*** Thread Alitalia + Etihad : EY conferma trattativa ***


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Pulmino

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31 Gennaio 2013
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Firenze on tour
Certo. Tuttavia perseverare nei collegamenti raggiunti da LC, point-to-point, e' puro masochismo. Sono tutti consapevoli che la politica di puro mantenimento degli slot-assets, con LF bassi, provoca situazioni disastrose.

Piuttosto che PRG, WAW, ARL, HEL etc..... AZ in Ucraina: LWO, ODS; Estonia: TLL, Islanda: KEF Lituania: VNO
Con un po' di coraggio Bielorussia: MSQ; Kaliningrad: KGD. Destinazioni raggiungibili tutte con le macchine a disposizione per il medio raggio.

Lavorare con il nordeuropa o le nazioni dell'emergente est europeo significa assicurarsi cliente business e flussi turistici (mare,shopping, cibo, fieristica etc).

AZ preferisce BRINDISI, BARI, COMISO...
 

atlantique

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4 Ottobre 2008
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Dalla PR di AF-KL con i risultati del Q3:

"The group had cash of 4.3 billion euros and fully available credit lines of 1.8 billion euros"

http://www.airfranceklm.com/fileadmin/user_upload/pdf/Press_release/6123AFKLQ3_Results_2013.pdf

Direi di chiudere definitivamente il discorso "AF non può" per sostituirlo eventualmente con "AF non lo ritiene opportuno". I numeri non lasciano spazio a dubbi sul fatto che la scelta di AF di non ricapitalizzare sia stata voluta e non subita a causa della mancanza di liquidità.
Esatto hai detto bene,AF non vuole e se trova qualcuno che gli tiene la compagnia in caldo senza sborsare soldi,va a nozze.
Il fatto che non ha soldi si intende che non può giustificare in casa spese per AZ di quella portata alla luce dei piani di taglio costi che stanno portando avanti.
 

matteoc

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14 Febbraio 2012
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Fuori dall'Italia si investe in un'azienda perché ci si aspetta un ritorno in forma di utili e dividendi.
E' chiaro a tutti che questa Alitalia utili non ne farà ancora per un pezzo ed AF si gode i benefici dei suoi accordi finché durano, ma tirar fuori soldi veri per comprare un buco (una montagna di debiti) non lo fa nessuno.

Vediamo cosa dice oggi Etihad a Zurigo, perchè il suo silenzio che dura da prima di natale è piuttosto strano.
 

FlyKing

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14 Aprile 2011
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Genova - LIMJ
Mondiano è così preoccupato che non si sogna minimamente di denunciare alle autorità competenti il giochetto dei COA per operare a LIN, benché sia noto a tutti.

Malpensa, nuovi guai in arrivo
se gli emiri salveranno Alitalia

Il secondo salvataggio della compagnia italiana rischia di costare caro all'aeroporto lombardo: gli investimenti di Etihad sono destinati a confluire su Fiumicino, testa di ponte per il traffico europeo

Il salvataggio-bis di Alitalia rischia (un déjà-vu) di costare carissimo a Malpensa. Specie se – come ormai pare certo – il cavaliere bianco dell’ex compagnia di bandiera sarà Etihad, l’aerolinea del Golfo Persico. Il rischio, concretissimo, è doppio: gli emiri, secondo indiscrezioni attendibili, sarebbero pronti non solo a entrare nel capitale della disastrata compagnia dei patrioti ma anche a rilevare una quota significativa di Adr, la holding di controllo di Fiumicino, per fare dello scalo romano la loro testa di ponte per il traffico europeo.

Un’operazione che metterebbe in freezer ogni speranza di investimenti importanti nell’exhub bustocco. Non solo: a non far dormire sonni tranquilli alla Sea c’è anche il nuovo piano industriale di Alitalia varato dall’ad Gabriele Del Torchio. I progetti su Milano della società sono chiari: un “rafforzamento internazionale” di Linate che prevede l’apertura di nove nuove destinazioni in Europa (Vienna è già partita, in arrivo ci sono Varsavia, Praga, Copenhagen, Budapest, Tallin, Stoccolma ed Helsinki) e che rischia di essere il colpo di grazia per Malpensa. Menzionata nel piano industriale 2013-2016 della compagnia tricolore solo in vista di un generico rafforzamento, senza progetti concreti.

Pietro Modiano, presidente della Sea, ha drizzato le antenne: «Sono molto preoccupato per lo sviluppo del sistema aeroportuale milanese», ammette. Malpensa ha già pagato carissimo – perdendo sei milioni di passeggeri – il dehubbing del 2007. E il rischio che torni a essere per la seconda volta l’agnello sacrificale per il salvataggio di Alitalia (società oggi del tutto privata, giova ricordarlo) è altissimo. La partita si giocherà nelle prossime settimane e l’impressione è che sia gli sceicchi che Roberto Colaninno & C. abbiano già calato le loro carte, bussando anche alla porta del governo.

Gli uomini del Golfo, del resto, hanno il coltello dalla parte del manico e hanno fissato paletti rigidissimi: sono disposti a entrare nell’aerolinea solo se sarà concesso alla Abu Dhabi Investment Authority di rilevare una quota di Adr, se le banche accetteranno sacrifici sui loro crediti e i sindacati sul fronte occupazionale. E visto che sul piatto, tra compagnia aerea e Fiumicino, potrebbero mettere qualcosa come quasi 1 miliardo di euro, hanno già fatto sapere all’esecutivo Letta di aspettarsi un occhio di riguardo per le loro attività. Memori forse degli ammortizzatori sociali e dell’ombrello-Antitrust triennale garantito nel 2008 alla cordata dei patrioti. Ombrello che anche questa volta rischia di lasciare esposta alle intemperie proprio Malpensa.

A complicare ancor di più la situazione c’è la scelta di Alitalia di rafforzare di molto il suo business su Linate, accentuando ulteriormente la concorrenza fratricida tra i due scali della città. La compagnia utilizzerà parte degli slot della Milano-Roma, ormai cannibalizzata dal treno, per rafforzare le rotte europee. Per farlo senza violare (formalmente) i limiti di traffico, volerà grazie ai certificati aeronautici delle tante sigle che ha creato negli anni d’oro (Volare, Air One, Alitalia Express, Cityliner). Autorizzazioni in teoria virtuali ma che in parte sono già state cedute nei mesi scorsi ai partner Air France e Klm per convogliare dal Forlanini verso Parigi e Amsterdam il traffico intercontinentale cittadino. A scapito della Malpensa, come ovvio, e nel silenzio dell’Enac e delle autorità di controllo malgrado l’evidente aggiramento dei limiti previsti dal decreto Bersanibis approvato proprio per proteggere l’ex hub.

Il salvataggio dell’aerolinea tricolore rischia così di peggiorare ancora la situazione: gli investimenti e le tratte intercontinentali di AlitaliaEtihad saranno tutti concentrati a Fiumicino. Il Forlanini continuerà (finché lo consentono i limiti ai diritti di atterraggio e decollo, oggi contingentati per legge) a succhiar sempre più sangue a Malpensa. E il futuro del trasporto aereo lombardo – invece che essere pianificato e deciso dai soci (il Comune e F2I) e dal management di Sea – potrebbe finire per essere riscritto a Roma. Magari proprio da un suo diretto concorrente e con la regia del governo per salvare – per la seconda volta – un’azienda privata.
 

kenyaprince

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Passo come ricevo senza alcuna verifica :

oggi dovrebbe arrivare il MOU,lettera di intenti di ey : 250 piloti in esubero,da mandare in etihad/air serbia o in alternativa cigs 7 anni(come lai) , piano ey=piano af , commesse militari dietro l'operazione , cassa fino a fine febbraio , esuberi più di 2000 , flotta totale 100-110 aerei a regime
 

kenyaprince

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Arriva Etihad l’Alitalia dica grazie a Bergoglio


S e l’accordo Etihad con Alitalia dovesse, come tutto fa prevedere, andare in porto Colaninno e gli altri azionisti della compagnia aerea italiana dovrebbero ringraziare Papa Francesco. L’improvvisa apertura del vettore del Golfo, infatti, ruota attorno a una serie di strategie che, tra l’altro, puntano con grande interesse ai flussi di passeggeri tra l’Italia e il Sud America. Un tempo erano gli emigrati italiani in Brasile, Argentina e Venezuela a rendere interessanti le rotte tra i due paesi. Oggi il flusso maggiore è inverso; la classe media del Sud America è in forte crescita e tra le mete preferite dei turisti del Sud America figura l’Europa, Roma in primo luogo. Con l’avvento di papa Francesco, poi, è arrivata l’ultima, forte ondata e gli argentini vogliono tutti atterrare a Roma. A questo nuovo mercato guarda con interesse Etihad, che negli ultimi tempi ha messo a punto una strategia di crescita per acquisire peso rispetto a Emirates, la compagnia di Dubai, e la Qatar, con base a Doha, rispetto alle quali è molto più piccola. Un accordo benedetto, direttamente dal cielo. Un miracoloso intervento di cui beneficerebbe anche Adr, società di gestione dell’aeroporto di Roma-Fiumicino. Lo scalo romano, infatti, ha nel cassetto un ambizioso piano di raddoppio delle piste in attesa di una impennata dei voli. In questa ottica hanno già aumentato le tariffe. Ora si aspetta il decollo delle nuove piste.

repubblica
 
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kenyaprince

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Ecco numeri e passioni dello sceicco di Etihad innamorato (forse) di Alitalia

12 - 01 - 2014Laura Magna
L’uomo che salverà (forse) Alitalia è un principe. O meglio un emiro, con tutta l’iconografia classica al seguito: kandoura e gahfia, i tradizionali abito e copricapo bianco; una ricchezza stimata in oltre 20 miliardi di dollari, una passione sfegatata per la falconeria, tramandata di padre in figlio; un nome che, scritto al completo, occupa tre righe e contiene quelli dei padri fino al primo della genia. Ma Khalifa bin Zayed Al Nahyan, 66enne presidente degli Emirati Arabi Uniti (Uae) ed Emiro di Abu Dabhi, è noto anche per essere un abile uomo d’affari, un riformatore, un filantropo.
I NUMERI DELL’EMIRO
L’unica macchia nel curriculum, e davvero stridente con tutto il resto, è un fratellastro accusato di essere un torturatore, anche se è stato assolto nonostante l’evidenza delle prove, diceva l’accusa. Per il resto, i meriti dell’emiro sono molti. Secondo la rivista americana Forbes, è 34esimo nella classifica degli uomini più potenti del mondo. Non solo perché controlla riserve di petrolio per 97,8 miliardi di barili. Khalifa bin Zayed Al Nahyan gestiste anche il secondo fondo sovrano più grande al mondo con un patrimonio di 627 miliardi di dollari. Ed è capo di quella che, secondo i World Travel Awards, è la migliore compagnia aerea del pianeta, Etihad Airways.
CONFRONTO ETIHAD-ALITALIA
Due mondi a confronto: da un lato Etihad, un’azienda con la flotta aerea più giovane di tutte, età media di 4,9 anni, 86 velivoli e nuovi ordini per 230 apparecchi; 8mila dipendenti e fatturato, nel 2012, di 4,8 miliardi di dollari, in crescita del 17%. Dall’altro lato, Alitalia, un carrozzone appesantito da un miliardo di debiti maturati solo negli ultimi cinque anni e un valore prossimo allo zero; un gruppo tenuto in vita artificialmente da continui piani di ristrutturazione e salvataggi. Paradigmi di due civiltà che camminano ormai in direzioni opposte: una verso il futuro, l’altra verso la decadenza.
L’EVOLUZIONE DI ETIHAD
Così mentre Alitalia accumulava debiti, Etihad, in soli dieci anni di vita, si imponeva nel panorama globale. Grazie ai petrodollari forse, ma grazie anche – dicono gli addetti ai lavori – a una strategia che le ha consentito di avere partecipazioni importanti nell’irlandese Air Lingus e nella tedesca Air Berlin, nella svizzera Darwin oltre che in Air Serbia, Air Seychelles, Virgin Australia, e nell’indiana Jet.
CHE SUCCEDE DOPO IL 13 GENNAIO
Dopo il 13 gennaio, quando l’assemblea confermerà il tandem Roberto Colaninno-Gabriele Del Torchio alla guida di Alitalia, lo sceicco Khalifa potrebbe finalmente scoprire le carte e manifestare il suo interesse. Un interesse molto condizionato, secondo le indiscrezioni: dalla ristrutturazione del debito, alla chiusura dell’accordo sindacale, alla possibilità di cambiare tutti i manager.
SULLE ALI DELLO SCEICCO
Controllo e gestione saranno dunque tutti di matrice araba; e non è un male, dicono parecchi osservatori del settore. Perché sarà un monarca illuminato, colui che ha consolidato il lavoro iniziato dal grande Zayed, l’architetto dei moderni ed evoluti Emirati, a comprare un pezzo di storia d’Italia. Ma anche un uomo d’affari, che trasforma in oro tutto ciò che tocca: compra 250mila metri quadri alle Seychelles e vi costruisce un palazzo? Contemporaneamente fa della sua isola un paradiso di progresso e sparge sviluppo ovunque. Secondo la biografia ufficiale, il secondo presidente degli Uae e il 16esimo Emiro di Abu Dhabi, assume la sua carica il 3 novembre 2004, giorno successivo alla morte di suo padre, Zayed Bin Sultan Al Nahyan. La sua formazione giovanile si svolge tutta ad Al Ain, sito culturale e Città Giardino di Abu Dabhi. Sposato con una sola donna, ha avuto 8 figli, sei femmine e due maschi, Sultan Bin Khalifa Al Nahyan e Mohamed Bin Khalifa Al Nahyan.
LE GESTA DELLO SCEICCO
Sempre la biografia ufficiale riporta il suo impegno, fin dal 1966, nei progetti di sviluppo dell’agricoltura, con “l’opportunità di interagire quotidianamente con i cittadini, rivedere le loro condizioni di vita e apprendere le loro speranze e aspirazioni”. Tre anni dopo, nel 1969, Khalifa assume la responsabilità della Difesa di Abu Dhabi e ne trasforma il piccolo esercito con funzioni di controllo in una forza armata all’avanguardia. Dal 1974 lo Sceicco Khalifa è presidente del Consiglio Esecutivo degli Emirati. E in questo ruolo dà un contributo decisivo alla modernizzazione e allo sviluppo dell’area, sottolineano sempre i biografi ufficiali. È lui stesso a riformulate l’intera politica del petrolio e a gettare le basi per una competizione leale tra le compagnie petrolifere. Dal 1976 presiede anche la Abu Dhabi Investment Authority, che supervisiona la gestione degli investimenti finanziari negli Emirati.
IL TURBINIO DI PASSIONI
Ma una delle sue iniziative più importanti è la creazione del The Sheikh Khalifa Committee, che si occupa della distribuzione della ricchezza tra i cittadini, offrendo finanziamenti senza interessi a chiunque abbia un progetto di sviluppo. Dal 1981 il dipartimento ha investito “35 miliardi di dirham (10 miliardi di dollari, ndr), utilizzati per costruire 6mila tra torri residenziali e complessi commerciali”.
Noto per la sua puntualità e per la sua solerzia, Khalifa trascorre la giornata tra doveri ufficiali e incontri con la gente. Calmo, ascoltatore, cortese e modesto nei rapporti con gli altri, si fregia di supportare il popolo indipendentemente da “razza, colore, religione e sesso”, grazie ai progetti realizzati dalla Fondazione che porta il suo nome. Ama la storia, la poesia e la letteratura; segue il calcio e lo sponsorizza. E pratica pesca e caccia, pur amando e preservando la natura. Un Principe, non c’è che dire. O no?

formiche.net
 
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kenyaprince

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Dopo tanto parlare oggi si comincerà a capire qualcosa di più della nuova Alitalia (o nuovissima Alitalia).
Oggi l’assemblea della compagnia rinnoverà il cda dopo la chiusura dell’aumento di capitale e continueranno le trattative con Etihad, partner degli Emirati Arabi. Si va verso la riconferma di Roberto Colaninno e Gabriele Del Torchio come presidente e amministratore delegato.Tema azionisti Alitalia.Con l’assemblea di oggi entreranno in consiglio tre new entry: Unicredit, Poste Italiane e il patron dell’Atalanta, Antonio Percassi. Si passerà da 19 a 11 consiglieri con Colaninno al vertice fino a che non verrà finalizzato l’accordo con Etihad. Dopo di allora potrebbe cambiare tutto. Anche alla luce delle condizioni poste dalla compagnia araba. In particolare:
  • ristrutturazione del debito con le banche
  • chiusura dell’accordo sindacale e 1900 esuberi
  • possibilita’ di rinnovare il management
  • garanzie sugli aeroporti
 

mauro.

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26 Maggio 2010
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Passo come ricevo senza alcuna verifica :

oggi dovrebbe arrivare il MOU,lettera di intenti di ey : 250 piloti in esubero,da mandare in etihad/air serbia o in alternativa cigs 7 anni(come lai) , piano ey=piano af , commesse militari dietro l'operazione , cassa fino a fine febbraio , esuberi più di 2000 , flotta totale 100-110 aerei a regime
Flotta in start up, non a regime. Ma non detto affatto
 

John Paul Jones

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19 Ottobre 2007
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Milano
Passo come ricevo senza alcuna verifica :

oggi dovrebbe arrivare il MOU,lettera di intenti di ey : 250 piloti in esubero,da mandare in etihad/air serbia o in alternativa cigs 7 anni(come lai) , piano ey=piano af , commesse militari dietro l'operazione , cassa fino a fine febbraio , esuberi più di 2000 , flotta totale 100-110 aerei a regime
Perdonami cosa intendi per cassa fino a fine Febbraio?

Si pensa alla cassa di 7 anni anche per gli AV che tu sappia? si parla sempre solo di esuberi di piloti.

Grazie se avrai voglia di rispondere:)
 
F

flyboy

Guest
Certo. Tuttavia perseverare nei collegamenti raggiunti da LC, point-to-point, e' puro masochismo. Sono tutti consapevoli che la politica di puro mantenimento degli slot-assets, con LF bassi, provoca situazioni disastrose.

Piuttosto che PRG, WAW, ARL, HEL etc..... AZ in Ucraina: LWO, ODS; Estonia: TLL, Islanda: KEF Lituania: VNO
Con un po' di coraggio Bielorussia: MSQ; Kaliningrad: KGD. Destinazioni raggiungibili tutte con le macchine a disposizione per il medio raggio.

Lavorare con il nordeuropa o le nazioni dell'emergente est europeo significa assicurarsi cliente business e flussi turistici (mare,shopping, cibo, fieristica etc).

AZ preferisce BRINDISI, BARI, COMISO...
Pulmino, le rotte che citi sono tutte deboli e soggette a forte stagionalità. Te lo riscrivo: se major ben più solide non le operano, ci sarà un motivo?
Che traffico può esserci a KEF da settembre a maggio inclusi? E non parliamo dei costi per operare la rotta, essendo assai distante da Fiumicino.
AZ andava in Bielorussia (era un 3xw). Non ha funzionato ed è stata chiusa. Perché ora dovrebbe funzionare?
 

kenyaprince

Amministratore AC
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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Perdonami cosa intendi per cassa fino a fine Febbraio?

Si pensa alla cassa di 7 anni anche per gli AV che tu sappia? si parla sempre solo di esuberi di piloti.

Grazie se avrai voglia di rispondere:)

potessi risponderti lo farei senza ombra di dubbio ma il testo che ho postato mi è stato passato esattamente così come ve l'ho scritto.

@mauro. : le 110 macchine sono per il primo 1-2 anni in effetti.
 
Stato
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