Thread Alitalia - Etihad IV : DICHIARAZIONE CONGIUNTA


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Stefanopv

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12 Marzo 2010
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Roma-Pavia
Beh credo che se l'accordo salta qualcuno si assumerà la responsabilità per la perdita di 20000 posti di lavoro senza contare l'indotto
 

joe falchetto 64

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28 Settembre 2013
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0
Discorso quasi ineccepibile se non fosse che l'attuale anomalia del trasporto aereo civile si ha praticamente solo in italia( minuscolo) quindi evidentemente soffriamo " di sistema"per cui , come dici Tu, incominciamo a regolare il quadro regolamentare e di riferimento incominciando da ciò che regola il lavoro, poi spetta al Governo di concerto con ENAC completare il quadro normativo.Purtroppo al momento vi è uno scontro tra potere sindacale e lobby di categoria su chi " conta di più" .
Personalmente , visti i disastri gestionali delle associazioni professionali recenti 2008 docet) , propendo più verso i confederali
Personalmente sono associato ad una associazione professionale che non ha alcuna voce in capitolo nella azienda dove attualmente e non so per quanto ancora fornisco il mio contributo professionale adeguatamente retribuito, e sono associato solo perche' sono un professionista. Quanto detto solo per sottolineare che il mondo delle relazioni sindacali e delle guerre confederali non mi appartiene e penso appartenga solo a chi opera in aziende di diritto privato italico.
Cio' detto ribadisco un punto: in una economia di mercato la contrattazione e' disponibile in genere alla libera pattuizione tra le parti e difficilmente se non mai puo' essere considerata un regolatore del mercato, che invece ha bisogno di ben altri sistemi. In Germania non esiste un CCNL ma l'aggressione delle LCC e' ben controllata. In Francia non esiste un CCNL ed anche qui le LCC sono controllate dai regolatori. Viceversa in UK le LCC hanno di fatto eliminato il medio raggio di BA la quale ha pero' adottato un diverso posizionamento, ed anche qui non esiste un CCNL. Il problema e' la opportunita' di impiego dei fattori produttivi allo scopo di creare ricchezza e nessun CCNL e' in grado di creare ricchezza. Il benchmark lo fa il mercato del lavoro. Certo, occorre avere dei sistemi progressivi che possa o attutire gli scompensi immediati ma io non esagererei neanche tanto. Cai non e' mai stata in grado di generare ricchezza pur avendo condizioni di favore tangibile allo start up. Un CCNL spaventerebbe qualcuno? Mettiamo il caso, e non lo e', che possa essere applicato a Ryan piuttosto che ad Easy oppure a Volotea. Atteso che l'impatto ai fini del prelievo fiscale non dipende dal CCNL bensi' dalle norme tributarie applicabili, esistono solo due possibilita': le compagnia citate sono in grado di realizzare valore pur scontando i supposti maggiori costi del CCNL o non lo sono. Nel primo caso continuano ad essere operative con l'attuale struttura del network nel secondo caso si ritraggono e vanno alla ricerca di altri mercati. Cio' pero' non vuol dire che Cai o chi per lei, gia' inerentemente piu' inefficiente, sia in grado di sostituirsi creando valore. Aggiungo che qualora fossi assunto in Easy Jet su base Napoli come Direct Entry Captain con contratto Easy italiano di certo non vorrei che mi fosse applicato il CCNL e credo non lo voglia neanche il pilota neo assunto in Ryan che ad oggi in tre anni e mezzo e' avviato all'upgrade a commander. Il CCNL tutela (forse) l'ingessato posto di lavoro di coloro che attualmente sono in CAI o in Meridiana ove ad esempio molti primi ufficiali si avviano ai cinquanta anni senza prospettiva di upgrade professionale. Questo stato di fatto e' il problema, non il CCNL. Ovvio che queste restano mie opinioni che cerco di argomentare ma se si ritiene che il CCNL sia la via d'uscita non posso che dire che il tempo ce lo mostrera'.
 

geardown3green

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15 Luglio 2011
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Secondo anello di Saturno
Anche qui ragionamento ineccepibile se non fosse che torna sempre prepotentemente il discorso di regole istituzionali ben precise che in italia ( minuscolo) mancano per latitanza cronica degli enti preposti, diciamo un " puzzle " in cui il CCNL è soltanto una piccola tessera.
Se non ho capito male, Hogan ha puntato anche in questo, cioè creare un " mercato" regolamentato che ,in definitiva, giustifichi l'investimento in AZ ( pena trovarsi punto e d'accapo tra qualche anno, film già visto ), quindi a partire dalle direttrici di traffico da LIN ( decreto Bersani) , a norme chiare su LCC( imposte e oneri ), non ultimo il costo del lavoro che per AZ di traduce appunto in CCNL.
 

belumosi

Socio AIAC 2025
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10 Dicembre 2007
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Cai non e' mai stata in grado di generare ricchezza pur avendo condizioni di favore tangibile allo start up. Un CCNL spaventerebbe qualcuno? Mettiamo il caso, e non lo e', che possa essere applicato a Ryan piuttosto che ad Easy oppure a Volotea. Atteso che l'impatto ai fini del prelievo fiscale non dipende dal CCNL bensi' dalle norme tributarie applicabili, esistono solo due possibilita': le compagnia citate sono in grado di realizzare valore pur scontando i supposti maggiori costi del CCNL o non lo sono. Nel primo caso continuano ad essere operative con l'attuale struttura del network nel secondo caso si ritraggono e vanno alla ricerca di altri mercati. Cio' pero' non vuol dire che Cai o chi per lei, gia' inerentemente piu' inefficiente, sia in grado di sostituirsi creando valore.
Pienamente d'accordo. Purtroppo anche le vicende di questi giorni dimostrano che in AZ una corretta gestione aziendale è davvero molto difficile da ottenere, continuamente subordinata ad interessi particolari.
La parola "putridume" usata da setIRSposition prima, rende perfettamente l'idea.
Spiace vedere che anche sul Titanic che sta affondando, lo sport preferito rimane fare a gara a chi ce l'ha più lungo.
E siccome tutti questi signori ci saranno anche un domani con EY (sempre che non scappi), è davvero molto difficile essere ottimisti.
 

mauro.

Bannato
26 Maggio 2010
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Personalmente sono associato ad una associazione professionale che non ha alcuna voce in capitolo nella azienda dove attualmente e non so per quanto ancora fornisco il mio contributo professionale adeguatamente retribuito, e sono associato solo perche' sono un professionista. Quanto detto solo per sottolineare che il mondo delle relazioni sindacali e delle guerre confederali non mi appartiene e penso appartenga solo a chi opera in aziende di diritto privato italico.
Cio' detto ribadisco un punto: in una economia di mercato la contrattazione e' disponibile in genere alla libera pattuizione tra le parti e difficilmente se non mai puo' essere considerata un regolatore del mercato, che invece ha bisogno di ben altri sistemi. In Germania non esiste un CCNL ma l'aggressione delle LCC e' ben controllata. In Francia non esiste un CCNL ed anche qui le LCC sono controllate dai regolatori. Viceversa in UK le LCC hanno di fatto eliminato il medio raggio di BA la quale ha pero' adottato un diverso posizionamento, ed anche qui non esiste un CCNL. Il problema e' la opportunita' di impiego dei fattori produttivi allo scopo di creare ricchezza e nessun CCNL e' in grado di creare ricchezza. Il benchmark lo fa il mercato del lavoro. Certo, occorre avere dei sistemi progressivi che possa o attutire gli scompensi immediati ma io non esagererei neanche tanto. Cai non e' mai stata in grado di generare ricchezza pur avendo condizioni di favore tangibile allo start up. Un CCNL spaventerebbe qualcuno? Mettiamo il caso, e non lo e', che possa essere applicato a Ryan piuttosto che ad Easy oppure a Volotea. Atteso che l'impatto ai fini del prelievo fiscale non dipende dal CCNL bensi' dalle norme tributarie applicabili, esistono solo due possibilita': le compagnia citate sono in grado di realizzare valore pur scontando i supposti maggiori costi del CCNL o non lo sono. Nel primo caso continuano ad essere operative con l'attuale struttura del network nel secondo caso si ritraggono e vanno alla ricerca di altri mercati. Cio' pero' non vuol dire che Cai o chi per lei, gia' inerentemente piu' inefficiente, sia in grado di sostituirsi creando valore. Aggiungo che qualora fossi assunto in Easy Jet su base Napoli come Direct Entry Captain con contratto Easy italiano di certo non vorrei che mi fosse applicato il CCNL e credo non lo voglia neanche il pilota neo assunto in Ryan che ad oggi in tre anni e mezzo e' avviato all'upgrade a commander. Il CCNL tutela (forse) l'ingessato posto di lavoro di coloro che attualmente sono in CAI o in Meridiana ove ad esempio molti primi ufficiali si avviano ai cinquanta anni senza prospettiva di upgrade professionale. Questo stato di fatto e' il problema, non il CCNL. Ovvio che queste restano mie opinioni che cerco di argomentare ma se si ritiene che il CCNL sia la via d'uscita non posso che dire che il tempo ce lo mostrera'.
Complimenti ottimo ragionamento e analisi.
Premesso che questo "CCNL" non può essere considerato un CCNL anche per le ragioni che hai ben precisato un un tuo post precedente, una domanda:
Perché pensi che la contrattazione aziendale più dinamica di Easy e Ryan, pur in applicazione del CCNL, non potrebbe mantenere quei plus che già ora ha e che le consentono di dare migliori prospettive ai propri dipendenti?
Un pilota AZ in quanto tempo fa 4000 ore di volo che gli consentono il passaggio di qualifica? 7/8 anni?
 
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Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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Nemmeno il miglior Razzi ("Fatti li cazzi tuoi...") avrebbe potuto esprimere meglio il concetto.

Dà forse fastidio che emerga in tutto il suo putridume la battaglia tra confederali da una parte, assetati di un potere che mai hanno raggiunto in AZ, e autonomi dall'altra, in disperata lotta per mantenere una voce in capitolo (e relative agevolazioni sindacali), strafottendosene della situazione drammatica dell'azienda?

Oh poi, per carità: il forum è tuo, decidi tu cosa si può scrivere, ci mancherebbe.
Immaginando che hai postato da utente e non da moderatore, prima di fare paragoni da parrocchietta, invito te (e chi ti batte le mani), a leggere il post 889 di questa pagina:

http://www.aviazionecivile.org/vb/showthread.php/132845-Thread-Alitalia-Etihad-III-l-accordo/page36

In esso mi pare si stabilissero due principi:
-no alle casse di risonanza;
-no alle provocazioni.

Detto questo, il post 1145 di questa discussione dove si parla di prendere a calci in culo, cos'è? Un complimento o una provocazione?

Però lì è rimasto.
Ovvio è che per rispondere al mittente, devi scendere in particolari sindacali, visto che il tizio quotava quello, ma così si rischia di essere tacciati di cassa di risonanza.

E siccome la situazione è quella che è, si rischia di parlare solo di questioni sindacali.
Ma basta mettersi d'accordo, in quanto a volte ci sono stati segnali di insofferenza e l'ora sì, ora no non genera chiarezza.

Quindi, visto che non hai capito e io ci credo sicuramente, te lo ripeto: dato che la discussione si chiama in un altro modo, è lecito o no parlare di questioni sindacali?
 

DusCgn

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9 Novembre 2005
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20
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Alitalia, le condizioni fissate da Poste non piacciono alle banche: l'intesa con Ethiad torna a rischio

MILANO - Le Poste aderiscono, le banche protestano. E nella classe business rischia di scoppiare una lite che potrebbe mettere a repentaglio il decollo di Alitalia-Etihad.
Intesa Sanpaolo (primo azionista con il 20,59%) e Unicredit (12,99%) hanno infatti accolto con irritazione le condizioni indicate da Poste (19,48%) per l’adesione al progetto. Il nuovo ad Francesco Caio si dice pronto a investire 39 milioni in New Alitalia, alla quale verranno conferiti 11.036 dipendenti, gli aeromobili e gli slot, in cambio del 5%, sulla base peraltro di una valutazione generosa, la stessa di quella che permetterà ad Abu Dhabi di avere il 49% con un investimento complessivo (equity e acquisto di slot di Londra) di 560 milioni. Ebbene, sulla proposta ieri si sono intrecciati colloqui fra rappresentanti delle due banche, l'advisor di Cai (Citi), di Poste (Credit Suisse) ed esponenti del governo. «Se Caio non fa marcia indietro riallineandosi al piano Etihad - avrebbe minacciato uno dei principali banchieri al telefono - noi prenderemo il largo». Non è dunque bastato l’intervento di Palazzo Chigi su Caio, che in una lettera all’ad di Alitalia subordina a sei condizioni (rivelate dal Messaggero di ieri) il suo sì a partecipare alla ricapitalizzazione da 250 milioni della compagnia. Condizioni che, come detto, hanno fortemente irritato gli altri soci «perché sono state cambiate le carte in tavola». Caio chiede che tutte le necessità della vecchia Alitalia «siano coperte da altri soci diversi da Poste». La risposta del banchiere interpellato daMessaggero: «È inaudito, Poste oggi è un azionista come gli altri, che ha accettato le condizioni di Alitalia fin dal momento in cui è entrata nel capitale. Che senso ha chiedere un trattamento privilegiato?».

SUMMIT PER CHIARIRE
Domani a Roma si avrà un incontro chiarificatore fra banche, Poste, advisor, esponenti del governo e Del Torchio. Si tenterà di disinnescare la mina, perchè rischia di esplodere nella settimana decisiva. Infatti, secondo la tabella di marcia la firma del contratto fra Alitalia ed Etihad dovrebbe avvenire venerdì 25, prima dell'assemblea per il varo dell'aumento in relazione al quale sono attesi gli impegni dei soci a versare la propria quota nel caso in cui la Holdco, dove finiranno 565 milioni di debiti ristrutturati e le pendenze dei contenziosi, dovesse aver bisogno di liquidità. Con la nuova posizione assunta da Poste, quasi tutto l'onere ricadrebbe sulle spalle di Intesa e Unicredit, atteso che degli altri azionisti solo Atlantia e Immsi farebbero la loro parte. Secondo la variante di Caio, holdco dovrebbe avere il 46% di New Alitalia: questa quota, aggiunta al 5% di Poste, fa sì che la maggioranza della nuova compagnia sia in mani europee, ma la Ue ha chiesto che il 51% sia in mani private, mentre con la versione di Poste la quota scenderebbe nonostante il patto di sindacato. Tra mercoledì e giovedì dovrebbe avolgersi il cda di Alitalia per approvare il testo del contratto. Ma tutto è subordinato al vertice di domani, in vista del quale, però, oggi dovrebbe tenersi, via conference call, un incontro preliminare per preparare il terreno. Oltre tutto, l'eventuale ingresso di Poste direttamente in New Alitalia cambierebbe lo schema di operazione alterando il piano industriale alla base del quale Etihad ha concepito il matrimonio: i soci della nuova Alitalia sarebbero tre e non due e quindi anche la governance dovrebbe rispecchiare questo assetto. A questo proposito ieri anche Abu Dhabi avrebbe manifestato il suo disappunto sulla scorciatoia elaborata da Poste, perché nel suo schema di alleanza non è previsto un terzo azionista nella nuova società aerea.

http://economia.ilmessaggero.it/eco...a-athiad-poste-condizioni-banche/807672.shtml
 

Dr Gio

Utente Registrato
Mi permetto di rispondere direttamente perche' chiamato in causa da Herzog. Il post 1145 in cui si parla di prendere a calci in culo, infatti, era il mio.

Mi scuso per l'espressione colorita usata in quel post, che in genere non e' nel mio stile, ma che mi e' sfuggita a causa di una situazione ai limiti del paradosso, che mi fa davvero trasecolare di fronte a quanto leggo in merito alla situazione Alitalia. Ho apprezzato le risposte pacate di altri utenti (alcuni che la pensano magari diversamente da me o altri forumisti) e che mi hanno risposto cortesemente mostrandomi il loro punto di vista. Mi spiace invece che altri, Herzog in particolare, abbiano trovato il mio post offensivo. Non voleva esserlo.

Sinceramente (e qui c'e' l'origine della mia espressione colorita di cui sopra) sono allibito del fatto che in Italia, credo per mancanza di cognizione delle conseguenze che possono seguire alle proprie azioni, vi sia un sentimento in moltissime persone del fatto che si puo' sempre continuare a "tirare la corda", si puo' sempre fare "saltare tutto", tanto si sa, non salta mai niente (questa e' la convinzione generale. Ahime' temo che i tempi delle vacche grasse siano finiti).

Prima che qualcuno mi accusi di essere un perverso seguace del capitalismo piu' sferzante che affama i lavoratori, aggiungo che sono molto disilluso di molte realta', come quella Americana, dove comunque vivo e svolgo la mia professione, che credono fortemente nel libero mercato come principale motore dello sviluppo, se non altro perche' (oltre a tanti lati positivi che indubbiamente questa societa' ha, tipo che sono uno stimolo alla generazione di ricchezza e innovazione tecnologica) sono anche alla radice di un gap crescente tra le fasce molto agiate ed altre fasce sociali della popolazione. A mio parere, nessuno puo' ritenersi davvero felice anche se professionalmente soddisfatto, se chi gli e' a fianco muore di fame, o se vive al centro di grandi squilibri sociali. Almeno, io non ne sono capace, e non posso voltare gli occhi dall'altra parte. Ritengo invece che maggiori garanzie sociali (ed una assistenza medica di base e di qualita' per tutti) debbano essere un principio valido di una societa' moderna e realmente democratica. Da questo punto di vista, a mio parere, l'Europa (almeno, alcune parti di Europa) e' avanti anni luce, in temi di diritti e di qualita' della vita.

Detto questo, ribadisco il mio concetto che nella triste realta' degradata italiana (dove non vi sono i rischi capitalistici del mondo americano o delle economie rampanti e drammaticamente ineque come in Cina, ma al contrario siamo ingessati dal sindacalismo piu' becero e statico e dalla inefficienza pressocche' dell'intero sistema) non posso capacitarmi che in una situazione in cui l'azienda Alitalia affonda, non si veda un prevalere chiaro di un senso di ragionevolezza di tutte le parti nel venire ad un accordo in cui tutti ci rimettono qualcosa ma alla fine si cerca di dare un futuro all'azienda. Invece, per egoismi e interessi/visibilita'/tornaconti a volte strettamente personali (vedi alcuni sindacalari e quello che abbiamo discusso negli ultimi 30 posts) vi e' una tendenza pericolosissima a continuare a tirare la coperta, ormai corta come non mai, verso il proprio lato. Con il rischio di rimanere tutti scoperti.

Questo e' il mio pensiero. Se qualcuno si ritenesse offeso da quanto esposto, invito la moderazione a cancellare il mio post #1145 che pare abbia adirato cosi tanto Herzog. Seppure, mi riservo di far notare, che mi sembra che vi siano stati post ben piu' aggressivi in passato su questo e altri thread, spesso non motivati da argomentazioni che gia' ho cercato dal post incriminato di sottolineare.
 

londonfog

Moderatore
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8 Luglio 2012
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Londra
@ Herzog

Grazie del tuo post. E' un intervento che spiega in modo molto pacato come la pensi.

Sono andato a rileggermi il post 1145 e, personalmente, non lo trovo poi cosi' offensivo. Forse io sono il moderatore meno indicato a rispondere perche' non vivo in Italia e fondamentalmente sono d'accordo con te.

E ora corro a mettermi un giubbotto antiproiettile per proteggermi dalla contraerea!:)
 

Herzog

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20 Settembre 2013
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Mi permetto di rispondere direttamente perche' chiamato in causa da Herzog. Il post 1145 in cui si parla di prendere a calci in culo, infatti, era il mio.

Mi scuso per l'espressione colorita usata in quel post, che in genere non e' nel mio stile, ma che mi e' sfuggita a causa di una situazione ai limiti del paradosso, che mi fa davvero trasecolare di fronte a quanto leggo in merito alla situazione Alitalia. Ho apprezzato le risposte pacate di altri utenti (alcuni che la pensano magari diversamente da me o altri forumisti) e che mi hanno risposto cortesemente mostrandomi il loro punto di vista. Mi spiace invece che altri, Herzog in particolare, abbiano trovato il mio post offensivo. Non voleva esserlo.

Sinceramente (e qui c'e' l'origine della mia espressione colorita di cui sopra) sono allibito del fatto che in Italia, credo per mancanza di cognizione delle conseguenze che possono seguire alle proprie azioni, vi sia un sentimento in moltissime persone del fatto che si puo' sempre continuare a "tirare la corda", si puo' sempre fare "saltare tutto", tanto si sa, non salta mai niente (questa e' la convinzione generale. Ahime' temo che i tempi delle vacche grasse siano finiti).

Prima che qualcuno mi accusi di essere un perverso seguace del capitalismo piu' sferzante che affama i lavoratori, aggiungo che sono molto disilluso di molte realta', come quella Americana, dove comunque vivo e svolgo la mia professione, che credono fortemente nel libero mercato come principale motore dello sviluppo, se non altro perche' (oltre a tanti lati positivi che indubbiamente questa societa' ha, tipo che sono uno stimolo alla generazione di ricchezza e innovazione tecnologica) sono anche alla radice di un gap crescente tra le fasce molto agiate ed altre fasce sociali della popolazione. A mio parere, nessuno puo' ritenersi davvero felice anche se professionalmente soddisfatto, se chi gli e' a fianco muore di fame, o se vive al centro di grandi squilibri sociali. Almeno, io non ne sono capace, e non posso voltare gli occhi dall'altra parte. Ritengo invece che maggiori garanzie sociali (ed una assistenza medica di base e di qualita' per tutti) debbano essere un principio valido di una societa' moderna e realmente democratica. Da questo punto di vista, a mio parere, l'Europa (almeno, alcune parti di Europa) e' avanti anni luce, in temi di diritti e di qualita' della vita.

Detto questo, ribadisco il mio concetto che nella triste realta' degradata italiana (dove non vi sono i rischi capitalistici del mondo americano o delle economie rampanti e drammaticamente ineque come in Cina, ma al contrario siamo ingessati dal sindacalismo piu' becero e statico e dalla inefficienza pressocche' dell'intero sistema) non posso capacitarmi che in una situazione in cui l'azienda Alitalia affonda, non si veda un prevalere chiaro di un senso di ragionevolezza di tutte le parti nel venire ad un accordo in cui tutti ci rimettono qualcosa ma alla fine si cerca di dare un futuro all'azienda. Invece, per egoismi e interessi/visibilita'/tornaconti a volte strettamente personali (vedi alcuni sindacalari e quello che abbiamo discusso negli ultimi 30 posts) vi e' una tendenza pericolosissima a continuare a tirare la coperta, ormai corta come non mai, verso il proprio lato. Con il rischio di rimanere tutti scoperti.

Questo e' il mio pensiero. Se qualcuno si ritenesse offeso da quanto esposto, invito la moderazione a cancellare il mio post #1145 che pare abbia adirato cosi tanto Herzog. Seppure, mi riservo di far notare, che mi sembra che vi siano stati post ben piu' aggressivi in passato su questo e altri thread, spesso non motivati da argomentazioni che gia' ho cercato dal post incriminato di sottolineare.
No, macchè adirato, figurati.

La penso pure come te. Forse quel giorno avevi un umore diverso, ma è appunto il buttare lì una frase così che può innescare una ridda di polemiche.
Apprezzo molto il tuo post e soprattutto perchè scrivi qualcosa di te dal quale mi pare di capire che con le note vicende tu non sei da una parte o dall'altra. Cosa che invece non sempre è chiara da parte di chi non manca mai di scagliarsi verso il personale AZ e non si capisce se sia dovuto a fatti personali o all'appartenenza a una categoria "antagonista".

Questo continuo distorcere e fare lobby e opinione puoi ravvisarlo in un fatto molto semplice: negli ultimi mesi o anni puoi leggere nel forum di come il lavoro dei naviganti sia migliorato assai. Anche grazie a ciò (e dei frontliners di terra), l'azienda ha riguadagnato posizioni in fatto di puntualità. Questa gente ha lavorato bene e contribuito a tenere in piedi la baracca.

A fronte di ciò, ora gli si leva la 13ma e pure ciò che il legislatore aveva previsto come decontribuzione. Ma non per restituirglielo, bensì per tenerselo.

Stranamente, in diversi che non mancano mai di inneggiare a merito e libero mercato stigmatizzano quella che sinora è stata una civile reazione. Come se uno dovesse solo stare zitto e offrire altro da togliere.
Ma ciò che palesa a mio avviso la partigianeria di alcuni, è che paradossalmente, nulla si dice sul fatto che a parità di stipendi, chi a bordo si è fatto in quattro ci rimette quello, chi invece tra la classe pensante ha contribuito a questi risultati, avrà intatta la sua bella tredicesima e chissà, magari pure il bonus. Ma secondo loro devi stare zitto e muto, in nome dell'unione che deve andare avanti.

Il futuro dell'azienda è sacrosanto, ma non è mortificando il merito che lo assicuri.
In merito a visibilità, intrecci e distorsioni sindacali, hai perfettamente ragione e te lo dice uno che ne ha subìto gli effetti. Ma cosa dire di chi ha negato la firma su un accordo motivando con dubbi di varia natura, per poi firmarne pochi gg.dopo un altro con dubbi prelievi però solo a carico di altre categorie? Ed escludendo quelle che sino al giorno prima criticavano aspramente.
Non solo: addebitando pretestuose colpe di egoismo per i licenziamenti, come se fosse colpa di una categoria se la cigs non sia stata accettata.

Ti ringrazio ancora per il tuo bel post. Spero che laggiù tu possa ottenere ciò che desideri oppure tornare con un bagaglio di idee ed esperienze che possa contribuire ad ottenerlo qui.

Ciao
 
Ultima modifica:

Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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@ Herzog

Grazie del tuo post. E' un intervento che spiega in modo molto pacato come la pensi.

Sono andato a rileggermi il post 1145 e, personalmente, non lo trovo poi cosi' offensivo. Forse io sono il moderatore meno indicato a rispondere perche' non vivo in Italia e fondamentalmente sono d'accordo con te.

E ora corro a mettermi un giubbotto antiproiettile per proteggermi dalla contraerea!:)
Grazie a te.

Sempre più spesso, quando mi trovo di fronte alle follie della PA, mi rammarico di non aver fatto una scelta simile alla tua.

Buona giornata.

Ciao
 

Farfallina

Utente Registrato
23 Marzo 2009
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Herzog cerco di sintetizzarti un concetto: hai ragione dove ritieni sacrosanto protestare per un taglio retributivo seppur necessario al salvataggio dell'azienda,ma quello inaccettabile e che in diversi hanno fatto piú o meno pacatamente notare é che si tiri la corda contando sul pensiero che poi interviene pantalone o che almeno si riusciranno a spuntare condizioni privilegiate se salta tutto. L'alternativa, e fidati che non é molto lontana,é in caso di fallimento delle trattative un fallimento e ripartenza come nuova compagnia e senza con una riforma lampo degli ammortizzatori sociali. Sarebbe una occasione d'oro grazie all'opa 800 ehrinione pubblica che approverebbe di buon grado vista l'immagine di incontentabili che come categoria di naviganti vi siete purtroppo creata.Pensa alla.reazione su un forum di appassonati e poi pensa al metalmeccanico in cigs a 800 euro al mese.
 
F

flyboy

Guest
No, macchè adirato, figurati.

La penso pure come te. Forse quel giorno avevi un umore diverso, ma è appunto il buttare lì una frase così che può innescare una ridda di polemiche.
Apprezzo molto il tuo post e soprattutto perchè scrivi qualcosa di te dal quale mi pare di capire che con le note vicende tu non sei da una parte o dall'altra. Cosa che invece non sempre è chiara da parte di chi non manca mai di scagliarsi verso il personale AZ e non si capisce se sia dovuto a fatti personali o all'appartenenza a una categoria "antagonista".

Questo continuo distorcere e fare lobby e opinione puoi ravvisarlo in un fatto molto semplice: negli ultimi mesi o anni puoi leggere nel forum di come il lavoro dei naviganti sia migliorato assai. Anche grazie a ciò (e dei frontliners di terra), l'azienda ha riguadagnato posizioni in fatto di puntualità. Questa gente ha lavorato bene e contribuito a tenere in piedi la baracca.

A fronte di ciò, ora gli si leva la 13ma e pure ciò che il legislatore aveva previsto come decontribuzione. Ma non per restituirglielo, bensì per tenerselo.

Stranamente, in diversi che non mancano mai di inneggiare a merito e libero mercato stigmatizzano quella che sinora è stata una civile reazione. Come se uno dovesse solo stare zitto e offrire altro da togliere.
Ma ciò che palesa a mio avviso la partigianeria di alcuni, è che paradossalmente, nulla si dice sul fatto che a parità di stipendi, chi a bordo si è fatto in quattro ci rimette quello, chi invece tra la classe pensante ha contribuito a questi risultati, avrà intatta la sua bella tredicesima e chissà, magari pure il bonus. Ma secondo loro devi stare zitto e muto, in nome dell'unione che deve andare avanti.

Il futuro dell'azienda è sacrosanto, ma non è mortificando il merito che lo assicuri.
In merito a visibilità, intrecci e distorsioni sindacali, hai perfettamente ragione e te lo dice uno che ne ha subìto gli effetti. Ma cosa dire di chi ha negato la firma su un accordo motivando con dubbi di varia natura, per poi firmarne pochi gg.dopo un altro con dubbi prelievi però solo a carico di altre categorie? Ed escludendo quelle che sino al giorno prima criticavano aspramente.
Non solo: addebitando pretestuose colpe di egoismo per i licenziamenti, come se fosse colpa di una categoria se la cigs non sia stata accettata.

Ti ringrazio ancora per il tuo bel post. Spero che laggiù tu possa ottenere ciò che desideri oppure tornare con un bagaglio di idee ed esperienze che possa contribuire ad ottenerlo qui.

Ciao
Herzog, ma credi davvero che ci sia una lobby nel forum volta a distorcere i fatti o a presentarli in modo parziale? Se così fosse, come mai tutti noi abbiamo lodato i passi avanti fatti dai naviganti in questi anni? Quindi le stesse persone lodano i passi avanti fatti dai naviganti e poi distorcono la realtà quando si tratta di affrontare temi sindacali e contrattuali? Ti contraddici da solo.
E nota un'altra cosa: quando joe falchetto 64 ha focalizzato per bene i termini della questione, nessuno gli ha dato addosso, e, anzi, ha ricevuto i complimenti perché ha fornito preziose informazioni ponendosi verso il fornum in modo appropriato, senza prevenzioni e con la giusta pacatezza di chi vuole portare avanti un confronto sereno e costruttivo. Chissà come mai in questi casi gli scambi d'opinione non vanno in vacca, ma sono forieri di spunti che garantiscono una piacevole lettura a tutti gli utenti.

Quello che lascia allibiti è il comportamento generale dei sindacati in questa vicenda ed anche dei loro iscritti: non è possibile che al tavolo A alcuni firmino ed altri no, ed al tavolo B si rimescolino le carte con la firma di chi non aveva aderito al tavolo precedente ma il tirarsi indietro di un altro attore.
Così come non è possibile che chi aderisce ad un sindacato decida di punto in bianco di disassociarsi e passare ad un altro.
Questi sono teatrini da prima repubblica. E' imbarazzante. Alitalia è sul punto di portare i libri in tribunale, e qui facciamo il gioco dell'oca.

Quando si dice che i sindacati sono inutili non è per fare lobby o perché si ritiene che i lavoratori non debbano avere diritti o rappresentanza, ma perché un sindacato così non serve a nulla: essi stessi stanno giocando una partita fondamentale, ma lo stanno facendo nel peggiore dei modi, e stanno danneggiando i lavoratori.
Un sindacato unitario avrebbe potuto affrontare diversamente la questione delle tredicesime, addivenendo ad un compromesso più equo. Ma se i lavoratori ed i sindacati sono divisi in fazioni ed accomunati da interessi che poco hanno a che fare con la contrattazione, questi sono i risultati. E non è certo una lobby di un forum che condiziona tali risultanze.
 

mauro.

Bannato
26 Maggio 2010
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Mah, sul fatto che il diritto di cancellare l'iscrizione da un sindacato sia sacrosanto quando fa scelte che l'iscritto non condivide, non ho dubbi, come non ne ho sul fatto che un lavoratore possa decidere di protestare fino alla morte perché non copia le scelte aziendali. Se poi l'azienda fallirà perché "lui" non ha compreso quello a cui andava incontro protestando, bene almeno sarà stato per una volta artefice del suo futuro lavorativo.
Non condivido il concetto che da fuori si abbia la certezza della corretta visione, mentre da dentro si sia accecati dal virus del "tanto paga pantalone". Non credo sia affatto così.
 
Stato
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