Ottocento milioni per l’aeroporto
Polemica tra sindaco e Adr: molo C fermo perché l’impresa non ha soldi Atlantia: già spesi 600 milioni per l’ammodernamento di Fiumicino
Era il 12 marzo 2008 quando l’ex Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi posò la prima pietra del Molo C dell’aeroporto di Fiumicino. Avrebbe dovuto essere pronto nel 2012. «Sei anni dopo, però, è stato scoperto che una delle società dell’Ati che aveva vinto l’appalto era in difficoltà e aveva chiesto l’amministrazione controllata e il nuovo molo è ancora un cantiere», accusa Esterino Montino, sindaco di Fiumicino che ieri s’è scagliato contro «i mancati investimenti che hanno ridotto il Leonardo da Vinci uno scalo di serie B».
«Il Molo C avrebbe dovuto sostituire il terminal 3 durante la ristrutturazione - sottolinea il primo cittadino - Se fosse stato completato, l’incendio del 7 maggio scorso non avrebbe paralizzato l’aeroporto». Perché i passeggeri sarebbero stati convogliati nella nuova infrastruttura, fa capire. Invece «il molo è fermo, o quantomeno il cantiere va al rallentatore», la società di gestione dello scalo «pensa a fare cassa con negozi e parcheggi« e dirotta gli investimenti verso il restauro della terza pista «che affonda perché poggiata su un banco di torba» e «ben poco fa nelle aerostazioni dove migliaia di passeggeri ogni giorno sono alle prese con voli cancellati, ritardi e disagi». «È durata troppo a lungo la latitanza del gestore e quella dello Stato sugli investimenti», lamenta il battagliero sindaco.«Ma Atlantia, la cassaforte del gruppo Benetton che ha la maggioranza di Aeroporti di Roma, come può sbagliare l’assegnazione di un appalto in modo così clamoroso? E affidarlo ad un gruppo di imprese dove ce n’è una che in pratica è mezza fallita?».
E così il Molo C, lungo 280 metri e largo 70, a sette anni dall’apertura del cantiere ancora non riesce ad ospitare neppure uno dei cinque milioni di viaggiatori previsti.
«Su Fiumicino gli investimeti li stiamo facendo», ribatte Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia. «Dal 2013 a oggi Adr ha speso più di 600 milioni di euro, oltre quanto previsto dal contratto di programma». E l’appalto del Molo C «non è stato sbagliato», secondo Castellucci. «Gli appalti seguono regole precise. Nella gara c’era una impresa che successivamente è entrata in difficoltà chiedendo la procedura concorsuale, ma la normativa impedisce di escluderla, anche se fossimo stati all’epoca a conoscenza di possibili difficoltà finanziarie. Tutto ciò, inoltre, è avvenuto prima che Atlantia prendesse il controllo di Adr». «In ogni caso - insiste - i lavori del nuovo molo non sono per nulla fermi. Speriamo di inaugurarlo entro il 2016». Eppoi «c’è un piano di rifacimento totale del Terminal 3, che inizierà non appena smaltito il traffico estivo». Adr, dal canto suo, giura che «ha accelerato gli investimenti e recuperato il gap rispetto a quanto previsto: 130 milioni di euro nel 2013, 170 nel 2014, altri 300 nel 2015». L’Enac intanto ricorda che «il contratto di programma con Adr prescrive un miliardo di euro di investimenti entro il 2017» e che «lo stato di avanzamento dei lavori viene monitorato costantemente». Mentre il Ministro delle Infrastutture Graziano Delrio, che oggi alle 12 sarà in audizione al Senato, annuncia lo stanziamento di «800 milioni in tre anni, di cui 400 per completare opere già iniziate». «Uno dei problemi più gravi del Leonardo da Vinci - afferma il ministro - è che per vent’anni non ha avuto investimenti. Nel nostro Paese ci sono ritardi storici per quanto riguarda gli aeroporti. Con il Piano Lupi, licenziato dalle Camere, l’Italia ha finalmente un programma organico di sviluppo». «Siamo convinti», aggiunge Delrio parlando della riorganizzazione degli aeroporti disegnata dal predecessore Maurizio Lupi, «che sia un buon piano e per questo non lo abbiamo cambiato. Purtroppo abbiamo avuto problemi di tempistica nelle commissioni dovuti all’ingorgo parlamentare». Di fatto Fiumicino non ha visto nascere neppure uno dei tasselli del programma di ampliamento che, partendo dal Molo C, dovrà portare una nuova aerostazione, altre due piste, una monorotaia per collegare i terminal e ulteriori piazzole di sosta e pontili d’imbarco per gli aerei. Per arrivare, come prescritto dal piano di raddoppio, ad accogliere cento milioni di passeggeri l’anno a partire dal 2044. Ora ne atterrano un terzo. E per la quarta pista non è nemmeno iniziato l’esproprio dei terreni dove verrà costruita.
Alessandra Zavatta
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