Comune di Foggia dice sì ad allungamento pista dell'aeroporto Gino Lisa


restando sempre in puglia:

Cityline Swiss pronta a volare da Taranto, voli anche per Albenga
Svolta per l'aeroporto di Grottaglie: voli di linea per Roma, Catania, Palermo, Timisoara

TARANTO - “Volare dall’aeroporto di Taranto/Grottaglie si può. Non solo perché la struttura è perfettamente funzionante, ma anche perché ci sono vettori che hanno deciso di avviare voli di linea da e per lo scalo ionico e che, a tal fine, hanno manifestato nelle forme di legge previste, questa volontà ad Aeroporti di Puglia”.
Ha esordito così il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli illustrando la proposta avanzata dalla compagnia aerea Cityline Swiss sagl, con sede a Lugano, in collaborazione con il brand commerciale Kiss Fly.

La società ha avanzato ad Aeroporti di Puglia un programma di voli operativo dal prossimo 14 aprile 2014, con collegamenti con Roma Fiumicino, Palermo, Catania, Timisoara e Nizza Albenga. “Questa proposta – ha sottolineato Sportelli – conferma quanto sostenuto nei mesi scorsi nelle riunioni e nei documenti del Tavolo della Mobilità, voluto ed istituito dalla Camera di commercio. In questi anni, infatti, il nostro aeroporto è stato mantenuto in una condizione di inoperatività non perché è mancato l’interesse nei confronti della struttura e del suo bacino passeggeri di riferimento ma per una precisa volontà tesa ad impedire qualsiasi tentativo di crescita dello scalo. Specifiche richieste di utilizzo dello scalo ionico sono state dirottate su altre realtà. Questo non può più accadere, la proposta della Cityline Swiss dimostra che l’aeroporto di Taranto/Grottaglie può svilupparsi. E’ un dovere di Aeroporti di Puglia assicurare pari opportunità a tutti gli scali della regione ed è un diritto dei cittadini della provincia ionica poter contare su una mobilità moderna ed efficiente”.

I dati sull’andamento del traffico aereo in Puglia relativi al 2013 indicano un calo dei passeggeri, ma con un costante recupero rispetto ai primi mesi dello scorso anno. Il segmento che tiene meglio è quello dei voli internazionali. “Per questo accogliamo in maniera positiva – ha detto il presidente della Camera di commercio – la previsione di voli con la Romania, un’apertura importante verso l’Est europeo, un mercato in forte crescita. Di sicuro interesse anche i collegamenti con la Sicilia”.

L’aeroporto di Taranto/Grottaglie è collocato in una posizione baricentrica che abbraccia l’Alto Jonio su cui affacciano le province di Taranto, Matera e Cosenza, un’area che conta circa 700mila abitanti ed oltre 2 milioni di presenze nei periodi di maggiore flusso turistico.

“Ci auguriamo – ha concluso il presidente Sportelli – che Aeroporti di Puglia non ostacoli con manovre ostruzionistiche anche questo vettore. Auspichiamo che la società unica di gestione degli aeroporti pugliesi garantisca a Taranto le stesse condizioni, le stesse tariffe, le stesse agevolazioni, gli stessi servizi degli altri aeroporti della regione. Ci auguriamo, inoltre, che le potenzialità dell’Arlotta siano tenute nella giusta considerazione nei documenti di programmazione regionale e che Taranto non sia rinchiusa in una gabbia quale rischia di diventare la destinazione cargo. Anzi, crediamo che l’apertura ai voli civili di linea contribuisca a crescere l’appeal complessivo dello scalo e quindi anche di un ipotetico terminal merci che al momento non esiste”.

Infine, un’altra buona notizia per Taranto. Il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, sta rivedendo il Piano Nazionale degli Aeroporti. La precedente versione del ministro Passera aveva cancellato l’aeroporto di Taranto/Grottaglie. Lupi, invece, intende inserire l’Arlotta tra i 36 scali nazionali considerati nel Piano. Il provvedimento dovrebbe essere discusso nel Consiglio dei ministri entro la fine di gennaio.
 
Se riescono ad allungarla quanto basta per farci atterrare Ryan....... la cosa e' fatta!!!!!

Tiz

grandissimo! ormai in Italia ci lamentiamo del dominio delle low cost sulle nostre c/a ma siamo i primi a farle entrare per prime negli a/p
:D :roll:
 
restando sempre in puglia:

Cityline Swiss pronta a volare da Taranto, voli anche per Albenga
Svolta per l'aeroporto di Grottaglie: voli di linea per Roma, Catania, Palermo, Timisoara

TARANTO - “Volare dall’aeroporto di Taranto/Grottaglie si può. Non solo perché la struttura è perfettamente funzionante, ma anche perché ci sono vettori che hanno deciso di avviare voli di linea da e per lo scalo ionico e che, a tal fine, hanno manifestato nelle forme di legge previste, questa volontà ad Aeroporti di Puglia”.
Ha esordito così il presidente della Camera di commercio di Taranto, Luigi Sportelli illustrando la proposta avanzata dalla compagnia aerea Cityline Swiss sagl, con sede a Lugano, in collaborazione con il brand commerciale Kiss Fly.

La società ha avanzato ad Aeroporti di Puglia un programma di voli operativo dal prossimo 14 aprile 2014, con collegamenti con Roma Fiumicino, Palermo, Catania, Timisoara e Nizza Albenga. “Questa proposta – ha sottolineato Sportelli – conferma quanto sostenuto nei mesi scorsi nelle riunioni e nei documenti del Tavolo della Mobilità, voluto ed istituito dalla Camera di commercio. In questi anni, infatti, il nostro aeroporto è stato mantenuto in una condizione di inoperatività non perché è mancato l’interesse nei confronti della struttura e del suo bacino passeggeri di riferimento ma per una precisa volontà tesa ad impedire qualsiasi tentativo di crescita dello scalo. Specifiche richieste di utilizzo dello scalo ionico sono state dirottate su altre realtà. Questo non può più accadere, la proposta della Cityline Swiss dimostra che l’aeroporto di Taranto/Grottaglie può svilupparsi. E’ un dovere di Aeroporti di Puglia assicurare pari opportunità a tutti gli scali della regione ed è un diritto dei cittadini della provincia ionica poter contare su una mobilità moderna ed efficiente”.

I dati sull’andamento del traffico aereo in Puglia relativi al 2013 indicano un calo dei passeggeri, ma con un costante recupero rispetto ai primi mesi dello scorso anno. Il segmento che tiene meglio è quello dei voli internazionali. “Per questo accogliamo in maniera positiva – ha detto il presidente della Camera di commercio – la previsione di voli con la Romania, un’apertura importante verso l’Est europeo, un mercato in forte crescita. Di sicuro interesse anche i collegamenti con la Sicilia”.

L’aeroporto di Taranto/Grottaglie è collocato in una posizione baricentrica che abbraccia l’Alto Jonio su cui affacciano le province di Taranto, Matera e Cosenza, un’area che conta circa 700mila abitanti ed oltre 2 milioni di presenze nei periodi di maggiore flusso turistico.

“Ci auguriamo – ha concluso il presidente Sportelli – che Aeroporti di Puglia non ostacoli con manovre ostruzionistiche anche questo vettore. Auspichiamo che la società unica di gestione degli aeroporti pugliesi garantisca a Taranto le stesse condizioni, le stesse tariffe, le stesse agevolazioni, gli stessi servizi degli altri aeroporti della regione. Ci auguriamo, inoltre, che le potenzialità dell’Arlotta siano tenute nella giusta considerazione nei documenti di programmazione regionale e che Taranto non sia rinchiusa in una gabbia quale rischia di diventare la destinazione cargo. Anzi, crediamo che l’apertura ai voli civili di linea contribuisca a crescere l’appeal complessivo dello scalo e quindi anche di un ipotetico terminal merci che al momento non esiste”.

Infine, un’altra buona notizia per Taranto. Il ministro alle Infrastrutture, Maurizio Lupi, sta rivedendo il Piano Nazionale degli Aeroporti. La precedente versione del ministro Passera aveva cancellato l’aeroporto di Taranto/Grottaglie. Lupi, invece, intende inserire l’Arlotta tra i 36 scali nazionali considerati nel Piano. Il provvedimento dovrebbe essere discusso nel Consiglio dei ministri entro la fine di gennaio.

Quante stronz...te, diciamo la verita' il passaggio importante e' tutto li: vogliono i soldi e le agevolazioni, altrimenti queste compagnie a Taranto non volano. E lo sapevamo gia'. E ci risiamo con la retorica di portare sviluppo al territorio, come se il territorio si sviluppasse perche' magicamente una compagnia xxx apre Timisoara o Albenga da Taranto. Questi sono folli. O meglio dire, sono in mala fede.
 
A Lupi ormai manca di inserire l'aeroporto di casalpusterlengo e l'intercontinentale tranfrontaliero Antigorio-Formazza poi ha messo tutto.
Non sanno piuù proprio come sprecare soldi a caccia di voti.....ho un rigurgito.
 
il rischio di elezioni si avvicina, e questi scialano in vista di facili consensi (o per una riconferma da ministro).

Mi viene il disgusto come italiano a vedere come e' gestita la cosa pubblica. Ma non si potrebbero tenere le elezioni rigorosamente solo ogni quattro anni, cosi la smettiamo con questo clima da campagna elettorale continua (a cui ovviamente il popolo bue si accoda, nel sogno di vedere l'aeroporto sotto casa ed un sacco di altre fregnacce)???
 
​Le chiacchiere continuano:

Gino Lisa tra gli scali «nazionali», l'ente camerale chiama la «Bocconi»


Commissionato uno studio sulle potenzialità dell'aeroporto classificato di interesse regionale

«Se venissero meno gli aeroporti italiani con traffico inferiore a 2 milioni di passeggeri ci sarebbe uno spostamento di ricchezza dalle aree meno sviluppate a quelle più ricche, accentuando il divario economico e sociale già fortemente esistente nel nostro Paese». Questa l’opinione, suffragata da uno studio dettagliato, di Unioncamere, che la scorsa settimana ha riunito a Roma i suoi soci, oltre a diversi esperti, per fare il punto sul Piano aeroporti nazionale, nel momento di passaggio dal governo di Enrico Letta a quello di Matteo Renzi. Il ministro (riconfermato) alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha di recente redatto un piano aeroportuale — dopo aver corretto quello ereditato dal predecessore Corrado Passera — aggiungendo una clausola apprezzata sui territori: saranno accettati suggerimenti e si cercherà di farne tesoro. Per questo le Camere di commercio sperano che il loro grido d’allarme sia raccolto nel momento della stesura definitiva del Piano (che passerà al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e quindi del Parlamento). Piano che ha suddiviso il territorio in dieci bacini di utenza omogenei, ciascuno dei quali avrà un aeroporto strategico, circondato da uno o più scali di interesse nazionale. C’è un’unica eccezione: il Centro-Nord ne avrà due di strategici.

Tutti gli altri saranno di carattere regionale
. Ma è proprio sugli scali con meno traffico (che possono essere anche nel gruppo dei nazionali) che si è appuntata l’attenzione di Unioncamere: considerando l’attrattività turistica, la chiusura degli aeroporti minori metterebbe a rischio almeno parte dell’ammontare di entrate derivanti dalla spesa del turismo in arrivo, pari ad oltre 1 miliardo e 450 milioni di euro. La spesa è stimabile in oltre 500 milioni di euro per i soli aeroporti con traffico inferiore a 1 milione di passeggeri all’anno. La percentuale di turisti stranieri che utilizza l’aeroporto per accedere al nostro Paese è pari a circa il 30% medio. Ma — si aggiunge nel report — per alcune province periferiche, come Ragusa, Trapani, Taranto, o difficilmente raggiungibili con altre modalità di trasporto, come Siena e Perugia, la quota è molto più significativa. A Trapani e Ragusa, ad esempio, supera l’80%, a Taranto il 70%, a Siena e Perugia sfiora il 50%». Questi sono alcuni spunti dello studio curato da Uniontrasporti-Iccsai, che ha alzato il livello di allerta in particolare «per le scelte che l’Unione europea si appresta a compiere e che minacciano la sopravvivenza della stragrande maggioranza degli aeroporti italiani, e di società di gestione che in Italia, come in gran parte dei Paesi europei non possono stare in equilibrio senza un aiuto pubblico». Si è — per dirla con il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello — «di fronte ad uno scenario di cambiamenti del sistema aeroportuale che produrranno sensibili effetti per le imprese».

L’Italia non è sola in questa situazione: in Europa, infatti, due terzi degli aeroporti gestisce volumi di traffico annuali inferiori al milione di passeggeri. In questa categoria sono 23 gli aeroporti italiani, 17 quelli tedeschi (18 con traffico superiore), 22 quelli spagnoli (24 quelli con traffico superiore). Chiudendo in Europa gli aeroporti minori (come sostengono alcuni mirando all’accorpamento), circa 4,5 milioni di persone, per raggiungere il resto del Continente, subirebbero aumenti dei tempi medi di viaggio di oltre il 20%. In Italia, «l’azzeramento dei voli in partenza e in arrivo nelle 23 strutture con meno di 1 milione di passeggeri provocherebbe un aggravio dei costi per l’utenza stimato in 21,5 milioni di euro nell’ipotesi ottimistica che la chiusura dei collegamenti di linea su ciascuno scalo non modifichi abitudini di volo dei passeggeri, ma comporti solo un aumento del percorso di viaggio. In particolare — secondo Unioncamere — l’entrata in vigore dei nuovi indirizzi creerebbe grossi problemi di mobilità su tutto il corridoio adriatico e nelle regioni geograficamente più «periferiche», come Calabria e Sicilia. Il Piano di Lupi individua 11 aeroporti strategici: Milano Malpensa, Venezia, Bologna e Firenze/Pisa (se si consorzieranno), Roma Fiumicino, Bari, Lamezia, Catania, Palermo, Cagliari. Sono 26 quelli nazionali: Torino, Cuneo, Genova, Milano Linate, Bergamo, Brescia, Verona, Treviso, Trieste, Parma, Rimini, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Brindisi, Taranto (ma solo per le merci), Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia Alghero.

Tutti gli altri sono scali regionali, come il foggiano «Gino Lisa». Questo, infatti non risponde, secondo il Piano, ai criteri richiesti per diventare «nazionale»: ruolo definito nel bacino e specializzazione; equilibrio economico-finanziario, anche da raggiungersi ma in un tempo ragionevole. Secondo Fabio Porreca, presidente della Camera di Commercio di Foggia, invece i due requisiti ci sono, a cominciare dalla vocazione turistica del vicino Gargano e dalla domanda in un bacino di utenza che si spinge fino a Campobasso, Avellino e Potenza (pari a circa 1 milione e 300 mila abitanti). Quanto all’equilibrio economico — oggi non verificabile perché lo scalo è utilizzato solo da elicotteri — se ne capirà di più quando entro la prima metà di marzo sarà pronto uno studio affidato a Lanfranco Senn, direttore del Centro studi trasporti dell’università Bocconi. Comunque vada a finire si procederà con l’allungamento della pista, dagli attuali 1.600 metri ai futuri 2.000, misura che consentirebbe l’atterraggio di aerei da 200-250 posti.

http://corrieredelmezzogiorno.corri...e-camerale-chiama-bocconi-2224119759503.shtml
 
​Le chiacchiere continuano:

Gino Lisa tra gli scali «nazionali», l'ente camerale chiama la «Bocconi»


Commissionato uno studio sulle potenzialità dell'aeroporto classificato di interesse regionale

«Se venissero meno gli aeroporti italiani con traffico inferiore a 2 milioni di passeggeri ci sarebbe uno spostamento di ricchezza dalle aree meno sviluppate a quelle più ricche, accentuando il divario economico e sociale già fortemente esistente nel nostro Paese». Questa l’opinione, suffragata da uno studio dettagliato, di Unioncamere, che la scorsa settimana ha riunito a Roma i suoi soci, oltre a diversi esperti, per fare il punto sul Piano aeroporti nazionale, nel momento di passaggio dal governo di Enrico Letta a quello di Matteo Renzi. Il ministro (riconfermato) alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha di recente redatto un piano aeroportuale — dopo aver corretto quello ereditato dal predecessore Corrado Passera — aggiungendo una clausola apprezzata sui territori: saranno accettati suggerimenti e si cercherà di farne tesoro. Per questo le Camere di commercio sperano che il loro grido d’allarme sia raccolto nel momento della stesura definitiva del Piano (che passerà al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e quindi del Parlamento). Piano che ha suddiviso il territorio in dieci bacini di utenza omogenei, ciascuno dei quali avrà un aeroporto strategico, circondato da uno o più scali di interesse nazionale. C’è un’unica eccezione: il Centro-Nord ne avrà due di strategici.

Tutti gli altri saranno di carattere regionale
. Ma è proprio sugli scali con meno traffico (che possono essere anche nel gruppo dei nazionali) che si è appuntata l’attenzione di Unioncamere: considerando l’attrattività turistica, la chiusura degli aeroporti minori metterebbe a rischio almeno parte dell’ammontare di entrate derivanti dalla spesa del turismo in arrivo, pari ad oltre 1 miliardo e 450 milioni di euro. La spesa è stimabile in oltre 500 milioni di euro per i soli aeroporti con traffico inferiore a 1 milione di passeggeri all’anno. La percentuale di turisti stranieri che utilizza l’aeroporto per accedere al nostro Paese è pari a circa il 30% medio. Ma — si aggiunge nel report — per alcune province periferiche, come Ragusa, Trapani, Taranto, o difficilmente raggiungibili con altre modalità di trasporto, come Siena e Perugia, la quota è molto più significativa. A Trapani e Ragusa, ad esempio, supera l’80%, a Taranto il 70%, a Siena e Perugia sfiora il 50%». Questi sono alcuni spunti dello studio curato da Uniontrasporti-Iccsai, che ha alzato il livello di allerta in particolare «per le scelte che l’Unione europea si appresta a compiere e che minacciano la sopravvivenza della stragrande maggioranza degli aeroporti italiani, e di società di gestione che in Italia, come in gran parte dei Paesi europei non possono stare in equilibrio senza un aiuto pubblico». Si è — per dirla con il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello — «di fronte ad uno scenario di cambiamenti del sistema aeroportuale che produrranno sensibili effetti per le imprese».

L’Italia non è sola in questa situazione: in Europa, infatti, due terzi degli aeroporti gestisce volumi di traffico annuali inferiori al milione di passeggeri. In questa categoria sono 23 gli aeroporti italiani, 17 quelli tedeschi (18 con traffico superiore), 22 quelli spagnoli (24 quelli con traffico superiore). Chiudendo in Europa gli aeroporti minori (come sostengono alcuni mirando all’accorpamento), circa 4,5 milioni di persone, per raggiungere il resto del Continente, subirebbero aumenti dei tempi medi di viaggio di oltre il 20%. In Italia, «l’azzeramento dei voli in partenza e in arrivo nelle 23 strutture con meno di 1 milione di passeggeri provocherebbe un aggravio dei costi per l’utenza stimato in 21,5 milioni di euro nell’ipotesi ottimistica che la chiusura dei collegamenti di linea su ciascuno scalo non modifichi abitudini di volo dei passeggeri, ma comporti solo un aumento del percorso di viaggio. In particolare — secondo Unioncamere — l’entrata in vigore dei nuovi indirizzi creerebbe grossi problemi di mobilità su tutto il corridoio adriatico e nelle regioni geograficamente più «periferiche», come Calabria e Sicilia. Il Piano di Lupi individua 11 aeroporti strategici: Milano Malpensa, Venezia, Bologna e Firenze/Pisa (se si consorzieranno), Roma Fiumicino, Bari, Lamezia, Catania, Palermo, Cagliari. Sono 26 quelli nazionali: Torino, Cuneo, Genova, Milano Linate, Bergamo, Brescia, Verona, Treviso, Trieste, Parma, Rimini, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Brindisi, Taranto (ma solo per le merci), Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia Alghero.

Tutti gli altri sono scali regionali, come il foggiano «Gino Lisa». Questo, infatti non risponde, secondo il Piano, ai criteri richiesti per diventare «nazionale»: ruolo definito nel bacino e specializzazione; equilibrio economico-finanziario, anche da raggiungersi ma in un tempo ragionevole. Secondo Fabio Porreca, presidente della Camera di Commercio di Foggia, invece i due requisiti ci sono, a cominciare dalla vocazione turistica del vicino Gargano e dalla domanda in un bacino di utenza che si spinge fino a Campobasso, Avellino e Potenza (pari a circa 1 milione e 300 mila abitanti). Quanto all’equilibrio economico — oggi non verificabile perché lo scalo è utilizzato solo da elicotteri — se ne capirà di più quando entro la prima metà di marzo sarà pronto uno studio affidato a Lanfranco Senn, direttore del Centro studi trasporti dell’università Bocconi. Comunque vada a finire si procederà con l’allungamento della pista, dagli attuali 1.600 metri ai futuri 2.000, misura che consentirebbe l’atterraggio di aerei da 200-250 posti.

http://corrieredelmezzogiorno.corri...e-camerale-chiama-bocconi-2224119759503.shtml

quante puxxanate... peccato sprecare ulteriore fiato su queste fregnacce. C'e' sempre l'idiota (o demagogo) di turno che dice che creando aeroporti a pioggia sul territorio si crea sviluppo.

La Puglia ha Bari a Brindisi. A Grottaglie ci stanno bene i cargo per lo stabilimento Boeing e poco altro. A Foggia, che mettano un bel trenino che porta a Bari Palese.
 
Il CdM è sempre una garanzia, in tutte le regioni in cui è distribuito. E, per carità di Dio, non sparo sulla croce rossa, e non faccio notare come abbiano sbagliato la lista degli scali strategici.
 
Aeroporto di Foggia
sit-in nella sede di AdP


FOGGIA - Tra gli amministratori pubblici ci sarà il presidente della Camera di commercio, Fabio Porreca; adesioni ufficiali (per ora) da Confcommercio, Confindustria, Adiconsum e alcuni sindacati. Il sit-in davanti alla sede di Aeroporti di Puglia, presso l’aerostazione di Bari Palese, si terrà domani con inizio alle ore 10. Nel pullman organizzato dall’associazione Vola Gino Lisa troveranno posto i cittadini che hanno prenotato (posti esauriti, costo 10 euro), ma si annunciano al seguito anche decine di auto private. Viene data per certa anche la partecipazione di alcuni candidati sindaci.

Il futuro del Gino Lisa passa anche attraverso l’esito di questa manifestazione, convocata a poco più di un mese (30 giugno) dalla scadenza dei termini per usufruire dei 14 milioni di euro di fondi comunitari per l’allungamento della pista. Il sit-in, sottolinea la presidente di Vola Gino Lisa, Maria Luisa D’Ippolito, ha una doppia finalità: «Invitare il presidente della Regione, Nichi Vendola, a sollecitare l’approvazione della Via (valutazione d’impatto ambientale: ndr) senza della quale i lavori sulla pista non potranno cominciare; chiamare Aeroporti di Puglia alle sue responsabilità di ente gestore dello scalo dauno, il chè non significa solo preoccuparsi di tenerlo aperto, ma di farlo funzionare».

Come? Vola Gino Lisa consegnerà ad Aeroporti di Puglia un documento di cose da fare subito per rimettere in funzione il Gino Lisa. «Nel documento – commenta Fabio Porreca con la Gazzetta – vi sono alcuni spunti emersi dallo studio che la Camera di commercio ha commissionato all’università Bocconi un paio di mesi fa. Si tratta di soluzioni operative alcune applicabili subito, altre quando sarà completato l’allungamento della pista».

I comitati in difesa dello scalo puntano sull’attivazione immediata del volo di linea Foggia-Milano Linate in regime di compensazione degli oneri di servizio pubblico e nel rispetto della continuità territoriale. E’ questo, ad esempio, il modo attraverso il quale alcuni capoluoghi di provincia dispongono di collegamenti: viene citato il caso del Crotone-Roma (e Milano) o dell’Aosta-Roma. «Abbiamo anche in Capitanata aree remote periferiche e svantaggiate, come i Monti dauni e il Gargano – dice Porreca – si tratta a mio avviso di una proposta equilibrata e immediatamente fattibile».

Il secondo obiettivo poggia sull’attivazione di rotte stagionali su base settimanale o periodica, da alcune capitali europee che portano il maggior numero di turisti stranieri sul Gargano. Un risultato, quest’ultimo, da centrare a lavori per la pista conclusi, quando il Gino Lisa avrà 1800 metri di pista praticabili e dunque potrà ospitare aerei fino a 150 passeggeri.

«Non ci interessano i numeri – dice la presidente di Vola Gino Lisa – davanti alla sede di Aeroporti di Puglia verrà chi sentirà propria questa battaglia e chi potrà venire. La manifestazione sarà gestita nella massima correttezza dei comportamenti e delle espressioni verbali dei partecipanti, non intendiamo creare alcun disservizio o intralcio allo svolgimento delle normali attività aeroportuali presso l’aerostazione di Bari, segno tangibile del rispetto che i cittadini di Capitanata hanno nei confronti dell’ente e delle istituzioni alle quali continuano pervicacemente a proporre un dialogo costruttivo».

http://www.lagazzettadelmezzogiorno...-marcia-verso-bari-subito-nuovi-voli-no715368
 
Bari, protesta ad Adp per l'allungamento pista dell'aeroporto di Foggia

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BARI - Si è svolta oggi a Bari, davanti alla sede di Aeroporti di Puglia, e cioè allo scalo regionale, la manifestazione di protesta organizzata dal comitato per il Gino Lisa a cui hanno preso parte rappresentanti delle associazioni, del volontariato e delle Istituzioni. Obiettivo sensibilizzare sia la Regione Puglia sia il ministero delle Infrastrutture ad accelerare sull’allungamento della pista dello scalo foggiano.

I MOTIVI DELLA PROTESTA

«Sarò davanti alla sede della società Aeroporti di Puglia SpA per chiedere che l’aeroporto “Gino Lisa” possa essere messo nelle condizioni di esprimere fino in fondo tutte le sue potenzialità. Sarò a manifestare con la mia gente, rivendicando il diritto del nostro territorio e della nostra città a quell’ammodernamento infrastrutturale che è fattore determinante e strategico per la costruzione di una reale e concreta prospettiva di sviluppo».

Così Franco Landella, candidato sindaco di Foggia per la coalizione di centrodestra, annuncia la sua partecipazione, a titolo personale, alla manifestazione organizzata dall'associazione “Vola Gino Lisa” domani a Bari in difesa dello scalo aeroportuale del capoluogo dauno.

«Sarò a Bari non come esponente politico né come candidato sindaco. Manifesterò da semplice cittadino, senza etichette di parte. Perché la battaglia per l’allungamento della pista del “Gino Lisa” non ha colore politico né può essere oggetto di strumentalizzazioni di alcun genere. È una battaglia che appartiene al territorio e alla nostra comunità cittadina e provinciale – afferma Landella –. Voglio ringraziare sinceramente e non in modo retorico le associazioni che hanno promosso questa iniziativa e che sino ad oggi hanno continuato a mantenere altissima l’attenzione sul futuro del nostro aeroporto, nonostante le accuse di campanilismo che sono state rivolte nei loro confronti in modo ingeneroso. Allo stesso modo ringrazio tutti coloro i quali hanno deciso di aderire a questa mobilitazione dimostrando il loro amore per Foggia e per la Capitanata».

«Questa manifestazione non è dunque un capriccio ma il segnale dell’orgoglio di una comunità che vuole poter immaginare e costruire il proprio destino scommettendo sulle sue vocazioni e sulle sue eccellenze – conclude Landella –. Un orgoglio in cui tutti ci riconosciamo, indipendentemente dalla nostra appartenenza politica e dal nostro ruolo».

«La manifestazione delle associazioni e dei comitati pro Gino Lisa, ad Aeroporti di Puglia è un positivo segnale di protagonismo del territorio per consolidare una partita strategica», dichiara Leonardo Di Gioia, candidato sindaco di Foggia per la Coalizione Civica, che aggiunge: «Mi pare importante che Camera di Commercio e Associazione Industriali, nel solco di un cammino che le ha viste sempre particolarmente sensibili alla valorizzazione di un’infrastruttura di grande importanza come il Gino Lisa, abbiano dato il loro sostegno ad una iniziativa propositiva e costruttiva, nella quale tutto il territorio, ed in particolare la città di Foggia deve sentirsi impegnata».

«La terzietà e la neutralità delle associazioni e delle rappresentanze del mondo economico rispetto alla contesa elettorale in atto è comunque garanzia che questa occasione non verrà sciupata da polemiche gratuite: la forza delle nostre buone ragioni di comunità ne verrebbe inevitabilmente indebolita. Ma confido che non sarà così», aggiunge Di Gioia che è anche assessore regionale al Bilancio.

«L’aeroporto “Gino Lisa” non è l’aeroporto della città ma della provincia di Foggia. E’ strategico per sostenere il ruolo e lo sviluppo del capoluogo quale piattaforma dei servizi e dell’economia legata al turismo e all’agroalimentare di tutta la provincia. Sono stato l’amministratore che ha lavorato e fatto approvare dal Consiglio comunale, all’unanimità, un piano dei rischi aeroportuali per favorire il progetto di allungamento della pista, che ha comportato misure durissime su interventi edilizi in corso di approvazione», afferma a sua volta Augusto Marasco che aggiunge: «Sono stato colui che ha seguito passo passo l’iter amministrativo, denunciando pubblicamente i ritardi e le inerzie che ci hanno portato a oggi, maggio 2014, dieci mesi dopo l’approvazione di quel Piano dei rischi, ad attendere che Aeroporti di Puglia e la Regione Puglia, che ne è proprietaria al 99 e passa per cento, chiariscano una strategia per il “Gino Lisa” e varino un cantiere programmato dal livello nazionale a quello locale. Non c’è una congiura elettorale in atto. La realtà è conosciuta dai cittadini di tutta la Capitanata ed è una realtà che evidenzia un atteggiamento distratto quando non apertamente ostile della Regione e del management AdP che ha fatto slittare l’opera con mille scuse. Perché, almeno su questo argomento, non c’è niente che possa addebitarsi ad alcun amministratore o consigliere comunale, di qualsiasi parte politica. Riserve forti possono, invece, avanzarsi rispetto ad amministratori e consiglieri regionali eletti nella città capoluogo che si ergono a difensori di ufficio di una posizione irragionevole: le ingenti risorse già spese in questi anni per lo scalo foggiano reclamano che si completi il potenziamento della nostra l’infrastruttura. Questa citta e questa provincia vogliono volare, non solo metaforicamente, per intercettare la domanda turistica e le esigenze di mobilità.»

Significativo il sostegno dell’Amministrazione comunale di Manfredonia.

«La Città di Manfredonia sarà idealmente presente accanto a chi chiede che si concludano al più presto i procedimenti di pertinenza della Regione Puglia – dice il Sindaco, Angelo Riccardi – perché si rischia di veder svanire i Fondi per le Aree Sottoutilizzate (FAS) e perché Manfredonia è direttamente interessata dalla mobilità indotta dall’aeroporto».

«Il Gino Lisa contribuisce, infatti, alla valorizzazione delle risorse di un territorio che possiede grandi potenzialità e che deve proseguire in un percorso di sviluppo ambizioso. L’allungamento della pista dell’aeroporto potrà generare un effetto di volano. Le capacità attrattive del nostro territorio sono decisamente rilevanti ed i flussi turistici sarebbero così destinati ad aumentare». «Sotto questo ultimo punto di vista, infatti, paghiamo ancora un certo isolamento dell’area, dovuto alla limitata mobilità. La presenza di un aeroporto realmente funzionale per le nostre esigenze, unitamente ad adeguati interventi infrastrutturali e di promozione del territorio, potrà contribuire allo sviluppo del settore turistico», conclude Riccardi.

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/puglia/aeroporto-di-foggia-protesta-a-bari-no716048
 
Gino Lisa, Rampelli: "Inaccettabile Foggia senza lo scalo aeroportuale"

Il vicecapogruppo alla Camera dei Deputati ha illustrato i contenuti dell'interrogazione parlamentare. Presente anche il candidato sindaco Landella "Il silenzio che ci preoccupa e che ci fa temere la perdita dei 14 milioni di euro di Fondi Fas"


Mainiero, Landella, Rampelli e Farina

«Dopo la manifestazione organizzata dal comitato
“Vola Gino Lisa” davanti alla sede di “Aeroporti di Puglia SpA” siamo ancora in attesa di un segnale da parte del Ministero dell’Ambiente circa il rilascio della Valutazione di Impatto Ambientale necessaria a realizzare l’allungamento della pista dello scalo di Foggia. Continua ad esserci un inspiegabile ed assordante silenzio che ci preoccupa e che ci fa temere la perdita dei 14 milioni di euro di Fondi Fas destinati a questo importante e strategico intervento infrastrutturale». È Franco Landella, candidato sindaco di Foggia per la coalizione di centrodestra, ad accendere nuovamente i riflettori sul futuro dell’aeroporto “Gino Lisa”. Ad offrire l’occasione per tornare a denunciare «un inspiegabile ritardo nel pronunciamento ministeriale» è l’interrogazione ai Ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e dei Trasporti depositata alla Camera dei Deputati dal vicepresidente del gruppo di “Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale”, Fabio Rampelli, arrivato a Foggia per un tour elettorale.

Accanto a Fabio Rampelli i portavoce provinciale e cittadino del partito guidato dall’ex Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, Domenico Farina e Giuseppe Mainiero. «Voglio ringraziare Fabio Rampelli non come candidato sindaco ma come cittadino di Foggia e della Capitanata – ha detto Landella –. In questa vicenda ci sono state e ci sono troppe pagine oscure: dalle responsabilità della Regione Puglia e di “AdP” circa la lentezza nella pubblicazione del bando per l’assegnazione dei lavori sino all’incomprensibile allungamento dei tempi per il rilascio della VIA. Foggia ha diritto ad avere una parola di chiarezza, anche in ragione del rischio che questi ritardi producano la perdita dei fondi destinati all’allungamento della pista. Chi doveva difendere le ragioni della nostra città all’interno della Giunta regionale è stato silente e distratto – ha sottolineato il candidato sindaco del centrodestra –. È tempo che Foggia abbia una nuova e più autorevole classe dirigente, in grado di tutelare i diritti del territorio davvero con libertà e che non brilli per assenze quando c’è da mobilitarsi e protestare».

«Considero assurdo che un territorio come quello della provincia di Foggia non possa contare su uno scalo aeroportuale pienamente operativo – ha spiegato Rampelli –. Ho accolto le sollecitazioni che mi sono giunte dal partito di Foggia e dopo aver approfondito la questione ho deciso di intraprendere quella che considero una battaglia per la valorizzazione di una delle aree più importanti del Mezzogiorno d’Italia soprattutto sul fronte dell’attrattività turistica». L’interrogazione presentata da Fabio Rampelli, infatti, ricorda come «dopo oltre un anno dalla consegna di alcune integrazioni della documentazione necessaria al rilascio della VIA, avvenuta il 9 gennaio 2013, con una nota del 24 gennaio 2014 è stata disposta una sospensione di 45 giorni del procedimento concessorio».

Ad oggi, però, «nonostante i termini per la sospensione
siano già decorsi da circa due mesi, la VIA non è ancora stata concessa». L’altro tema affrontato nell’interrogazione è quello del declassamento dell’aeroporto di Foggia, «che appartiene al “Comprehensive Network” della rete “Ten-T” approvata da Parlamento europeo, Commissione europea e Consiglio dei ministri europeo in via definitiva nel dicembre del 2013». Nonostante questo, infatti, nella proposta di piano nazionale l’aeroporto di Foggia è l’unico, oltre a quello di Forlì, ad essere escluso dall’elenco degli scali d’interesse nazionale, nel quale però ci sono aeroporti non rientranti nella rete “TEN-T” come Cuneo, Crotone, Comiso, Taranto, Salerno, Parma. Aeroporti, questi, che tra l’altro non sono caratterizzati da volumi di traffico storici rilevanti né sono ubicati in aree con potenziale di traffico, numero residenti e flussi turistici superiori a quello di Foggia, né sono distanti da altri scali più di quanto Foggia sia da Bari.

«La piena operatività del “Gino Lisa”
non è un capriccio ma uno strumento fondamentale per lo sviluppo della nostra terra, che va rivendicato con atti concreti e non solo con invettive sterili. Questa interrogazione è la dimostrazione che sappiamo trasformare le parole in fatti, che sappiamo batterci per la nostra terra – ha aggiunto Mainiero –. Al contrario di chi si lancia in dichiarazioni infuocate contro la Regione dimenticando o fingendo di dimenticare che è il proprio schieramento politico a governare la Puglia da ormai dieci anni».


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