TREVISO (31 luglio) - Un'odissea per 150 persone. È quella che ieri è andata in scena all'aeroporto Canova di Treviso. Le 150 persone avevano regolarmente pagato un biglietto della Ryanair per volare sino a Londra. Ma tra un ritardo e l'altro hanno dovuto attendere quasi 24 ore prima di salire a bordo di un aereo diretto a Stansted, a una sessantina di chilometri dalla capitale inglese.
La partenza era prevista per giovedì sera alle 22.25, ma di rinvio in rinvio è slittata fino alle 21 del giorno dopo. Quasi tutti i passeggeri hanno trascorso la notte in aeroporto, dormendo sul pavimento, in mezzo ai bagagli. Tra loro anche alcuni neonati e due anziani in sedia a rotelle. In pochi hanno ripiegato in hotel. «Siamo rimasti senza spiegazioni e senza assistenza - gridavano distesi per terra - siamo stati trattati come animali».
Al Canova non c'è nemmeno un responsabile della Ryanair. E alla biglietteria nessuno sapeva dar spiegazioni o far previsioni. Lo spostamento della partenza è stato scandito solo dall'altoparlante. Anche per questo le proteste dei passeggeri sono presto salite di tono. Il volo delle 22.25 è stato spostato una prima volta a mezzanotte. Poi all'una. «Ma all'una e mezza ci hanno fatto riprendere i bagagli - racconta Cristiano Saturnini - dicendoci di tornare alle sette». Per partire alle nove. E visto che mancavano 5 ore molti hanno passato la notte in aeroporto.
La partenza, però, è stata nuovamente spostata, alle 17.20. E poi ancora alle 19.40. Nel frattempo altri aerei decollavano regolarmente per Londra. «Volevamo occupare i gate - spiega Matteo Zorzi - ma la polizia ha detto che sarebbe stata costretta a usare la forza». L'odissea è finita solo alle 20.40, quando si sono aperte le porte per l'imbarco grazie a un aereo che la compagnia irlandese spiega di aver fatto appositamente arrivare da Barcellona.
Sulle cause del clamoroso disservizio ci sono ancora tante reticenze. La più probabile è che un fulmine abbia colpito un altro vettore Ryanair e che questo sia stato sostituito proprio dall’aereo che in origine doveva portare le 150 persone in Inghilterra. Alla fine la situazione si è risolta. Ma resta l'assoluta mancanza di assistenza. In 24 ore sono stati consegnati appena un paio di voucher da 5 euro da spendere al bar. Addirittura con scelta obbligata: un toast e una bottiglietta. Insomma, pane e acqua.
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=31371&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=
La partenza era prevista per giovedì sera alle 22.25, ma di rinvio in rinvio è slittata fino alle 21 del giorno dopo. Quasi tutti i passeggeri hanno trascorso la notte in aeroporto, dormendo sul pavimento, in mezzo ai bagagli. Tra loro anche alcuni neonati e due anziani in sedia a rotelle. In pochi hanno ripiegato in hotel. «Siamo rimasti senza spiegazioni e senza assistenza - gridavano distesi per terra - siamo stati trattati come animali».
Al Canova non c'è nemmeno un responsabile della Ryanair. E alla biglietteria nessuno sapeva dar spiegazioni o far previsioni. Lo spostamento della partenza è stato scandito solo dall'altoparlante. Anche per questo le proteste dei passeggeri sono presto salite di tono. Il volo delle 22.25 è stato spostato una prima volta a mezzanotte. Poi all'una. «Ma all'una e mezza ci hanno fatto riprendere i bagagli - racconta Cristiano Saturnini - dicendoci di tornare alle sette». Per partire alle nove. E visto che mancavano 5 ore molti hanno passato la notte in aeroporto.
La partenza, però, è stata nuovamente spostata, alle 17.20. E poi ancora alle 19.40. Nel frattempo altri aerei decollavano regolarmente per Londra. «Volevamo occupare i gate - spiega Matteo Zorzi - ma la polizia ha detto che sarebbe stata costretta a usare la forza». L'odissea è finita solo alle 20.40, quando si sono aperte le porte per l'imbarco grazie a un aereo che la compagnia irlandese spiega di aver fatto appositamente arrivare da Barcellona.
Sulle cause del clamoroso disservizio ci sono ancora tante reticenze. La più probabile è che un fulmine abbia colpito un altro vettore Ryanair e che questo sia stato sostituito proprio dall’aereo che in origine doveva portare le 150 persone in Inghilterra. Alla fine la situazione si è risolta. Ma resta l'assoluta mancanza di assistenza. In 24 ore sono stati consegnati appena un paio di voucher da 5 euro da spendere al bar. Addirittura con scelta obbligata: un toast e una bottiglietta. Insomma, pane e acqua.
http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=31371&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=