Aeroporto, la prevalenza del gabbiano
Per proteggere i voli si punta su un falco-aquilone: gli uccelli impiegano pochi giorni per capire che è finto e uno stormo lo abbatte
STEFANO ORIGONE
La strategia del falco-aquilone non è servita a niente: è stato abbattuto. I cannoni a gas propano, i colpi a salve, gli ultrasuoni, i segnali rumorosi come quello di un uccello in agonia, non bastano per impaurirli. Gli stormi di gabbiani reali continuano a rappresentare una minaccia per gli aerei in fase di atterraggio. Per giunta sono coraggiosi e si lanciano come kamikaze dentro i motori. La battaglia in cielo contro gli uccelli che stanno sterminando i piccioni e popolando la città, specialmente il centro storico, Sturla e la val Bisagno, va avanti, ma soprattutto allarma, tanto che la prefettura, quasi fosse un problema di ordine pubblico, ha incontrato i vertici di aeroporto, provincia, comune, autorità portuale e polizia provinciale per studiare una nuova strategia. «Nel 2010 abbiamo avuto 18 impatti - racconta Paolo Sirigu, il direttore dell´aeroporto - ed è un dato enorme, che ci fa capire la gravità della situazione». Al Colombo le hanno provate tutte. La sagoma del falco è stata un buco nell´acqua: i gabbiani hanno impiegato pochi giorni per capire che era finto, lo hanno accerchiato in quattro e distrutto a beccate. Gli altri strumenti servono, ma non bastano. Occorre risolvere il problema alla radice. «I gabbiani vanno a mangiare alla discarica di Scarpino, poi tornano qui, transitano sulla pista e si mettono sulla diga foranea perché sono riparati dal vento. Con i nostri sistemi riusciamo a tenerli lontano e garantire la sicurezza, ma occorre mettere altri dissuasori sulla diga per difendere cielo e terra». In prefettura si sta parlando anche di abbattere qualche animale a fucilate in modo da far capire agli altri di stare alla larga, ma è necessario concordare una strategia con gli ambientalisti. (La Repubblica - Genova)
CIAO
_goa
Per proteggere i voli si punta su un falco-aquilone: gli uccelli impiegano pochi giorni per capire che è finto e uno stormo lo abbatte
STEFANO ORIGONE
La strategia del falco-aquilone non è servita a niente: è stato abbattuto. I cannoni a gas propano, i colpi a salve, gli ultrasuoni, i segnali rumorosi come quello di un uccello in agonia, non bastano per impaurirli. Gli stormi di gabbiani reali continuano a rappresentare una minaccia per gli aerei in fase di atterraggio. Per giunta sono coraggiosi e si lanciano come kamikaze dentro i motori. La battaglia in cielo contro gli uccelli che stanno sterminando i piccioni e popolando la città, specialmente il centro storico, Sturla e la val Bisagno, va avanti, ma soprattutto allarma, tanto che la prefettura, quasi fosse un problema di ordine pubblico, ha incontrato i vertici di aeroporto, provincia, comune, autorità portuale e polizia provinciale per studiare una nuova strategia. «Nel 2010 abbiamo avuto 18 impatti - racconta Paolo Sirigu, il direttore dell´aeroporto - ed è un dato enorme, che ci fa capire la gravità della situazione». Al Colombo le hanno provate tutte. La sagoma del falco è stata un buco nell´acqua: i gabbiani hanno impiegato pochi giorni per capire che era finto, lo hanno accerchiato in quattro e distrutto a beccate. Gli altri strumenti servono, ma non bastano. Occorre risolvere il problema alla radice. «I gabbiani vanno a mangiare alla discarica di Scarpino, poi tornano qui, transitano sulla pista e si mettono sulla diga foranea perché sono riparati dal vento. Con i nostri sistemi riusciamo a tenerli lontano e garantire la sicurezza, ma occorre mettere altri dissuasori sulla diga per difendere cielo e terra». In prefettura si sta parlando anche di abbattere qualche animale a fucilate in modo da far capire agli altri di stare alla larga, ma è necessario concordare una strategia con gli ambientalisti. (La Repubblica - Genova)
CIAO
_goa