Ryanair chiude le basi di Pescara e Alghero, e abbandona Crotone


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aledeniz

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12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Quindi fondare un sistema turistico vincolati ad una compagnia significa fare turismo?
Se è l'unico vettore disposto a volare in quegli aeroporti a quelle cifre, sì.

Ad Alghero come a Trapani senza aereo turisti non ne vedono, tranne forse a Luglio e Agosto. Se la compagnia a cui ti riferisci è quella che offre il prezzo più basso per far arrivare turisti nel territorio, non è che hanno altre alternative, tranne ovviamente quella di non sviluppare il settore turistico.
 

aledeniz

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12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Guarda, tra il 1960 e il 2000 sono verificatesi talmente tante rivoluzioni di carattere culturale e socio-economico che mi sembra quantomeno un azzardo ridurre il fiorire del turismo trapanese a FR e a TPS. Nonostante sarebbe altresì folle non considerarli affatto, i due elementi di cui sopra. Insomma, un po' di equilibrio non guasterebbe.
Come già raccontato, io ho esempi di prima mano, familiari, di gente che, preso il primo aereo per Trapani da Milano a fine anno 90, decise di investire tutti i propri averi, più trovarsi altre risorse, nel turismo, aprendo se non il primo, uno dei primi B&B a Trapani. Volando precedentemente da e per Punta Raisi non avevano mai pensato ad un simile investimento. Perché fino a quando la politica locale non è riuscita ad organizzarsi per promuovere lo sviluppo di Birgi, praticamente nessun trapanese pensava ad investire nel turismo?

Tra l'altro, come fatto notare più volte, i primi a riconoscere la bontà della strategia seguita a Birgi sono i dirigenti del gestore di Punta Raisi, con tanto di dichiarazione di fronte alle telecamera.

Per fare il turismo come lo hanno fatto nell'ultimo quindicennio nel trapanese, bottom up, con centinaia di piccoli investitori che si inventano imprenditori investendo e rischiando i propri risparmi, bisogna in qualche modo portargli i turisti. A me pare chiaro che Punta Raisi, che potenzialmente poteva e potrebbe svolgere quella funzione, per decenni non sia riuscito ad interpretare quel ruolo. E mi pare un dato di fatto.
 

pello

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29 Giugno 2013
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BGY
Restando in Sicilia, il siracusano e il ragusano (prima che aprissero Comiso) come pensi si siano sviluppati? Con la nuova autostrada da Catania; se invece di pensare all'aeroportino casalingo si pensasse a migliorare/ricostruire la viabilità su strada/ferro nei tempi e costi previsti, con due aeeoporti copri tutta l'isola. E finiamola con la palla che una strada costa più di una sovvenzione a FR
 
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flyboy

Guest
Come già raccontato, io ho esempi di prima mano, familiari, di gente che, preso il primo aereo per Trapani da Milano a fine anno 90, decise di investire tutti i propri averi, più trovarsi altre risorse, nel turismo, aprendo se non il primo, uno dei primi B&B a Trapani. Volando precedentemente da e per Punta Raisi non avevano mai pensato ad un simile investimento. Perché fino a quando la politica locale non è riuscita ad organizzarsi per promuovere lo sviluppo di Birgi, praticamente nessun trapanese pensava ad investire nel turismo?

Tra l'altro, come fatto notare più volte, i primi a riconoscere la bontà della strategia seguita a Birgi sono i dirigenti del gestore di Punta Raisi, con tanto di dichiarazione di fronte alle telecamera.

Per fare il turismo come lo hanno fatto nell'ultimo quindicennio nel trapanese, bottom up, con centinaia di piccoli investitori che si inventano imprenditori investendo e rischiando i propri risparmi, bisogna in qualche modo portargli i turisti. A me pare chiaro che Punta Raisi, che potenzialmente poteva e potrebbe svolgere quella funzione, per decenni non sia riuscito ad interpretare quel ruolo. E mi pare un dato di fatto.
La tua ultima frase è, oserei dire, profetica: Palermo ha le potenzialità per assolvere al suo ruolo di catalizzatore di turisti. Bene, facciamo in modo che svolga il suo compito nel migliore dei modi, ed utilizziamo le risorse che ad oggi sono sprecate per tenere aperto l'inutile aeroporto di Trapani per migliorare strade e ferrovia.
 

aledeniz

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12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Restando in Sicilia, il siracusano e il ragusano (prima che aprissero Comiso) come pensi si siano sviluppati? Con la nuova autostrada da Catania; se invece di pensare all'aeroportino casalingo si pensasse a migliorare/ricostruire la viabilità su strada/ferro nei tempi e costi previsti, con due aeeoporti copri tutta l'isola. E finiamola con la palla che una strada costa più di una sovvenzione a FR
Siracusa ha un aeroporto, si chiama Fontanarossa. Il ragusano non è turisticamente sviluppato come il trapanese, e la differenza mi pare chiaramente quella che a Trapani hanno avuto la fortuna di utilizzare il volano dell'aeroporto con almeno una dozzina d'anni di vantaggio. L'ultima volta che ci sono andato, nel 2013, nel Ragusano l'autostrada ancora non c'era.
 

aless

Moderatore
12 Settembre 2006
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Come già raccontato, io ho esempi di prima mano, familiari, di gente che, preso il primo aereo per Trapani da Milano a fine anno 90, decise di investire tutti i propri averi, più trovarsi altre risorse, nel turismo, aprendo se non il primo, uno dei primi B&B a Trapani. Volando precedentemente da e per Punta Raisi non avevano mai pensato ad un simile investimento. Perché fino a quando la politica locale non è riuscita ad organizzarsi per promuovere lo sviluppo di Birgi, praticamente nessun trapanese pensava ad investire nel turismo?
Ti ripeto che quello che hanno sperimentato i tuoi familiari è frutto di una moltitudine di stravolgimenti culturali e socio-economici che vanno ben oltre la presenza o meno di uno scalo aeroportuale. Il primo aereo a TPS alla fine dei '90 è cioè l'infinitesima parte di un tutto. Ha contribuito, certamente, ma non ruoto tutto solo attorno a quell'aspetto.
Non farmi insultare la tua intelligenza facendomi continuare con la spiegazione. :)

Per fare il turismo come lo hanno fatto nell'ultimo quindicennio nel trapanese, bottom up, con centinaia di piccoli investitori che si inventano imprenditori investendo e rischiando i propri risparmi, bisogna in qualche modo portargli i turisti. A me pare chiaro che Punta Raisi, che potenzialmente poteva e potrebbe svolgere quella funzione, per decenni non sia riuscito ad interpretare quel ruolo. E mi pare un dato di fatto.
1) nessuno dice che il modello non abbia senso, qua diciamo solo (tipo da anni ormai) che non è del tutto detto che il modello sia sostenibile nel lungo periodo, e quantomeno senza arrivare a paradossi per cui o paghi FR o paghi la manutenzione degli acquedotti;

2) a maggior ragione in un posto come TPS, dove davvero si potrebbe concetrare tutto su PMO, potenziare le infrastrutture viarie, e creare un'economia di scala che vada al di là di miopie, campanili, e isterismi.
 

D960

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19 Aprile 2014
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Se è l'unico vettore disposto a volare in quegli aeroporti a quelle cifre, sì.

Ad Alghero come a Trapani senza aereo turisti non ne vedono, tranne forse a Luglio e Agosto. Se la compagnia a cui ti riferisci è quella che offre il prezzo più basso per far arrivare turisti nel territorio, non è che hanno altre alternative, tranne ovviamente quella di non sviluppare il settore turistico.
Ciò che descrivi è una soluzione tampone e non è un caso che quando FR abbia levato baracche e burattini la situazione sia peggiorata - aspetto comunque dati certi. Se avessero creato un sistema turismo a lungo termine, questi effetti non si sentirebbero più di tanto. Onestamente mi fanno impallidire le persone che si lamentano di non poter volare xwz con pochi soldi e periodicamente l'acqua non scorre nemmeno nelle tubature. Roba da terzo mondo che mi fa incazzare come una bestia perché si è perso totalmente il senno e la capacità di capire cosa sia più importante o meno.
 

aledeniz

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ale.riolo.co.uk
periodicamente l'acqua non scorre nemmeno nelle tubature.
L'acqua a Trapani non scorreva nelle tubature prima dello sviluppo dell'aeroporto, e non scorre nemmeno dopo.

E non è colpa degli amministratori locali, se ci limitiamo al comune di Trapani. Trapani è nata su un'isolotto (tal quale Siracusa) circondato da chilometri di paludi salmastre, circondate da quelle che fino al XVIII secolo erano vere e proprie savane. Acqua in zona non ce n'è mai stata, si è raccolta l'acqua piovana fino a pochi anni prima della mia nascita, e quella spesso salmastra dei pozzi anche dopo. L'unico acquedotto storico, costruito grazie a Re Filippu u piatusu nel 1603, si faceva 17km di archi per alimentare 4 fontane pubbliche. Verso la fine degli anni 60 del XX secolo i politici locali riuscirono ad acquistare delle sorgenti ad un centinaio di chilometri di distanza, Bresciana, ed a costruire il relativo acquedotto. Negli anni a seguire, la Regione Siciliana ha più volte attinto a quelle sorgenti per dissetare decine di comuni che invece di fare da se, si erano affidati all'ente acquedotti regionale. Sulla stampa locale le guerra dell'acqua tra i vari sindaci di Trapani e i sindaci delle comunità limitrofe miracolate dalla regione sono un evergreen, soprattutto d'estate.

Non c'è di conseguenza alcun incentivo per un comune ad investire in acquedotti, perché la Regione Siciliana quasi certamente se ne approfitterà. Idem per i rifiuti. Gli amministratori del comune di Trapani si sono fatti la loro bella discarica, pianificandone l'utilizzo su un certo numero di anni, senza fare i conti con l'emergenza rifiuti a Palermo, ed il conseguente atto d'imperio della Regione Siciliana, che ha riempito le vasche, e non ha pagato il conto. I trapanesi con i loro soldi si sono costruiti altre vasche, che quest'anno con un altro atto di imperio la Regione ha requisito per conferire i rifiuti di mezza Sicilia occidentale, per via del fallimento delle varie privatizzazioni consortili mandate dalla regione, da cui il comune di Trapani si era tenuto fuori tramite una lunghissima battaglia, caso unico in Sicilia. Con tutti i soldi che la Regione Siciliana deve a Trapani per lo smaltimento rifiuti, i contribuenti trapanesi potrebbero evitare di pagare la tassa per i rifiuti per anni.

La ciliegina sulla torta è stata la Regione Siciliana che ha trasformato le ex provincie in liberi consorzi di comuni, ed invece di lasciare le azioni del gestore dell'aeroporto di Birgi nelle mani del libero consorzio, com'era logico che fosse, se ne è appropriata, immagino per favorire la privatizzazione del gestore di Punta Raisi.
 
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aledeniz

Bannato
12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Se avessero creato un sistema turismo a lungo termine
Mi spieghi come fai a creare un sistema turismo a lungo termine, se non arrivano turisti?

Dove è l'incentivo ad investire per il privato, se non ci sono turisti?

Qui non parliamo del Lago di Garda, o delle Dolomiti, ad una manciata di ore di auto o treno da decine tra le più ricche regioni europee.
Da Monaco a Trapani sono oltre 30 ore di treno. E ci vogliono dai 5 agli 8 cambi.

Qui parliamo di distretti estremamente periferici, sostanzialmente irraggiungibili dal turista medio senza un aeroporto. Recentemente mi hanno segnalato un libro di un tipo che si era fatto tutte le ferrovie italiane. Beh, tutte tranne una: arrivato a Palermo, 5 ore per raggiungere Trapani in treno gli sono parse troppe, ed ha tralasciato quell'unica tratta. E questo era uno che si stava scrivendo un libro che aveva come oggetto viaggiare in tutte le ferrovie italiane.

Mi dirai, usiamo Punta Raisi. Ma Punta Raisi è aperto dal 1960, ed i turisti non li ha mai fatti arrivare nel Trapanese. Qualcuno a Luglio ed Agosto magari sì, ma basta. Senza lo sviluppo dell'aeroporto di Birgi, il settore turistico nel Trapanese non si sarebbe mai sviluppato.

Ed Alghero è probabilmente messa anche peggio di Trapani, altro che 30 ore da Monaco.
 

aledeniz

Bannato
12 Marzo 2010
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Wimbledon
ale.riolo.co.uk
Ed Alghero è probabilmente messa anche peggio di Trapani, altro che 30 ore da Monaco.
E visto che parliamo di Alghero, mi hanno appena pubblicato questo su Alguer.it (nel mio blog sullo stesso articolo ho messo una foto di Renzi :cool:):

Piccoli aeroporti, perché non finanziate le fondazioni
Da una quindicina d'anni a questa parte il governo italiano ha adottato misure che penalizzano i piccoli aeroporti aperti al traffico civile. Durante la lunghissima saga della redazione e approvazione del piano nazionale degli aeroporti, è diventato abbastanza chiaro come sia un obiettivo strategico di diversi governi italiani la riduzione e chiusura di questi aeroporti minori. Per una serie di ragioni, a volte politiche a volte contingenti, una pattuglia di questi aeroporti è riuscita ad ottenere una sospensione almeno temporanea dell'intervento della mannaia governativa, e sono stati lasciati a bordo, non del tutto di buon grado. Tra questi aeroporti, considerati al momento di interesse nazionale, a condizione che riescano a promuovere una vocazione funzionale ed una specializzazione chiaramente riconoscibili, e che soprattutto riescano a raggiungere l'equilibrio economico-finanziario tendenziale in un triennio, vi sono aeroporti al momento sinceramente con poche speranze di sopravvivenza come Brescia, Crotone o Taranto, ma anche tanti aeroporti che sono fondamentalmente mandati fuori mercato dall'eccessiva imposizione fiscale aeroportuale. Tra questi soprattutto Alghero, Brindisi, Genova e Trapani, e forse anche Ancona, Comiso, Pescara, Perugia, Reggio Calabria e Trieste.

Gli enti locali di alcune delle comunità servite da questi aeroporti, per incentivarne lo sviluppo, negli ultimi anni hanno investito milioni di euro, per scontare i costi aeroportuali ed incentivare i vettori a basso costo ad aprire rotte. Il tutto vanificato dall'operato del governo, che ha continuato a sua volta ad innalzare la pressione impositiva mitigando o annullando l'effetto degli investimenti pubblici locali. A proposito del governo: il principale azionista del gestore degli aeroporti di Pisa e Firenze, Corporación América, oltre ad essere indirettamente uno dei maggiori azionisti del gestore dell'aeroporto di Trapani, ed uno dei principali indiziati a candidarsi per gestire il frutto di un possibile matrimonio di questo con il gestore dell'aeroporto di Palermo, ha finanziato con 25 mila euro la Fondazione Open, nel cui consiglio direttivo siedono Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti, in pratica il cerchio magico del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, fondazione che a quanto pare organizza l'annuale convegno politico all'ex stazione Leopolda di Firenze.

Questa cosa mi ha fatto venire in mente una idea, e di conseguenza mi viene di dare un suggerimento ai gestori dei piccoli aeroporti, ed ai rappresentanti politici delle comunità e dei territori da questi serviti: invece di spendere decine di milioni di Euro in contributi di co-marketing, per vederli poi osteggiati dall'Unione Europea e vanificati dai continui incrementi dell'imposizione fiscale aeroportuale, perché invece non vi associate, fate una colletta, ed iniziate a finanziare le fondazioni dei politici? Scegliete due o tre fondazioni tra governo e opposizione, sceglietele bene, finanziatele con un centinaio di migliaia di Euro all'anno, suggerendo nel frattempo che vedreste di buon occhio l'abolizione, almeno per quanto riguarda gli aeroporti minori, di imposte come l'addizionale comunale e l'imposta sul valore aggiunto sui diritti d'imbarco di passeggeri sulle aeromobili, imposte regressive che a volte sono sufficienti a mandare fuori mercato questi aeroporti. Male che vada, perderete poche centinaia di migliaia di Euro, ma se riuscirete ad influenzare il governo, o almeno a farlo riflettere sulle vostre sacrosante ragioni, potreste nella migliore delle ipotesi riuscire a risparmiare decine di milioni di Euro dei contribuenti e dei vostri investitori privati.
da http://notizie.alguer.it/n?id=106177
 

aless

Moderatore
12 Settembre 2006
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Vabe, dopo questa perla di giornalismo d'assalto penso che possiamo anche chiudere.

Grazie a tutti e alla prossima.
 
Stato
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