Ryanair : operativo Italia terzo trimestre 2020


Tiennetti

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Non è solo "Italia", ma non sapevo dove metterlo

RYANAIR TO CUT WINTER CAPACITY FROM 60% TO 40% OF PRIOR YEAR CORK, SHANNON, TOULOUSE BASES TO CLOSE FOR WINTER AS FY TRAFFIC GUIDANCE REDUCED TO 38M

Ryanair, Europe's largest airline, today (Thurs 15th Oct) released its revised winter schedule. Due to increased flight restrictions imposed by EU Govts, air travel to/from much of Central Europe, the UK, Ireland, Austria, Belgium and Portugal have been heavily curtailed. This has caused forward bookings to weaken slightly in Oct, but materially in Nov & Dec.

In light of these weaker bookings, and Ryanair's plan to operate with a 70% load factors, Ryanair has today further reduced its winter schedule (Nov - Mar) taking capacity down from 60% to 40% of prior year. Ryanair expects to maintain up to 65% of its winter route network, but with reduced frequencies. In addition to the winter closure of bases in Cork, Shannon, and Toulouse, Ryanair has announced significant base aircraft cuts in Belgium, Germany, Spain, Portugal and Vienna.

With this greatly reduced winter capacity and load factors of approx. 70%, Ryanair now expects full year (FY21) traffic to fall to approx. 38m guests, although this guidance could be further revised downwards if EU Govts continue to mismanage air travel and impose more lockdowns this winter.

Ryanair's Group CEO Michael O'Leary said:

"We have continued to flex our capacity in Sept & Oct to reflect both market conditions and changing Government restrictions, with the objective of sustaining a 70% load factor, which allows us operate as close to breakeven as possible and minimise cash burn. While the Covid situation remains fluid and hard to predict, we must now cut our full year traffic forecast to 38m guests.

While we deeply regret these winter schedule cuts they have been forced upon us by Government mismanagement of EU air travel. Our focus continues to be on maintaining as large a schedule as we can sensibly operate to keep our aircraft, our pilots and our cabin crew current and employed while minimising job losses. It is inevitable, given the scale of these cutbacks, that we will be implementing more unpaid leave, and job sharing this winter in those bases where we have agreed reduced working time and pay, but this is a better short term outcome than mass job losses. There will regrettably be more redundancies at those small number of cabin crew bases, where we have still not secured agreement on working time and pay cuts, which is the only alternative. We continue to actively manage our cost base to be prepared for the inevitable rebound and recovery of short haul air travel in Europe once an effective Covid-19 vaccine is developed.

In the meantime, we urge all EU Governments to immediately, and fully, adopt the EU Commission's Traffic Light System, which allows for safe air travel between EU states on a regional basis to continue (without defective travel restrictions) for those countries and regions of Europe, who are able to demonstrate that their Covid case rates are less than 50 per 100,000 population."
 
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Fewwy

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Se fossi nel team di PR in Alitalia, ne approfitterei per un bel po' di infografiche di paragone con la compagnia irlandese (numero 1 in Europa!): è palpabile un netto miglioramento dei dati rispetto all'anno scorso.
[/cazzata]
 

sdogato

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Comparse oggi 2 nuove rotte FR da PEG. PEG-SUF e PEG-CAG frequenze bisettimanali, prenotabili da subito, dall'inizio di dicembre...
 
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Se fossi nel team di PR in Alitalia, ne approfitterei per un bel po' di infografiche di paragone con la compagnia irlandese (numero 1 in Europa!): è palpabile un netto miglioramento dei dati rispetto all'anno scorso.
[/cazzata]
Netto miglioramento di che cosa?
 

Fewwy

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Netto miglioramento di che cosa?
Nel rapporto pax AZ/pax FR, con il denominatore che si riduce così tanto, la proporzione sicuramente sarà aumentata (presupponendo che il calo di AZ non sarà parimenti importante, considerato il diverso mercato servito e il fatto che volano senza preoccuparsi di fare soldi).
 
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Utente cancellato 177252

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Nel rapporto pax AZ/pax FR, con il denominatore che si riduce così tanto, la proporzione sicuramente sarà aumentata (presupponendo che il calo di AZ non sarà parimenti importante, considerato il diverso mercato servito e il fatto che volano senza preoccuparsi di fare soldi).
E' gia fallita prima di ricominciare!
 

morientes

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Mettiamoci anche le 12 rotte intra-UK che RYR cesserà di operare dal 1/1 a causa della Brexit. MoL non si è detto molto contento di ciò...
 

OneShot

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OneShot

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Quindi leggendo suddetto articolo, la CAA pretende che i voli nazionali vengano operati con aeromobili immatricolati G-, ma RYR ne ha solo uno, risultando praticamente impossibile operare le dofici rotte con jn solo A/M.
 

Cesare.Caldi

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17 nuove rotte da Napoli
il comunicato: https://www.aeroportodinapoli.it/do...WR31NuTzxbZsqyAe7VirIt-L67xVdbuHpPBlSb0NN3FGc
C'è chi riduce basi e si ritira e altri che ne approfittano...
 

leerit

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Questione di regole, italiane, irlandesi e comunitarie, di soldi, tanti, in questo caso almeno quattro milioni di euro, di prospettive, perché se passa una certa disciplina su Orio al Serio poi deve valere per tutta Italia, e anche di tempi della giustizia. La Corte di Cassazione ha (quasi) ribaltato adesso, a otto anni dal primo accertamento, i verdetti di primo grado del tribunale di Bergamo e di secondo grado, della Corte d’Appello di Brescia, sulle contestazioni dell’Inps e dell’Inail alla compagnia irlandese: mancati versamenti di contributi e di coperture assicurative in Italia, perché 219 lavoratori di stanza all’aeroporto di Orio venivano pagati e trattati, a livello contrattuale, secondo le norme e la fiscalità irlandese, con risparmi non indifferenti (anche più del 50%).


I verdetti
A Bergamo e in Appello la compagnia l’aveva spuntata, ma ora la Cassazione «chiede alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea di pronunciarsi, in via pregiudiziale, sulla questione di interpretazione del diritto dell’Unione indicata in motivazione». E in particolare sulla «nozione di persona occupata prevalentemente nel territorio dello Stato membro nel quale risiede», contenuta nel regolamento comunitario 1408 del 1971, che è il perno di tutta la vicenda. «Ritiene questa Corte che alla luce degli accertamenti in fatto compiuti nei precedenti gradi del giudizio principale, vada anche vagliata la possibilità di inquadrare la fattispecie all’interno della previsione contenuta nell’articolo 14 del regolamento: “La persona occupata prevalentemente nel territorio dello Stato membro nel quale risiede è soggetta alla legislazione di tale Stato, anche se l’impresa da cui dipende non ha né sede né succursale, né rappresentanza permanente in tale territorio”».


I numeri
Una regola che va chiarita e che si innesta in una vicenda giocata anche su altri parametri, collegati a quello che la Corte chiede di chiarire. Inps e Inail avevano fatto valere la legge italiana considerando i servizi e gli uffici di Ryanair a Orio una vera sede distaccata, per di più utilizzata soprattutto da residenti in Italia (e a Bergamo): erano seguiti verbali di accertamento, solo per l’Inps, di 12 milioni, per i 650 lavoratori impiegati in Lombardia, circa 4 milioni su Orio solo per gli anni presi in considerazione dalla prima contestazione (2006-2010), sulla posizione di 219 lavoratori.


I punti da chiarire
La Cassazione, sottolineando l’importanza del passaggio sullo Stato membro in cui si è residenti, commenta comunque anche il resto. «Le nozioni di rappresentanza permanente e succursale non sono definite dal regolamento europeo — scrive la Corte — e devono di conseguenza, essere oggetto di un’interpretazione autonoma». E riporta anche un pronunciamento dell’Europa già nel 2010: «Il rapporto di lavoro del personale navigante di una compagnia aerea presenta un collegamento significativo con il luogo a partire dal quale tale personale adempie principalmente le sue obbligazioni nei confronti del proprio datore di lavoro. Tale luogo corrisponde a quello a partire dal quale detto personale svolge le sue missioni di trasporto, dove ritorna dopo le missioni, riceve le istruzioni e organizza il suo lavoro, nonché quello in cui si trovano i suoi strumenti di lavoro, il quale può coincidere con quello della sua base di servizio». Quindi il testo del regolamento comunitario «là dove richiede che si accerti la prevalenza dell’occupazione sul territorio di un determinato Stato membro al fine di consentirne il collegamento con la legge applicabile, non può ragionevolmente coincidere con la mera nazionalità dell’aereo». E anzi, la Corte richiama una sentenza dell’Europa del novembre 2017, proprio contro Ryanair: in quel caso ai lavoratori belgi che chiedevano di dirimere la questione proprio sul regolamento comunitario, era stato detto che potevano rivolgersi ai tribunali degli Stati in cui svolgevano la maggior parte della loro attività, riconoscendo di fatto quei paesi come sede del luogo di lavoro.


I precedenti
Già a Marsiglia per la compagnia irlandese ci sono stati problemi su questo fronte, in Francia la Corte d’appello di Aix en Provence si è espressa in favore dei lavoratori prima ancora che il caso arrivasse in Europa. Per l’Inps la questione è importantissima, in termini di notorietà della compagnia coinvolta, naturalmente, ma soprattutto di numeri (o probabili incassi), considerando che si tratta della società che negli ultimi dieci anni ha movimentato più mezzi e passeggeri tra gli aeroporti italiani, diventando di fatto la prima azienda di trasporto aereo, oltre le macerie di Alitalia.


La difesa
Ieri abbiamo contattato le Relazioni esterne di Ryanair, senza però ottenere una risposta. La linea che la compagnia punta a far valere in tribunale sul caso Orio e su altre vicende simili (sollevate anche a Roma, per esempio, da Inps e Inail: l’ultimo accertamento è del febbraio 2019), ha sempre fatto riferimento proprio alle regole dell’Unione Europea, e al regolamento del 2008 sulla possibilità di stabilire tra le parti il tipo di regime previdenziale e anche contrattuale. Ma sono le stesse norme comunitarie a specificare che, qualsiasi scelta venga fatta dal datore e dal dipendente, il lavoratore non può comunque essere privato delle disposizioni previste dalla legge in vigore nel paese in cui lavora. O, nel caso delle compagnie aeree, dove presta «prevalentemente la sua opera», come appunto si sta orientando a dire l’Europa nei suoi pronunciamenti degli ultimi anni. Per il prossimo, partito dagli accertamenti dell’Inps a Bergamo, servirà del tempo. E dalle parti dell’aeroporto di Orio, cresciuto per anni grazie soprattutto a Ryanair, non manca l’attenzione sul caso e sulle sue possibili conseguenze.