Licenziati e poi riassunti i meccanici di Alitalia. Dopo aver completato i tagli al personale inseriti nel piano industriale alla base del «matrimonio» con Ethiad Airways, a dicembre la compagnia aerea s’è accorta che i conti non tornavano. Mentre GH, la società napoletana che ha rilevato la fallita Groundcare, la più grande impresa di handling di Roma, ha lasciato a casa 450 degli 850 operai nonostante le promesse di riassorbirne il 70-80%. A Fiumicino è il caos sul fronte occupazione. Lo scalo è in crescita: due milioni di passeggeri in più soltanto nel 2014 ma il lavoro vola via.
Negli hangar del Leonardo da Vinci Alitalia ha tolto 386 dei 1.694 lavoratori in forze: meccanici, tecnici, ingegneri, impiegati. «Poi qualcuno ha capito che per Natale c’era il rischio che non decollassero gli aerei visto che c’erano pochi addetti alla manutezione», racconta Daniele Cofani, delegato Cub Trasporti. «Sono stati così riassunti una cinquantina di quei lavoratori appena licenziati. Evidentemente la loro opera è necessaria, tanto che il contratto è stato riconfermato fino al 28 febbraio, ma non è più come prima. Hanno dieci, vent’anni di esperienza, un’altissima professionalità e adesso sono precari. Ovviamente lo stipendio è stato ridotto e hanno perduto pure l’anzianità di servizio». «Era previsto negli accordi che per i periodi di picco avremmo richiamato temporaneamente persone inserite tra gli esuberi e mandate in mobilità», fa sapere la compagnia. Febbraio, solitamente, non è un mese di picco per il turismo nella Capitale. Ma c’è l’arrivo a Fiumicino di 14 Airbus A320 della vecchia Alitalia ceduti ad Air Berlin, alleata di Etihad, jet da sottoporre a manutenzione pesante. Visto che i meccanici finiti in esubero questi velivoli li conoscono bene, a loro sono stati riaffidati. Provvederanno a tutto tranne alla verniciatura, che verrà effettuata nello storico «Painting Hangar» dove adesso lavora, con operai dell’Est Europa, l’irlandese Air Tech. La stessa che ha pitturato la livrea con il simbolo dell’Expò del primo volo della nuova Alitalia Sai. E che adesso sta verniciando con i colori di Air Berlin i 14 Airbus ceduti.
«La verità è che al Leonardo da Vinci il lavoro c’è: il trasporto aereo è un settore in crescita a Roma e in Italia - denuncia Antonio Amoroso, membro del direttivo Cub Trasporti - ma è in atto la trasformazione del personale con contratti a tempo indeterminato in precari . Dei 65mila addetti dello scalo romano, 15mila conoscono o hanno conosciuto cassa integrazione, mobilità, contratti di solidarietà. Un modo per «sostenere» con fondi pubblici la pazza voglia di risparmiare di investitori, italiani e stranieri, che si gettano a capofitto in questa ricca torta. Lo sanno bene i lavoratori della Groundcare». La società di handling, che movimenta i bagagli ed effettua il check in per 23 compagnie aeree a Fiumicino, è di fatto fallita lo scorso maggio. Il Tribunale di Civitavecchia ha nominato un curatore per permetterne la gestione dell’ordinaria amministrazione e non bloccare i servizi (e l’aeroporto) e dare tempo di intervenire a chi dovesse rilevarla. Le concorrenti Swissport e Aviation Service, dopo le prime avances, si sono tirate indietro. È invece riuscita a concludere l’accordo la GH di Napoli. «Che però prima aveva promesso di assorbire la maggioranza del personale e ora ha lasciato a piedi 450 degli 850 operai», protestano i delegati Ugl. Nell’accordo, sottoscritto anche da Cgil, Cisl e Uil, era stata prevista la tutela di anziani, malati, persone con figli disabili a carico. «Risultato? Hanno licenziato perfino chi stava in chemioterapia», s’arrabbiano gli operai che hanno protestano con cartelli e striscioni davanti al Terminal 3 dello scalo. Intanto Cub Trasporti ha chiesto alla commissione parlamentare antimafia di aprire un’inchiesta sulla gestione degli appalti a Fiumicino.
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