Thread Alitalia dal 4 agosto


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air.surfer

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7 Aprile 2008
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Da IlGiornale.it sez. Economia
http://www.ilgiornale.it/economia/r...-08-2010/articolo-id=467818-page=1-comments=1

A due anni dal coagularsi di una cordata di imprenditori italiani intorno al Piano Fenice con lo scopo di resuscitare Alitalia, sul presente e sul futuro della compagnia aleggiano vari interrogativi. Operativa dal gennaio 2009, la «nuova» Alitalia-Cai nacque con una serie di agevolazioni che il governo accordò a un’operazione considerata del tutto speciale: ai nuovi azionisti veniva riconosciuto il diritto di acquistare solo quei pezzi del vecchio carrozzone utili a ricreare una compagnia capace di reggersi sulle sue gambe; ai lavoratori non riassunti veniva concessa una cassa integrazione all'80% per 7 anni; alla nuova compagnia - comprendente anche il secondo vettore italiano, Air One - veniva accordata un'immunità Antitrust che le permetteva, per 3 anni, di mantenere la posizione dominante sul Linate-Fiumicino. Molti si esercitarono sull’enorme costo di tutto ciò per la collettività e per la libera concorrenza, e alcuni si spinsero a fare dei confronti con la proposta d’acquisto di Air France andata in fumo pochi mesi prima. La stessa AF, qualche tempo dopo, entrò in società con i «patrioti», diventando, con il 25%, il primo azionista, e confermando quello che agli esperti era sempre apparso ineluttabile: infatti Air France e Alitalia da anni ormai erano legate da accordi commerciali difficili, costosi e dannosi da troncare. Le voci di interessamento da parte di Lufthansa e persino di British, furono solo diversivi, o meglio, un modo per mettere alle strette i francesi.
Il bilancio 2009 di Alitalia si è chiuso con una perdita netta di 326 milioni su un giro d'affari di 2,9 miliardi. Il primo semestre 2010 ha registrato un risultato operativo in rosso di 129 milioni. Il primo quesito è banale: perchè una società avviata «in bonis» deve perdere una cifra ancora così importante? Nel 2007, ultimo bilancio confrontabile della vecchia gestione, Alitalia aveva perso 495 milioni, su un fatturato di 4,35 miliardi. Perchè oggi Alitalia (con Air One, che nel 2007 fatturava 750 milioni) fattura il 42% in meno delle due compagnie di allora ma perde solo il 35% in meno? L'ad Rocco Sabelli si mostra soddisfatto per il rosso del primo semestre 2010, dimezzato sul giugno 2009 (-273 milioni). Ma nel primo semestre 2007 l’Alitalia disastrata perse «solo» 127 milioni. E allora?
Ha ragione Ugo Arrigo, docente di Scienza delle finanze all'Università di Milano Bicocca, quando osserva: la questione non è tanto se l'Alitalia del 2010 vada meglio dell'Alitalia del 2009. La questione è se l'Alitalia di oggi, dopo una cura discussa e costosa, vada meglio della vecchia. Altri numeri: i ricavi del primo semestre 2007 furono 2,3 miliardi, quelli della prima metà del 2010 sono 1,5, un terzo in meno (e con Air One). L’indice di riempimento degli aerei nei primi sei mesi 2010 è del 68%, meglio del 59% dello stesso periodo 2009, ma inferiore al 73% del 2007 (Air One, da parte sua, aveva il riempimento più basso d’Europa).
La compagnia è stata ridimensionata ma non ha trovato l'equilibrio dei conti, rinviato al 2011, con un anno di ritardo sul piano Fenice. Molto è stato fatto, soprattutto sul piano dei costi, compressi ormai quanto una low cost. Ma se, nonostante ciò, i conti non sono a posto, si possono azzardare delle ipotesi: può essere difettoso il network, focalizzato sul breve e medio raggio; può essere inefficace il sistema di vendita, soprattutto all'estero; forse è sbagliata l’elaborazione dei prezzi, o forse il prodotto Alitalia, che soffre di una radicata carenza di standard, non è molto gradito alla clientela.
Infine, la domanda di fondo: che fine farà Alitalia? Il presidente Roberto Colaninno ripete che non sarà venduta ad Air France. Questo non è possibile nell'immediato, poichè i patti prevedono che i soci non possano cedere le loro quote prima del 12 gennaio 2013. Colaninno ha comunque ragione: Alitalia non sarà venduta ad AF-Klm anche perchè oggi Air France, che già è il socio determinante e partecipa alla decisioni strategiche, non ha interesse ad acquistarla. Le sinergie ci sono, i soldi per comprarla no: che senso avrebbe? Più probabile un altro scenario: il consolidamento del trasporto aereo e lo stentato equilibrio di Az porterà alla convenienza di aggregare Alitalia nella holding AF-Klm, ripetendo l’operazione franco-olandese del 2003/4. Alitalia sarà conferita nella holding, che ne acquisirà il 100% carta contro carta. I soci italiani si ritroveranno non con denaro ma con azioni (quotate) della holding, nella quale, tutti insieme, potrebbero avere un peso intorno al 10%, secondi solo allo Stato francese che è il primo socio con il 15,7%. Avranno due possibilità: entrarci separati e non contare nulla, oppure unirsi in una newco e tentare di contare qualcosa, se di loro interesse. L'infausta vicenda della Borsa italiana conferita nel London stock exchange potrebbe (dovrebbe) insegnare qualcosa.
 

DusCgn

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9 Novembre 2005
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Alitalia: Passera; era missione impossibile,siamo soddisfatti(CorSera)

ROMA (MF-DJ)--Intesa Sanpaolo si e' impegnata tanto in Alitalia "perche' c'erano i presupposti per creare una nuova azienda sostenibile e salvare 15 mila posti di lavoro". Lo ha detto l'a.d. di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, in un'intervista al Corriere della Sera, nella quale spiega che "sarebbe stato un errore continuare a metterci miliardi pubblici, ma secondo noi si poteva provare una missione quasi impossibile con soldi privati" e "c'e' da essere soddisfatti".

In merito alla possibilita' che la compagnia di bandiera italiana finisca in mani francesi, Passera spiega che "Air France e' un socio. Per ora la nuova Alitalia ha risposto alla crisi meglio di molte altre compagnie europee blasonate, anche di Air France. Se tra qualche anno ci saranno ulteriori fasi di consolidamento europeo in questo settore, Alitalia se la potra' giocare tra i protagonisti".
 

andreapinti

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20 Ottobre 2009
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Roma
andreapinti.com
Se il 73% del 2007 è esclusivamente di AZ e non anche di AirOne allora è plausibile imputare una parte della diminuzione del LF anche a questa causa.

Tral'altro per come continua l'articolo, con l'inesattezza secondo cui AF non possa acquistare prima del 2013 le altre quote, non vedo come dare credibilità ad un articolo del genere, che non considera minimamente ne la ristrutturazione della flotta con relativa diminuzione dell'età media ne la stagionalità dei ricavi (e dei LF) in un settore del genere.
 

El_mobil

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7 Luglio 2010
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Tral'altro per come continua l'articolo, con l'inesattezza secondo cui AF non possa acquistare prima del 2013 le altre quote, non vedo come dare credibilità ad un articolo del genere, che non considera minimamente ne la ristrutturazione della flotta con relativa diminuzione dell'età media ne la stagionalità dei ricavi in un settore del genere.
stiamo parlando del giornale di feltri...
 

air.surfer

Bannato
7 Aprile 2008
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Tral'altro per come continua l'articolo, con l'inesattezza secondo cui AF non possa acquistare prima del 2013 le altre quote,
Al di là degli effetti politici che avrebbe tale acquisizione, mi chiedo, non esisteva una clausola di lockup a 5 anni?

non vedo come dare credibilità ad un articolo del genere, che non considera minimamente ne la ristrutturazione della flotta con relativa diminuzione dell'età media ne la stagionalità dei ricavi (e dei LF) in un settore del genere.
In realtà non vedo come stagionalità e rinnovo della flotta possano incidere con le perdite di 164 milioni in 6 mesi.
Comunque sono d'accordo. Il Giornale non è credibile.... ma d'Arrigo si. :-D
 

kenyaprince

Amministratore AC
Staff Forum
20 Giugno 2008
29,893
496
VCE-TSF
Al di là degli effetti politici che avrebbe tale acquisizione, mi chiedo, non esisteva una clausola di lockup a 5 anni?


In realtà non vedo come stagionalità e rinnovo della flotta possano incidere con le perdite di 164 milioni in 6 mesi.
Comunque sono d'accordo. Il Giornale non è credibile.... ma d'Arrigo si. :-D
dei 164 mln, 20 sono stati utilizzati per la riconfigurazione della flotta p.e.
 

air.surfer

Bannato
7 Aprile 2008
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dei 164 mln, 20 sono stati utilizzati per la riconfigurazione della flotta p.e.
Allora la perdita è solo 144 milioni in sei mesi.
Meno male, m'ero preoccupato...
:-D

Comunque non prendetevela con me.
Chi è abbastanza duro nei suoi giudizi definendo l'equilibrio di AZ "traballante" (e addirittura citando Arrigo che scrive sul Sussidiario) , non è l'Unità ma il giornale di Berlusconi il che, a me, risulta abbastanza strano visto che la cordata è stata messa in piedi da lui.
 
Ultima modifica:

kenyaprince

Amministratore AC
Staff Forum
20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Allora la perdita è solo 144 milioni in sei mesi.
Meno male, m'ero preoccupato...
:-D

Comunque non prendetevela con me.
Chi è abbastanza duro nei suoi giudizi definendo l'equilibrio di AZ "traballante" (e addirittura citando Arrigo che scrive sul Sussidiario) , non è l'Unità ma il giornale di Berlusconi il che, a me, risulta abbastanza strano visto che la cordata è stata messa in piedi da lui.
Ti sto dicendo che solo per la riconfigurazione sono stati spesi quei soldi. Poi non so se te ne sei accorto sono arrivate in flotta delle macchine nuove, è stato rivisto il soft-product di Magnifica etc.. questo comporta dei costi i cui benefici si vedranno tra qualche mese.
 

El_mobil

Bannato
7 Luglio 2010
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Arrigo sara' anche professore alla bicocca ma di m'inchiate ne scrive a bizzeffe.

Questo ad esempio un articolo del 3 Agosto 2009 del Sussidiario in cui si esercitava in improbabili profezie nefaste sul bilancio AZ 2009.

Arrigo continua a scrivere, ma dovrebbe comunque rispondere delle cretinate che ha scritto in passato, specialmente perche' farcite di pseudo-analisi, di conti che non tornano e pubblicate su giornaletti para-economici.

Date un occhiata specialmente all'ultima parte...prevede addirittura perdite oltre i 500 mln di Euro ...



ALITALIA/ Perdite record: se la nuova Compagnia vola più basso di quella vecchia...
Ugo Arrigo lunedì 3 agosto 2009

Pochi giorni fa il Consiglio di amministrazione della nuova Alitalia si è riunito per esaminare i risultati conseguiti nel primo semestre dell’anno, dalla presa in carico del vettore lo scorso 13 gennaio sino alla fine di giugno. I dati principali comunicati dalla società evidenziano 10 milioni di passeggeri trasportati, ricavi operativi per 1,28 miliardi di euro, una perdita operativa di 273 milioni, un load factor medio nel periodo al 59% e un tasso di puntualità del 70%, circa dieci punti al di sotto dell’obiettivo aziendale e del valore medio degli altri vettori di bandiera europei.

Si tratta di informazioni importanti che bene ha fatto l’azienda a rendere note, pur non essendovi obbligata in quanto società non quotata; se esse evidenziano in positivo una maggiore trasparenza da parte dell’azienda rispetto all’assoluta chiusura dei primi mesi, dall’altro lato non bastano né per confermare che si stia davvero rispettando il sentiero di risanamento gestionale né per sostenere che si sia completamente disallineati rispetto ad esso.

Complessivamente non sono buoni ma, date le enormi difficoltà del debutto, potevano risultare anche peggiori; risentono, infatti, di un primo trimestre drammatico nel quale i passeggeri sembravano essere scomparsi dai banchi del check-in e gli aerei viaggiavano vuoti per più della metà dei posti. Il secondo semestre è andato decisamente meglio dal punto di vista della domanda e dei ricavi anche se ha visto un peggioramento rilevante nei ritardi. Il terzo trimestre andrà ancora meglio, grazie alla domanda estiva, e Alitalia potrebbe persino risultare avvantaggiata se effettivamente la crisi economica porterà più italiani a scegliere vacanze domestiche rispetto alle tipiche mete internazionali, servite prevalentemente da vettori differenti.

Il trimestre cruciale per comprendere se il piano di salvataggio sarà destinato al successo o al fallimento è invece il quarto: se andrà bene Alitalia avrà sufficienti mezzi finanziari per superare indenne l’inverno e arrivare alla stagione estiva 2010 senza dover chiedere ai soci Cai di rimettere mani al portafoglio per aumentare il capitale sociale. Se, al contrario, si troverà obbligata a farlo, non è detto che troverà disponibilità unanimi: più d’uno potrebbe avere seri dubbi se continuare a essere della partita e in tal caso l’ipotesi di vendere a Air France in anticipo sul previsto potrebbe emergere in maniera netta. Ma il vettore franco olandese, il quale sta risentendo notevolmente della crisi economica, più di British e di Lufthansa, e ha chiuso malissimo i conti del trimestre primaverile, potrebbe non essere disponibile. In tal caso la situazione della nuova Alitalia si farebbe davvero seria.

Per ora, non disponendo della sfera di cristallo sul futuro, possiamo tuttavia fare qualche confronto tra l’attualità e il passato, tra la nuova Alitalia, fotografata attraverso i dati del primo semestre 2009, e quella del primo semestre 2007, già in crisi, col consiglio di amministrazione interamente rinnovato all’inizio del periodo, già avviata alla privatizzazione dal governo Prodi ma non così compromessa dagli eventi della primavera dell’anno seguente (fuga da Malpensa, fallimento della privatizzazione, cacciata di Air France, prestito-ponte e ricerca disperata di investitori tricolori). Da questo confronto, che nessun analista o commentatore sembra aver fatto, la nuova Alitalia esce perdente: molto più piccola e con una perdita molto maggiore, tanto in valore assoluto che in rapporto ai ricavi.

Nel primo semestre 2007 la vecchia Alitalia (da sola, non sommata ad AirOne) generò ricavi operativi per 2,31 miliardi di euro mentre nel primo semestre 2009 la nuova Alitalia ha prodotto ricavi solo per 1,28 miliardi di euro, ben il 45% in meno. Anche i costi operativi sono diminuiti, da 2,44 a 1,55 miliardi, ma percentualmente di meno rispetto ai ricavi (-36%), con la conseguenza di un risultato operativo negativo del semestre 2009 più che doppio in valore assoluto rispetto all’analogo periodo 2007 (era infatti ‘solo’ di 127 milioni di euro) e quadruplo se rapportato ai ricavi operativi (il 21% dei ricavi oggi, il 5,5% allora). Dal confronto la nuova Alitalia esce, almeno per ora, nettamente perdente. Inoltre, mentre nel primo semestre 2007 alla perdita operativa di 127 milioni corrispose un risultato netto negativo di 211 milioni, oggi non sappiamo con esattezza a quanto ammonta la perdita netta del primo semestre perché non è stata resa nota dall’azienda ma è difficile che possa essere inferiore a 340-350 milioni. Anche assumendo un pareggio operativo nel trimestre estivo, sembra difficile che il risultato netto dell’intero 2009 possa essere migliore dei -500 milioni che abbiamo indicato già alcuni mesi fa.

In tal caso, tuttavia, la nuova Alitalia ripeterebbe il risultato della vecchia Alitalia 2007 di Libonati prima e Prato dopo, la quale chiuse con una perdita netta pari a 495 milioni. Lo farebbe, inoltre, a partire da dimensioni aziendali e ricavi dimezzati rispetto alla vecchia Alitalia. In sintesi, quindi, il risultato risulterebbe nettamente peggiore.


http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=33816
Altro che professore...questo a vendere i numeri al lotto in tv dovrebbe andare.
 
Stato
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