Il colore dei bilanci Alitalia è sempre rosso
Passano gli anni e le stagioni, ma per Alitalia il colore dei bilanci è sempre lo stesso, il rosso. Alitalia infatti chiuderà in perdita anche i conti del 2013. E sarà il quinto anno consecutivo con il bilancio in rosso per Alitalia-Cai, la compagnia privata controllata dalla "cordata italiana" lanciata nel 2008 da Silvio Berlusconi insieme a banca Intesa Sanpaolo, guidata all'epoca da Corrado Passera, per impedire che Air France-Klm comprasse tutta l'ex Alitalia pubblica.
Colaninno: «pareggio operativo a fine 2013»
La conferma di un altro bilancio in rosso l'ha data il presidente Roberto Colaninno, che dal 25 febbraio ha anche i poteri di amministratore delegato, nell'incontro con i 280 dirigenti e quadri della compagnia. Colaninno, secondo il comunicato della società, «ha confermato e ribadito l'obiettivo di budget che la Compagnia si è data quest'anno: il raggiungimento del pareggio operativo alla fine del 2013 con una costante attenzione alla liquidità che deve mantenersi sempre sostenibile».
Obiettivo sempre mancato
Il pareggio operativo, che peraltro non corrisponde a un pareggio di bilancio perché questa voce dei conti non considera gli oneri finanziari sul debito né le tasse, è un obiettivo ripetutamente mancato da Alitalia, che poi lo ripropone come se fosse un risultato importante. Quando la compagnia dei "Capitani coraggiosi" è decollata, il 13 gennaio 2009, l'obiettivo del progetto Fenice elaborato da banca Intesa era di raggiungere il profitto al terzo anno di attività, il 2011. Ma già a metà del 2010 si è capito che le cose andavano male e il cda, all'epoca guidato da Rocco Sabelli, capendo che il bilancio 2011 sarebbe stato in perdita, si è proposto di raggiungere nel 2011 almeno il pareggio operativo. Ma il risultato operativo è rimasto in perdita, come pure il risultato netto finale.
Quando Colaninno disse: "missione compiuta"
Il 6 ottobre 2011 Colaninno insieme a Sabelli aveva annunciato forti progressi nei conti. Quel giorno il presidente Colaninno ha parlato di "missione compiuta, nonostante le critiche durissime e lo scetticismo di molti". E Sabelli ha spiegato che "il pareggio è una realtà" e nel 2012 i conti saranno "in attivo". Il bilancio 2011 ha chiuso in rosso per 69 milioni. Nel marzo 2012 Sabelli se n'è andato, è arrivato come a.d. Andrea Ragnetti, voluto da Colaninno. Questo manager è durato meno di un anno, fino al 25 febbraio scorso. Ufficialmente Ragnetti si è dimesso (con quasi un milione di euro di buonuscita), dopo l'approvazione in consiglio di un bilancio 2012 con una perdita netta di 280 milioni e una perdita operativa di 119 milioni.
Un miliardo di perdite in quattro anni
In 12 mesi i debiti finanziari netti sono saliti di 175 milioni a 1.028 milioni a fine 2012. Nei primi quattro anni di attività, considerano anche le spese di avvio del 2008, la nuova Alitalia ha bruciato quasi un miliardo di euro di perdite nette.
Adesso il capitale è quasi azzerato dalle perdite, la liquidità è esaurita. Per avere i soldi per pagare gli stipendi e il carburante per gli aerei i soci hanno dovuto versare un prestito, convertibile in azioni, finora sono stati versati 95 milioni sui 150 milioni deliberati. Soldi messi soprattutto da banca Intesa e da Air France-Klm, respinta da Berlusconi nel 2008 ma rientrata in Alitalia all'inizio del 2009 con il 25 per cento del capitale. Oggi i francesi sono il candidato principale all'acquisto di tutta Alitalia, ma non al prezzo preteso dai venti soci italiani della compagnia, al massimo sborserebbero 2-300 milioni di euro (e non in denaro, ma in azioni Air France-Klm).
Cacciatori di teste per il nuovo a.d.
I soldi del prestito ponte versati dai soci basteranno al massimo fino all'estate, a condizione che Alitalia tiri la cinghia. L'argenteria è stata venduta (slot e aerei), la compagnia da anni non investe nell'acquisto di nuovi aeroplani di proprietà, se si eccettua il leasing sui piccoli Embraer regionali e la sostituzione dei vecchi Md80 e degli Airbus con aerei in affitto. La flotta operativa è ridotta a 140 aerei, meno di quelli al decollo della Cai nel 2009. Dopo le liti tra i soci degli ultimi mesi, il vertice di Alitalia è alla ricerca di un nuovo amministratore delegato. Colaninno ha annunciato che "è partita la ricerca per il nuovo amministratore delegato che è stata affidata alla società Korn&Ferry". Secondo Colaninno, "dopo aver conseguito risultati positivi sotto il profilo del servizio e delle eccellenze operative, l'azienda deve ora migliorare le performance economico-finanziarie con l'obiettivo di creare valore per gli Azionisti e di ripristinare un adeguato livello di liquidità". Per il primo trimestre è atteso un risultato pesante.
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