svariati attori (in primis i diretti concorrenti della Sicilia e della Puglia, cioé Spagna e Grecia, che precisiamo, sono i leader del mercato, ma di tanto in tanto anche altri) pongono in atto, non da oggi, ma da decenni, politiche mercantilistiche volte ad incentivare le compagnie aeree nello scegliere i propri aeroporti (vedi riduzioni, se non completa restituzione, delle tasse aeroportuali, vedi gestione centralizzata degli aeroporti, etc etc).

Quindi il mercato turistico in cui Sicilia e Puglia (ed altre aree simili della RI) si trovano ad operare è caratterizzato dalla presenza di politiche oligopolistiche attuate dagli attuali leader, politiche a cui si può controbattere o offrendo un prodotto a qualità maggiore e costi inferiori (che è quello che ad esempio fanno in Turchia), cosa che purtroppo Sicilia e Puglia non possono fare (sulla qualità ci si riesce a lavorare, ma sui costi, rispetto a Turchia, ma anche la stessa Spagna, purtroppo c'è poco da fare, giusto per fare un esempio, se si abbassasse l'IVA in Sicilia e Puglia all'8%, ai livelli di quella Spagnola, in Padania, Veneto e nel resto della RI ci sarebbe una rivoluzione), oppure cercando di adottare le stesse strategie commerciali e promozionali.

Tutto quanto sopra rimarrà valido finché la grande transumanza euromediterranea continuerà ad essere la parte principale del mercato turistico dell'aerea considerata. Quando questo dovesse cambiare (i.e. se un giorno la maggior parte dei turisti nell'area dovessero essere Cinesi o Indiani o Marziani), la questione potrebbe ovviamente cambiare.
 
Concordo con VF nel farti i complimenti

Grazie. Come segnalato giustamente da un altro forumista, sono un genio! :D

ma purtroppo, senza particolari necessità di rinfrescarmi la mente (anche se me ne sto andando a Bath alle terme :cool:) né di risponderti punto su punto, c'è una risposta generale abbastanza semplice alle tue domande: il settore turistico Euromediterraneo è eminentemente mercantilistico, e svariati attori (in primis i diretti concorrenti della Sicilia e della Puglia, cioé Spagna e Grecia, che precisiamo, sono i leader del mercato, ma di tanto in tanto anche altri) pongono in atto, non da oggi, ma da decenni, politiche mercantilistiche volte ad incentivare le compagnie aeree nello scegliere i propri aeroporti (vedi riduzioni, se non completa restituzione, delle tasse aeroportuali, vedi gestione centralizzata degli aeroporti, etc etc).
Quindi il mercato turistico in cui Sicilia e Puglia (ed altre aree simili della RI) si trovano ad operare è caratterizzato dalla presenza di politiche oligopolistiche attuate dagli attuali leader, politiche a cui si può controbattere o offrendo un prodotto a qualità maggiore e costi inferiori (che è quello che ad esempio fanno in Turchia), cosa che purtroppo Sicilia e Puglia non possono fare (sulla qualità ci si riesce a lavorare, ma sui costi, rispetto a Turchia, ma anche la stessa Spagna, purtroppo c'è poco da fare, giusto per fare un esempio, se si abbassasse l'IVA in Sicilia e Puglia all'8%, ai livelli di quella Spagnola, in Padania, Veneto e nel resto della RI ci sarebbe una rivoluzione), oppure cercando di adottare le stesse strategie commerciali e promozionali.

Parlavo, appunto, di un mercato libero e dell'interesse del settore turistico italiano di operare in un contesto privo della borsa di MOL, che finisce per sembrare un pizzo.

Tutto quanto sopra rimarrà valido finché la grande transumanza euromediterranea continuerà ad essere la parte principale del mercato turistico dell'aerea considerata. Quando questo dovesse cambiare (i.e. se un giorno la maggior parte dei turisti nell'area dovessero essere Cinesi o Indiani o Marziani), la questione potrebbe ovviamente cambiare.

Qualcuno che si stia dando da fare per far arrivare i marziani non c'è? In India la classe media non è ancora sviluppatissima, ma in Cina ha già raggiunto un livello di quasi piena maturità. I cento milioni di cinesi che possono permettersi una vacanza all'estero non verranno in Italia se non andiamo a promuovere il Bel Paese, se non agevoliamo l'ottenimento del visto turistico, se non attiviamo canali diretti Italia-Cina.
L'Italia - lo sa bene chi ha familiarità con Milano e Prato - è già piena di cinesi immigrati: mentre loro si davano da fare per venire a vivere in Italia, gli italiani non si davano da fare per andare a vendere in Cina. Solo di recente, per fare un esempio, i vini italiani hanno raggiunto il 7,7% del mercato (dopo essere stati a lungo del tutto marginali), dietro ai vini francesi (46,3%) e a quelli australiani (16,2%). In parole povere, i vini italiani hanno una fetta di mercato paragonabile a quelle di Cile (7,2%), Spagna (6,5%) e Stati Uniti (6,3%) perché per anni abbiamo lasciato ai francesi l'iniziativa nell'esportazione verso la Cina. Potremmo e dovremmo sfruttare la presenza di tanti immigrati cinesi in Italia per incentivare il turismo dalla Cina: la nuova classe media cinese ha una sete pazzesca di status - vendiamoglielo in Italia.
Quello del vino è un esempio: l'Italia è un prodotto, un marchio, persino uno status symbol nonostante si faccia poco per promuoverla. Non è dando soldi a Ryanair che si incentiva il turismo nel Bel Paese bensì proteggendo il nostro patrimonio culturale e investendo nelle infrastrutture e nella sicurezza necessarie per rendere piacevole l'esperienza dei turisti. Finché continueremo a giocare al gioco di MOL le regole le detterà lui: nel suo mercato non partiamo avvantaggiati come nel libero mercato.
 
Non è dando soldi a Ryanair che si incentiva il turismo nel Bel Paese

Se ti riferisci ai Cinesi, hai perfettamente ragione. Se ti riferisci a Tedeschi, Inglesi, Olandesi e così via, hai torto. Ma non perché hai torto in generale, semplicemente perché ci sono interi paesi (i.e. la Spagna) che giocano al gioco di MOL. In questo caso non si tratta di TPS vs CTA, o BDS vs REG, ma di TPS vs Spagna o BDS vs Grecia. Finché gli altri fanno politiche mercantiliste, non c'è altra strategia possibile (l'altra sarebbe impedirglierlo, auguri!).

BTW, di turisti Cinesi dalle mie parti se ne vedono una marea, più, molti più dei Cinesi immigrati in loco. La mattina sul treno verso Londra in Berkshire certe volte la lingua più parlata nel vagone è il Mandarino (altre volte il Cantonese!).