JFK e la neve


Anni fa mi sembra vidi una foto su A.net di una turbina abbastanza grande montata su un carro, che a detta delle descrizione sulla foto, doveva appunto servire a scioglere ghiaccio e neve su pista e raccordi
 
Il terminal 7 e' in affitto a British Airways, non so chi potrebbe gestire l'accesso da parte di linee aeree che non hanno accordi con BA

Piccola correzione, e' di proprieta' BA. Teoricamente non dovrebbero esserci problemi ad usare quel terminal, considerando che ci sono altre compagnie (vedi Alaska) che lo usano; il precedente esiste, a LHR il T4 e' stato usato in piu' di un'occasione per sbarcare aerei BA in caso di disruption o problemi a un aereo. La differenza potrebbe essere tecnica (per esempio gli stand disponibili sono troppo piccoli, oppure non c'e' personale/equipaggiamento abilitato per un aereo specifico).
 
Vedere ieri sera il servizio del TG5 che intervista i "poveri italiani abbandonati" mentre se la spassano a Times Square e impartirgli la lezioncina da ripetere quando inquadrati "..le compagnie ci hanno abbandonato, pensavamo fossero piu' competenti in america..." la dice lunga sul livello di squallore dell informazione nostrana.
Una distorsione totale, da bocconi del populismo. E ribadisco, italioti piagnoni.
 
Concordo pienamente, sempre a lamentarsi, però poi la vacanza da 2-3000 euro a New York a Capodanno se la possono permettere...
 
Va comunque detto che la FAA, la Port Authority of NY and NJ, le linee aeree, e i terminal di JFK hanno cannato completamente.

I sei terminal di JFK operano ciascuno in modo completamente autonoma l'uno dall'altro. Ciò limita clamorosamente la capacità dell'aeroporto di recuperare da una serie di ritardi e dirottamenti accumulati nel corso della lunga chiusura. La catena causale di eventi che ha portato a questo collasso è più o meno la seguente:
1. In funzione delle previsioni meteo, l'aeroporto aveva annunciato la chiusura fino a giovedì pomeriggio. Vari volo sono stati dirottati, molti di più annullati.
2. L'intensità della tempesta si è rivelata maggiore del previsto. La forza del vento, in particolare, ha complicato la pulizia delle piste spostando neve accumulata dalla Jamaica Bay al sedime aeroportuale.
3. Confidando nella riapertura pomeridiana, i vettori di mezzo mondo hanno lasciato partire decine di voli internazionali destinati a JFK.
4. Non riuscendo a ripulire le piste (forza maggiore), l'aeroporto ha finito col riaprire venerdì mattina.
5. Centinaia di voli diretti a JFK hanno dovuto dirottare. Quelli internazionali di giovedì, in particolare, sono finiti un po' ovunque: alcuni hanno invertito la rotta e sono tornati in Europa, altri sono andati a IAD, ATL, ORD, PHL e così via.
6. Quando, venerdì, quei voli hanno ricevuto l'autorizzazione a riposizionarsi su JFK con tutti i passeggeri, nessuno si è preoccupato di capire se i terminal avessero spazio sufficiente per accogliere quell'ondata di voli in aggiunta a quelli normalmente previsti.
7. I terminal 1 e 4 (forse anche il 7, non l'ho capito), che sono al limite della capacità in condizioni ordinarie, si sono trovati senza gate.
8. I terminal di JFK non hanno procedure e infrastrutture adeguate per scaricare i passeggeri a stand remoti, dunque molti aerei sono stati mandati ai remoti ad attendere per ore la disponibilità di gate per lo sbarco.
9. I terminal di JFK non sono materialmente in grado - per la totale mancanza di integrazione - di condividere capacità. Molti aerei hanno atteso ore un gate al terminal 1 o 4 mentre c'erano spazi liberi al 5 e all'8.

Le domande ovvie:
- perché mai i terminal operano in modo talmente autonomo da non poter nemmeno usare un gate l'uno dell'altro anche solo per scaricare passeggeri e andare poi a posteggiare un aereo ai remoti? Assurdo. Faccio notare che tutti (a eccezione forse del 2) hanno controllo dei passaporti e servizio di dogana.
- Allo stesso modo, è proprio impossibile tenere a disposizione un numero modesto di bus interpista da utilizzare in circostanze eccezionali? Non è la prima volta - né a JFK né in altri aeroporti - che passeggeri rimangono intrappolati per ore in un aereo senza poter scendere solo per la mancanza di un terminal. E' assurdo.
- Perché la FAA ha lasciato che i voli decollassero per il riposizionamento senza verificare la disponibilità di gate all'aeroporto di destinazione?
- Perché le linee aeree hanno fatto decollare tutti i propri voli per riposizionarsi pur conoscendo bene le difficoltà dei relativi terminal a JFK, e in particolare del T1?
 
Va comunque detto che la FAA, la Port Authority of NY and NJ, le linee aeree, e i terminal di JFK hanno cannato completamente.

I sei terminal di JFK operano ciascuno in modo completamente autonoma l'uno dall'altro. Ciò limita clamorosamente la capacità dell'aeroporto di recuperare da una serie di ritardi e dirottamenti accumulati nel corso della lunga chiusura. La catena causale di eventi che ha portato a questo collasso è più o meno la seguente:
1. In funzione delle previsioni meteo, l'aeroporto aveva annunciato la chiusura fino a giovedì pomeriggio. Vari volo sono stati dirottati, molti di più annullati.
2. L'intensità della tempesta si è rivelata maggiore del previsto. La forza del vento, in particolare, ha complicato la pulizia delle piste spostando neve accumulata dalla Jamaica Bay al sedime aeroportuale.
3. Confidando nella riapertura pomeridiana, i vettori di mezzo mondo hanno lasciato partire decine di voli internazionali destinati a JFK.
4. Non riuscendo a ripulire le piste (forza maggiore), l'aeroporto ha finito col riaprire venerdì mattina.
5. Centinaia di voli diretti a JFK hanno dovuto dirottare. Quelli internazionali di giovedì, in particolare, sono finiti un po' ovunque: alcuni hanno invertito la rotta e sono tornati in Europa, altri sono andati a IAD, ATL, ORD, PHL e così via.
6. Quando, venerdì, quei voli hanno ricevuto l'autorizzazione a riposizionarsi su JFK con tutti i passeggeri, nessuno si è preoccupato di capire se i terminal avessero spazio sufficiente per accogliere quell'ondata di voli in aggiunta a quelli normalmente previsti.
7. I terminal 1 e 4 (forse anche il 7, non l'ho capito), che sono al limite della capacità in condizioni ordinarie, si sono trovati senza gate.
8. I terminal di JFK non hanno procedure e infrastrutture adeguate per scaricare i passeggeri a stand remoti, dunque molti aerei sono stati mandati ai remoti ad attendere per ore la disponibilità di gate per lo sbarco.
9. I terminal di JFK non sono materialmente in grado - per la totale mancanza di integrazione - di condividere capacità. Molti aerei hanno atteso ore un gate al terminal 1 o 4 mentre c'erano spazi liberi al 5 e all'8.

Le domande ovvie:
- perché mai i terminal operano in modo talmente autonomo da non poter nemmeno usare un gate l'uno dell'altro anche solo per scaricare passeggeri e andare poi a posteggiare un aereo ai remoti? Assurdo. Faccio notare che tutti (a eccezione forse del 2) hanno controllo dei passaporti e servizio di dogana.
- Allo stesso modo, è proprio impossibile tenere a disposizione un numero modesto di bus interpista da utilizzare in circostanze eccezionali? Non è la prima volta - né a JFK né in altri aeroporti - che passeggeri rimangono intrappolati per ore in un aereo senza poter scendere solo per la mancanza di un terminal. E' assurdo.
- Perché la FAA ha lasciato che i voli decollassero per il riposizionamento senza verificare la disponibilità di gate all'aeroporto di destinazione?
- Perché le linee aeree hanno fatto decollare tutti i propri voli per riposizionarsi pur conoscendo bene le difficoltà dei relativi terminal a JFK, e in particolare del T1?

Analisi valida e sensata, come sempre Ken; che dirti, a EWR abbiamo gestito la cosa in maniera decisamente diversa, sia nel tempo con la gestione dei Terminal (un volo UA puo' arrivare in uno qualsiasi tra A, B e C) sia nei casi di WX, spesso venendo tacciati di eccesso di prudenza.
Questo e' successo ancora giovedi scorso, quando siamo stati sommersi di chiamate e messaggi della serie "Ridicoli, tutti partono tranne voi che avete cancellato gia' tutto!", col risultato che alla fine non uno dei voli decollati sia effettivamente atterrato al JFK...

Ma che ogni santa volta che succede una catastrofe (ancora quest'estate con Harvey e Irma) il passeggero medio italiano si lamenti e si sorprenda che non si voli e' qualcosa di stucchevole e irritante; detto in un certo modo, sol sorriso dal centro di Times Square, e' da vomito poi...
 
Ma che ogni santa volta che succede una catastrofe (ancora quest'estate con Harvey e Irma) il passeggero medio italiano si lamenti e si sorprenda che non si voli e' qualcosa di stucchevole e irritante; detto in un certo modo, sol sorriso dal centro di Times Square, e' da vomito poi...

Pienamente d'accordo. Quel passeggero medio mi pare di conoscerlo: è lo stesso che accusa il comandante di essere un pischello spaventato quando un volo dirotta per temporali o nebbia, lo stesso che si lamenta dello sballottamento a destra e a sinistra quando un volo atterra in condizioni meteo non ottimali, lo stesso che lei non sa chi sono io. Niente da fare.
 
EEA, quel comportamento non é solo italiano. La BBC é ripiena di testimonianze del genere, da parte di inglesi, che in confronto la ritirata dal Don che s'era spippato mio zio é una passeggiata.

E comunque, se i pax hanno diritto a hotels e non glieli si da, e non si dice nemmeno "pay and claim", hanno tutto il diritto, se non a lamentarsi, a trascinarci a una small claims court, non so quale sia l'equivalente in Italia, e a ricevere compensazione. Può non piacerci, io per esempio trovo che EU261 in caso di problemi tecnici sia una fregatura, ma dura lex sed lex.
 
EEA, quel comportamento non é solo italiano. La BBC é ripiena di testimonianze del genere, da parte di inglesi, che in confronto la ritirata dal Don che s'era spippato mio zio é una passeggiata.

E comunque, se i pax hanno diritto a hotels e non glieli si da, e non si dice nemmeno "pay and claim", hanno tutto il diritto, se non a lamentarsi, a trascinarci a una small claims court, non so quale sia l'equivalente in Italia, e a ricevere compensazione. Può non piacerci, io per esempio trovo che EU261 in caso di problemi tecnici sia una fregatura, ma dura lex sed lex.

Ho visto scene di ogni tipo sabato al JFK e molte di queste erano passeggeri indignati che pretendevano da AZ corse "bis" per riportarli a casa, gente che alzava in braccio i bambini e persone che cercavano in tutti i modi di infilarsi a metà fila.

Il punto è che, ad amici che volavano Delta, gli è stato detto di pagare hotel e cene e poi di presentare gli scontrini per il rimborso (come da legge comunitaria e da quello che mi è stato confermato al telefono dall'ENAC). Il passeggero medio italiano che vola una volta ogni 6 anni avrebbe comunque inveito, ma persone come, me che fanno molti voli all'anno, avrebbero ringraziato, rivolato volentieri con AZ e sarebbero andati in hotel a capire come gestire la settimana lavorativa da NY senza la minima protesta. Alitalia invece ha negato fino alla morte di doverci quel tipo di assistenza sia al call center, sia al call center mille miglia, sia all'ufficio reclami, sia al desk del JFK (dove si sono presi giustamente una vagonata di insulti da molti in coda perchè hanno negato, di fronte al foglio della carta dei diritti del passeggero, di doverci un rimborso spese o una sistemazione in hotel + pasti).
Io non so sinceramente se sia giusto che me li paghino o no, come East and Ave sosteneva nel thread Alitalia, o se sia più giusto forzare ogni passeggero a farsi un'assicurazione sua (sul modello dell'assicurazione medica con lo skipass), ma il punto è che questo dice la legge e negandomi quello che mi spetta non fanno sicuramente una bella figura ne con me ne con gli altri FF nella mia stessa identica situazione.
 
Sapete se esistono, anche a livello di sperimentazione, casi di aeroporti con piste riscaldate per evitare i problemi ricorrenti nei luoghi dove l'inverno è più severo? Ci sono numerosi tentativi sulle strade normali e la lunghezza relativamente ridotta delle piste di un aeroporto lo renderebbe economicamente più sostenibile immagino. Senz'altro è una soluzione costosa ma la gestione dell'emergenza neve, che comunque si ripete, ha un costo non indifferente.

http://www.iceandsnowsystems.co.uk/news/2016/01/08/airport-heating-solutions-the-scandinavian-way/

questo sito e' particolarmente interessante al riguardo