Non avevo avuto il "cuore" di scrivertelo, l'hai fotografato 3-4 volte e scritto 3-4 volte. Mi sa che urgono vacanze aggiuntive...
Se continua così, un giorno finirò come Dancrane. E sarà la fine.
Ho aspettato la fine del TR per fare i complimenti, sia per la qualità dello stesso che per la lungimiranza degli olandesi capaci di creare una attrazione dove non c'era. Tornando alla considerazione italiana il problema è molto più serio perchè noi manco sappiamo valorizzare le opere d'arte che abbiamo. Gli americani sono l'esempio opposto riuscendo a fare un museo per qualsiasi cosa o quasi.
Riguardo alla storia industriale/trasporti/militare purtroppo in Italia avremmo avuto delle grandi possibilità, ma probabilmente ci si è messa anche un po' di sfortuna oltre che di mancanza di cultura alla preservazione a riguardo.
Resta la grande occasione persa con la Vittorio Veneto, mentre con i grandi transatlantici sono stati condannati dal loro lusso e economicità e leggevo scarsa predisposizione all'uso come navi da crociera a livello di rogettazione. La sfortuna ha poi fatto il resto con l'affondamento dell'Andrea Doria e il rogo del Leonardo da Vinci dopo essere stato scartato come hotel galleggiante, le altre tre (Cristoforo Colombo, Michelangelo e Raffaello in fondo una sorta di hotel/residenza lo diventarono ma nei posti sbagliati (Venezuela e Iran) e troppo presto finendo purtroppo rovinati. Concordo con te che sarebbero stati dei gioielli, vuoi mettere che magnifici hotel sarebbero stati ormeggiati a Napoli o Venezia o perchè no a casa a Genova.
Il mancato restauro di Nave Vittorio Veneto è, come dici giustamente, un'occasione persa. Purtroppo ormai la nave è ridotta malissimo, e mi dicono che addirittura l'ispezione a bordo deve essere fatta con cautela per paura di crolli tra i ponti. Il mancato restauro della nave in oggetto rappresenta la sommatoria di tante differenti forme di stupidità tutte italiane. Prima tra tutte la perdurante presenza di un anti-militarismo di maniera, molto diffuso nelle amministrazioni pubbliche (soprattutto nelle piccole province), che chiaramente considera il restauro di una nave militare come una sorta di inno alla guerra. A questo problema - non trascurabile, credimi - si aggiunge quello dell'assenza di una cultura della preservazione storica. Lo si vede dalle cose più importanti, quelle archeologiche e storiche del medioevo e del rinascimento, sino a quelle più recenti. Tutto cade in rovina e non è valorizzato. Poi c'è il problema della cultura museale, che non è secondario. I musei in Italia, a parte poche eccezioni, sono orrendamente organizzati, mal gestiti, mal promossi e non integrati in percorsi culturali. Ultimo, ma non per ultimo, gli italiani sono in media dei bifolchi, che alla visita al museo prediligono di gran lunga quella allo stadio o allo shopping center. Potremmo tuttavia sviluppare i musei almeno per i turisti stranieri, e cercare di trasformarlo in una attività economica, ma anche qui, senza cultura museale, si fanno pochi passi in avanti.
Per concludere con la storia delle nostre ultime unità, la Raffaello e la Michelangelo furono costruite ormai fuori tempo utile, quando era già chiaro che il trasporto passeggeri sul nord Atlantico era finito. Fu un regalino alla cantieristica navale e all'allora potentissimo sindacato dei marittimi, pagato a caro prezzo. Il servizio di linea fu caratterizzato nel corso degli ultimi anni da continui scioperi e da agitazioni sindacali della peggior specie, da far sembrare il CUB odierno un circolo di stakanovisti. I sindacati dei marittimi imposero che per ogni nave (delle due gemelle) fossero allestiti due equipaggi in rotazione bisettimanale da 715 unità, facendo salire i costi di gestione oltre più tollerabile soglia di sostenibilità. L'episodio più famoso - la goccia che fece traboccare il vaso e sospendere il servizio di linea - fu quello dello sciopero del personale di bordo a New York (credo nel '75) per la mancata distribuzione a bordo dell'acqua minerale, con il risultato di fermare la nave per 3 (o 4) giorni in porto a New York, acquistare localmente l'acqua, e spendere in totale una cifra che nemmeno lontanamente poteva coprire i costi di esercizio.
Raffaello e Michelangelo vennero adibite a servizio croceristico per qualche tempo, ma, come dicevi giustamente, non essendo state progettate per quello ed essendo molto difficile ed onerosa la trasformazione, fu alla fine deciso di venderle all'Iran dello Scià Mohammad Reza Pahlavi. L'Iran voleva dapprima usarle per il servizio crociere, ma, con il peggiorare della situazione economica e politica le destinò alla marina imperiale, che le ormeggòi rispettivamente a Bushehr (Raffaello) e Bandar Abbas (Michelangelo), impiegandole come caserme galleggianti.
Di fatto abbandonate dopo la rivoluzione, la Raffaello venne colpita da un missile iracheno prendendo fuoco, e quindi portata fuori dal porto e fatta affondare su bassi fondali dove si trova ancor oggi, adagiata su un fianco. La Michelangelo venne invece venduta ai demolitori pachistani e porta ad Alang mi sembra nel 1982, dove venne demolita.
Sull'incendio della Leonardo da Vinci nel porto di La Spezia, invece, mi sembra che gravò sempre il sospetto di un atto doloso, finalizzato a realizzare un profitto assicurativo data l'impossibilità di collocare sul mercato la nave.
Immensa invidia Silvano, questi magnifici transatlantici insieme ai voli in Concorde e con Pan Am.
Una chicca storica che mi piace condividere ho recuperato per caso dalla cantina dei miei genitori il baule da viaggio della zia d'America che prossimamente voglio far restaurare. Allo scopo sto cercando di recuperare documentazione fotografica dell'epoca, al museo di Ellis Island ho trovato i documenti dell'arrivo negli Usa nel 1927 con il Conte Biancamano, la prossima volta che capito a Chicago andrò a cercare la sua casa (dovrebbe esistere ancora) e proverò a fare ricerche su come avesse acquisito il passaporto americano come risulta dai documenti dell'immigrazione.
Credo che i registri di Ellis Island siano disponibili online.
Trip report Bellissimo ed interessante, che riporta alla mente tempi nei quali il tempo scorreva con ritmi forse piu umani di quelli attuali.
Solita ammirazione per i Nordici, capaci comunque di rispettare sempre il loro passato, senza farsene pero' imprigionare.
Il "Restauro" veramente ben fatto: unica incongruenza mi e' sembrata la presenza di un moderno ricevitore GPS sul tavolo da Carteggio, strumento che probabilmente non esisteva ai "Tempi D'Oro" del Transatlantico.
Mi ha stupito notare come sia gli ordini di Macchina sul Telegrafo, sia le indicazioni sui Manometri/termometri in sala macchine fossero in Lingua Inglese: mi aspettavo che una nave di quei tempi avesse ancora le indicazioni in Olandese.
Considera che la SS Rotterdam è stata in servizio sino al 2000, e tre anni prima (mi sembra) effettuò un radicale adeguamento delle tecnologie di bordo per la compliance SOLAS.
Non ti so dare un risposta invece per le scritte in inglese sui macchinari.
Nell’attesa del mio miserrimo treno mi sto’ leggendo qualche info sulla Raffaello, Michelangelo e LdV. Interessanti le nozioni di nave, turbonave e piroscafo, le invidie ed i complotti per sabotare un’Italia che aveva il vento in poppa. Ho dato un’occhiata anche dalle mie parti e l’unica nave ad uso civile degna di nota è stata la Dampfærgen Odin, in uso fino al ‘47. Noi si preferiva fare fatica e remare con i drakkar

se passate da Roskilde (casa mia) andate al locale museo (fine messaggio navale promozionale).
Voi siete più un paese da traghetti e rimorchiatori. Roba da Malboroli, insomma.
