Birgi, il Sindaco di Trapani si chiama fuori dall'accordo per l'aeroporto


AZ209

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Per come la vedo io, Crocetta ha ragione. Il pubblico che sovvenziona il privato (sia esso FR o chiunque altro) non esiste. Veda il gestore aeroportuale come fare quadrare il bilancio, e pensino i privati a racimolare i quattrini per sovvenzionare l'incoming turistico.
Troppo razionale e sostenibile come approccio.
Meglio andare contro la Regione Sicilia o lamentarsi delle tasse aeroportuali che stanno usurpando Trapani al loro diritto di avere milioni di passeggeri.
 

aledeniz

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ale.riolo.co.uk
Ottimo.
Il PD ha preso una decisione politica. Fatene una ragione.
Le decisioni politiche vanno comunicate e giustificate agli elettori.
Il Sig. Crocetta lo ha fatto en passant in una intervista in cui parlava d'altro, su La Sicilia, che è un giornale che nel Trapanese non legge nessuno.
Gli esponenti del PD trapanese ancora oggi fanno dichiarazioni in cui affermano di aver difeso l'aeroporto, e che i colpevoli della situazione attuale sarebbero i "Comuni", manco i poveri sindaci.
 

aledeniz

Bannato
12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Invero, non sta scritto da nessuna parte come debba avvenire la comunicazione politica.
Quindi a te sembra giustificabile un politico o un partito che prenda una decisione, che non la comunichi ai propri elettori, mentre invece comunica, per anni, di aver preso la decisione opposta, e che dichiari addirittura che gli effetti della decisione presa sono colpa di altri, magari persone di buona volontà che hanno provato, pur con mezzi limitati, a mitigare i danni presi dalla decisione in questione?

Se un politico o un partito politico al governo prende delle decisioni politiche, in democrazia queste vanno comunicate e giustificate agli elettori. Sempre. Altrimenti non si ha una democrazia, ma altre forme di governo.

D'altronde, mia moglie mi chiede spesso: "perché qui nel Regno Unito abbiamo la democrazia, ed in Italia e Turchia no?"
 

Dancrane

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Le decisioni politiche vanno comunicate e giustificate agli elettori.
Il Sig. Crocetta lo ha fatto en passant in una intervista in cui parlava d'altro, su La Sicilia, che è un giornale che nel Trapanese non legge nessuno.
Gli esponenti del PD trapanese ancora oggi fanno dichiarazioni in cui affermano di aver difeso l'aeroporto, e che i colpevoli della situazione attuale sarebbero i "Comuni", manco i poveri sindaci.
Comincia ad essere abbastanza pallosa la tua crociata contro Crocetta (con mille scuse per l'allitterazione). Ti consolerà il fatto che ormai è quasi al capolinea, e che è pronta una squadra politica sostitutiva di un certo spessore che farà fare all'aeroporto il salto di qualità che merita.
 

AZ209

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Ryanair se ne va: Aeroporto di Trapani a rischio chiusura

C’è in Sicilia un aeroporto che nel 2014 ha fatto viaggiare più di un milione e mezzo di passeggeri. Secondo uno studio della società di consulenza Kpmg in quattro anni ha generato ricchezza nella Sicilia Occidentale per 900 milioni di euro. Eppure è senza una governance, senza trasparenza, a breve probabilmente senza un vettore, e quindi a rischio chiusura. È l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi, frazione di Trapani. Ha legato la sua recente fortuna, e la rinascita di un territorio, a Ryanair.

La compagnia irlandese dal 2008 fa base proprio a Trapani, garantendo quasi trenta rotte nazionali e internazionali. Ma con l’abolizione delle province regionali, voluta dal governo Crocetta, si è creata una sorta di impasse. L’aeroporto è gestito dalla società Airgest, società di capitali costituita per il 60% da enti pubblici (la Regione ha il 59,7, la Camera di commerciolo 0,3) e circa il 38% in mano ai privati, vale a dire Infrastrutture Sicilia, con il 32,6%, la cui quota è controllata da Corporation America, e alla società dell’imprenditore del settore rifiuti  Giulio Quercioli Dessena con il 5,7% (resta un 1,7% che, dai dati ufficiali Airgest è attribuito ad altri, ndr). Approvato il terzo bilancio, come da mandato il Consiglio di amministrazione dell’Airgest è scaduto, ma dalla Regione siciliana non è arrivato e non arriva nessun segnale per la convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci e la nomina della nuova governance.

Proprio nel momento in cui è necessario prendere decisioni importanti e strategiche. Ryanair infatti batte cassa e attende le somme stabilite da un accordo di co-marketing con i comuni della provincia di Trapani. Si tratta di un’intesa sottoscritta nel 2014 tra la Camera di commercio e l’Ams, «Airport Marketing Service Limited», la società che gestisce i servizi di marketing e di promozione di Ryanair. Si tratta di 2 milioni e 225 mila euro l’anno, per tre anni, ripartiti in base alla grandezza dei comuni. Ad esempio, i comuni più grandi del territorio, Marsala e Trapani, devono, 300mila euro l’anno. Il pagamento è stato definito in 4 rate annuali. Le prime due del 2015 non sono state rispettate. Per il 2015, sono stati versati complessivamente solo e in tutto 263.750 euro.

I sindaci non hanno nei bilanci le somme per onorare gli impegni presi, molti comuni non hanno pagato neanche le quote del 2014, e il presidente della Camera di commercio di Trapani, Pino Pace, che aveva fatto da mediatore ha fatto un passo indietro e dato un ultimatum: o i sindaci pagano la loro quota entro pochi giorni, o la Camera di commercio rescinderà il contratto con la società collegata a Ryanair. Il che significherà l’addio della compagnia irlandese. Una ipotesi che si tenta in tutti i modi di scongiurare. Da qualche giorno è sceso in campo anche il presidente di Confindustria Trapani Gregory Bongiorno che ha avviato una azione di sensibilizzazione tra i sindaci interessati e il commissario dell’ex provincia: l’obiettivo è trovare le risorse per rispettare gli impegni con Ryanair. C’è da convincere in particolare i comuni e soprattutto i rappresentanti di quegli enti locali che dalla vitalità dell’aeroporto di Birgi hanno ricevuto i vantaggi maggiori: si prendano ad esempio i comuni di Trapani e Marsala che poi sono quelli che finora hanno mostrato maggiore resistenza a versare i soldi.

Nel frattempo si litiga per altri soldi. L’ex provincia di Trapani infatti ha incassato una cifra, 5 milioni di euro, come ristoro per i danni causati al territorio dalla chiusura per alcuni mesi dell’aeroporto di Trapani durante le operazioni militari in Libia,che poi portarono alla caduta di Gheddafi. L’attuale commissario straordinario dell’ex provincia, Giuseppe Amato (sesto commissario nominato dalla Regione a Trapani dal 2012) vuole destinare all’aeroporto solo parte della cifra: 3,5 milioni di euro, il 70% della somma. E il rimanente milione e mezzo ai sindaci. Non ci stanno i soci privati dell’Airgest: «È a rischio la continuità della stessa azienda» scrivono in una nota Infrastrutture Sicilia e Giulio Quercioli Dessena, che chiedono per intero la somma, contestando la delibera, parlando poi di una «incapacità ad adempiere al ruolo istituzionale di sostegno all’economia del territorio».

I sindaci, dal canto loro, chiedono trasparenza, e vogliono vedere le carte dell’Airgest. La società, nonostante sia a partecipazione pubblica,non rende disponibili i bilanci (l’ultimo è stato approvato lo scorso 2 luglio) nemmeno sul sito istituzionale.


http://www.ilsole24ore.com/art/impr...iusura-114016.shtml?uuid=ACeWREW&refresh_ce=1
 

aledeniz

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12 Marzo 2010
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Wimbledon
ale.riolo.co.uk
Altro deputato regionale per cui la colpa sarebbe dei sindaci:

Economia
TRAPANI
Aeroporto Birgi, i deputati invitano i sindaci a pagare le quote
di Giacomo di Girolamo— 24 Luglio 2015
Ruggirello: «Devono mostrare il loro interesse per lo sviluppo del territorio e consentire alla compagnia di operare»

TRAPANI. "Per anni, alcuni amministratori sono stati in prima linea in una vana battaglia per riscattare il nome dell'aeroporto, o per fare del turismo il cavallo di battaglia delle campagne elettorali - afferma il deputato regionale Paolo Ruggirello, intervenendo sulla vertenza Birgi -. Adesso che devono mostrare realmente il loro interesse per lo sviluppo del territorio e consentire al vettore irlandese di continuare ad operare, vengono meno agli accordi sottoscritti. Si tratta di una vera mancanza di rispetto verso chi, invece, paga regolarmente le tasse in cambio di servizi".
E' esplicito l'invito ai sindaci inadempienti a regolarizzare, nell'immediato, la loro posizione economica nell'accordo di comarketing finalizzato a mantenere l'operatività di Ryanair su Birgi. "L'abbandono di Ryanair - sottolinea Ruggirello -dell'aeroporto di Birgi significherebbe, infatti, il collasso di tutte le attività legate al settore nonché il blocco della fruizione degli importanti siti archeologici". E pertanto, secondo il deputato regionale, dovrebbero essere gli amministratori delle città con le attrattive turistiche più importanti a dare il buon esempio.

Ma il primo a "tirare le orecchie" ai Comuni inadempienti era stato l'ex sindaco di Trapani Mimmo Fazio, anch'egli ora deputato regionale. Una "tirata di orecchie" che ha fatto male tal che l'attuale sindaco di Trapani Vito Damiano tiene a puntualizzare che "il Comune di Trapani, ben consapevole che il mantenimento dei flussi turistici in entrata è di vitale importanza per le aziende del territorio che hanno investito nella filiera turistica, ha confermato il proprio impegno nella prosecuzione dell'accordo in essere, dimostrato con i fatti"
aertoporto birgi, Trapani, Economia
da http://trapani.gds.it/2015/07/24/ae...-invitano-i-sindaci-a-pagare-le-quote_386942/
Nota personale: non mi stupirei se il deputato in questione potesse pagarselo da solo il co-marketing per i prossimi 100 anni:
http://palermo.meridionews.it/articolo/12492/ruggirello-family-storia-di-una-dinastia/
 

aless

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12 Settembre 2006
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Quindi a te sembra giustificabile un politico o un partito che prenda una decisione, che non la comunichi ai propri elettori, mentre invece comunica, per anni, di aver preso la decisione opposta, e che dichiari addirittura che gli effetti della decisione presa sono colpa di altri, magari persone di buona volontà che hanno provato, pur con mezzi limitati, a mitigare i danni presi dalla decisione in questione?

Se un politico o un partito politico al governo prende delle decisioni politiche, in democrazia queste vanno comunicate e giustificate agli elettori. Sempre. Altrimenti non si ha una democrazia, ma altre forme di governo.

D'altronde, mia moglie mi chiede spesso: "perché qui nel Regno Unito abbiamo la democrazia, ed in Italia e Turchia no?"
Tu hai detto che le decisioni politiche "vanno" comunicate, e la cosa è inesatta perchè semmai "andrebbero" comunicate.

Poi, la comunicazione può avvenire in molteplici forme. Abbandonare nei fatti Birgi al suo destino rientra a mio avviso tra queste.

Sull'ignoranza di tua moglie, nel senso cioè che ignora le differenze sostanziali che esistono tra Italia e Turchia, cosa questa nemmeno troppo inusuale per un britannico, si può evitare di parlarne perchè come al solito non c'azzecca nulla.
 
F

flyboy

Guest
Quindi a te sembra giustificabile un politico o un partito che prenda una decisione, che non la comunichi ai propri elettori, mentre invece comunica, per anni, di aver preso la decisione opposta, e che dichiari addirittura che gli effetti della decisione presa sono colpa di altri, magari persone di buona volontà che hanno provato, pur con mezzi limitati, a mitigare i danni presi dalla decisione in questione?

Se un politico o un partito politico al governo prende delle decisioni politiche, in democrazia queste vanno comunicate e giustificate agli elettori. Sempre. Altrimenti non si ha una democrazia, ma altre forme di governo.

D'altronde, mia moglie mi chiede spesso: "perché qui nel Regno Unito abbiamo la democrazia, ed in Italia e Turchia no?"
Scusa, ma quando mai hai visto in Italia qualche politico che giustifichi le scelte che fa e che non ribalti le colpe su altri? Lo scrivo in generale. Così come, al contrario, quanti elettori oggi si documentano davvero e fanno scelte consapevoli quando entrano nell'urna?
Io la chiudo qui, siamo abbondantemente OT. Ma quel che è grave non è la prima, quanto la seconda. Ovvero, sei tu cittadino che hai il dovere di informarti e formarti (anche perché nel caso in questione "La Sicilia" non è proprio una fonte così difficile da reperire per chi vive e vota in...... Sicilia). Stai imbastendo una polemica inutile solo perché non condividi la decisione presa.

E' tutto molto semplice: agisci quando entrerai nell'urna (qualora tu risieda ancora lì).
Se anche gli altri faranno altrettanto, chi vincerà riempirà Ryan di milioni. In caso contrario sarà evidente che la maggioranza se ne è fatta una ragione e farà un pò di km in più per decollare da PMO.
 

flapane

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Costa 50 milioni di Euro. Ci si paga 3 milioni di co-marketing per 16 anni e mezzo.

Attenzione, non sto dicendo che quei 50 milioni non si devono investire (per ripristinare la via Milo, e.g. la tratta che va da Alcamo Diramazione a Trapani), ma che probabilmente, dato che non pare ci sia la volontà politica né i soldi per farlo[CUT]
E'una linea che unisce i due principali centri regionali ad Occidente, utile sia per i turisti, sia per i cittadini. Anzi, a linea ripristinata, bisognerebbe programmare delle navette cadenzate (cadenzamento vero, non random, all'italiana) Punta Raisi-Pinaireto, per garantire le coincidenze con i treni diretti verso Trapani e Palermo, andando quindi a modificare anche il SFM.
A me sembra assurdo liquidare il tutto, dopo oltre 2 anni dalla frana, con le frasi evidenziate.
Non è una visione lungimirante, in Germania probabilmente avrebbero una crisi di nervi... mi arrabbierei con Crocetta per non aver pungolato a sufficienza RFI e MinInf, non certo per l'intenzione di far camminare un gestore aeroportuale con le proprie gambe e tramite investimenti privati.
Non è possibile che, per le infrastrutture locali (possibilmente ferroviarie e ciclabili), in Italia, non ci sia mai la volontà politica o i soldi, o comunque interessino poco alla popolazione locale.

Sull'ignoranza di tua moglie, nel senso cioè che ignora le differenze sostanziali che esistono tra Italia e Turchia, cosa questa nemmeno troppo inusuale per un britannico, si può evitare di parlarne perchè come al solito non c'azzecca nulla.
Appunto. Con tutto il rispetto per la Turchia ed il modo in cui è governata, non buttiamola in caciara.

Ovvero, sei tu cittadino che hai il dovere di informarti e formarti
Su questo si potrebbero aprire thread a parte. In Campania, negli ultimi 5 anni, l'opposizione non è mai stata in grado di mettere in difficoltà la giunta regionale, circa le discutibili (per non dire altro, che terrò per me) scelte in materia di tpl. Affermazioni sempre troppo vaghe, generiche, ed è meglio stendere un velo pietoso sui deliri pronunciati in campagna elettorale, con proposte di trasformare ferrovie regionali in metropolitane.
Se non sono ben informati i politici, figurati i cittadini comuni, la cui fonte di informazione è il social network...
 
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rommel

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Al di là che 50 mln per il ripristino della ferrovia non so da che fonte vengano, è essenziale ripararla e subito.
Se non meglio chiudere pure l'altra via Castelvetrano/Marsala e spedire tutti in auto, anche visto l'estremo interesse delle FS verso il traffico regionale (praticamente nullo) e della Regione Sicilia , ancora minore se si pensa alla fine della Catania Gela e la diminuzione di frequenze sulla ferrovia dopo Ragusa(sinonimo di prossima chiusura)...
La Sicilia è piena di ferrovie chiuse senza motivo, come la Noto Pachino , o la Castelvetrano Selinunte che oggi sarebbero di grande aiuto per turisti e villeggianti.
Troppa fatica; meglio finanziare Ryan per un po' di CTA/PMO/CTA..
 

AZ209

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Aeroporto, Fazio risponde a Damiano: “Fatti dimostrano inconcludenza”

«Il sindaco Damiano replica alle mie critiche sulla vicenda del co-marketing accusandomi di essere arrogante, inappropriato e sconsiderato ritenendo che ami remare contro a tutti i costi. Come al solito Damiano riporta sul piano personale una questione che è prima di tutto politica ed amministrativa». Così il deputato regionale Girolamo Fazio replica al sindaco Damiano dopo le ultime esternazioni del primo cittadino trapanese.

«La questione è politica – afferma Fazio – perché, ribadisco, il sindaco del comune capoluogo, del comune che ha sul suo territorio comunale il 90% del sedime aeroportuale, che ha tratto enormi vantaggi in termini di economia e di produzione del PIL, ha il dovere di essere in prima linea e assumersi l’onere e l’onore di essere capofila insieme alla camera di commercio nel definire i rapporti con l’AMS e con Ryanair. La questione è anche amministrativa se è vero, come è vero, che il Comune di Trapani non ha ancora versato i 300mila euro e soprattutto ha, più di altri comuni, “tergiversato” prendendo tempo. Un tempo che gli operatori turistici e l’economia della provincia non hanno. Damiano vuole portare il tema sul terreno dello scontro personale con l’ex sindaco Fazio, ma è una tecnica di distrazione mediatica che non gli consento di usare».

«Egli parla di fatti? Ebbene – spiega il parlamentare regionale e consigliere comunale trapanese – i fatti di una chiara volontà dilatoria, i fatti che dimostrano la sua inconcludenza, e ribadisco la sua inadeguatezza ad amministrare, sono nelle parole che lui stesso ha scritto nella lettera di qualche giorno fa e precisamente del 13 luglio scorso, rivolta al Presidente della Camera di Commercio, Pino Pace (che allego al comunicato a comprova di quanto da me affermato). Una lettera nella quale chiede nell’ordine: una “copia dell’Accordo di Collaborazione tra i sindaci autenticata”, una attestazione del “permanere ad oggi della utilità derivante dalla presenza del vettore Ryanair, almeno nella misura delle pre-condizioni esistenti all’atto della sottoscrizione dell’Accordo di Collaborazione”; infine una attestazione della “permanenza delle condizioni contrattuali”».

«Come è possibile – continua Fazio – formulare una richiesta di tal fatta? Damiano non è in possesso di una copia dell’Accordo e la chiede, lui dice di averla sottoscritta e rifirmata? Lui che chiede garanzie al Presidente Pace, soggetto sicuramente non legittimato quando tali garanzie dovrebbero essere insite nella volontà di sottoscrizione del contratto? Tutto questo significa aver fatto il proprio dovere? Che esempio viene dato agli altri comuni meno interessati di quello di Trapani? Se questo non è boicottaggio qualcuno mi spieghi cos’è. Questo è un fatto incontrovertibile, provato documentalmente. Un altro fatto è l’ordinanza illegittima che sposta il traffico dei pullman. Un fatto è la tardiva pulizia delle spiagge dalla posidonia. Un fatto è la condizione della città abbandonata a se stessa. Un fatto è la costante lamentazione dei cittadini trapanesi nei confronti di questa amministrazione».

«Auspico – conclude l’ex sindaco di Trapani – che i consiglieri comunali restii ad approvare la mozione di sfiducia abbiano un sussulto e non rimangano inerti nel veder distruggere la città, pur di garantirsi quei pochi euro di indennità. A meno che non siano conniventi con l’azione demolitrice del sindaco Damiano contro i cittadini trapanesi. Nulla di personale contro il sindaco Damiano, ma non gli può essere consentito di travisare la realtà, a colpi di comunicati e di menzogne, e raccontare una città che è solo nella sua testa. Se ritiene che denunciare politicamente tutto questo, l’ho fatto anche in aula consiliare a viso aperto, sia arroganza… allora sì, sono arrogante e continuerò ad esserlo nell’interesse dei trapanesi".
trapanioggi
 

Mobius

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Dato che c'è chi ha parlato del presunto obbligo da parte dei governanti di comunicare le proprie decisioni agli elettori, ci tengo a puntualizzare che io che lavoro a SUF e sono residente in zona non ho la più pallida idea di quali siano gli accordi tra enti locali/privati e Ryanair. La diffusione dei dettagli di questi accordi è molto meno capillare di quanto si creda anche nel contesto stesso degli aeroporti interessati.

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AZ209

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Aeroporto di Trapani, i privati “sfiduciano” il presidente dell’Airgest Castiglione

Si apre così una settimana decisiva per il futuro dello scalo aeroportuale di Trapani, il “Vincenzo Florio”, e per capire se Ryanair ridurrà o meno il suo rapporto commerciale con l’aeroporto. Innanzitutto fa segnalato che l’Airgest non solo è senza governance, dato che sono scaduti i suoi organi (e la Regione Siciliana ancora non dà segni di vitaper convocare l’assemblea e procedere al rinnovo) ma i soci privati di Airgest, che già erano intervenuti la settimana scorsa, sono nuovamente tornati alla carica, e questa volta per sfiduciare, di fatto, il presidente uscente, Castiglione. I soci privati di Airgest, Infrastrutture Sicilia e Quercioli, contestano la “decisione unilaterale” comunicata dal presidente di Airgest Salvatore Castiglione al commissario straordinario della provincia Giuseppe Amato, circa la richiesta di erogazione immediata della somma di 3,5 milioni di euro, quale parziale ristoro dei danni conseguenti alle limitazioni imposte dalle attivita’ militari relative all’intervento in Libia, “senza null’altro pretendere”. La decisione di non pretendere l’intera somma di 5 milioni di euro stanziata dal governo nazionale, “senza peraltro un previo confronto con il Cda della stessa Airgest”, affermano, “non e’ ne’ tollerabile ne’ condivisibile dai soci privati, sia per i modi che per i contenuti”. E’ stato pertanto chiesto di annullare questo procedimento per consentire in tempi brevissimi la verifica in sede consiliare “della determinazione piu’ opportuna da intraprendere. Qualora cio’ non accadesse, il presidente si fara’ carico delle conseguenze amministrative e legali di un atto compiuto in autonomia e non autorizzato dalla governance societaria”. Parole di fuoco.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dunque, nei rapporti tra i soci privati di Airgest e Castiglione, è stata la destinazione dei famosi cinque milioni di euro di risarcimento ottenuti dalla provincia dopo la guerra in Libia. Di questa cifra, un milione e mezzo andrà ai Comuni, ma non direttamente. Questa settimana dovranno presentare delle proposte di richiamo turistico o infrastrutturali alla Provincia da farsi finanziare, secondo un meccanismo che abbiamo raccontato la settimana scorsa.
Potete leggere l’articolo cliccando qui.

I Comuni, dal canto loro, stanno lentamente a pagare un po’ degli arretrati con Ryanair. Favignana, ad esempio, ha versato l’accordo di co-marketing con la Ryanair, per garantire la permanenza della compagnia irlandese presso l’aeroporto di Trapani Birgi. “In seguito all’incontro a Palazzo Riccio di Morana tra i primi cittadini dei Comuni coinvolti e il commissario del Libero Consorzio di Trapani, Giuseppe Amato – dice il sindaco Giuseppe Pagoto – ritengo che oltre agli impegni verbali e alle parole spese, bisogna che seguano gli atti consequenziali formali. Restiamo fiduciosi che, per il bene del territorio e nell’interesse collettivo della nostra provincia e di tutti ci cittadini, gli altri Comuni provvederanno in tempi brevissimi ai versamenti cui sono chiamati. Il tutto in attesa della prossima riunione del 30 luglio, quando, ancora una volta tutti i sindaci all’assemblea si ritroveranno assieme alla Giunta della Camera di Commercio per affrontare l’argomento”.

Anche il piccolo Comune di Petrosino ha pagato la sua quota, anche se il Sindaco di Petrosino, Gaspare Giacalone, non nasconde la sua insoddisfazione e la sua perplessità:
“Innanzitutto perchè credo nella libera concorrenza del mercato. E poi perchè penso che questa ulteriore spesa per i comuni non sia sostenibile, anticipando che ci sarebbero stati problemi con i pagamenti. Per me il traffico aereo va potenziato in ben altro modo in Sicilia. Tuttavia gli impegni vanno rispettati e il Comune di Petrosino fa la sua parte senza aspettare più le mosse degli altri comuni, perché crediamo che l’aeroporto sia una grande risorsa per questo territorio e per lo sviluppo turistico. Infine, c’è qualcosa di non detto in tutta questa vicenda. I comuni siciliani oggi soffrono una liquidità di cassa che in buona parte è legata ai ritardi nei trasferimenti di somme dovute da parte della Regione. Troverei, pertanto, decisamente utile e opportuno un intervento da parte dei deputati regionali della provincia per sbloccare questa situazione”.

http://ilmattinodisicilia.it/13770-...sfiduciano-il-presidente-airgest-castiglione/
 

AZ209

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Aeroporto di Trapani: Ryanair se ne va, i politici litigano…sui meriti

Aeroporto di Trapani: Ryanair se ne va, i politici litigano…sui meriti,con toni da “E qui comando io / e questa è casa mia…”. Se i nostri politici lavorassero quanto parlano, la provincia di Trapani sarebbe la Florida d’Europa. E invece, purtroppo, parlano spesso tanto, si attribuiscono meriti che non hanno, e, quando sono in forma, sono capaci anche di litigare mentre la nave affonda. E così invece di parlare di programmazione, di come non fare andare via Ryanair, di come trovare i soldi, o di comesollecitare la Regione Siciliana a fare le nuove nomine all’Airgest, il senatore trapanese di Forza Italia Antonio D’Alì e il deputato regionale del Pd Paolo Ruggirello litigano su chi ha i meriti (quali meriti?) di aver puntato sull’aeroporto di Trapani Birgi. Il senatore D’Alì dice che addirittura l’aeroporto esiste grazie a lui. Il deputato regionale rilancia è dice: “No, è grazie alla mia famiglia”. ” E qui comando io / e questa è casa mia..”. Perchè come al solito, quando sono i ricconi della nostra terra a fare politica, si scontrano non tanto le ideologie (Ruggirello e D’Alì hanno cambiato schieramenti più volte, Ruggirello è roba da record: eletto con Musumeci adesso fa il parlamentare con il PD…), quanto i poteri e gli interessi economici che rappresentano. Dunque, cosa dice D’Alì? “Questo aeroporto esiste perché ci sono io e perché c’erano Poma ed il consiglio provinciale di Trapani”. Peppe Poma è un fidatissimo uomo di D’Alì che è stato anche presidente del consiglio provinciale illo tempore. “Se non ci sono le condizioni per andare avanti così come si è fatto finora – ha aggiunto – si metta il co-marketing a gara. Di sicuro non possiamo consentire che l’aeroporto chiuda. Sarebbe il fallimento di un’intera classe politica pubblica, regionale, provinciale e locale, così come di chi ha gestito l’aeroporto”. D’Alì è favorevole alla privatizzazione: “Ma se lo dico io, c’è subito chi si chiede cosa ci sia dietro, quali interessi privati intenda difendere e tutelare!. La verità è invece che le azioni dell’ex Provincia sono state svendute ad una Regione che non ha ancora detto cosa intende fare di questo aeroporto. I privati finora hanno investito ripianando perdite e non certo distribuendosi dividendi”. Ed il senatore è quanto mai chiaro e diretto anche sui 10 milioni di ristoro per i danni causati dalla chiusura, prima totale e poi parziale, dell’aeroporto per l’intervento militare in Libia nel 2011: “Anche qui, cerchiamo di dire le cose come stanno. Quei 10 milioni si chiamano Tonino D’Alì”. Come se li avesse usciti di tasca lui…Bene, questa la replica di Paolo Ruggirello.

La pubblichiamo per intero, è molto istruttiva su come funziona la politica in Sicilia:
Il Senatore D’Alì tenta la rimonta politica prendendosi meriti che non lo riguardano. Libero di riassettare il suo partito con elementi politici logori che hanno perso di fiducia e credibilità nella gente, non è tenuto a prenderla in giro, però, con meriti che non gli appartengono. Tracciando un profilo di sé, quale il migliore politico della provincia della Trapani (territorio che ancora però attende un riscontro della presenza di un suo rappresentante al Senato della Repubblica), parla dell’aeroporto come una sua creazione mentendo e omettendo tutta la sua avversità nel lavoro svolto dagli altri amministratori, come Giulia Adamo che nel ruolo di presidente della provincia fece il possibile per rendere lo scalo pienamente operativo.
La storia dell’aeroporto di Birgi è storia della mia famiglia: la prima a fare parte come parte della società di piccoli risparmiatori, istituita nel ’93. Eravamo presenti quando si mossero i primi passi per l’organizzazione del personale per la pulizia e la manutenzione, così come per i primi contatti con l’estero seguendo gli accordi con i russi, nonostante l’avversità mostrata da una fila di politici, con in testa D’Alì, che sostenevano il fallimento dell’operazione per la presenza degli americani nella base Nato. Invece l’accordo andò in porto e consentì l’arrivo di ben due voli settimanali da San Pietroburgo e Mosca avviando uno scenario di sviluppo internazionale per lo scalo trapanese. Viene successivamente definito l’onere del servizio pubblico, mentre con Giulia Adamo, presidente della provincia, si ottenne il primo finanziamento europeo. La storia recente è sotto gli occhi di tutti e mi vede in prima linea insieme alla Adamo e a Marrocco per destinare un ulteriore finanziamento di due milioni d euro andato poi perso. Da allora in poi non c’è alcun cenno di un lavoro orientato a programmare le attività dell’aeroporto, periodicamente a rischio chiusura, o volto a intercettare nuovi vettori per bilanciare il monopolio della compagnia irlandese che può decidere sul fallimento di tutto il nostro territorio. E mentre emergono le verità sui costi, chi ha ruoli centrali d’interazione dovrebbe impegnarsi per dare indicazioni su come trovare nuovi accordi con altri vettori, anziché decantare meriti inesistenti che al territorio non hanno comunque portato alcun beneficio.

Per il resto, mentre Ryanair tra poco se ne va, e i politici litigano, non ci rimane che fischiettare quella canzoncina: “E qui comando io / E questa è casa mia / Voglio sapere / chi viene e chi va”. Di questo passo, all’aeroporto di Trapani, tra poco andranno e verranno poche, pochissime persone.

http://ilmattinodisicilia.it/13977-...nair-se-ne-va-i-politici-litigano-sui-meriti/
 

AZ209

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Aeroporto di Trapani, anche Riggio (Enac) conferma: “Futuro incerto”

Ci sono “più ombre che luci”. A dirlo è Vito Riggio, presidente dell’Enac, Ente Nazionale Aviazione Civile.

La Ryanair è sempre lì pronta a lasciare lo scalo trapanese, perchè si è stancata delle perdite di tempo
nell’onorare l’accordo di co-marketing sottoscritto. Da quando la Provincia di Trapani (oggi Libero Consorzio) non è più socio di maggioranza le cose si sono ingolfate. A prendere le quote la Regione Siciliana che però delle sorti dello scalo trapanese in questi mesi non si è interessata.

Nelle scorse settimane era arrivato l’ennesimo ultimatum della compagnia low cost irlandese per avere pagate le rate del contratto dai Comuni. Perchè
nel frattempo sono le 24 città della provincia a pagare per non far andare via la Ryanair. Il presidente della Camera di Commercio, Pino Pace, aveva annunciato le dimissioni da coordinatore del tavolo dei sindaci se non si fossero versate le quote. Poi ha fatto marcia indietro. Ma la situazione è sempre critica. E si ripeterà ogni tre mesi, ogni scadenza per versare le rate. I Comuni oltre a pagare vogliono anche decidere, avere voce in capitolo sulle tratte, sulla gestione dell’Aeroporto. L’Airgest, l’ente gestore del Vincenzo Florio, non è uscita dalla fase di stallo amministrativa, con il Cda che è che deve essere rinnovato.

In tutto ciò arrivano le parole del presidente dell’Enac, intervistato dal Giornale di Sicilia sullo stato di salute degli aeroporti siciliani.
L’unico scalo che desta qualche preoccupazione è Trapani con la vicenda Ryanair. Se la compagnia irlandese se ne andrà come ha fatto a Forlì ed Alghero questo scalo rischia di soffrire parecchio. I Comuni non hanno garantito alla compagnia irlandese le somme versate dall’ex Provincia per ogni passeggero e così nel futuro si profliano più ombre che luci a Birgi.

Il problema non è la struttura, lo scalo tre anni fa è stato ristrutturato, sono stati fatti dei lavori non indifferenti. E’ un problema di gestione, di politica.

Così in questi anni Ryanair ha cominciato a ridurre i voli, e alcuni li ha trasferiti a Palermo. Per Riggio non è un azzardo pensare che a Palermo non aspettano altro.
Lo scalo non necessita di interventi strutturali visto che si tratta di voli low cost lo scalo va benissimo ma resta davvero l’incognita per il futuro. Già Ryanair ha trasferito diversi voli su Palermo. Qui la Gesap ha garantito circa 6 milioni di euro alla compagnia irlandese per avere alcuni collegamenti. Non so se questo piano di smantellamento da Birgi andrà avanti. Certo è che a Palermo sarebbero ben lieti di ricever anche gli altri voli.

L’aeroporto, se Ryanair va via, rischia di chiudere. E sono soprattutto gli imprenditori legati al turismo ad essere preoccupati. Albergatori, titolari di b&b, ristoratori, tour operator hanno firmato un petizione in cui richiedono un incontro urgente con il Presidente della Regione per affrontare l’argomento legato allo sviluppo generale dello scalo. Ancora non è arrivata risposta.


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