La partita in corso per il salvataggio di Alitalia si complica. Da quanto è emerso sembra che l'ingresso in campo di Air France avverrà solo nei tempi supplementari. Ovvero dopo il 14 novembre, giorno in cui è stato fissato il primo termine temporale per l’adesione all’aumento di capitale della compagnia di bandiera (servono trecento milioni). Allo stato attuale le probabilità che i transalpini partecipino all'operazione sarebbero praticamente nulle, secondo il giornale francese La Tribune
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Pesa il mancato recepimento da parte di Alitalia delle condizioni poste da Air France: ristrutturazione del debito e tagli massicci. Condizioni che se al contrario fossero state prese in ascolto avrebbero convinto il gruppo guidato da Alexandre de Juniac a prendersi il 50% della compagnia aerea. «Alitalia al momento non è sostenibile», fanno sapere da Air France.
Risultato? La quota azionaria in mano ai francesi (che oggi ammonta al 25%) nel corso delle prossime due settimane potrebbe persino diminuire (fino a toccare il 10%). Ma il disinteresse mostrato da parte di Air France sarebbe solo apparente. Già perché i transalpini, una volta completata la diluizione della partecipazione, avrebbero in mente di acquistare nuovamente la quota di maggioranza dalle banche. A un prezzo più conveniente. Magari già a marzo.
L'obbiettivo della compagnia aerea d'Oltralpe sarebbe dunque quello di attendere la prossima crisi di liquidità di Alitalia, evento che stando alle previsioni potrebbe verificarsi in primavera. O addirittura prima, nel caso in cui non venissero trovati i 200 milioni previsti dal piano di salvataggio di Alitalia che ancora mancano: in tutto ne servono 500, di cui trecento entrerebbero tramite l'aumento di capitale (240 quelli garantiti da Poste Italiane, Unicredit, Intesa Sanpaolo e altri azionisti) mentre per i restanti duecento è necessaria una linea di credito supplementare che tarda a manifestarsi.
Intanto è scaduto il lock-up siglato nel 2008 tra i soci di Az. Accordo che impediva agli azionisti di cedere le partecipazioni a eventuali compratori. L'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, ha assicurato che la banca garantirà per l'inoptato nell'aumento di capitale, precisando però che l'obiettivo di Unicredit è di uscire dall'equity. Intesa Sanpaolo, dlla sua, non intende mollare Air France, a dimostrazione del fatto che i francesi oggi sono in una posizione di forza. Del resto altri acquirenti credibili ora come ora non ce ne sono.
«Si deve arrivare a un accordo con un partner industriale che deve essere Air France», ha sottolineato l'Ad di Intesa Carlo Messina, «se poi ciò non sarà possibile allora valuteremo una soluzione diversa con un partner forte». Il governo è alla finestra. Il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato aspetta che Alitalia faccia la prossima mossa e di vedere quale piano industriale varerà per tentare di rimettersi in pista.
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