Chissà se mai emergeranno davvero le responsabilità, a tutti i livelli, cioè sia chi ha scatenato materialmente l'incendio (pinguino o presunto tale messo lì da chi, e con l'autorizzazione di chi...) sia chi a responsabilità maggiori ha peccato nella manutenzione, nei sistemi di sicurezza, negli impianti deficitari, nell'organizzazione etc e che a monte ha permesso episodi casuali scatenanti che sono poi successi.
Adesso chissà chi paga i danni materiali, fisici (eventualmente ci sarà la certezza dell'esposizione a sostante tossiche nei primi gg da parte di lavorati, pax etc), le compagnie aeree che si vedono costrette a cancellare o a fare salti mortali nella riprogrammazione, pax che avevano prenotato voli, soggiorni, chissà magari anche treni, auto a noleggio etc.
Il tutto per un "pinguino" che non doveva esserci ........per raffreddare un quadro elettrico surriscaldato (e se era surriscaldato ci sarà stato un motivo no?!)..........sembra una barzelletta.
Fiumicino dimezzato 400 voli cancellati e check in chiusi al T3
L'Enac: dopo il rogo mancano spazi adeguati
Chiusa l’aerostazione distrutta dall’incendio. Voli dimezzati e passeggeri infuriati. Perchè sabato scatterà un provvedimento destinato a stravolgere l’estate: ogni giorno 400 dei 1.044 decolli e atterraggi verranno soppressi. Fino a quando? Non è dato sapere.
Aeroporti di Roma ha chiesto all’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, di ridurre dall’80% al 60% la capacità operativa del Leonardo da Vinci «con chiusura al traffico commerciale del terminal 3 area partenze». E l’Enac ha avallato il «taglio». Il motivo, come spiega Adr in una circolare interna, è per via «dell’elevata affluenza: 120mila/130mila passeggeri al giorno». Troppi per uno scalo con 2.500 metri quadrati devastati dal rogo del 7 maggio scorso, altrettanti interdetti al pubblico perché invasi dal fumo e da possibili sostenze tossiche, la sala transiti sequestrata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia che sta ancora effettuando rilievi, il molo D chiuso perchè «non sicuro» per i lavoratori.
Insomma, Fiumicino non ce la fa a sostenere l’assalto dei vacanzieri. L’incendio ha distrutto alcuni percorsi utilizzati dai turisti per raggiungere i cancelli d’imbarco e ha reso inagibili sedici «gate». E così è stata decisa la chiusura del settore Partenze del terminal 3, quella dove si trovano i banconi per il check in. Mentre al piano sottostante, nel settore Arrivi, continueranno ad essere riconsegnate le valigie a chi a Roma atterra. «L’azione - scrive Adr - si è resa purtroppo necessaria per ricondurre i voli in partenza ad un livello proporzionato al numero dei gate operativi e alla grandezza delle sale d’imbarco disponibili, negli standard di qualità e sicurezza». E così, per evitare di ritrovarsi sale strapiene di viaggiatori e file interminabili per imbarcarsi, almeno quarantamila persone al giorno resteranno a terra. Con buona pace di vacanze prenotate, alberghi da disdire e disagi a non finire. Il provvedimento, che in un primo momento sarebbe dovuto scattare fin da oggi, è stato posticipato di 48 ore per dare la possibilità alle compagnie aeree di avvertire i propri clienti riguardo i voli soppressi. I viaggiatori che invece potranno partire verranno «smistati» negli altri quattro terminal dello scalo romano. E, visto che la riduzione (a quanto pare) sarà in percentuale alla mole del traffico gestito, a rimetterci di più saranno i vettori che a Fiumicino contano più rotte, a partire da Alitalia, EasyJet e Vueling che da sole rappresentano il 40% dei collegamenti attivi. «La soppressione dei voli a seguito dell’incendio ci ha fatto perdere decine di milioni euro. Stiamo preparando un dossier sulla vicenda», sottolinea Silvano Cassano, amministratore delegato di Alitalia. compagnia che già da questa mattina non effettuerà più check in al terminal 3. Le operazioni sono state infatti concentrate al terminal 1.
Il taglio dei voli, secondo Cub Trasporti, «mira a nascondere eventuali negligenze e carenze nella tutela dei lavoratori che, 24 ore dopo il rogo, erano già tornati nel terminal 3 nonostante la presenza di diossine 40 volte oltre quanto presente nelle zone urbane».
«L’Enac sta tentando di scaricare ad altri la colpa del ritardo delle strutture pubbliche nell’intevenire - accusa Antonio Amoroso, sindacalista Cub - L’8 maggio il terminal è stato riaperto ma le prime analisi sulle sostanze sprigionate dal rogo sono state effettuate tra il 12 e il 18 maggio e i risultati resi notti una settimana dopo. Nel frattempo più di 250 impiegati e operai sono finiti al pronto soccorso accusando problemi respiratori e reazioni allergiche. La verità è che nessuno sa ancora se è sicuro lavorare in questa aerostazione». Ben venga, per i sindacati, la chiusura e la bonifica ma «deve intervenire pure il Governo per farsi carico dei problemi occupazionali derivanti». Da un mese i quaranta negozi e ristoranti della sala transiti bruciata sono chiusi: commesse, baristi e camerieri sono a casa. Di fatto senza lavoro. «La situazione dell’ aeroporto invece di migliorare sta progressivamente peggiorando - afferma l’onorevole Vincenzo Piso - Siamo sicuri che esistano motivazioni serie se Enac ha deciso di ridurre ancor di più i voli ma non si spiega perché dopo così tanto tempo». Intanto Michele Anzaldi, deputato Pd, ha chiesto al Governo di «aprire in via straordinaria ai voli civili gli aeroporti di Grosseto, Pratica di Mare e Latina, per salvare la stagione turistica». L’incertezza sulle roote per Fiumicino potrebbe spingere molti stranieri a cancellare le vacanze romane.
Alessandra Zavatta
http://www.iltempo.it/roma-capitale...-cancellati-e-check-in-chiusi-al-t3-1.1424983