[TR] Etiopia: Don't try this at home!


FLR86

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HARAR (e rientro ad Addis)

Visto i mezzi su cui avevo deciso di viaggiare la logica avrebbe suggerito di rimenere sul cosiddetto circuio storico. Ma dato che volevo assolutamente andare ad Harar mi sono deciso a fare quei 3 giorni di bus che mi servivano per arrivarci da Lalibela.
Il primo giorno devo arrivare a Dessie. Gli unici bus che partono da Lalibela sono quelli locali e non avendo il biglietto, mi presento alla stazione che i cancelli sono ancora chiusi per tentare di accaparrarmi un posto. Ovviamente non sono l'unico e quando si aprono è tutto un fuggi fuggi. Localizzato il mio, riesco a salire nonostante qualcuno provi a dirmi che l'autobus è pieno. Ma io non ho alcuna intenzione di muovermi da lì. Siamo in Etiopia e con un paio di panchetti in mezzo al corridoio si risolve tutto.
Il viaggio è stremante. Il bus è molto più piccolo del precedente e 7 delle 8 ore di viaggio sono su strada sterrata, di cui almeno la metà con vista precipizio. Per non farsi mancare nulla, mentre stiamo salendo una strada di montagna, il bus si ferma ed iniza a uscire del fumo bianco. Dopo mezz'ora viene aggiustato e si riparte. Arrivato a Dessie prendo il biglietto del luxury per Addis che parte il giorno dopo e faccio poco altro. Essenzialmente mi riposo.
Nella notte mi avvio a piedi alla fermata in un'atmosfera che sembra una scena de i Guerrieri della notte, con gente che si scalda al fuoco e le luci di qualche locale ancora aperto. Il viaggio per Addis va liscio e molte curve e frenate dopo ci siamo. Altre 9 ore.
Per andare all'hotel in zona Piazza (o Piassa) provo la metropolitana leggera. La cosa più moderna e meglio tenuta di tutti i 20 giorni passati in Etiopia.




Avevo pensato di fermarmi un giorno per staccare, ma vista la situazione dei mezzi preferisco tornare ad Addis con buon anticipo. Per cui altra sveglia notturna e altro luxury bus per Harar.
Solita sosta pranzo...




...e dopo oltre 9 ore arriviamo a destinazione.




Harar è la capitale della regione Harari, la più piccola d'Etiopia e di fatto una città-stato. Considerata la 4a città dell' Islam, è stata per secoli un importantissimo centro commerciale prima come Regno di Harari a meta del '500, poi come Emirato indipendente tra il XVII ed il XIX secolo, fino all'annessione all'Etiopia nel avvenuta 1887.
La città vecchia è circondata da una cinta muraria eretta tra il XIII ed il XVI, il cosiddetto Jugol, un'area di neanche un 1 km quadrato dove vivono circa 20.000 persone ed all'interno del quale si trovano 82 moschee, la più alta concentrazione al mondo. I suoi edifici con influenze arabe, indiane ed egiziane la rendono un posto unico in tutta l'Africa.

Grazie ad un ragazzo che mi accalappia alla fermata riesco a trovare posto in una tipica casa Harari dentro al Jugol.






Vorrei farmi una doccia ma non c'è acqua. E così sarà per tutto il mio soggiorno. Mi dicono che manca da due settimane in tutta la città ed a vedere come sono organizzati mi sembra cosa molto comune.




Degli inglesi mi dicono che il loro albergo fuori dalle mura non aveva problemi di questo tipo, quindi non sono riuscito a capire se riguardasse solo il Jugol o se il loro albergo avesse un approvigionamento indipendente.
Molte salviette rinfrescanti dopo vado a fare un giro tra i vicoli, giusto per prendere atto che qui “faranji” diventa “faranjo”. E credetemi che ad Harar ne sentirete come da nessun altra parte!

Il giorno dopo prendo una guida per la mattinata. Gli chiedo subito dell'acqua ed afferma che è stata tagliata dai vicini Oromo, con la quale i rapporti non sono idilliaci. Harar è infatti un enclave nella regione dell'Oromia e, dovendo l'acquedotto passare da lì, si presta ad azioni di questo tipo.
Mi porta a vedere un tipico esempio di costruzione con influenze indiane.




Usciamo da una delle 5 porte originarie per andare al mercato del khat.




Il khat è una pianta usata in molte parti d'Africa e in parte del medio oriente che se masticata in certe quantità da effetti simili all'anfetamina (anche se qui dicono alla marjuana). In Etiopia è diffusissima ed ovunque si vedono persone ne fanno uso, ma ad Harar è qualcosa di più e riveste anche ruolo sociale. Non è raro che la gente ti inviti a casa o per strada a masticare khat con loro.
In questa zona ci sono anche le migliori coltivazioni del paese ed a pochi chilometri da Harar si trova il mercato di khat più grande al mondo. Ci siamo passati venendo in pullman e siamo rimasti imbottigliati per la quantità di mezzi, animali e persone che c'erano. La guida mi dice che la tassa sul khat frutta al governo 2.000.000 di birr al giorno.






Torniamo tra i vicoli dentro le mura.




Una delle 82 moschee, che possono essere anche da 2-3 persone come questa. Non tutte sono aperte comunque.




Passiamo da un barbiere indiano trasferitosi ad Harar da diversi decenni, che ha una sedia di 80 anni fa “F.lli Zerbini TORINO” e che gira come se fosse nuova.




Usciamo dal Jugol dall'unico gate di recente costruzione ed accessibile alle macchine.






Poco più avanti si trova il mercato del controbbando. Le merci (che arrivano in Somalia con contanier provenienti dalla Cina) vengono introdotte illegalmente nel paese, ma una volta arrivate sul suolo di Harar diventano legali e non possono più essere sequestrate. C'è un po' di tutto, prevalentemente vestiti ed oggetti d'elettronica contraffatti.






Sapendo che sono italiano, la guida mi porta a vedere qualche traccia dell'occupazione.
L'edifico del palazzo di giustizia e la via principale della città sono opera del pelatone.






Nella zona “Bottega” sono presenti edifici italiani e serrande d'epoca.






"Fabbrica serrande avvolgibili - Ing. Lodovico Fischer -TRIESTE Italia"




Proseguiamo per il mercato.




Nella parte del riciclo ci sono pezzi meccanici di ogni tipo. La guida mi dice che molti hanno nomi italiani.










Rientriamo nel Jugol.




L'integralismo religioso non è di casa ad Harar. Mi dicono anche che i bar all'interno delle mura vendono alcolici e i rapporti con i cristiani sono assolutamente pacifici. Lo testimonia il fatto che anche all'intero del Jugol sono presenti due chiese, una delle quali sia affaccia sullo snodo pricincipale.










Specialità della casa: carne di cammello




La guida dice che ha soprannominato Harar “Little Cuba”...




La moschea più grande del Jugol.




Poco lontano la Missione Cattolica francese dove è presente una scuola e un orfanotrofio. Il padre è un etiope che ha vissuto a Roma e mi dice che il vescovo della diocesi è italiano.








La zona intorno ad Harar è molto conosciuta per la presenza di fossili, ed il muretto all'interno della missione ne è la prova.




Harar è conusciuta per gli “Hyena man”. Dopo il tramonto, fuori dalle mura, alcuni uomini danno da mangiare alle iene selvagge che si avvicinano dalla macchia. La pratica ha ormai assunto uno scopo turistico, ma sull'orgine ne ho sentite un po' di tutte. La versione più comune è che in passato si svolgesse una volta l'anno per tenere lontano gli spiriti offrendo alle iene un “porridge”. Si dice anche che si avvessero indicazioni sul raccolto a seconda di quanto ne mangiavano. Altre versioni dicono ebbe inizio per evitare che le iene attaccasero uomini e bestiame. Fatto sta che il rapporto tra Harar e le iene è molto stretto e la notte non è raro vederle scorrazzare fuori dalle mura. Una notte dalla mia camera riuscivo a sentirne i rumori.

La sera esco dal Jugol e chiedo indicazioni ad un ragazzo che si offre di accompagnarmi. Dopo un quarto d'ora nel buio vediamo le luci di un pulmino ed un paio di macchine. Al centro l'uomo delle iene ha già iniziato a sfamarle.






Qualche turista si siede accanto a lui e dopo un po', forte del fatto di non aver letto di persone sbranate, vado anch' io.




Il giorno dopo faccio un giro nella città nuova. Esco dalle mura e, costeggiandole, trovo uno spazio ricreativo che sembra ben tenuto, salvo poi girare lo sguardo...








Come in altre parti d'Africa è del tutto normale trovare uomini mano nella mano. Ed anche nel parlare tra di loro la fisicità, il contatto tra maschi è davvero alto.










Appena fuori dalle mura uno dei tanti mercati quotidiani. Immancabile il khat.






Nel Jugol si trova Makina Girgir, la via dei sarti di strada. “Girgir” deriva dal rumore delle macchine da cucire.








All'interno del museo che si dice essere stata la residenza del padre di Haile Salassie, si trova una stele in memoria dell'equipaggio di un velivolo italiano abbattuto durante la seconda guerra mondiale.












La notte vado alla fermata in mezzo ai tanti senzatetto che popolano il Jugol. Le ultime 10 ore di pullman e sono di nuovo ad Addis dove trovo la prima pioggia del mio soggiorno.
Fuori dall'hotel incontro un ragazzo che parla italiano. È un primo ufficiale dell'aeronautica di Djibuti che è stato addestrato in Italia grazie agli accordi bilaterali tra i due paesi. Sull'argomento è molto abbottonato e non insisto troppo. Quello che mi dice è che è stato prima a Napoli poi a Roma e che pilota aerei da trasporto.

Il giorno dopo vado con lui al Red Terror Museum (il museo che mostra gli orrori perpetuati durante il regime del DERG) ed al vicino museo di Addis Ababa, dove si trovano delle non edificanti immagini della presa della città da parte dei fascisti.




Ci salutiamo ed io prendo un minibus per andare a Merkato, dove si trova quello che viene definito come il mercato più grande d'Africa. Spostato in questa parte della città durante l'occupazione italiana, è sostanzialmente un quartiere adibito alla vendita di qualsiasi cosa.






Torno a Bole, il quartiere più moderno di Addis.




Quì ho preso la camera vista la vicinanza con l'aeroporto. Dopo l'ultima cena etiope torno in stanza, che ho tenuto fino a mezzanotte dato che il volo è alle 3.30, e mi preparo alla partenza.
 
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Greco

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Davvero interessante! E complimenti per la resistenza fisica, io credo che non avrei superato vico la metà del viaggio.
 

I-DAVE

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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Che splendore! I paesaggi, le foto, il racconto, l'avventura. Dritto nella top five dei TR di quest'anno.

La Dancalia è assolutamente in una delle mie liste di posti da visitare. Tutto il paese in realtà.



Ecco. Io sarei probabilmente morto qui, scivolando e ruzzolando di testa fino ai piedi della scarpata :D non soffri di vertigini, immagino.

A volte, in certi posti e considerando certi interessi personali, anche raccomandabile, IMHO.
Quoto. Da quando viaggio da solo, non riesco (ahimè?) più a viaggiare in compagnia, se non in estremamente limitate occasioni e per pochissimi giorni.

DaV
 

bamby69

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Bellissima l'ultima parte del tuo viaggio, vedo abbiamo fatto due percorsi quasi del tutto differenti dico quasi, il mio viaggio è durato circa 9 giorni, certamete non avrei affrontato un viaggio così da solo, ho notato diverse copie di turisti come nel tuo caso però eri da solo, ma tutti avevano una guida e guarda caso ci si ritrovava tutti negli stessi posti, adesso non so la tua età ma nel mio caso supero i 60 non ho più quello spirito di una volta, infatti adesso i grandi viaggi li faccio quasi tutti in comitiva. Comunque complimenti un gran bel report.
 

FLR86

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Ma che spettacolo di TR, veramente unico!
Grazie mille!
Splendido, grazie mille per condividere!
Piacere mio!

Davvero interessante! E complimenti per la resistenza fisica, io credo che non avrei superato vico la metà del viaggio.
Bellissima l'ultima parte del tuo viaggio, vedo abbiamo fatto due percorsi quasi del tutto differenti dico quasi, il mio viaggio è durato circa 9 giorni, certamete non avrei affrontato un viaggio così da solo, ho notato diverse copie di turisti come nel tuo caso però eri da solo, ma tutti avevano una guida e guarda caso ci si ritrovava tutti negli stessi posti, adesso non so la tua età ma nel mio caso supero i 60 non ho più quello spirito di una volta, infatti adesso i grandi viaggi li faccio quasi tutti in comitiva. Comunque complimenti un gran bel report.
Grazie! Io ne ho 32 ma è stata bella tosta lo stesso, sia fisicamente che mentalmente. Comincio a pensare di non avere più l'età...Sono tornato che avevo bisogno di una vacanza! ?

Che splendore! I paesaggi, le foto, il racconto, l'avventura. Dritto nella top five dei TR di quest'anno.

La Dancalia è assolutamente in una delle mie liste di posti da visitare. Tutto il paese in realtà.



Ecco. Io sarei probabilmente morto qui, scivolando e ruzzolando di testa fino ai piedi della scarpata :D non soffri di vertigini, immagino.



Quoto. Da quando viaggio da solo, non riesco (ahimè?) più a viaggiare in compagnia, se non in estremamente limitate occasioni e per pochissimi giorni.

DaV
Ti ringrazio!
Dalla foto appare più ripido di quello era in realtà e poi dovevi farne solo un pezzo.
Concordo sul viaggiare da soli. Ha i suoi pro e suoi contro ovviamente, ma la libertà di fare quello che vuoi è un bel vantaggio.
 

FLR86

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IL VIAGGIO DI RITORNO

Per concludere questo lungo TR con molto OT (spero non troppo!) torniamo on-topic.
Giunta mezzanotte lascio la camera e mi incammino a piedi verso l'aeroporto, ma il proprietario dell'albergo mi vede e si offre di accompagnarmi.




Passato il prefiltraggio all'entrata mi accomodo nella sala principale, dove trovo il miglior WIFI di tutto il soggiorno. In quasi tutti i posti la connessione era talmente lenta da essere inutilizzabile. Quà va una bomba, ti agganci e vai, senza noiose registrazioni e controregistazioni.






Sugli schermi non è segnlato alcun volo ma ad un certo punto si alzano tutti e si mettono in fila.




Dopo un po' vado a dare un'occhiata e trovo una fila piena di persone ed una mezza vuota. Non essendonci alcuna indicazione mi fido di quanto dice un eritreo che mi prende sotto la sua ala e mi accodo alla prima, salvo poi scoprire che è quella per chi si ferma a Jeddah.




La fila dei transiti è talmente lunga che torno indietro e aspetto che sfolli.
Passato il check c'è un bel modello della fauna locale.




Siamo nel cuore della notte ed è tutto chiuso.






Non ho ben capito se i lavori si siano conclusi o no...ad occhio e croce no.



Prima Lounge




Seconda Lounge. Diciamo che il lusso è altra cosa.





Terza Lounge.




I controlli di sicurezza per accedere al gate sono tutti chiusi tranne uno.






Vista l'importanza dei cinesi da queste parti, hanno pensato di mettergli un customer service dedicato.




Quello dei comuni mortali.




Passati i controlli, dopo pochi minuti di attesa chiamano tutti gli uomini per l'imbarco. Il perchè sia successo ad Addis e non a Jeddah mi è oscuro.
Appena prima del portellone vengono ispezionati i bagagli a mano. Non mi era mai successo prima.









AEROMOBILE: Airbus 330-343R







Il mezzo è il solito dell'andata. Avevo letto che in coda algli aerei Saudia era presente una sala preghiera. Approfitto dell'imbarco prioritario per andare a dare un'occhiata ma trovo soltanto questo. Stessa cosa sull' A320.




Solito pitch ottimo e presa doppia sotto il sedile.






La hostess mi sveglia per il pasto. Pasto speciale vegetariano con ravioli al formaggio non male, a parte le 3 fette di peperone buttate lì.






All'alba arriviamo a Jeddah.








Nella stanza dei transiti faccio un paio di foto col mio solito fare sospettoso ma un attimo dopo sento “YOU!”. Mi giro ed è l'adetto allo smistamento che viene verso di me con una faccia poco amichevole. La situazione precipita quando, aprendo la galleria del telefono, si palesa un' immagine con una vagina in primo piano proveniente da qualche chat di gruppo di whatsapp. Già mi immagino i titoli: “Infedele condannato a morte per spionaggio e detenzione di materiale pornografico”. Gli faccio vedere la foto incriminata e mi dice “DELETE!”. Ok boss.
Riesco però a mantenere la foto dell'interpretazione grafica saudita dei bagni maschili e femminili.




Passati per la transit lounge e i controlli di sicurezza separati, si presenta la solita sala d'aspetto.






Questa volta riesco ad accaparrarmi una chaise longue in pole position.




Tra un dormiveglia e l'altro faccio qualche foto. Il vetro era sporchissimo.












Dopo un paio d'ore ci imbarchiamo.





AEROMOBILE: Airbus 320-214




Solite poltrone senza IFE fisico ma tramite WIFI.




L'aria condizionata è a palla e mi bardo con la calda copertina in dotazione. Poi si parte.






Il nuovo terminal di Jeddah.








Arriva il momento del pranzo. Special meal vegetariano...i soliti ravioli al formaggio di prima! Viva la fantasia!
Questa volta però le posate sono d'acciaio.






Il volo fila liscio e qualche ora dopo si intravede il Golfo di Napoli.




Atterati a FCO ritrovo lui.




Il vicino di banco è invece un 737-600 Air Algerie.




Ci avviamo verso i nastri per ritirare i bagagli che arrivano dopo una ventina di minuti.




Si conclude quà il racconto di queste tre intense settimane di viaggio in terra etiope. Grazie a chi ha avuto la voglia e la pazienza di legge fin qui. Alla prossima (forse)!

አመሰግናለው ameseginalew (grazie)

FINE
 
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edag75

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Padova
Grazie a te per lo splendido racconto.

La faccenda della foto della vagina... I 10 secondi più lunghi della tua vita

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bamby69

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Complimenti per il bellissimo report, io le foto le faccio con il telefono e non sono capace di impostarle su aviazione le metto nelle cartelle del deskop.
 

Challenger

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TR epico, spettacolare e interessante!
Complimenti per le foto, i racconti e anche per la resistenza fisica!
 

I-DAVE

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a Taiwan, nel cuore e nella mente
Fine splendida di uno dei migliori TR dell'anno. Grazie per averlo condiviso! Speriamo che il prossimo (viaggio e TR) non tardi ad arrivare :)

La situazione precipita quando, aprendo la galleria del telefono, si palesa un' immagine con una vagina in primo piano proveniente da qualche chat di gruppo di whatsapp
Nah, tranquillo. Se avesse aperto la galleria del telefono di Falkux, ecco, lì sì che ce lo saremmo giocati a vita.

DaV
 

FLR86

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Complimenti per il bellissimo report, io le foto le faccio con il telefono e non sono capace di impostarle su aviazione le metto nelle cartelle del deskop.
TR molto bello. Complimenti e grazie per aver condiviso.
Magnifico. Grazie mille!
TR epico, spettacolare e interessante!
Complimenti per le foto, i racconti e anche per la resistenza fisica!
Grazie, mi fa piacere!

Grazie a te per lo splendido racconto.



La faccenda della foto della vagina... I 10 secondi più lunghi della tua vita

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Fine splendida di uno dei migliori TR dell'anno. Grazie per averlo condiviso! Speriamo che il prossimo (viaggio e TR) non tardi ad arrivare :)



Nah, tranquillo. Se avesse aperto la galleria del telefono di Falkux, ecco, lì sì che ce lo saremmo giocati a vita.

DaV
Effettivamente un po' di sudorino freddo mi è venuto! :D
 
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