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credo che Belumosi sia più preoccupato non tanto per AZ quanto per la/le contropartite concesse agli arabi e per il loro futuro eventuale ruolo non solo nel campo dell'aviazione civile ma in generale in tutta una serie di investimenti nel vecchio continente che li vedono protagonisti. Insomma la sua paura è che alla fine il controllo delle aziende europee finisca in mano a questi paesi e che poi questo si estenda non solo in campo economico (aziendale) ma anche a livello politico e decisionale.

Questo però non è dato saperlo al momento, poichè non ci sono notizie ufficiali in merito a queste fantomatiche contropartite. Per ora si tratta di congetture, poi si vedrà. Certo, quel tipo di preoccupazione è più che legittima. La cosa più importante comunque è che non ci siano passaggi di know-how di tecnologie inerenti a settori chiave per la sicurezza come quello della difesa. Poi, per il resto, benvengano investimenti stranieri da parte di paesi che non sono ostili al mondo occidentale. In fondo ci sono arabi e arabi.
 
La cosa più importante comunque è che non ci siano passaggi di know-how di tecnologie inerenti a settori chiave per la sicurezza come quello della difesa. Poi, per il resto, benvengano investimenti stranieri da parte di paesi che non sono ostili al mondo occidentale. In fondo ci sono arabi e arabi.

Cosa??? Hai presente quante basi militari Nato ci sono in UAE?
 
..................- l'UE non funziona perché è una scatola vuota dove chi è più furbo cerca di gabbare gli altri membri per arricchirsi sulle spalle dei paesi più deboli ed in questo i tedeschi sono i capofila.
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La costruzione dell'UE è stata sbagliata quando si è deciso di poter andare avanti economicamente senza essere disposti a farlo politicamente con la costruzione degli Stati Uniti di Europa.

E certo, è meglio stampare BTP e moneta e vivere felici lasciando i debiti ai posteri.

Sulla seconda, casomai è proprio il contrario. Proprio perchè giustamente gli stati sani non vogliono condividere i debiti delle cicale, ma al massimo accettano Parlamento e Commissione UE.

Fa riflettere questa tua doppia morale politico-economica: indulgente verso i mali cronici dell'Italia, ferrea quando si tratta delle pecche dei dipendenti AZ.
 
Herzog, l'azienda non è che ha la bacchetta magica. Il merito non è facile imporlo dovendo scendere a compromessi con gli interessi di ciascun gruppo, la trattativa sindacale ci ha fatto vedere chiaramente come ognuno difende il proprio orticello e tutta la difficoltà di fare qualsiasi cosa, figuriamoci rivoltare l'azienda come un calzino imponendo criteri meritocratici che spazzino via tutto lo status quo.

Quindi che vuol dire, meglio 'ndo cojo, cojo?
 
Quindi che vuol dire, meglio 'ndo cojo, cojo?

No. Vuol dire che coloro che da un lato si ergono a paladini dei criteri di equità, correttezza, giustizia ed imparzialità, alla prima occasione non disdegnano l'italico modo di trattare sottobanco per difendere le proprie posizioni di rendita senza pudore e senza considerare che questi atteggiamenti sono rischiosi poiché danneggiano in primo luogo gli stessi dipendenti. Il fine è solo quello di mantenere i privilegi per non finire tra 'ei fu', ovvero tra gli estinti. Questo terrorizzano ed attuano coloro che di fatto remano contro. E per tale motivo parlare di merito in AZ è impossibile.

Il teatrino sindacale a cui abbiamo assistito dove io non firmo, ma poi firmo, mi fa venire un gran mal di testa, perché io non ho capito perché hai firmato dopo ad invarianza di condizioni. Hai vinto forse qualche còssa (con due esse) d'improvviso? O ti è apparso di notte un santo che ti ha buttato addosso un po' d'acqua santa che ti ha fatto cambiare idea?

Questo per dire che è opportuno essere equilibrati nei giudizi, e che, forse, se le relazioni sindacali tra Azienda e Dipendenti non girano correttamente, la colpa è CERTAMENTE dell'Azienda, ma parimenti della controparte.
 

Della NATO credo proprio nessuna.

USA e Francia, però, credo che abbiano delle installazioni e dei reparti permanenti ivi dislocati.

In Maniera Bilaterale, anche Canada, Australia, Nuova Zelanda ed Italia hanno sicuramente potuto usufruire di punti di appoggio negli emirati, ma questo in seguito ed allo scopo di favorire la logistica in Afghanistan o il rifornimento di unità della flotta in servizio nel Golfo Persico.
 
Tecnicamente hai ragione. Al Dhafra non e' una base Nato. Comunque a Mussafah si vedono sempre i Rafales Francesi e i KC Americani in azione.

l'Uae ha un ambasciatore con la NATO ed e' l'unico paese arabo per il quale non c'e' veto USA sulla vendita di armi. Droni inclusi
 
No. Vuol dire che coloro che da un lato si ergono a paladini dei criteri di equità, correttezza, giustizia ed imparzialità, alla prima occasione non disdegnano l'italico modo di trattare sottobanco per difendere le proprie posizioni di rendita senza pudore e senza considerare che questi atteggiamenti sono rischiosi poiché danneggiano in primo luogo gli stessi dipendenti. Il fine è solo quello di mantenere i privilegi per non finire tra 'ei fu', ovvero tra gli estinti. Questo terrorizzano ed attuano coloro che di fatto remano contro. E per tale motivo parlare di merito in AZ è impossibile.

Il teatrino sindacale a cui abbiamo assistito dove io non firmo, ma poi firmo, mi fa venire un gran mal di testa, perché io non ho capito perché hai firmato dopo ad invarianza di condizioni. Hai vinto forse qualche còssa (con due esse) d'improvviso? O ti è apparso di notte un santo che ti ha buttato addosso un po' d'acqua santa che ti ha fatto cambiare idea?

Questo per dire che è opportuno essere equilibrati nei giudizi, e che, forse, se le relazioni sindacali tra Azienda e Dipendenti non girano correttamente, la colpa è CERTAMENTE dell'Azienda, ma parimenti della controparte.

Io credo si stia facendo confusione tra valutazione della prestazione e del merito (comunque possibile per qualsiasi prestazione lavorativa) e definizione criteri ai fini della collocazione in mobilità.

Su questi ultimi esiste una legge e non credo ci sia molto da inventarsi, come il recepimento di criteri valutativi nella lista.
 
Della NATO credo proprio nessuna.

USA e Francia, però, credo che abbiano delle installazioni e dei reparti permanenti ivi dislocati.

In Maniera Bilaterale, anche Canada, Australia, Nuova Zelanda ed Italia hanno sicuramente potuto usufruire di punti di appoggio negli emirati, ma questo in seguito ed allo scopo di favorire la logistica in Afghanistan o il rifornimento di unità della flotta in servizio nel Golfo Persico.

Esatto.
 
Tecnicamente hai ragione. Al Dhafra non e' una base Nato. Comunque a Mussafah si vedono sempre i Rafales Francesi e i KC Americani in azione.

l'Uae ha un ambasciatore con la NATO ed e' l'unico paese arabo per il quale non c'e' veto USA sulla vendita di armi. Droni inclusi

E quindi?
Hanno delle forze armate paragonabili alle guardie svizzere. Dov'è il problema?
 
Della NATO credo proprio nessuna.

USA e Francia, però, credo che abbiano delle installazioni e dei reparti permanenti ivi dislocati.

In Maniera Bilaterale, anche Canada, Australia, Nuova Zelanda ed Italia hanno sicuramente potuto usufruire di punti di appoggio negli emirati, ma questo in seguito ed allo scopo di favorire la logistica in Afghanistan o il rifornimento di unità della flotta in servizio nel Golfo Persico.

Se non ricordo male gia' ai tempi della prima guerra del golfo i tornado italiani erano basati proprio in UAE.
 
Segnalo che Il Sole 24 ore di oggi a pag 17 pubblica un'intervista a Del Torchio in cui traccia un bilancio del suo mandato. Afferma inoltre che i nuovi vertici sono previsti per il mese di ottobre, e che rinuncerà al bonus per ragioni di opportunità e sensibilità sociale.
 
su MF si dice che siano riusciti a vendere in questo periodo i 10 CRJ-900 fermi e inutilizzati (ex AirOne City Liner)
 
Ecco il piano segreto contro il caos bagagli

A Fiumicino tagliati la metà degli handler. Cai in pole position per partecipare alla gara

Non ci sono solo i lavoratori Alitalia da tagliare a Fiumicino. A gennaio verranno dimezzate le società che effettuano l’assistenza a terra. Di sette handler ne rimarranno tre. Forse quattro. Loro, gli operai che caricano i bagagli, hanno il potere di bloccare gli aeroporti. Lo hanno dimostrato a maggio a Ciampino e due settimane fa a Fiumicino. «Lo hanno fatto perché le aziende praticano prezzi al ribasso per accaparrarsi le compagnie aeree clienti e questo penalizza i lavoratori, pagati sempre meno o licenziati», spiega Stefano Menichetti, sindacalista Ugl. A Roma ci sono low cost che pagano appena trecento euro «a toccata» per scaricare i bagagli atterrati, caricare quelli da far decollare, stivare le merci, pulire i jet, posizionare scale, accettare i passeggeri al check in. «In Europa il minimo è 1.200 euro. Da noi si fanno sconti del 60-70%», insiste Menichetti. «Al passaggio dei vettori da una società di handling all’altra troppo spesso non corrisponde (come prevede la clausola sociale) il trasferimento del personale che operava sui voli ceduti». Il rischio caos è sempre in agguato. Di qui il progetto di ridurre gli handler, garantire la concorrenza ma senza che la deregulation possa fermare gli scali. Insomma: anche a Roma si dovranno pagare prezzi adeguati, per scongiurare che ad ogni cambio d’appalto tutto si fermi. E questo potrebbe avvantaggiare proprio la ex compagnia di bandiera.
Il comparto handling di Alitalia è quello che ha il personale più qualificato, i mezzi migliori e garantisce qualità elevata nei servizi. Insomma, ha tutti i requisiti per essere tra i vincitori della gara che Aeroporti di Roma si prepara a bandire per ottobre per il rinnovo dei fornitori addetti all’assistenza a terra, i cui contratti scadono a fine dicembre. In Alitalia sono finiti tremila operai di Adr quando, una decina d’anni fa, l’Unione Europea ha liberalizzato l’handling negli scali. Altri sono stati assorbiti da Groundcare, il secondo handler in termini di grandezza con 900 dipendenti. In pole position per acquisirla c’è la GH di Napoli: viene data per sicura comunque la partecipazione alla gara vista l’esperienza nel settore. A caricar bagagli al Leonardo da Vinci ci sono pure Aviapartner e Aviation Service, con quattrocento lavoratori ciascuna; Ata con cento e Consulta con una trentina.
«Che la concorrenza non sia più selvaggia come adesso e che vengano fissate tariffe minime è un bene - sottolinea l’Ugl - ma chi vincerà la gara per l’affidamento dei servizi dovrà prendersi il personale delle società che risulteranno perdenti. Questo per partire con il piede giusto». Molti ricordano che la nascita di Adr, il primo gennaio 1974, fu decisa dal Ministero dei Trasporti per risolvere i continui disservizi generati dalle troppe società che operavano in pista. Per quasi trent’anni tutto ha funzionato finché Bruxelles non ha messo fine ai monopoli. Minacciando pesanti multe a chi non si fosse adeguato. «Aprire alla concorrenza in Italia ha portato il disastro e operai sottopagati», sostiene la Cub Trasporti. I turisti decollati da Fiumicino il «disastro» lo hanno sperimentato più volte. La società di gestione ha quindi deciso di riorganizzare il settore handling, strategico per l’efficienza di ogni scalo. L’accordo con Etihad Airways ha costretto Alitalia a tagliare 287 operai di «rampa». Che potrebbero rientrare dalla finestra con la riduzione degli handler qualora vincesse la gara e nuovi clienti. La ex compagnia di bandiera carica già valigie per una ventina di altri vettori e potrebbe fare di più, con innegabili vantaggi in termini economici.

http://www.iltempo.it/economia/2014/08/23/ecco-il-piano-segreto-contro-il-caos-bagagli-1.1299797
 
eh eh non avevo seguito il thread sulla flotta.

Ad ogni modo l'avevano fatta passare come cosa delle ultime ore su MF
 
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