Meridiana : interessamento di Qatar Airways


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flyboy

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Fa ricavi o fa utili?
A casa mia, il 100% delle rotte fatte da chiunque fa ricavi.

Al di fuori della polemica, ci sarebbero dati più precisi su questa interessante info?
Relata refero (e a tal fine ho evidenziato opportunamente il virgolettato).
Fuor di polemica, credo che al di là del termine utilizzato, il senso sia chiaro, per chi lo vuole capire.
 

D-GODE

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28 Dicembre 2010
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Torino
Relata refero (e a tal fine ho evidenziato opportunamente il virgolettato).
Fuor di polemica, credo che al di là del termine utilizzato, il senso sia chiaro, per chi lo vuole capire.
Mi permetterai che un Presidente dovrebbe essere un pelino più preciso...

Comunque hai ragione, il senso è chiaro. E pare una notizia veramente di rilievo, significa che le prospettive di rilancio (o quanto meno di rimanere in vita) ci sarebbero se si mantenesse in vita il solo network Air Italy (come peraltro mi sembra accadrà).
Lungi da me fare osservazioni su di chi sia la responsabilità, sulla quale non mi pronuncio, quello che mi sembrava importante è che ci fosse questo dato.
 

Cataplomosifone

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7 Ottobre 2011
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Su Rainews24 gira la news della revoca della mobilità per 1.634 dipendenti dopo l'incontro tra Meridiana e il ministro Lupi
 
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flyboy

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Meridiana: ok azienda a revoca mobilità
Compagnia aerea disponibile a percorso tracciato da governo

Il governo scende in campo per allontanare lo spettro licenziamenti in Meridiana e l'azienda revoca la procedura di mobilità per i 1.634 dipendenti coinvolti. E' questo l'esito del tavolo istituzionale convocato dai ministri del Lavoro e dei Trasporti, Giuliano Poletti e Maurizio Lupi, svoltosi al Ministero del Lavoro. I due ministri hanno quindi ottenuto il risultato voluto dalla loro opera di mediazione: "l'obiettivo era aprire un tavolo e interrompere la procedura", ha spiegato Poletti, annunciando ora l'avvio di un "confronto molto serrato tra sindacati e azienda", con la supervisione del Governo e delle istituzioni locali. L'azienda precisa, però, che si tratta di una "temporanea interruzione della procedura di mobilità fino al 21 ottobre": "Ci siamo dati queste tre settimane di tempo, bloccando la procedura, per dialogare senza un orologio e trovare un meccanismo per gestire gli esuberi nel modo più soft possibile", ha detto all'ANSA l'A.d. Roberto Scaramella, aprendo anche alla possibilità che i numeri degli esuberi vengano ridotti un po'. Tuttavia, "se non si trova un consenso su un meccanismo condiviso per gestire gli esuberi - ha puntualizzato - dovremo riaprire la procedura".

Nell'ambito del confronto tra azienda e sindacati è stato fissato un calendario in cui figurano il 14 ottobre per una prima verifica e il 21 ottobre come possibile data di conclusione di questa fase: dopodiché si deciderà come procedere. La richiesta dei due ministri, formulata nel corso del tavolo istituzionale durato circa un'ora - ma preceduto da diversi incontri separati - che ha visto riuniti governo, azienda, sindacati e istituzioni locali (Regione Sardegna e Lombardia), è stata quindi quella di revocare la procedura, avviata nei giorni scorsi, per aprire una fase di approfondimento del piano e vedere se sarà possibile trovare soluzioni. Ai sindacati i due ministri hanno chiesto di creare un clima tale affinché si possa lavorare. La risposta arrivata dall'azienda, secondo Lupi, rappresenta "un minimo spiraglio e un'apertura", perché "1.600 esuberi non sono irrilevanti per un'azienda di 2.500 dipendenti". "Con la nostra piena condivisione è stato chiesto ed ottenuto da Meridiana il ritiro della procedura di mobilità", ha commentato il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru. Soddisfatti dell'esito dell'incontro i sindacati che sottolineano tuttavia come la vertenza resti delicata e chiedono che ora si lavori a cercare soluzioni alternative ai licenziamenti. Un segnale della possibile apertura dell'azienda era arrivato alla vigilia dell'incontro dall'Ad. Meridiana Scaramella, che in una nota aveva auspicato, "vista la disponibilità delle istituzioni alla convocazione del tavolo in sede ministeriale", che "siano accordati anche nella fase di mobilità tutti gli ammortizzatori sociali contemplati come avvenuto in passato per la cigs". Gli stessi lavoratori in esubero hanno voluto far sentire la propria voce alle istituzioni presenti al tavolo: un centinaio di dipendenti della compagnia sarda ha atteso l'esito del tavolo davanti al ministero del Lavoro allestendo una protesta con striscioni, bandiere, magliette con su scritto 'Io sono un esubero Meridiana'. Tra di loro anche un pilota in mutande e alcuni lavoratori Alitalia, che hanno portato la loro testimonianza.

http://www5.ansa.it/sito/notizie/ec...ita_52c1924c-c74b-4c68-8614-e4ed99a007a1.html
 
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flyboy

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Da La Nuova Sardegna di oggi, pag. 2

Stop ai licenziamenti, ma è alta tensione

"Vol non ritirate i licenziamenti, noi non fermiamo le proteste". "Voi non fermate le proteste, noi non ritiriamo i licenziamenti". Sindacati contro Meridiana. Meridiana contro sindacati. Impossibile stabilire chi, tra i due, abbia cominciato per primo. Anche se nessuno dice (o ammette) di aver fatto nulla di tutto questo. Il circolo vizioso ieri è an-dato avanti per tutta la giornata, un po' allo scoperto, un po' sottotraccia. Un braccio di ferro che, all'indomani dell'accordo siglato a Roma per una "pace annata" fino al 21 ottobre, ha rischiato di compromettere sul nascere la trattativa che dovrà decidere il futuro della compagnia di Olbia e di 1634 lavoratori dichiarati in esubero su 2101. Poi, la svolta: con Meridiana che rispetta l'impegno. Ovvero revoca i licenziamenti.
Due i fatti che riassumono il clima ancora pesante. Primo fatto. Ci sono state forti tensioni fra dipendenti, in aeroporto e anche sugli aerei (non in volo, meglio precisarlo). Liti fra lavoratori di Meridiana e lavoratori di Air Italy. Con una hostess di Meridiana fatta scendere da un aereo con equipaggio Air Italy prima della partenza da Olbia a Roma alle 13. E anche su questo - su chi abbia la colpa, su chi abbia cominciato per primo - le versioni sono opposte. La dipendente di Meridiana si è dichiarata discriminata. I dipendenti di Air Italy hanno detto di essere stati insultati. Secondo fatto. L'azienda, fino a tarda sera, non aveva ancora ritirato ufficialmente la procedura sui licenziamenti. Portando così i segretari nazionali a protestare con il ministero del Lavoro. E il ministero a fare altre pressioni sulla compagnia aerea.
Insomma, muro contro muro. Proprio quello che il Governo, regista del congelamento dei licenziamenti, non voleva, come ha fatto mettere nero su bianco nell'accordo. Il cambio di rotta è poi arrivato alle 19. Meridiana ha scritto ai sindacati. «Nella consapevolezza che il ritiro della procedura e l'avvio di un serrato calendario di incontri con le parti sociali possano essere condizioni fondamentali per il raggiungimento di un accordo sulla situazione occupazionale e la gestione degli esuberi, Meridiana dichiara revocata la procedura».
La lettera è rilevante. C'è scritto che la procedura, avviata 1115 settembre, è revocata. Non sospesa, non congelata. Il che vuol dire che - se le trattative con i sindacati dal 14 al 21 ottobre dovessero fallire - l'azienda dovrà aprirne un'altra, per licenziare i dipendenti. Quindi, ora il negoziato con le organizzazioni dei lavoratori, teoricamente, parte da zero. Il campo è pulito. O quasi. Perché nella lettera Meridiana fa esplicitamente riferimento alla gestione degli esuberi. Che quindi, secondo l'azienda, ci saranno comunque. Quanti, lo dirà il maxi accordo - dai nuovi contratti al ruolo di Air Italy - da ricercare nel prossimo mese. Come saranno protetti, idem: con la mobilità (nel caso dei licenziamenti) o con altra cassa integrazione (nell'ipotesi in cui molti degli esuberi restino invece nella compagnia).
 

Superhornet18

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25 Gennaio 2013
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OLBIA. La madre di tutte le battaglie andrà in scena dal 14 al 21 ottobre. Una settimana per decidere tutto: nuovo contratto di lavoro, ruolo di Air Italy e Meridiana, numero dei licenziati, somme per gli ammortizzatori sociali. E, ovviamente, futuro della compagnia aerea. Saranno accompagnati dal Governo, ma azienda e sindacati se la dovranno vedere da soli.
E il tema centrale sarà uno: Air Italy. Un’opportunità, per la società dell’Aga Khan. Una tragedia, per i lavoratori (sardi e non solo) di Meridiana. Perché attorno alla mission della seconda compagnia aerea del gruppo verterà tutto: dal contratto agli esuberi. Il managment - con l’ad Roberto Scaramella - continua a difendere la scelta di puntare su Air Italy: più moderna, più competitiva, meno costosa.
Alcuni dati non sono disponibili, ma uno sì: il 47% dei ricavi di Air Italy arriva dalle rotte cedute da Meridiana. Non è un calcolo frutto di supposizioni. È nero su bianco nella relazione alla gestione del 2013 della compagnia aerea, depositata alla camera di commercio.
Ecco i passaggi. «È utile ricordare che dopo l’integrazione con Meridiana fly, Air Italy ha svolto sempre più attività di fornitura di capacità operativa al gruppo attraverso contratti Acmi (Aircraft, complete crew, maintenance, and insurance ) attivi - scrivono gli amministratori di Air Italy a pagina 4 -. Questo comporta che in particolare a partire dall’estate 2013 i ricavi della compagnia si realizzano in larga misura verso la compagnia controllante a cui vengono fatturati i relativi servizi Acmi».
Acmi vuol dire che Air Italy fornisce aerei ed equipaggi per rotte che sono di Meridiana. Quindi su quelle rotte ci guadagna Air Italy.
Quanto? Molto. «In particolare i ricavi Acmi di Air Italy verso la controllante (Meridiana fly) - è scritto a pagina 6 della relazione del bilancio 2013 -. sono risultati nel 2013 pari a 66,9 milioni contro i 30,6 milioni del 2012». Quindi, grazie a Meridiana, Air Italy ha guadagnato molti soldi: tolte le spese verso Meridiana per altri servizi (call center, per esempio), l’incasso netto è stato di quasi 60 milioni sui 125,7 milioni di ricavi totali di Air Italy.
E infatti, a pagina 18 della relazione al bilancio, c’è scritto che «per effetto del modello di business come capacity provider di Meridiana, i ricavi di Air Italy sono in larga misura riferiti ad Acmi attivi verso Meridiana fly, che nell’esercizio 2013 hanno pesato per oltre il 47 per cento». (g.pi.)

http://lanuovasardegna.gelocal.it/r...a-olbiese-si-decide-in-sette-giorni-1.9996219
 

I-AIGH

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17 Maggio 2008
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OLBIA. La madre di tutte le battaglie andrà in scena dal 14 al 21 ottobre. Una settimana per decidere tutto: nuovo contratto di lavoro, ruolo di Air Italy e Meridiana, numero dei licenziati, somme per gli ammortizzatori sociali. E, ovviamente, futuro della compagnia aerea. Saranno accompagnati dal Governo, ma azienda e sindacati se la dovranno vedere da soli.
E il tema centrale sarà uno: Air Italy. Un’opportunità, per la società dell’Aga Khan. Una tragedia, per i lavoratori (sardi e non solo) di Meridiana. Perché attorno alla mission della seconda compagnia aerea del gruppo verterà tutto: dal contratto agli esuberi. Il managment - con l’ad Roberto Scaramella - continua a difendere la scelta di puntare su Air Italy: più moderna, più competitiva, meno costosa.
Alcuni dati non sono disponibili, ma uno sì: il 47% dei ricavi di Air Italy arriva dalle rotte cedute da Meridiana. Non è un calcolo frutto di supposizioni. È nero su bianco nella relazione alla gestione del 2013 della compagnia aerea, depositata alla camera di commercio.
Ecco i passaggi. «È utile ricordare che dopo l’integrazione con Meridiana fly, Air Italy ha svolto sempre più attività di fornitura di capacità operativa al gruppo attraverso contratti Acmi (Aircraft, complete crew, maintenance, and insurance ) attivi - scrivono gli amministratori di Air Italy a pagina 4 -. Questo comporta che in particolare a partire dall’estate 2013 i ricavi della compagnia si realizzano in larga misura verso la compagnia controllante a cui vengono fatturati i relativi servizi Acmi».
Acmi vuol dire che Air Italy fornisce aerei ed equipaggi per rotte che sono di Meridiana. Quindi su quelle rotte ci guadagna Air Italy.
Quanto? Molto. «In particolare i ricavi Acmi di Air Italy verso la controllante (Meridiana fly) - è scritto a pagina 6 della relazione del bilancio 2013 -. sono risultati nel 2013 pari a 66,9 milioni contro i 30,6 milioni del 2012». Quindi, grazie a Meridiana, Air Italy ha guadagnato molti soldi: tolte le spese verso Meridiana per altri servizi (call center, per esempio), l’incasso netto è stato di quasi 60 milioni sui 125,7 milioni di ricavi totali di Air Italy.
E infatti, a pagina 18 della relazione al bilancio, c’è scritto che «per effetto del modello di business come capacity provider di Meridiana, i ricavi di Air Italy sono in larga misura riferiti ad Acmi attivi verso Meridiana fly, che nell’esercizio 2013 hanno pesato per oltre il 47 per cento». (g.pi.)

http://lanuovasardegna.gelocal.it/r...a-olbiese-si-decide-in-sette-giorni-1.9996219
Si riesce a recuperare questa "relazione alla gestione del 2013 della compagnia aerea" ?
 

I-AIGH

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17 Maggio 2008
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Su Meridiana.com INVESTOR.
Air italy ha 47 milioni di euro di passivo a fine 2013.
Altro che utili.
Grazie.

riporto i dati, per comodità.

Meridiana fly
Meridiana fly ha operato con una flotta mista Airbus / MD-82, che a fine anno contava 18 macchine in attività operativa, e con un
organico medio di 715 dipendenti FTE (full time equivalent), al netto del personale in CIGS.
Per le ragioni gestionali sopra commentate oltre che per il verificarsi di eventi non ricorrenti che hanno inciso sulla redditività della
partecipata, Meridiana fly ha presentato nel bilancio separato dell’esercizio chiuso al 31 ottobre 2013 un EBITDA negativo per Euro
65,3 milioni, con una incidenza negativa sui ricavi al 14,5%. Anche l’EBIT evidenzia un risultato negativo di Euro 81 milioni (-18%
del fatturato). Dopo oneri, rettifiche finanziarie e imposte di competenza, l’esercizio 2013 chiude con una perdita netta di Euro 85,3
milioni (perdita netta di Euro 190,4 milioni nel 2012, esercizio di 10 mesi). L’indebitamento finanziario netto al 31 ottobre 2013 è pari
a Euro 14,8 milioni contro un indebitamento finanziario netto di 79,4 milioni al 31 ottobre 2012.

Considerando i dati desunti dal reporting package predisposto ai fini di consolidamento per il periodo 1 gennaio 2013 - 31 dicembre
2013 si rileva un EBITDA negativo per Euro 66,8 milioni (pari al -14,8% dei ricavi di vendita), mentre l’EBIT chiude in perdita per
Euro 81,9 milioni (-18,2% del fatturato). Al netto di oneri, rettifiche finanziarie e imposte, l’anno 2013 chiude con una perdita netta
dal reporting package di Euro 85,3 milioni. L’indebitamento finanziario netto alla fine dell’anno 2013 è pari a Euro 20,1 milioni.



Air Italy
Il bilancio chiuso al 31 ottobre 2013 (in base ai principi contabili IAS/IFRS) riporta un fatturato complessivo di Euro 125,8 milioni, un
EBIT negativo per Euro 7,5 milioni e una perdita netta finale di Euro 14,0 milioni. L’indebitamento finanziario netto di Air Italy al 31
ottobre 2013 è pari a Euro 53,6 milioni. Al 31 ottobre 2013 la controllata presenta un deficit patrimoniale pari a Euro 2,5 milioni che
la fa ricadere nella situazione di cui all’art. 2447 del Codice Civile. A tale riguardo il consiglio di amministrazione della controllata ha
deliberato in data 27 marzo 2014 di dare mandato al Presidente del Consiglio di Amministrazione e all'Amministratore Delegato, in
via disgiunta tra loro, di convocare l'Assemblea degli Azionisti per l'adozione dei provvedimenti di cui al citato art. 2447 del Codice
Civile, potendo contare sull’impegno al supporto patrimoniale e finanziario di Euro 10 milioni della controllante Meridiana fly.
La perdita rilevata nel periodo da Air Italy è dipesa anche da alcune svalutazioni e oneri non ricorrenti, quali la minusvalenza da
realizzo di un aeromobile di proprietà (Boeing 767-200) per circa Euro 1,3 milioni, la svalutazione del valore di materiali di rotazione
(Euro 0,7 milioni), la svalutazione un altro aeromobile di proprietà (Boeing 767-200), incluso il motore detenuto come spare part
(svalutazione complessiva per Euro 2,7 milioni), oltre ad oneri straordinari per riorganizzazione interna (Euro 0,9 milioni),
accantonamenti a fondi di ripristino e riconsegna aeromobili (Euro 0,9 milioni) e per svalutazione crediti clienti (Euro 3,5 milioni).
Già nell’esercizio 2013 allo scopo di ricapitalizzare la Società è stato deliberato, oltre all’utilizzo delle riserve disponibili a copertura
delle perdite, un versamento in conto capitale da parte della controllante Air Italy Holding e con il supporto di Meridiana fly, per un
importo complessivo di Euro 46 milioni. Si rimanda al successivo paragrafo 2.14.14 - Supporto patrimoniale e ricapitalizzazione di
Air Italy - per maggiori dettagli circa le modalità di avvenuto ripristino delle condizioni di equilibrio patrimoniale della società.
Considerando i dati desunti dal reporting package ai fini di consolidamento per l’intero anno 2013 si rileva un EBIT negativo per
Euro 3,9 milioni (pari al -3,5% dei ricavi di vendita) e una perdita netta di Euro 10,8 milioni. L’indebitamento finanziario netto alla fine
dell’anno 2013 è pari a Euro 58,5 milioni, mentre il patrimonio netto è negativo per Euro 1,2 milioni.


https://www.meridiana.it/cms/deploy...iaria Annuale - esercizio 2013 (finale) 1.pdf
 

AZ209

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24 Ottobre 2006
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Su Meridiana.com INVESTOR.
Air italy ha 47 milioni di euro di passivo a fine 2013.
Altro che utili.
Forse ho letto male io, ma mi sembra ci sia scritto
"Air Italy - Il bilancio chiuso al 31 ottobre 2013 (in base ai principi contabili IAS/IFRS) riporta un fatturato complessivo di Euro 125,8 milioni, un EBIT negativo per Euro 7,5 milioni e una perdita netta finale di Euro 14,0 milioni"
Per carita' sempre di perdite parliamo ma i numeri sembrano diversi.
 

avgj

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Già nell’esercizio 2013 allo scopo di ricapitalizzare la Società è stato deliberato, oltre all’utilizzo delle riserve disponibili a copertura
delle perdite, un versamento in conto capitale da parte della controllante Air Italy Holding e con il supporto di Meridiana fly, per un
importo complessivo di Euro 46 milioni.
 

AZ209

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Crisi Meridiana, Scaramella: «Sugli esuberi nessun dietrofront»

L’ad della compagnia non illude i dipendenti e conferma: «Numeri ridotti con la mobilità»

OLBIA «Non inganno nessuno» dice Roberto Scaramella. E quelle tre parole dell’ad di Meridiana fanno capire benissimo che cosa sta per aggiungere. «Tutti sanno che Meridiana ha degli esuberi. Tutti sanno che dovranno uscire dal gruppo - aggiunge subito -. Oggi lavoriamo con 1000 dipendenti, e 1600 sono in più. Tratteremo con i sindacati e il Governo per trovare alternative per un certo numero di loro. Non lasceremo solo nessuno. Ma non ci si aspetti uno stravolgimento del doloroso piano di ristrutturazione occupazionale. Perché se lo facessimo, avvieremo la compagnia alla chiusura».

Ingegner Scaramella, ma avete appena revocato la procedura dei licenziamenti.

«Lo abbiamo fatto perché il Governo ci ha chiesto di poter ragionare con i sindacati con la necessaria serenità. Così faremo da qui al 21 ottobre».

Ma tratterete sulla cancellazione degli esuberi? Magari parziale. O totale, come chiedono i sindacati?

«Abbiamo inviato una proposta con il calendario degli incontri. Su quella ci confronteremo con il Governo e i sindacati: dal completamento del nostro piano industriale al personale in esubero da proteggere».

Quindi nessuna apertura ai sindacati?

«I sindacati, da cui ci aspettiamo un grande contributo, sono perfettamente consapevoli della situazione. Lo sanno dal 2011, quando firmarono con l’azienda l’accordo che prevedeva 4 anni di cassa integrazione e tre di mobilità. Questa è la conclusione di quel percorso».

Ma loro chiedono altri strumenti: due anni cassa integrazione, contratti di solidarietà. Non i licenziamenti.

«Possiamo dire che la cassa non ha funzionato. Perché l’azienda ha il 400 per cento di personale in più di quello che serve. Altri due anni di cassa integrazione (o di contratti di solidarietà) non servirebbero. Né all’azienda, né ai lavoratori».

Sarebbero protetti. Non è poco.

«Io non voglio illudere nessuno. Io credo che, per la sicurezza dei lavoratori, sia meglio avere cinque anni di mobilità (perché così è) con una retribuzione all’80 dell’ultimo stipendio, piuttosto che altri due anni di cassa al termine dei quali rischiano di trovarsi senza lavoro, senza pensione, senza ammortizzatori».

La trattativa è quindi chiusa già in partenza.

«No. Perché se troveremo l’accordo con i sindacati, e confido che questo avverrà, non lasceremo solo nessun lavoratore. Un centinaio andranno in pensione durante gli anni della mobilità. Gli altri avranno cinque anni di tempo per rioccuparsi. E poi, al tavolo, chiederemo alle Regioni Sardegna, Lombardia e Veneto di ricollocare una parte dei nostri esuberi. Alla Regione Sardegna, poi, chiederemo di parlare della continuità territoriale 2. Tutte soluzioni che, appunto, tengono in grande considerazione gli esuberi e le loro famiglie».

È la fine di Meridiana, svuotata dell’80% dei proprio dipendenti.

«E’ la sua unica salvezza. Lo voglio dire chiaramente: se avessimo voluto chiedere Meridiana fly, l’avremmo fatto un anno fa, quando Akfed ha comprato tutte le quote. Noi in Meridiana fly crediamo. Ma per poter rimettere i conti a posto questo degli esuberi è un passaggio ineludibile. Oggi possiamo salvarla, fra due anni no».

I sindacati accusano: Meridiana muore perché la svuota Air Italy. Lo dicono anche i bilanci.

«Sono due realtà diverse. Air Italy, in questo contesto di mercato dominato dalle low cost, è la più competitiva. Un dato: solo il 10% delle rotte fatte da Meridiana ha margini positivi; quelle di Air Italy hanno un margine positivo del 90%. Quello che guadagna in più, finisce al gruppo. Non è che va alla concorrenza».

Ma Air Italy ruba anche le rotte della continuità territoriale.

«Solo nel 5% dei casi, con il permesso della Regione e dell’Enac».

Ma alla lunga Meridiana fly sparirà. Nelle trattative metterete sul tavolo il rinnovo dei contratti di piloti e hostess?

«Meridiana fly negli ultimi sedici mesi ha ridotto le perdite di 60-70 milioni. Nel piano industriale dei prossimi mesi ci sarà la svolta: cambierà la flotta, si abbatteranno i costi e così la compagnia tornerà a essere competitiva. Anche con i nuovi contratti, che non saranno quelli di Air Italy e che sono una partita che però affronteremo solo dopo aver gestito quella degli esuberi».

Ci sarà una richiesta di passaggio di dipendenti da Meridiana ad Air Italy?

«A breve, no».

E alla fine trovetere un partner? O ve lo farete trovare dalla Regione?

«Il gruppo Meridiana ha un azionista che lo sostiene con convinzione e generosità e ha un progetto industriale. Ora un partner non serve. All’azionista interessa salvare e rilanciare la compagnia e assicurare a tutti i suoi lavoratori, a quelli che resteranno e a quelli che usciranno, un futuro sereno».

http://lanuovasardegna.gelocal.it/o...a-sugli-esuberi-nessun-dietrofront-1.10001791
 

totocrista

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Lo strano caso di hostess e steward che vogliono restare cassintegrati
Meridiana li ha richiamati al lavoro, loro erano negli Usa e hanno fatto causa. Il giudice: insensato

«Sindrome depressiva ansiosa reattiva»: richiamati al lavoro, uno steward e una hostess di Meridiana, invece di fare festa, giurano d’essere stati gettati nella più cupa depressione: preferivano la cassa integrazione. Così han fatto causa all’azienda chiedendo duecentomila euro di danni. Una storia piccola piccola. Ma che rivela in modo abbagliante i deliri di un sistema abnorme.
Sia chiaro: il contesto è pesante. Con un braccio di ferro tra l’azienda e i sindacati che in questi giorni si è fatto durissimo. Da una parte la compagnia fondata nel ‘63 dall’Aga Khan con il nome di Alisarda, la quale dice di non farcela più coi conti a causa di tragici errori di gestione del passato (esempio: otto tipi diversi di aerei su una flotta di 27 e cioè otto diversi stock di pezzi di ricambio, otto diversi gruppi di manutentori, otto diverse autorizzazioni...) e di un decreto del Tribunale che nel 2010 «impose l’assunzione di 600 persone stabilizzate dopo due stagioni di lavoro part-time» col risultato che, accusa l’amministratore delegato Roberto Scaramella, «lavoriamo con mille dipendenti e 1.600 sono in più».
Dall’altra parte i sindacati che, accusati d’avere indetto nel 2014 «un’agitazione ogni tre settimane con due o otto dipendenti ufficialmente in sciopero e un diluvio di certificati medici», accusano a loro volta la società di «fare i soldi» con la «nuova» Air Italy (per la proprietà «più moderna, più competitiva, meno costosa») basata a Malpensa e di scaricare le perdite sulla «vecchia» Meridiana e sui lavoratori . Peggio: i vertici del gruppo si sarebbero arroccati al punto di «blindare la palazzina con filo spinato e lastre di acciaio». Uno scontro frontale. Sul quale stanno mediando la Regione Sardegna e i ministri del Lavoro e dei Trasporti, Giuliano Poletti e Maurizio Lupi. Che hanno strappato la revoca per 1.600 dipendenti della mobilità prevista a ottobre. Per ora. Poi si vedrà.
Va da sé che, in momenti così, ogni dettaglio dello scontro assume un valore decuplicato. Come, appunto, la causa giudiziaria di cui dicevamo. Partiamo dall’inizio. Maria e Donato, chiamiamoli così, vengono assunti da Eurofly, oggi Meridiana Fly, nel 1998. Ruolo: assistenti di volo. Dopo un po’ diventano rappresentanti dell’Usb, una delle dieci (dieci!) sigle sindacali della compagnia aerea.
Nel giugno 2011, coi bilanci a picco, Meridiana, governo e sindacati (tranne l’Usb e i piloti) siglano un accordo che concede la Cigs, cioè la Cassa integrazione guadagni straordinaria, a zero ore volontaria. Maria e Donato, come scriveranno nel ricorso, accettano. Lei dal gennaio 2012, lui dall’aprile. Fino al 2015. Solo che qualche mese dopo i due, moglie e marito, «venivano richiamati in servizio (...) mentre si trovavano negli Usa alla ricerca di una nuova occupazione lavorativa, dopo aver ottenuto la Green Card all’esito di un dispendioso e snervante iter burocratico che ha coinvolto l’intera famiglia composta dagli stessi, quali coniugi, e dai tre figli minori».
Convinti di esser stati richiamati a lavorare «senza alcuna reale e concreta necessità e solo per carattere punitivo, ritorsivo e illegittimo», i due erano dunque tornati ma, si legge nel ricorso, «al loro rientro in Italia si sono recati dal medico di base e successivamente presso il Policlinico Umberto I di Roma ove è stata loro diagnosticata una “sindrome depressivo ansiosa reattiva” alla quale è seguita la sospensione delle licenze di volo da parte dell’Istituto di medicina legale, con blocco lavorativo di quattro mesi, oltre al mese prescritto dal medico di base».
Non bastasse, insisteva il ricorso, l’azienda aveva mandato per tre volte il medico fiscale a controllare il loro stato di salute. Chiedevano dunque al magistrato di dichiarare «la natura discriminatoria dei comportamenti descritti attuati dalla compagnia aerea nei loro confronti, con ordine di cessazione dei comportamenti antisindacali, discriminatori e vessatori» e il ritorno, «a chiusura della malattia», in cassa integrazione. Pari all’80% dell’ultimo stipendio. Che a volte, nei periodi di punta, grazie al numero di ore di volo, può schizzare fino a 4.000 euro.
Il giudice avrebbe dovuto dunque condannare l’azienda «al pagamento delle differenze retributive» pari per quei mesi a «4.000 euro e 4.800 euro, oltre a interessi legali» nonché «del danno biologico e da riduzione della capacità lavorativa sofferti rispettivamente per complessive 92.715,97 euro e 94.363,38 euro, o altra somma, tenuto conto del diniego di rinnovo della licenza di volo». Che loro stessi, peraltro, avevano forzato con la «sindrome depressiva ansiosa reattiva».
Macché: il giudice del lavoro Francesca La Russa ha dato loro torto. Su tutto. Non solo era «legittimo il richiamo» al lavoro anche per le «positive ripercussioni sul piano sociale per i minori costi ricadenti sulla collettività», cioè per i cittadini italiani che stavano pagando alla famigliola il soggiorno in America. Non solo era insensata la lagna su questo ritorno al lavoro perché «semmai dovrebbero dolersi i lavoratori il cui rapporto di lavoro non viene ripristinato». Ma erano «pienamente legittime» le visite del medico fiscale «per la verifica della comune malattia dei ricorrenti». Risultato finale: ricorso respinto.
Resta, a tutti gli italiani, una curiosità: esiste un altro Paese al mondo dove dei lavoratori possano pretendere di restare in cassa integrazione e chiedano i danni per il rientro al lavoro? O c’è, da noi, qualche regoletta eccentricamente mostruosa?


Stella - Corriere.it
 

Cesare.Caldi

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N/D
Convinti di esser stati richiamati a lavorare «senza alcuna reale e concreta necessità e solo per carattere punitivo, ritorsivo e illegittimo», i due erano dunque tornati ma, si legge nel ricorso, «al loro rientro in Italia si sono recati dal medico di base e successivamente presso il Policlinico Umberto I di Roma ove è stata loro diagnosticata una “sindrome depressivo ansiosa reattiva” alla quale è seguita la sospensione delle licenze di volo da parte dell’Istituto di medicina legale, con blocco lavorativo di quattro mesi, oltre al mese prescritto dal medico di base».

Resta, a tutti gli italiani, una curiosità: esiste un altro Paese al mondo dove dei lavoratori possano pretendere di restare in cassa integrazione e chiedano i danni per il rientro al lavoro? O c’è, da noi, qualche regoletta eccentricamente mostruosa?

Stella - Corriere.it
Dov' è la faccina che vomita?
 

Herzog

Bannato
20 Settembre 2013
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Il giudice ha valutato solo la correttezza del richiamo in servizio. Peraltro, se la patologia continuasse, credo che la questione si sposterebbe su un altro piano.

Non so se si trattasse di cigs volontaria e se gli interessati ritenessero che da questa non si può essere richiamati (fantastico, dall'involontaria sì, dall'altra no!), ma evidentemente il giudice ha ritenuto il contrario e nella maniera più semplice possibile lo ha motivato: risparmio di risorse della collettività.
 
Stato
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