BLOCCO DI GHIACCIO CADE DAL CIELO
Del blocco di ghiaccio di dieci chili, una parte è rimasta sul cofano che aveva appena colpito, piegato, rovinato. L'altro pezzo è rimbalzato, ha superato un muro di cinta di tre metri e mezzo, è volato in diagonale per dieci metri e ha chiuso la corsa contro il muro della caserma. La caserma è del Pronto impiego della Guardia di finanza, in via Ramusio, tra le vie Ferrari e Ripamonti. Il cofano è dell'auto di un militare, una Ford Focus acquistata due anni fa e parcheggiata all'esterno della struttura, che dista sei chilometri da Linate. Un'annotazione geografica, quest'ultima, fondamentale nella storia di ieri mattina, alle 11.30, che avrebbe potuto ammazzare.
Vicino, vicinissimo alla Focus c'era un gruppo di finanzieri. «Prima un sibilo, poi un botto tremendo», hanno raccontato (incolumi). Il blocco, forse, s'è staccato da un aereo in fase di atterraggio. In particolare, si potrebbe essere staccato dai portelloni del carrello. Non vi sono certezze. Indizi? Zero. O quasi: i finanzieri, ai fini del risarcimento assicurativo per lo sfortunato collega, dicono che quel che è rimasto del blocco sta lì, in via Ramusio, ben conservato in freezer. In ogni modo, spiega Valerio Mascagna, fisico, che prendendo in esame il peso del meteoritino, ossia dieci chili, e ipotizzando un punto di partenza della discesa di 100 metri, i dieci chili possono raggiungere velocità prossime a 150 all'ora. Figurarsi da più in alto.
E in alto di quanto, chi lo sa: di certo, dice un pilota dell'Alitalia, considerata la distanza da Linate di sei chilometri, i metri d'altezza potrebbero essere stati anche 900. Prime ufficiose indagini parlano della «responsabilità» di un aereo arrivato dall'Est Europa, dai Balcani, che ieri mattina hanno vissuto ore di turbolenza, temporali, freddo e conseguente gelo ad altissima quota. Aggiunge Mascagna che, data per buona l'ipotesi, peraltro la più probabile, del blocco staccatosi dall'aereo, può capitare che a causa di correnti fredde a bassa quota, dunque in fase di atterraggio, sul velivolo rimangano blocchi di ghiaccio. Che, scendendo progressivamente, allentano la presa, traballano, volano giù.
La spiegazione ci sta. E però, aggiunge il pilota dell'Alitalia, la presenza di ghiaccio è una possibilità non rara sugli aerei che scendono a Tokyo dopo aver attraversato la Siberia, ma non certo a Linate. Uno scalo per velivoli di media percorrenza, non con rotte su distanze siderali. Domanda: ma se aereo non è stato, siamo davanti a un «giallo»? Boh. I blocchi di ghiaccio che calano in picchiata sul pianeta terra e rischiano di centrarci in pieno e buonanotte al centrato, alimentano, da tempo, leggende.
da CORRIERE.IT
Cosa ne pensate??
Del blocco di ghiaccio di dieci chili, una parte è rimasta sul cofano che aveva appena colpito, piegato, rovinato. L'altro pezzo è rimbalzato, ha superato un muro di cinta di tre metri e mezzo, è volato in diagonale per dieci metri e ha chiuso la corsa contro il muro della caserma. La caserma è del Pronto impiego della Guardia di finanza, in via Ramusio, tra le vie Ferrari e Ripamonti. Il cofano è dell'auto di un militare, una Ford Focus acquistata due anni fa e parcheggiata all'esterno della struttura, che dista sei chilometri da Linate. Un'annotazione geografica, quest'ultima, fondamentale nella storia di ieri mattina, alle 11.30, che avrebbe potuto ammazzare.
Vicino, vicinissimo alla Focus c'era un gruppo di finanzieri. «Prima un sibilo, poi un botto tremendo», hanno raccontato (incolumi). Il blocco, forse, s'è staccato da un aereo in fase di atterraggio. In particolare, si potrebbe essere staccato dai portelloni del carrello. Non vi sono certezze. Indizi? Zero. O quasi: i finanzieri, ai fini del risarcimento assicurativo per lo sfortunato collega, dicono che quel che è rimasto del blocco sta lì, in via Ramusio, ben conservato in freezer. In ogni modo, spiega Valerio Mascagna, fisico, che prendendo in esame il peso del meteoritino, ossia dieci chili, e ipotizzando un punto di partenza della discesa di 100 metri, i dieci chili possono raggiungere velocità prossime a 150 all'ora. Figurarsi da più in alto.
E in alto di quanto, chi lo sa: di certo, dice un pilota dell'Alitalia, considerata la distanza da Linate di sei chilometri, i metri d'altezza potrebbero essere stati anche 900. Prime ufficiose indagini parlano della «responsabilità» di un aereo arrivato dall'Est Europa, dai Balcani, che ieri mattina hanno vissuto ore di turbolenza, temporali, freddo e conseguente gelo ad altissima quota. Aggiunge Mascagna che, data per buona l'ipotesi, peraltro la più probabile, del blocco staccatosi dall'aereo, può capitare che a causa di correnti fredde a bassa quota, dunque in fase di atterraggio, sul velivolo rimangano blocchi di ghiaccio. Che, scendendo progressivamente, allentano la presa, traballano, volano giù.
La spiegazione ci sta. E però, aggiunge il pilota dell'Alitalia, la presenza di ghiaccio è una possibilità non rara sugli aerei che scendono a Tokyo dopo aver attraversato la Siberia, ma non certo a Linate. Uno scalo per velivoli di media percorrenza, non con rotte su distanze siderali. Domanda: ma se aereo non è stato, siamo davanti a un «giallo»? Boh. I blocchi di ghiaccio che calano in picchiata sul pianeta terra e rischiano di centrarci in pieno e buonanotte al centrato, alimentano, da tempo, leggende.
da CORRIERE.IT
Cosa ne pensate??