Sì, lo sapevo. Però ricordavo male su ISP, ho controllato ed aveva (ed ha) voli per la Florida ma non per i Caraibi, quindi non ha la dogana. Nel caso andrebbe installata, come diceva sopra Paolo_61, permettendo di volare da DUB e SNN.E' procedura tipica per Caraibi, Bermuda e normalmente per i voli dal Canada: l'immigrazione per gli USA la si fa nell'aeroporto di partenza e non di arrivo (questo stratagemma, per esempio consente di operare voli verso l'estero da aeroporti non pienamente attrezzati in territorio USA, facendo appunto trattare il volo come domestico).
Il low cost Made in USA è un modello diverso da quello di FR. Proprio per quello una compagnia come Jetblue può pianificare un lungo raggio senza grosse difficoltà senza dover stravolgere il proprio modello aziendale e la percezione di costo dei biglietti dei propri clienti. FR invece dovrebbe rivoluzionare tutto, proprio per questo MOL annuncia ma poi nicchia...Ancora con la favola dei voli IC a 10€. Qualche posto a quella tariffa potrà metterlo pure, ma tutti gli altri pax spenderanno molto di più.
E comunque con la jetBlue che vuole espandersi in quello stesso settore, Ryanair rischia di uscirne con le ossa rotte. B6 è amata dai propri clienti (ogni anno vince premi di vario tipo) e offre servizi d'alta qualità inclusa una simil-Business class tra JFK e LAX, DirecTV con 36 canali, il primo bagaglio gratuito, free catering, un programma di fidelizzazione molto evoluto, e ora pure FlyFi (wi-fi a bordo). Se dovessi scegliere tra le due opterei ad occhi chiusi per B6/JBU.
Basta prendere come esempio Spirit e Frontier, invece di jetBlue e Southwest, per capire quanto la tua visione, e quella di molti altri, del mondo LCC made in USA sia sostanzialmente errata.Il low cost Made in USA è un modello diverso da quello di FR.
Si stava parlando di Jetblue come una LCC e di futuri collegamenti di lungo raggio. È ovvio che non sono tutte uguali e c'è anche chi usa un modello stile FR o anche più estremo, comunque prendo atto che Southwest, Jetblue e altre non sono più da considerare LCC.Basta prendere come esempio Spirit e Frontier, invece di jetBlue e Southwest, per capire quanto la tua visione, e quella di molti altri, del mondo LCC made in USA sia sostanzialmente errata.
Perche' dobbiamo fare per forza polemiche su questo forum? Mi riferisco alla frase "per capire quanto la tua visione, e quella di molti altri, del mondo LCC made in USA sia sostanzialmente errata"...Basta prendere come esempio Spirit e Frontier, invece di jetBlue e Southwest, per capire quanto la tua visione, e quella di molti altri, del mondo LCC made in USA sia sostanzialmente errata.
Dr gio, non è una questione di polemica inutile, bensì un invito a non cadere nella generalizzazione.Perche' dobbiamo fare per forza polemiche su questo forum? Mi riferisco alla frase "per capire quanto la tua visione, e quella di molti altri, del mondo LCC made in USA sia sostanzialmente errata"...
Non so quanto tu conosca la realta' americana, ma personalmente io JetBlue non la considero neanche piu' una LCC, e Southwest ha indubbiamente caratteristiche MOLTO diverse dalle LCC europee. Ne abbiamo parlato tante volte (a cominciare da bagagli in stiva gratuiti e cambi di prenotazione/data o cancellazione di una prenotazione fino a 10minuti prima del volo gratuiti).
Ma anche tra quelle che citi tu con aria un po' saccente (scusa se te lo faccio notare) Spirit non la conosco molto, ma Frontier sicuramente offre voli in connessione e se non mi ricordo male ha anche un programma frequent-flyer. Insomma, anche li' un modello di business lontano anni luce da FR. Quindi di che stiamo parlando? Polemica inutile![]()
Assolutamente d'accordo, e grazie per la precisazioneDr gio, non è una questione di polemica inutile, bensì un invito a non cadere nella generalizzazione.
Non lavoro nel settore, dunque non mi sogno minimamente di ergermi ad esperto illuminato, ma avendo volato parecchio negli USA, con commuter, major e LCC e affini, posso esprimere un giudizio in merito.
Il concetto di low cost negli Stati Uniti non è diverso da quello europeo, ma è il risultato di una maturità di mercato molto distante dalla nostra, oltre che di una differente esigenza di mobilità.
Con la deregulation del trasporto aereo (1978), le compagnie aeree hanno avuto le mani libere dalle ingerenze governative, che imponevano, per ogni rotta tra due stati differenti, tariffe, rotte e frequenze, e, di fatto, ciò ha aperto la concorrenza tra compagnie legacy e quelle minori; mentre le prime restavano a guardare e continuavano a volare sui blindati mercati intercontinentali, parte delle seconde, per sopravvivere, attuava un taglio dei costi sostanziali, sia alle strutture amministrative, sia a livello di servizi offerti, che avrebbe permesso loro di confrontarsi con gli altri player domestici offrendo tariffe sostanzialmente minori. Passano gli anni e anche le major iniziano a tagliare sui servizi offerti (il famoso il caso dell'oliva di AA) per poter rendere sostenibili tariffe più basse, a fronte di una struttura organizzativa grande e complessa, creando sostanzialmente un terreno fertile per la crescita di vettori, come jetBlue e Southwest, che offrono quello che le major offrivano un tempo e a tariffe molto competitive. Poi arriva l'11 settembre, il crollo del mercato mette in crisi le vecchie legacy, che una ad una passano per il chapter 11 per potersi riorganizzare e tornare sul mercato.
Tutto ciò per dire che molte dinamiche, in Europa, non le abbiamo vissute e che il mercato attuale è ancora, per certi versi, immaturo.
Ho preso ad esempio Spirit e Frontier perché sono i vettori più affini ai loro omologhi europei, Ryanair e Easyjet (o Vueling) e per far notare che il mercato non è rappresentato solo da Southwest e Jetblue, vettori a cui spesso si rimanda come modello (da seguire) di LCC Made in USA.
Se Spirit è una ultra low cost sul modello FR (non esiste programma frequent flyer, tutti i servizi, al di fuori del volo, sono a pagamento, non esiste la gestione per animali da stiva, etc..), Frontier è un po' meno estrema, ma il fatto che gestisca transiti non è indice di una distanza sostanziale dal concetto di low cost, lo fa anche Vueling in Europa, così come non lo è il fatto di avere un programma FF. EarlyReturns, il programma di Frontier, è il risultato di un concetto di mobilità diverso dal nostro, in cui, in media, ogni americano compie 2,6 voli l'anno, contro 1,2 voli di noi europei (dati 2011), e, pertanto, garantire la fedeltà di un cliente è basilare per assicurarsi e mantenere quote di un mercato di 821 milioni di movimenti, senza contare l'incoming.
Spero di aver fugato il mio alone di saccente, perché non era voluto, e di essermi spiegato in maniera più chiara possibile.![]()
Post davvero molto interessante per me che conosco poco il mercato interno americano. Grazie FlyKing!Dr gio, non è una questione di polemica inutile, bensì un invito a non cadere nella generalizzazione.
Non lavoro nel settore, dunque non mi sogno minimamente di ergermi ad esperto illuminato, ma avendo volato parecchio negli USA, con commuter, major e LCC e affini, posso esprimere un giudizio in merito.
Il concetto di low cost negli Stati Uniti non è diverso da quello europeo, ma è il risultato di una maturità di mercato molto distante dalla nostra, oltre che di una differente esigenza di mobilità.
Con la deregulation del trasporto aereo (1978), le compagnie aeree hanno avuto le mani libere dalle ingerenze governative, che imponevano, per ogni rotta tra due stati differenti, tariffe, rotte e frequenze, e, di fatto, ciò ha aperto la concorrenza tra compagnie legacy e quelle minori; mentre le prime restavano a guardare e continuavano a volare sui blindati mercati intercontinentali, parte delle seconde, per sopravvivere, attuava un taglio dei costi sostanziali, sia alle strutture amministrative, sia a livello di servizi offerti, che avrebbe permesso loro di confrontarsi con gli altri player domestici offrendo tariffe sostanzialmente minori. Passano gli anni e anche le major iniziano a tagliare sui servizi offerti (il famoso il caso dell'oliva di AA) per poter rendere sostenibili tariffe più basse, a fronte di una struttura organizzativa grande e complessa, creando sostanzialmente un terreno fertile per la crescita di vettori, come jetBlue e Southwest, che offrono quello che le major offrivano un tempo e a tariffe molto competitive. Poi arriva l'11 settembre, il crollo del mercato mette in crisi le vecchie legacy, che una ad una passano per il chapter 11 per potersi riorganizzare e tornare sul mercato.
Tutto ciò per dire che molte dinamiche, in Europa, non le abbiamo vissute e che il mercato attuale è ancora, per certi versi, immaturo.
Ho preso ad esempio Spirit e Frontier perché sono i vettori più affini ai loro omologhi europei, Ryanair e Easyjet (o Vueling) e per far notare che il mercato non è rappresentato solo da Southwest e Jetblue, vettori a cui spesso si rimanda come modello (da seguire) di LCC Made in USA.
Se Spirit è una ultra low cost sul modello FR (non esiste programma frequent flyer, tutti i servizi, al di fuori del volo, sono a pagamento, non esiste la gestione per animali da stiva, etc..), Frontier è un po' meno estrema, ma il fatto che gestisca transiti non è indice di una distanza sostanziale dal concetto di low cost, lo fa anche Vueling in Europa, così come non lo è il fatto di avere un programma FF. EarlyReturns, il programma di Frontier, è il risultato di un concetto di mobilità diverso dal nostro, in cui, in media, ogni americano compie 2,6 voli l'anno, contro 1,2 voli di noi europei (dati 2011), e, pertanto, garantire la fedeltà di un cliente è basilare per assicurarsi e mantenere quote di un mercato di 821 milioni di movimenti, senza contare l'incoming.
Spero di aver fugato il mio alone di saccente, perché non era voluto, e di essermi spiegato in maniera più chiara possibile.![]()
Il principio e': piuttosto di lasciare invenduto un posto, lo regalo.Ancora con la favola dei voli IC a 10€. Qualche posto a quella tariffa potrà metterlo pure, ma tutti gli altri pax spenderanno molto di più.
Farfallina, non ho detto che Southwest e jetBlue siano citate a caso, bensì che come paragone non sia molto calzante se il modello preso in esame è quello di FR.Comunque non è che Southwest o Jetblue sono citate a caso come esempi, parliamo delle due principali compagnie low cost, anche se non lo sono per i servizi. La prima ha oltre 600 aerei in flotta, la seconda un centinaio.
Spirit e Frontier sono invece attorno ai 50 aerei guardando su airfleets.net, sono una rappresentazione ma non possono essere la definizione del modello in contraddizione con chi è molto più grande e fa low cost con un modello diverso.
In realtà l'errore è se si semplifica, ogni compagnia non è che aderisce ad un protocollo ma fa giustamente politiche proprie secondo proprie valutazioni.
Figurati, grazie a te per lo spunto di discussioneAssolutamente d'accordo, e grazie per la precisazioneIl mercato americano e' indubbiamente molto diverso da quello europeo, sia come domanda interna totale e numero di voli pro-capite, maturita' del mercato e realta' che vi operano ed esigenza di mobilita' nel continente. Come hai spiegato molto bene, pertanto, esistono parecchie differenze con i modelli di LCC europee, ed e' giusto non cadere nella generalizzazione.
Grazie a te per averlo lettoPost davvero molto interessante per me che conosco poco il mercato interno americano. Grazie FlyKing!
Rimango dubbioso sul concetto del "vendere a tutti i costi", soprattutto perchè già oggi, al netto delle tasse, le tariffe offerte sul transatlantico sono particolarmente basse e le compagnie fanno fatica a starci dentro con i costi. Vendere a 10 euro piuttosto che avere l'aereo vuoto significa aggiungere peso (pax+bagagli), dunque costi, senza praticamente ritorno economico.Il principio e': piuttosto di lasciare invenduto un posto, lo regalo.
Secondo me funziona. Fidelizzi e fai un sacco di pubblicita', c'e' solo da guadagnare rispetto a volare con LF piu' bassi se piu' di tanto con i prezzi non scendi.
Aggiungo, una politica del genere, se molto diffusa, puo' portare a risultati pericolosi per l'intero settore: si corre il rischio di svendere tanti posti altrimenti invenduti e non riuscire piu' a riempire i posti a tariffa piu' alta (perche' appunto i pax cercheranno le offerte last-minute della stessa aerolinea o della concorrenza). Pertanto, una simile strategia va usata con cautela (sono convinto che tanti aspiranti aviation managers sarebbero capaci di distruggere un intero mercato della domanda con tariffe sbagliate).Rimango dubbioso sul concetto del "vendere a tutti i costi", soprattutto perchè già oggi, al netto delle tasse, le tariffe offerte sul transatlantico sono particolarmente basse e le compagnie fanno fatica a starci dentro con i costi. Vendere a 10 euro piuttosto che avere l'aereo vuoto significa aggiungere peso (pax+bagagli), dunque costi, senza praticamente ritorno economico.
In quale America sei stato? Quella dove vivo io è ancora piena di 757 (gran macchina, per carità) e 767 con interni fatiscenti risalenti agli anni Novanta: sono comparse gli americani che viaggiano su quegli aerei?1) Qualità del servizio. Anche se è migliorata e non poco, per convincere gli americani serve molto ma molto di più perché gli standard qualitativi americani aono più elevati di quelli europei. Conosco americani che si lamentano della Magnifica di Alitalia, figuriamoci cosa succederebbe se viaggiassero con Ryanair.
Mi spieghi cosa vuol dire "l'americano medio sa veramente prendere l'aereo"?L'americano medio, e lo dico per esperienza personale perché oltre ad essere vicino alla cultura americana ho preso vari voli domestici negli USA, sa veramente prendere l'aereo....