Norwegian: nuovo piano di salvataggio


EI-MAW

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25 Dicembre 2007
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A forte rischio tutte l’attività di lungo raggio nella società ristrutturata secondo le volontà degli azionisti.

Da ch-aviation:

Although Norwegian (DY, Oslo Gardermoen) shareholders backed the troubled carrier’s restructuring plans last week, its creditors have said they are not happy with the legal process's pace. The airline’s executives have given themselves one month to complete the plans, including deciding the fate of its long-haul operations.

As previously reported, Norwegian has obtained the support of its shareholders in an extraordinary general meeting for its restructuring plan, including the issuance of new shares and debt conversion.

It expects to produce a precise rescue plan early in 2021, with a probable share issue towards the end of February. The newspaper Dagens Næringsliv put the likely deadline for the plan, in which the company will probably have to decide how many aircraft are involved if it survives bankruptcy protection, on January 22.

Sources told the newspaper that some of the airline’s board members had been adamant that a relaunched Norwegian must permanently end unprofitable long-haul operations and instead focus on Norway, the Nordic markets and choice routes in Europe. According to the ch-aviation capacities module, Norwegian currently operates just 19 routes, all of them within Scandinavia.

Despite intense speculations on the issue in the local media and among analysts, chief executive Jacob Schram insisted that no decision on the fate of long-haul had yet been made.

“I have noticed that there has been a lot of speculation about it. No decision has been made, but it is an important topic which is natural for the board to discuss. It’s not appropriate for us to take a position on it right now, but it is clear that we must take a position on it during the examinership process and it also depends on the interest of investors.”

Lars-Daniel Westby, an analyst at Oslo-based Sparebank 1 Markets, told Dagens Næringsliv that he believed Norwegian must know that its long-haul operations cannot continue, stressing: “Norwegian must put a credible business plan to the court in Ireland, and it must convince the court that the plan is profitable.”

Through the examinership process, the Irish courts will decide whether Norwegian can undertake its restructuring plans for which it must have evidence of a potentially profitable business plan.

However, lessors are seeking more information from Norwegian on its plans to cut its fleet, the Irish Times reported from the High Court of Ireland on December 18. They are waiting for an answer on how many aircraft it will operate in 2021 and 2022.

Lawyers for the lessors, including AerCap, SMBC Aviation Capital, and Bank of China, who are owed most of the EUR4 billion euros (USD4.9 billion) the Scandinavian group is in debt to creditors for, told the court that their clients want to know as early as possible Norwegian’s plans to cut its fleet. They said Norwegian had already said to them that the restructuring could involve aircraft being returned to them.
 

Viking

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Close to de siti eirport
Concordo, per trovare qualcuno disposto a prenotare i prezzi dovevano essere molto piu' bassi considerato il rischio che si corre.
Quindi Cesare tu non hai prenotato, anche se ricordo un tuo post che invitavi a comprare biglietti (anche da non usarsi) solo per aiutare le compagnie. Certo che se non hai convenienza col piffero che apri il portafogli.
 

B787

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VCE
❗NORWEGIAN ABBANDONA IL LUNGO RAGGIO

Una 50ina di aerei previsti in flotta per concentrarsi sulle operazioni Europee.

 
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❗NORWEGIAN ABBANDONA IL LUNGO RAGGIO

Una 50ina di aerei previsti in flotta per concentrarsi sulle operazioni Europee.

Non e' proprio una sorpresa. Se guardiamo al profit margin inteso come EBIT/revenues, dal 2009 al 2013 Norwgian faceva, in media, il 5%. Non esaltante (Ryanair faceva il triplo), ma erano anni di petrolio a $150 al barile e, comunque, il suo competitor principale SAS perdeva denaro come un colabrodo.

Dal 2014 al 2019, anno in cui sono iniziati ad arrivare i 787 e hanno iniziato le operazioni a lungo raggio, Norwegian ha perso in media il 2% ogni anno. In soldoni, l'EBIT della compagnia per quegli anni e' -4.239 milioni di corone norvegesi o 400 milioni di euro. Vero, roba che Alitalia perde in un anno ma che, in una compagnia privata e non foraggiata a cottimo dallo stato, non sono numeri buoni.

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Flyflyfly

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Era abbastanza scontato. Mi chiedo ora se vorranno continuare anche su Roma o i colleghi saranno lasciati nel dimenticatoio.
 

Qantaslink

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Altra vittima della situazione per le vicende economiche che attraversava, poi il MAX fermo in Egitto e per finire il colpo di grazia del virus.

Mi dispiace molto con tutto il cuore Monarch, Fly be, Bmb baby(non so se ho scritto bene), speravo in un futuro che le cose si sistemavavo. Ma la situazione è di male in peggio.:(

Solidarietà a tutti i dipendenti anche di altre del settore aereonautico che hanno perso il lavoro a causa delle restrizioni.
 
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Cesare.Caldi

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N/D
Aerei, la fine dei voli intercontinentali low cost: Norwegian Air si concentra solo sull’Europa
di Leonard Berberi 14 gen 2021

Ci sono voluti tre anni e una pandemia per dare quasi ragione a Michael O’Leary, il patron di Ryanair. Dal 16 gennaio 2021 Norwegian Air smette di essere una compagnia nota per i voli a basso costo tra l’Europa e gli Stati Uniti e si concentra sulla sua sopravvivenza e su una rete di collegamenti prettamente europei. Circa duemila persone — alcune anche in Italia — ora sono in esubero, mentre la società chiederà ulteriori aiuti pubblici per superare l’inverno più difficile della storia del trasporto aereo. «Abbiamo deciso che il lungo raggio non fa più parte del nostro piano industriale», ha spiegato Jacob Schram, amministratore delegato di Norwegian Air.

Il modello
Il vettore norvegese — creato nel 1993 e con emanazioni in Svezia, Irlanda, Regno Unito e persino Argentina — chiude così in Europa l’era dei voli low cost intercontinentali, come peraltro anticipato dal Corriere lo scorso aprile. Quella che, copiando il modello offerto da Ryanair ed easyJet sulle tratte brevi e medie, offriva tariffe convenienti per volare nelle grandi città americane, ma trasformando in extra — a pagamento — ogni servizio di bordo tipico dei vettori tradizionali come la scelta del posto, l’imbarco del bagaglio in stiva, il pasto, persino la coperta per stare al caldo durante le traversate oceaniche. Lo stop avviene meno di otto anni dopo dal primo volo intercontinentale a basso costo da Oslo per New York il 30 maggio 2013.

I problemi
Il coronavirus è soltanto l’ultimo dei problemi in ordine di tempo. I conti di Norwegian Air avevano già iniziato a vacillare da tempo, a causa anche dell’alto indebitamento (oltre 7 miliardi di euro) per comprare o noleggiare i nuovi Boeing 787 Dreamliner (per i voli intercontinentali) e i 737 Max per le rotte brevi e medie, per non parlare dei problemi ai motori avuti da alcuni Dreamliner. Poi è arrivato proprio il fermo dei 737 Max — che l’aviolinea usava pure per i collegamenti tra Irlanda e Usa — dopo i due incidenti in Indonesia ed Etiopia che ha costretto l’azienda a prendere a noleggiare altri aerei. Infine è scoppiata la pandemia: ad oggi Norwegian Air usa 6 dei suoi 138 aerei per le tratte all’interno della Scandinavia.

Il piano industriale
Nel nuovo business plan il rilancio è basato su 50 aerei nel 2021 — tutti a corridoio singolo — e su collegamenti che non lasciano i confini europei. L’anno prossimo la flotta dovrebbe crescere attorno ai 70 velivoli, si legge nella nota ufficiale. Nella lettera che Guro H. Poulsen, vicepresidente esecutivo del personale di Norwegian Air, ha inviato ai suoi dipendenti — e della quale il Corriere della Sera è entrato in possesso — viene fissata anche la data di chiusura delle attività di lungo raggio, ma con un errore: il 15 gennaio 2021. Anche se in realtà il messaggio contiene un refuso, indicando l’anno sbagliato (2020). Vengono così chiuse anche le unità locali negli Usa, in Francia, nel Regno Unito (compresa la base di Londra Gatwick) e in Italia.

In Italia
Nel nostro Paese i voli intercontinentali di Norwegian Air si concentravano su Roma Fiumicino, mossa che ha dato non poco fastidio alle operazioni di Alitalia. Il 9 novembre 2017 era decollato dalla capitale il primo collegamento diretto low cost di lungo raggio dall’Italia con destinazione New York/Newark. Poi l’offerta è stata ampliata con voli per Los Angeles, San Francisco/Oakland e Boston. Tre di questi — New York, Los Angeles e Boston — in diretta competizione proprio con il vettore tricolore.

I Boeing 787
Proprio Alitalia — o meglio: alla nuova compagnia aerea italiana guidata da Italia Trasporto Aereo — potrebbe finire per prendere una parte dei Boeing 787 usati da Norwegian Air: la maggior parte dei 35 aeromobili usati dai norvegesi infatti sono stati presi a noleggio e i 787 potrebbero finire per rinnovare la flotta di lungo raggio di Alitalia, ora con costi di leasing più bassi a causa del coronavirus e dell’eccesso di offerta di aerei. «Il segmento del lungo raggio è stato volative e di fatto sempre in perdita per noi sin dal lancio, nel 2013», ha spiegato a Reuters Geir Karlsen, il capo delle finanze di Norwegian Air.

La previsione di Ryanair
Nel settembre 2017 Michael O’Leary, numero uno di Ryanair, aveva vaticinato il fallimento di Norwegian Air per quell’inverno. Una previsione ripetuta anche negli anni successivi, confermando il periodo di stop, e opposto ai piani precedenti della principale low cost europea che pensava di raggiungere un accordo proprio con i norvegesi per alimentare i loro voli di lungo raggio. Così non è stato e ognuno è andato per la propria strada. Le tensioni tra i due vettori si sono ri-acutizzate quando la crisi d’immagine autunnale di Ryanair ha portato Norwegian Air a fare campagna acquisti tra i piloti per impiegarli nei propri Boeing 737.

Le rivali
La decisione dei vertici di Norwegian Air di fermare le rotte intercontinentali (che ad oggi continuano a viaggiare ai minimi storici a causa dei blocchi tra i Paesi) arriva così dopo i fallimenti — a tratti spettacolari — di altre compagnie low cost intercontinentali come l’islandese Wow Air e la danese Primera Air. Ma non senza aver costretto prima i vettori tradizionali a rivedere la loro offerta per contrastare l’avanzata delle nuove rivali. Quasi tutte hanno introdotto così la tariffa «Light» in Economy (costo inferiore alla classica Economy, ma anche meno servizi a bordo), mentre alcune hanno lanciato delle proprie divisioni low cost di lungo raggio come Level (gruppo Iag, holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus) o Joon (Air France).

 

Dancrane

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Alla fine la realtà è che DY cerca di tornare alle origini per salvarsi. Quelle origini che le hanno permesso di racimolare un po' di utili e sopravvivere più che dignitosamente sino all'avvio della sciagurata idea del lungo raggio a basso costo, abbandonando quel settore nel quale certamente sono stati innovativi col loro business model, ma che non è mai stato in grado di reggere economicamente (per mille motivi, ma fondamentalmente per i gravi errori nella scelta della tipologia di leasing di macchine e motori), nonostante "low factor del 95% e la soddisfazione dei clienti": inevitabilmente, il freddo conto economico ha prevalso sulla convinzione che l'affetto della clientela e la raccolta firme su FB avrebbero salvato la compagnia. Lo farà, ci si augura, il radicale cambiamento dell'impresa.
 
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.....(per mille motivi, ma fondamentalmente per i gravi errori nella scelta della tipologia di leasing di macchine e motori)...
Non sono molto d'accordo con questa affermazione: macchina e motori sarebbero dovuti essere vincenti, economici e versatili, quindi la scelta era ottima. Peccato per i problemi insorti a posteriori che, visto la flotta monomarca, hanno significato grossi disservizi. E chi se lo aspettava?
Certo, col senno del poi, iniziare con una 15ina di 340 strappati a 4 soldi dai tritarifiuti, o meglio, negoziati con Airbus per poi passare al mittticco 350, sarebbe stato forse un approccio più cauto?
 

airblue

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Il business model del vettore doveva rimanere legato al nome...Norwegian, ossia voli domestici in Norvegia e leisure/biz/etnico dalla Norvegia verso Europa, mediterraneo, nord Africa e medio Oriente e replicare poi il medesimo modello in Svezia, Danimarca, Finlandia e Repubbliche Baltiche. C’era spazio per avere tranquillamente un 100/120 aerei.
 

Dancrane

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Non sono molto d'accordo con questa affermazione: macchina e motori sarebbero dovuti essere vincenti, economici e versatili, quindi la scelta era ottima. Peccato per i problemi insorti a posteriori che, visto la flotta monomarca, hanno significato grossi disservizi. E chi se lo aspettava?
Certo, col senno del poi, iniziare con una 15ina di 340 strappati a 4 soldi dai tritarifiuti, o meglio, negoziati con Airbus per poi passare al mittticco 350, sarebbe stato forse un approccio più cauto?
Tipologia di leasing, non di macchina...
 

Viking

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Il business model del vettore doveva rimanere legato al nome...Norwegian, ossia voli domestici in Norvegia e leisure/biz/etnico dalla Norvegia verso Europa, mediterraneo, nord Africa e medio Oriente e replicare poi il medesimo modello in Svezia, Danimarca, Finlandia e Repubbliche Baltiche. C’era spazio per avere tranquillamente un 100/120 aerei.
7 paesi minuscoli concentrati in un fazzoletto di terra e mare. Tutto questo movimento non lo vedo (sarebbe interessante trovare i numeri).