La nuova Alitalia tra promesse e fatti
di Antonio Bordoni
Un anno fa la crisi Alitalia raggiungeva il suo apice con la rottura tra CAI e piloti, alla quale seguiva la sofferta firma con i sindacati confederali. Era il periodo cruciale in cui, complici gli impegni presi in campagna pre-elettorale, si stava cercando di far rinascere il nuovo vettore tricolore, evitando che esso finisse acquisito dallo "straniero". Anche se il primo anno sotto la nuova gestione si compirà solo tra quattro mesi, ci sono già sufficienti dati per una prima analisi.
Nasce la nuova Alitalia-CAI
La nuova Alitalia-CAI è nata ufficialmente il 13 gennaio 2009. Le principali tappe societarie sono state il 28 ottobre 2008 l’assemblea degli azionisti della società CAI - Compagnia Aerea italiana approvava la trasformazione della società da srl in spa, ricapitalizzandola a 1,1 miliardi di euro, e provvedeva ad eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. Nel gennaio 2009 la denominazione sociale è stata cambiata in Alitalia - Compagnia aerea italiana, facendo definitivamente scomparire quel "Linee Aeree Italiane" che segnalava come la precedente "grande" Alitalia fosse derivata dall’unione avvenuta nel 1958 fra Alitalia e LAI-Linee Aeree Italiane. Sempre nel gennaio 2009 il gruppo Air France-Klm acquisiva il 25 per cento del capitale per un importo di circa 322 milioni di euro.
Su tutta l’operazione di restyling ha aleggiato il ruolo non troppo chiaro assegnato ad Air One. Questo vettore, il secondo in Italia per numero passeggeri, aveva espresso in varie occasioni l’intenzione di voler formare, tramite l’unione con Alitalia, il quarto vettore europeo per importanza. A tal proposito non possiamo dimenticare l’annuncio pubblicitario apparso il 20 dicembre 2007 sui principali quotidiani italiani a colori, a pagina intera, che così si esprimeva:
Quando l’Italia si impegna può volare alto.
Per il futuro di Alitalia offriamo qualità, innovazione e competenze con un progetto imprenditoriale italiano centrato sugli interessi del Paese. Alitalia e Air One insieme diventeranno la quarta compagnia europea e saranno aperte anche ad una grande alleanza internazionale.
Seguivano le seguenti cifre:
5,3 miliardi di euro sono gli investimenti che il nostro progetto destina al risanamento e al rilancio della compagnia di bandiera per i servizi sia di volo sia di terra. Per creare valore per l’azienda, ai suoi passeggeri, i suoi azionisti. E per tutte le persone che ci lavorano.
130 nuovi aerei, sono i nuovi aeromobili che entreranno in Alitalia entro i prossimi cinque anni. Per realizzare la flotta più giovane d’Europa che avrà 224 aerei.
32 rotte intercontinentali sono i collegamenti diretti dall’Italia verso il mondo per rispondere alle reali esigenze dei cittadini e delle aziende italiane. Per le rotte intercontinentali si partirà da Roma e da Milano.
L’Italia non può rinunciare a giocare da grande protagonista nel panorama internazionale. Il nostro è un Paese che merita di volare alto.
Già nel novembre 2008 i lavoratori di Air One inviavano al presidente Carlo Toto una lettera di ben diverso tenore, nella quale si leggeva tra l’altro: ‘’Considerato che, per un’azienda privata che si colloca in un mercato libero e concorrenziale, la decisione di fondersi con la ex Alitalia in Cai è da interpretarsi, a malincuore, come una sconfitta, fa ancora più male la consapevolezza della precarietà del progetto Cai e l’amarezza di aver ingenuamente creduto di far parte di un’azienda sana e solida con notevoli prospettive di investimento e di crescita."
E dulcis in fundo, nell’agosto 2009, nel corso di una intervista televisiva Roberto Colaninno dichiarava che una Air One debuttante come costola low cost "è una ipotesi che però va valutata con molta attenzione"
E se l’unione con relativo avvio fra i due vettori non si può certo definire esaltante, cosa dire di questi primi mesi di attività dal punto di vista operativo?
I collegamenti
Nel mezzo del solleone di agosto è scoppiata la polemica prendendo come spunto i ritardi sia come voli, sia come tempi di riconsegna bagaglio, ma in realtà i riflettori avrebbero potuto illuminare anche altri obiettivi.
Quando due compagnie si uniscono, ne dovrebbe scaturire un prodotto superiore ai due singoli valori messi in campo dai promessi sposi. Nella fattispecie vi è piuttosto l’impressione che vi sia tutto un arretrare, tutta una diminuzione, e nel settore aereo l’arretramento è sempre foriero di periodi ancor più neri.
L’unione fra due vettori deve portare alla formazione di una nuova entità capace di impensierire i concorrenti: unirsi per avere meno forza è una operazione inedita mai tentata prima d’ora. Non a caso in un precedente nostro intervento su Dedalonews avevamo avvertito come ormai nel mondo dell’aviazione civile c’è sempre meno spazio per i partecipanti di piccole dimensioni.
Ed anche i numeri sulla nuova compagnia lasciano spazio a pochi dubbi. Quando i due vettori si sono uniti, uno dei punti di forza sostenuti dai fautori dell’italianità era che gli italiani hanno diritto a voli diretti sulle principali destinazioni d’oltremare senza andare su hub stranieri a prendere coincidenze. Ebbene vediamo in dettaglio cosa è veramente cambiato su questo specifico fronte.
Come pietra di paragone non consideriamo l’anno 2008 caratterizzato, come è noto, da agitazioni e aspri confronti per la formazione della nuova compagnia, ma rifacciamoci alla summer season 2007.
La situazione dei voli diretti Alitalia sul lungo raggio nella Summer 2007 vedeva 18 collegamenti (Accra, Boston, Buenos Aires Caracas, Chicago, Dakar, Delhi, Dubai, Lagos, Miami, Mumbai, New York, Osaka, Sao Paulo, Shangai, Teheran, Tokyo e Toronto). Nella Summer 2009 le destinazioni erano solo 12 (Accra, Boston, Buenos Aires, Caracas, Chicago, Lagos, Miami, New York, Osaka, Sao Paulo, Tokyo e Toronto). Quindi su questo specifico aspetto non ci sono state "aggiunte", ma diminuzioni.
I dati di traffico
Spostando la nostra attenzione sui dati di traffico, è possibile leggere i primi mesi con l’attenuante del "rodaggio". Poiché tuttavia entrambi i vettori non hanno mai smesso di volare e non stiamo quindi trattando di un nuovo vettore, crediamo che i paragoni si possano senz’altro fare, specialmente alla luce di come si è venuta evolvendo la situazione fra i concorrenti in Europa.
L’AEA comunica che nei primi sette mesi del 2009, da gennaio a luglio, la nuova Alitalia ha trasportato 11.928.800 passeggeri. Questa cifra pone l’Alitalia alle spalle di Lufthansa (30.485.500), Air France (27.850.900), British Airways (18.723.400), Turkish Airlines (13.507.800), KLM (12.803.200), SAS (12.532.900) e infine Iberia (12.181.200). Quindi Alitalia si pone all’ottavo posto fra i vettori europei aderenti all’Associazione.
Se vogliamo comparare questa fotografia con la "vecchia" Alitalia, quando questa ancora non aveva unito le sue sinergie con Air One, la situazione che l’AEA registrava per il periodo gennaio-luglio 2007 era la seguente: Lufthansa 30.887.900, Air France 29.539.200, British Airways 19.499.600, Iberia 15.392.400, SAS 14.595.900, Alitalia 14.291.600, KLM 13.365.200 e Turkish 10.559.600. L’Alitalia occupava il sesto posto e precedeva KLM e Turkish Airlines che oggi, nel 2009, sono davanti a lei. Ma la situazione è ancor più paradossale se riferita all’anno 2008. Sempre considerando gennaio-luglio, Alitalia aveva trasportato 11.810.000 passeggeri e Air One dichiarava 4.335.600. Insieme avevano quindi portato più passeggeri di quelli del corrente anno!
Come commentare queste cifre? Balza evidente come quel quarto posto che era stato prospettato è ancora lungi da venire, anzi si sta allontanando, ed a questo punto è davvero plausibile che non siano pochi i soci che tengono il conto alla rovescia in attesa del giorno in cui potranno vendere Alitalia ai francesi.
www.dedalonews.it