le Sezioni Unite hanno chiarito che:Sicuramente esiste un contratto tra le due che può essere utilizzato per allocare la responsabilità, ma bisogna vedere se davvero la società di handling o AZ ne hanno. Da quel poco che si sa, sempre che i fatti siano corretti:
- si tratta di una viola da gamba del 1685; non so quanto possa valere, ma è sicuramente un oggetto fragile;
- la viola era in una custodia normale, non da viaggio, dunque l'imballaggio non era ottimale;
- si applicano i limiti di responsabilità del vettore da Convenzione di Montreal, secondo i quali la signora prende poco, come ben detto sopra.
L'unico dubbio è se davvero qualcuno al check in ha dato assicurazione alla concertista che il bagaglio sarebbe stato trattato solo a mano, poiché si tratta di dichiarazione sull'esecuzione del contratto che impegna AZ (con rivalsa sul dipendente, se possibile). Diventa un problema di prova, oltre al fatto che le condizioni di trasporto non dovrebbero essere modificabili oralmente.
Altra questione è la gestione mediatica della cosa. Nel 2018 si potrebbe pensare che i tempi del "è colpa tua, avevi da fare diversamente" siano finiti, e che una compagnia aerea interessata a dare una buona immagine di sé abbia procedure standard per gestire questi incidenti in modo professionale su internet e social media. La copia della dichiarazione di bagaglio danneggiato con ben stampato sopra il richiamo ai limiti di responsabilità, per quanto tecnicamente corretta, dà purtroppo un'impressione diversa se rimane l'unico messaggio da parte di AZ.
- il vettore risponde a titolo contrattuale dell’operato dell’handler quale ausiliario
- di conseguenza nei confronti dell’ausiliario c’è regresso (rivalsa) tranne che sia esclusa dai contratti (non avviene a quanto è dato sapere per alcuna compagnia, almeno non low cost)
- l’handler risponde in solido direttamente all’utente a titolo extracontrattuale ma con gli stessi limiti della responsabilità del vettore, per espressa precisione della Convenzione di Montreal
mi rifiuto di credere ci sia stato un pazzo che abbia assicurato all’utente ciò che non poteva, mentre, per speculari motivi, mi pare verosimile ciò che dice Alitalia e cioè che la signora non abbia voluto pagare extra
se ciò fosse invece accaduto bisognerebbe approfondire in che limiti l’addetto poteva impegnare la compagnia (rispondendone poi nei rapporti interni)