Ecco il piano segreto contro il caos bagagli
A Fiumicino tagliati la metà degli handler. Cai in pole position per partecipare alla gara
Non ci sono solo i lavoratori Alitalia da tagliare a Fiumicino. A gennaio verranno dimezzate le società che effettuano l’assistenza a terra. Di sette handler ne rimarranno tre. Forse quattro. Loro, gli operai che caricano i bagagli, hanno il potere di bloccare gli aeroporti. Lo hanno dimostrato a maggio a Ciampino e due settimane fa a Fiumicino. «Lo hanno fatto perché le aziende praticano prezzi al ribasso per accaparrarsi le compagnie aeree clienti e questo penalizza i lavoratori, pagati sempre meno o licenziati», spiega Stefano Menichetti, sindacalista Ugl. A Roma ci sono low cost che pagano appena trecento euro «a toccata» per scaricare i bagagli atterrati, caricare quelli da far decollare, stivare le merci, pulire i jet, posizionare scale, accettare i passeggeri al check in. «In Europa il minimo è 1.200 euro. Da noi si fanno sconti del 60-70%», insiste Menichetti. «Al passaggio dei vettori da una società di handling all’altra troppo spesso non corrisponde (come prevede la clausola sociale) il trasferimento del personale che operava sui voli ceduti». Il rischio caos è sempre in agguato. Di qui il progetto di ridurre gli handler, garantire la concorrenza ma senza che la deregulation possa fermare gli scali. Insomma: anche a Roma si dovranno pagare prezzi adeguati, per scongiurare che ad ogni cambio d’appalto tutto si fermi. E questo potrebbe avvantaggiare proprio la ex compagnia di bandiera.
Il comparto handling di Alitalia è quello che ha il personale più qualificato, i mezzi migliori e garantisce qualità elevata nei servizi. Insomma, ha tutti i requisiti per essere tra i vincitori della gara che Aeroporti di Roma si prepara a bandire per ottobre per il rinnovo dei fornitori addetti all’assistenza a terra, i cui contratti scadono a fine dicembre. In Alitalia sono finiti tremila operai di Adr quando, una decina d’anni fa, l’Unione Europea ha liberalizzato l’handling negli scali. Altri sono stati assorbiti da Groundcare, il secondo handler in termini di grandezza con 900 dipendenti. In pole position per acquisirla c’è la GH di Napoli: viene data per sicura comunque la partecipazione alla gara vista l’esperienza nel settore. A caricar bagagli al Leonardo da Vinci ci sono pure Aviapartner e Aviation Service, con quattrocento lavoratori ciascuna; Ata con cento e Consulta con una trentina.
«Che la concorrenza non sia più selvaggia come adesso e che vengano fissate tariffe minime è un bene - sottolinea l’Ugl - ma chi vincerà la gara per l’affidamento dei servizi dovrà prendersi il personale delle società che risulteranno perdenti. Questo per partire con il piede giusto». Molti ricordano che la nascita di Adr, il primo gennaio 1974, fu decisa dal Ministero dei Trasporti per risolvere i continui disservizi generati dalle troppe società che operavano in pista. Per quasi trent’anni tutto ha funzionato finché Bruxelles non ha messo fine ai monopoli. Minacciando pesanti multe a chi non si fosse adeguato. «Aprire alla concorrenza in Italia ha portato il disastro e operai sottopagati», sostiene la Cub Trasporti. I turisti decollati da Fiumicino il «disastro» lo hanno sperimentato più volte. La società di gestione ha quindi deciso di riorganizzare il settore handling, strategico per l’efficienza di ogni scalo. L’accordo con Etihad Airways ha costretto Alitalia a tagliare 287 operai di «rampa». Che potrebbero rientrare dalla finestra con la riduzione degli handler qualora vincesse la gara e nuovi clienti. La ex compagnia di bandiera carica già valigie per una ventina di altri vettori e potrebbe fare di più, con innegabili vantaggi in termini economici.
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