Rossi a Pisa scopre le carte e accelera sulla fusione scali
Incontra i capigruppo a palazzo Gambacorti e conferma la volontà di arrivare a una società unica con Peretola
Pisa, 13 gennaio 2011 - Un’ora di colloquio per congelare le residue illusioni di una resa almeno con l’onore delle armi e per confermare che Pisa dovrà inchinarsi a Firenze senza condizioni e rassegnarsi alla fusione tra i due scali, il Galilei e il Vespucci. Un’operazione da accettare dunque a scatola chiusa, perché di fatto già decisa dagli amministratori regionali e della quale restano ormai solo da definire gli aspetti, comunque non secondari, della riorganizzazione societaria che dovrà approdare a un’unica società di gestione.
A chiarire senza ombra di dubbio come stanno le cose è lo stesso presidente della Regione che ieri mattina ha incontrato a palazzo Gambacorti i capigruppo del consiglio comunale stabilendo con loro che finalmente — dopo ripetuti rinvii — sarà a Pisa in Sala delle Baleari il 19 gennaio per una seduta del consiglio interamente dedicata al futuro dell’aeroporto, alla quale interverranno anche il presidente Sat, Costantino Cavallaro con l’ad e direttore generale Gina Giani. E visto che in questi mesi le ripetute disdette date da Rossi rispetto agli inviti a venire in Comune erano stati interprate da molti gruppi politici come volontà di sfuggire al confronto sui destini del Galilei, lo stesso governatore, ieri, ha voluto chiarire ai capigruppo che la strada è tracciata e che dunque eventuali imboscate o bagarre nella riunione del 19 saranno del tutto inutili.
Eppure solo alla vigilia di Natale, in un analogo incontro in Provincia con gli amministratori pisani, Rossi aveva rivelato di essersi fatto prendere dallo scrupolo di trovarsi a decidere lui — pisano presidente della Regione — proprio del futuro del Galilei. Un dubbio svanito nello spazio di qualche mattina visto che il governatore si è poi rapidamente convinto che "una criticità, della quale ho avvertito tutto il peso, poteva trasformarsi in una opportunità politica. Sia perché Firenze ha oggi un aeroporto indegno per una città di quel livello, sia perché una più stretta collaborazione tra i due scali potrà aprire prospettive oggi insperate per entrambi". Ecco, in sintesi, le mosse illustrate ieri da Rossi ai capigruppo senza che nessuno, nel centrosinistra, abbia battuto ciglio: per Firenze si pensa a un allungamento della pista, operazione che — ha confermato l’ad Sat, Gina Giani, presente in sala — metterà il ‘Vespucci’ nelle condizioni di poter far atterrare e decollare molti più velivoli di quanto non accada oggi. E poco importa se l’allungamento sconfinerà sul territorio di Sesto Fiorentino sollevando le proteste del sindaco di centrosinistra di quel grosso centro. "Lui pensa agli interessi dei suoi concittadini, mentre io — ha tagliato corto Rossi — devo pensare a quelli di tutti i toscani".
Il punto di arrivo di tutta l’operazione sarebbe quello di lasciare a Pisa low cost e charter, con 3 o 4 slot internazionali per Usa, Cina e America Latina, mentre Firenze dovrebbe aggiudicarsi tutti i più importanti collegamenti con le capitali europee e almeno un volo da 4mila chilometri (Mosca o San Pietroburgo). Quanto al percorso per arrivare all’integrazione (leggi fusione) tra Sat e Adf — le società quotate in Borsa che gestiscono gli scali Galilei e Vespucci —, le varie ipotesi sono già allo studio di un’importante banca d’affari nazionale. Per Sat il discorso sarebbe relativamente semplice nel senso che la società è controllata da un patto di sindacato composto da enti e istituzioni pubbliche e nel quale la Regione ha il pacchetto più consistente (16,90%).
In Adf c’è una forte componente privata (il 33,4% è in mano di Aeroporti Holding), ma la Regione, ha detto Rossi, sarebbe pronta ad aprire la trattativa con l’obiettivo di arrivare ad acquisire quote importanti, cioè quanto serve per poter dettar legge e arrivare alla agognata società unica. Alla quale resterebbe da trovare, a quel punto, solo il nome, nella speranza che, almeno quello, faccia da comune denominatore tra due città che da sempre si guardano in cagnesco. Qualcuno, ieri, ha chiesto a Rossi che la nuova società almeno abbia la 'testa' a Pisa. Il governatore ha allargato le braccia senza sbilanciarsi. Forse anche sui nuovi vertici Firenze vorrà fare la parte del leone. Qualcuno — ma sono voci di corridoio — parla della possibilità che la poltrona di presidente della nuova società vada a Vincenzo Manes, oggi al vertice di Adf, e quella di amministratore delegato all’ad Sat Gina Giani.
Incontra i capigruppo a palazzo Gambacorti e conferma la volontà di arrivare a una società unica con Peretola
Pisa, 13 gennaio 2011 - Un’ora di colloquio per congelare le residue illusioni di una resa almeno con l’onore delle armi e per confermare che Pisa dovrà inchinarsi a Firenze senza condizioni e rassegnarsi alla fusione tra i due scali, il Galilei e il Vespucci. Un’operazione da accettare dunque a scatola chiusa, perché di fatto già decisa dagli amministratori regionali e della quale restano ormai solo da definire gli aspetti, comunque non secondari, della riorganizzazione societaria che dovrà approdare a un’unica società di gestione.
A chiarire senza ombra di dubbio come stanno le cose è lo stesso presidente della Regione che ieri mattina ha incontrato a palazzo Gambacorti i capigruppo del consiglio comunale stabilendo con loro che finalmente — dopo ripetuti rinvii — sarà a Pisa in Sala delle Baleari il 19 gennaio per una seduta del consiglio interamente dedicata al futuro dell’aeroporto, alla quale interverranno anche il presidente Sat, Costantino Cavallaro con l’ad e direttore generale Gina Giani. E visto che in questi mesi le ripetute disdette date da Rossi rispetto agli inviti a venire in Comune erano stati interprate da molti gruppi politici come volontà di sfuggire al confronto sui destini del Galilei, lo stesso governatore, ieri, ha voluto chiarire ai capigruppo che la strada è tracciata e che dunque eventuali imboscate o bagarre nella riunione del 19 saranno del tutto inutili.
Eppure solo alla vigilia di Natale, in un analogo incontro in Provincia con gli amministratori pisani, Rossi aveva rivelato di essersi fatto prendere dallo scrupolo di trovarsi a decidere lui — pisano presidente della Regione — proprio del futuro del Galilei. Un dubbio svanito nello spazio di qualche mattina visto che il governatore si è poi rapidamente convinto che "una criticità, della quale ho avvertito tutto il peso, poteva trasformarsi in una opportunità politica. Sia perché Firenze ha oggi un aeroporto indegno per una città di quel livello, sia perché una più stretta collaborazione tra i due scali potrà aprire prospettive oggi insperate per entrambi". Ecco, in sintesi, le mosse illustrate ieri da Rossi ai capigruppo senza che nessuno, nel centrosinistra, abbia battuto ciglio: per Firenze si pensa a un allungamento della pista, operazione che — ha confermato l’ad Sat, Gina Giani, presente in sala — metterà il ‘Vespucci’ nelle condizioni di poter far atterrare e decollare molti più velivoli di quanto non accada oggi. E poco importa se l’allungamento sconfinerà sul territorio di Sesto Fiorentino sollevando le proteste del sindaco di centrosinistra di quel grosso centro. "Lui pensa agli interessi dei suoi concittadini, mentre io — ha tagliato corto Rossi — devo pensare a quelli di tutti i toscani".
Il punto di arrivo di tutta l’operazione sarebbe quello di lasciare a Pisa low cost e charter, con 3 o 4 slot internazionali per Usa, Cina e America Latina, mentre Firenze dovrebbe aggiudicarsi tutti i più importanti collegamenti con le capitali europee e almeno un volo da 4mila chilometri (Mosca o San Pietroburgo). Quanto al percorso per arrivare all’integrazione (leggi fusione) tra Sat e Adf — le società quotate in Borsa che gestiscono gli scali Galilei e Vespucci —, le varie ipotesi sono già allo studio di un’importante banca d’affari nazionale. Per Sat il discorso sarebbe relativamente semplice nel senso che la società è controllata da un patto di sindacato composto da enti e istituzioni pubbliche e nel quale la Regione ha il pacchetto più consistente (16,90%).
In Adf c’è una forte componente privata (il 33,4% è in mano di Aeroporti Holding), ma la Regione, ha detto Rossi, sarebbe pronta ad aprire la trattativa con l’obiettivo di arrivare ad acquisire quote importanti, cioè quanto serve per poter dettar legge e arrivare alla agognata società unica. Alla quale resterebbe da trovare, a quel punto, solo il nome, nella speranza che, almeno quello, faccia da comune denominatore tra due città che da sempre si guardano in cagnesco. Qualcuno, ieri, ha chiesto a Rossi che la nuova società almeno abbia la 'testa' a Pisa. Il governatore ha allargato le braccia senza sbilanciarsi. Forse anche sui nuovi vertici Firenze vorrà fare la parte del leone. Qualcuno — ma sono voci di corridoio — parla della possibilità che la poltrona di presidente della nuova società vada a Vincenzo Manes, oggi al vertice di Adf, e quella di amministratore delegato all’ad Sat Gina Giani.
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