ALITALIA/
Ecco come sviluppare Malpensa senza svuotare Linate
INT. Oliviero Baccelli giovedì 22 gennaio 2009
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=11425
Se la partita di Alitalia sembra essersi chiusa dopo la nascita della nuova compagnia, ora sembra essersi aperta quella relativa a Malpensa e Linate. Gli scali milanesi sono infatti al centro di diatribe e polemiche politiche. Dal canto suo, la nuova Alitalia propone di spostare 14 voli intercontinentali da Linate a Malpensa. Dall’altra parte gli amministratori locali lombardi non sembrano intenzionati a “ridimensionare” lo scalo cittadino milanese. Esistono altre possibilità? Ne parliamo con Oliviero Baccelli, Vicedirettore del CERTeT (Centro di Economia Regionale Trasporti e del Turismo dell’Università Bocconi), e docente di Economia dei trasporti presso la stessa Università.
Professore, innanzitutto può dirci quali azioni potrebbe mettere in campo la politica per “aiutare” Malpensa?
La politica ha diverse “leve”. Si può innanzitutto utilizzare la ripartizione dei voli tra Linate e Malpensa, seguendo però un’ottica di tipo regionale, dato che la competenza in materia è in capo alla Regione Lombardia. Vi è poi un aspetto più tecnico.
Quale?
Attualmente vi è una restrizione sul numero massimo di movimenti l’ora (18) su Linate. Questa limitazione risale a dieci anni fa. Oggi le tecnologie a disposizione potrebbero sicuramente incrementare il numero dei movimenti aerei. Andrebbe però modificato l’accordo tra Ministero ed Enav che, dovendo gestire sul sistema milanese non più di 120 movimenti l’ora, ha deciso di assegnarne 70 a Malpensa, 18 a Linate e i rimanenti 32 a Orio al Serio.
E per quanto riguarda la liberalizzazione degli accordi bilaterali invocata da più parti?
La liberalizzazione degli accordi bilaterali è importantissima, ma complessa per due ragioni. La prima è che deve essere gestita a livello centrale e non locale. Inoltre richiede che la controparte straniera sia d’accordo con il nuovo tipo di gestione.
Un’altra leva politica riguarda senz’altro le infrastrutture di collegamento che ancora mancano a Malpensa…
Indubbiamente e penso che quella principale sia la Pedemontana lombarda. Sgravando in parte le autostrade di accesso all’aeroporto e ampliando il bacino di riferimento di Malpensa anche a Monza e alla Brianza, questa farebbe fare il salto decisivo a Malpensa. Tutti gli altri interventi previsti sono sì importanti, ma non così decisivi.
Per quanto riguarda invece la proposta della nuova Alitalia di trasferire dei voli da Linate a Malpensa, la ritiene una misura sufficiente?
L’obiettivo della proposta di Colaninno e Sabelli, cioè lo spostamento di 14 voli intercontinentali da Linate a Malpensa, è veramente minimale e non dà una giustificazione al ridimensionamento di Linate: si tratta di una contropartita molto scarna.
Tuttavia l’unico vettore che potrebbe far fare uno salto a Malpensa è proprio la nuova Alitalia. Perché Lufthansa ci investirà, ma in maniera molto graduale ed equilibrata, tenendo conto che ha già in mano lo sviluppo degli aeroporti di Monaco, Francoforte, Heathrow, Berlino, Bruxelles e Vienna. Malpensa verrebbe solo dopo questi scali.
Realisticamente esistono alternative di breve periodo alla proposta della nuova Alitalia?
Certo, ma vanno cercate col lanternino. Sono piccoli pezzi di un mosaico enorme, perché un solo altro vettore non sarebbe in grado di portare gli stessi voli di Alitalia in un unico momento. Le altre compagnie possono aggiungere un volo, come ha già fatto Emirates.
Teniamo anche conto che è in atto una crisi economica globale che ha effetti molto forti sul settore del trasporto aereo. L’assenza di una rete di feederaggio per l’alimentazione di voli intercontinentali è infine un handicap forte per la ricerca di compagnie di altre nazioni.
Ma l’intenzione di Lufthansa di espandersi su Malpensa è credibile?
È la più credibile e non chiede sacrifici a Linate. Ma come può essere rafforzata? Lufthansa dovrebbe poter disegnare insieme a Sea parti di aeroporto, entrare nel merito della gestione dei transiti, ecc. I passi da fare sono quindi tanti e complessi. Ma credo che sia l’unica strada per un rilancio complessivo.
Perché?
Perché il progetto di Lufthansa può diventare il progetto di Star Alliance, cioè dell’alleanza delle compagnie che fanno capo ai tedeschi. Tuttavia portare a termine questo progetto richiederebbe grandi investimenti sullo scalo e Sea è già in difficoltà.
A proposito di Sea, ieri il suo presidente, Giuseppe Bonomi, ha dichiarato che serviranno 3-5 anni per riprendere il percorso di sviluppo di Malpensa. È plausibile questo lasso di tempo? E pensa che il “peggio sia passato” per lo scalo milanese?
Credo che dopo la chiusura del cargo, che ha dato un ulteriore “pugnalata” dopo quella dell’addio di Alitalia nel marzo del 2008, le cose non possano andare peggio di così. La tempistica per il rilancio di Malpensa non può essere certamente di breve periodo, perché abbiamo visto che l’unico vettore in grado di rilanciare Malpensa nel breve è Alitalia, che chiede però una contropartita inaccettabile. Qualsiasi vettore per decidere di installare in un aeroporto un volo a lungo raggio studia dai 12 ai 18 mesi le strategie commerciali e le possibilità tecniche. Su Malpensa c’è stata talmente tanta incertezza che nessuno ha incominciato a farlo prima di adesso. Il più veloce potrebbe quindi arrivare non prima di 12 mesi.
Esiste un modo per far convivere una volta per tutte Malpensa e Linate?
Credo in passato ci sia stata un’articolazione molto spinta della normativa per favorire la creazione di un hub a Malpensa e questo obiettivo non è stato raggiunto. Ora si dovrebbe tornare a un meccanismo che aiuti e sviluppi una concorrenza tra i vettori che sia corretta ed equilibrata.
Linate al momento è sostanzialmente “cristallizzato”: nessuno riesce a entrare e metà delle 25 direttrici sono in monopolio. Credo si debbano rivedere gli obiettivi ultimi di questo sistema (fatto di accordi bilaterali, ripartizione dei voli tra Linate e Malpensa, restrizione del numero dei movimenti l’ora su Linate) in modo da sviluppare concorrenza e creare quindi maggiori benefici per i passeggeri tout court lombardi.
Che passaggi andrebbero fatti concretamente?
Occorre far tornare Linate un aeroporto da 14-15 milioni di passeggeri, riducendo anche le destinazioni possibili. Questo all’ultimo può favorire anche la rinascita di Malpensa. Perché il numero delle destinazioni raggiungibili da Linate era talmente ampio da minare tante maglie della rete che avrebbe dovuto alimentare Malpensa.
Meno destinazioni con più concorrenza aiuterebbero le tasche dei passeggeri e inoltre permetterebbero a Malpensa di attirare nuove compagnie di feederaggio per il progetto hub di Star Alliance.
Questa idea è diversa da quella di Colaninno e Sabelli e fa propria la logica che il passeggero debba viaggiare in modo economico e potendo scegliere tra più vettori.
Questa serie di passaggi è facile da compiere? E quanto tempo richiederebbe?
Aumentare il numero di passeggeri di Linate dagli attuali 10 milioni è semplicissimo: basta modificare il numero di movimenti l’ora dagli attuali 18 a circa 30, cosa che è plausibile e ragionevole. Modificare la ripartizione dei voli tra Malpensa e Linate è altrettanto semplice perché è regolata da una legge regionale.
Come ho già detto, gli accordi bilaterali sono invece più complessi da gestire e hanno effetti più lunghi.