Tratto da www.quibrescia.it
(red.) I sogni, si sa, son desideri. Ma senza scomodare l’eccentrica Mary Poppins e la sua valigia magica, sembra che il famoso Piano territoriale regionale d'area (Prta) per l'aeroporto di Montichiari possa diventare una realtà e non rimanere confinato alla sfera dei desiderata.
Almeno stando alle intenzioni dell'assessore agli Assetti territoriali e vicepresidente della Provincia Giuseppe Romele che non nutre dubbi sulla concreta fattibilità del progetto, supportato da un documento che è stato al centro della discussione e delle valutazioni della commissione consiliare VII riunitasi in Broletto per visionare la bozza definitiva del Piano d'area di Montichiari.
Il Ptra, che riguarda i comuni di Montichiari, Ghedi, Castenedolo, Montirone è stato illustrato ai componenti della commissione da parte dei tecnici dell'assessorato: sotto la lente d’ingrandimento sono passate le nuove perimetrazioni, gli ambiti e i subambiti. Se nel 2009 le normative interessavano un’area di 56 chilometri quadrati, ora il progetto ne riguarda 40. Dagli 1,8 milioni di passeggeri previsti per il 2015 ai 18 milioni preventivati nel 2025, dopo l'entrata in funzione dell'Alta velocità ferroviaria, ora la quota imposta dalla Enac è di 3 milioni di passeggeri e 360mila tonnellate di merci. Il ministero della Difesa ha richiesto invece 16 movimenti all'ora nei tre scali del Garda (Montichiari, Verona, Ghedi).
Ma tornando a parlare di sogni, quello che piace a Brescia parla di otto milioni di passeggeri e 130mila tonnellate di merci. Nel 2045, quindi guardando ad un futuro piuttosto remoto.
Per consentire una movimentazione tale di merci e passeggeri è previsto l’allungamento della pista di 700 metri senza tuttavia crearne un’altra che già vede l’opposizione di Malpensa.
Le risorse potrebbero essere recuperate dal privato con le perequazioni e le lottizzazioni. Qualche perplessità è stata manifestata dal capogruppo del Pd Diego Peli che teme che Brescia sia solo spettatrice e non protagonista degli scenari futuri chiedendo inoltre ragguagli in merito alla creazione di un hub attrezzato per movimentare una tale massa di merci. Francesco Mazzoli (Udc) teme che lo snodo ferroviario della Tav potrebbe essere spostato, vanificando uno dei punti chiave su cui il progetto si poggia.
Ma Romele, pur ammettendo di non poter preventivare l’esito finale della vicenda, richiama Brescia a ‘fare Brescia’, ovvero a rimboccarsi le maniche e a iniziare a lavorare.
(red.) I sogni, si sa, son desideri. Ma senza scomodare l’eccentrica Mary Poppins e la sua valigia magica, sembra che il famoso Piano territoriale regionale d'area (Prta) per l'aeroporto di Montichiari possa diventare una realtà e non rimanere confinato alla sfera dei desiderata.
Almeno stando alle intenzioni dell'assessore agli Assetti territoriali e vicepresidente della Provincia Giuseppe Romele che non nutre dubbi sulla concreta fattibilità del progetto, supportato da un documento che è stato al centro della discussione e delle valutazioni della commissione consiliare VII riunitasi in Broletto per visionare la bozza definitiva del Piano d'area di Montichiari.
Il Ptra, che riguarda i comuni di Montichiari, Ghedi, Castenedolo, Montirone è stato illustrato ai componenti della commissione da parte dei tecnici dell'assessorato: sotto la lente d’ingrandimento sono passate le nuove perimetrazioni, gli ambiti e i subambiti. Se nel 2009 le normative interessavano un’area di 56 chilometri quadrati, ora il progetto ne riguarda 40. Dagli 1,8 milioni di passeggeri previsti per il 2015 ai 18 milioni preventivati nel 2025, dopo l'entrata in funzione dell'Alta velocità ferroviaria, ora la quota imposta dalla Enac è di 3 milioni di passeggeri e 360mila tonnellate di merci. Il ministero della Difesa ha richiesto invece 16 movimenti all'ora nei tre scali del Garda (Montichiari, Verona, Ghedi).
Ma tornando a parlare di sogni, quello che piace a Brescia parla di otto milioni di passeggeri e 130mila tonnellate di merci. Nel 2045, quindi guardando ad un futuro piuttosto remoto.
Per consentire una movimentazione tale di merci e passeggeri è previsto l’allungamento della pista di 700 metri senza tuttavia crearne un’altra che già vede l’opposizione di Malpensa.
Le risorse potrebbero essere recuperate dal privato con le perequazioni e le lottizzazioni. Qualche perplessità è stata manifestata dal capogruppo del Pd Diego Peli che teme che Brescia sia solo spettatrice e non protagonista degli scenari futuri chiedendo inoltre ragguagli in merito alla creazione di un hub attrezzato per movimentare una tale massa di merci. Francesco Mazzoli (Udc) teme che lo snodo ferroviario della Tav potrebbe essere spostato, vanificando uno dei punti chiave su cui il progetto si poggia.
Ma Romele, pur ammettendo di non poter preventivare l’esito finale della vicenda, richiama Brescia a ‘fare Brescia’, ovvero a rimboccarsi le maniche e a iniziare a lavorare.