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20 febbraio 2016
Rigotti: «Meridiana non sarà la low-cost di Qatar»
di Mara Monti
«Meridiana non diventerà la compagnia low cost di Qatar Airways. Insieme al partner puntiamo sul settore cargo e sul rafforzamento del network anche nel lungo raggio». Marco Rigotti, docente della Bocconi e presidente di Meridiana, è il rappresentate di Akfed, il fondo dell'Aga Khan. Di ritorno da Roma, Rigotti è reduce dalla lunga trattativa sindacale sugli esuberi come chiesto da Qatar Airways per entrare con una quota del 49% nel capitale della compagnia. Una trattativa serrata che deve essere chiusa entro la fine di marzo prima della scadenza della cassa integrazione.
Il piano indica 900 esuberi in Meridiana Fly e Meridiana Maintenance. C'è spazio per ridurre quel numero?
Se facciamo l’accordo sì. Il piano industriale a tre anni che abbiamo delineato contiene aspetti di rigore, ma anche di rilancio di Meridiana attraverso l’utilizzo più intenso della flotta, l’ampiamento del network con il riposizionamento sulle connessioni business e di lungo raggio, rilanciare le attività cargo con nuove rotte e 4 aerei dedicati. Qatar Airways rappresenta l’unica opzione: senza l’accordo gli esuberi ci saranno ugualmente, ma senza prospettive di crescita.
Che cosa succederà a Air Italy?
Il partner ci ha posto una condizione: creare una compagnia aerea competitiva. Questo principio dovrà applicarsi a tutte le società, e in particolare a Meridiana fly e Meridiana Maintenance. Nella trattativa non abbiamo chiesto un unico contratto per i due vettori, ma una riduzione dei costi e la possibilità di adottare part time verticale, mobilità volontaria e la possibilità di essere assunti dal Qatar per potenziare il cargo.
Come avete convinto Qatar Airways ad allearsi con voi?
Un ruolo decisivo lo ha giocato il Governo. Meridiana non avrebbe avuto alcuna prospettiva di crescita stand alone: la concorrenza delle compagnie low cost ci ha costretto ad abbandonare rotte storiche servite da aeroporti come Bologna, Firenze, Verona e Catania. Altri vettori erano interessati ad intervenire rilevando soltanto alcuni assett. Poteva essere una mossa per fare cassa, ma senza prospettive di sviluppo. Il Qatar è interessato ad investire in Italia e l’accordo con Meridiana rappresenta un ulteriore tassello (Qatar Airways detiene già il 10% di Iag, ndr) con cui entrare in Europa in un settore strategico come il trasporto aereo. Il vettore ha grandi potenzialità di crescita con una flotta di 163 aerei a medio e lungo raggio e altrettanti in ordine.
Il settore del trasporto aereo sta vivendo un momento d'oro aiutato dal petrolio. Meridiana però non ha approfittato di questa positiva congiuntura e la compagnia continua a perdere. Come pensate di aggiustare i conti?
I risultati preliminari nel 2015 vedono le perdite operative lorde ridursi di 65 milioni a 20 milioni rispetto al 2014, con un fatturato di 400 milioni rispetto ai 500 milioni dell’anno precedente, a fronte di quasi 3 milioni di passeggeri trasportati. Risultati che derivano da un lato dal calo del costo del carburante, ma anche dalla riduzione dell’attività: molte rotte sono state chiuse perché in perdita, con la riduzione conseguente della flotta. Quest'anno l'obiettivo è di portare il risultato aziendale a un break even operativo. Se l’accordo con Qatar Airways sarà perfezionato, dal prossimo autunno potremo cominciare a rafforzare il network. Non sarà un piano traumatico: l'attuale flotta composta da Boeing 737, Boeing 767 e MD82 verrà mantenuta e sostituita al momento opportuno.
Quale sarà l'apporto finanziario di Qatar Airways?
Su questo punto c'è una clausola di riservatezza. Del resto, il memorandum of understanding siglato non è vincolante e le parti possono stracciarlo in qualsiasi momento. Per quanto riguarda la struttura societaria, Qatar deterrà il 49% della newco costituita dagli asset apportati da Alisarda Holding ovvero Meridiana Fly, Meridana Maintenance e Air Italy, che insieme rappresentano parte del 51% che farà capo ad Alisarda. Akfed si accollerà parte dei debiti, oltre ad avere negli ultimi sette anni ripianato perdite per centinaia di milioni. Dall'accordo resta escluso l'aeroporto di Olbia che continuerà ad essere controllato all'80% da Alisarda.
Quali probabilità ci sono che si arrivi alla firma dell'accordo?
Siamo ottimisti, ma bisogna fare in fretta, non ci sono alternative. Il traffico aeronautico si sta spostando verso l'Asia e per questo il nostro partner è strategico. E’ una sfida che vogliamo vincere
20 febbraio 2016
Il Sole 24 Ore