Alitalia va bene o va male? Articolo del Corriere della Sera su possibili tagli


bezzeka

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22 Giugno 2008
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roma
Si può discutere all'infinito sulla liceità di queste operazioni, ma il fatto è che sarà pratica comune per tutte le compagnie aeree e che per AZ CAI era previsto nei piani sin dall'inizio.
parli cosi perche' ovviamente tu sai di non essere esternizzato,ti posso dire che per esperienza personale essere ESTERNIZZATO e' dura molto dura,oggi sei comagnia aerea con tutte le agevolazioni domani fai lo stesso lavoro senza mezzi sociali senza agevolazioni lavori con societa che ti ricordano tutti i giorni che sei troppo costoso che vieni dall Alitalia quindi non sai cosa significa lavorare
pensa che bello, ti dimentichi di andare a lavorare con il sorriso e rimpiangi la cassaintegrazione ogni giorno
tutto naturalemnte con un piccolo taglio di stipendio,nel mio caso e' stato "solo" di 4mila euro su 27mila annuo
naturalmente senza riconoscerti il tuo livello o manzione
dammi retta e' DURA
 

billypaul

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parli cosi perche' ovviamente tu sai di non essere esternizzato,ti posso dire che per esperienza personale essere ESTERNIZZATO e' dura molto dura,oggi sei comagnia aerea con tutte le agevolazioni domani fai lo stesso lavoro senza mezzi sociali senza agevolazioni lavori con societa che ti ricordano tutti i giorni che sei troppo costoso che vieni dall Alitalia quindi non sai cosa significa lavorare
pensa che bello, ti dimentichi di andare a lavorare con il sorriso e rimpiangi la cassaintegrazione ogni giorno
tutto naturalemnte con un piccolo taglio di stipendio,nel mio caso e' stato "solo" di 4mila euro su 27mila annuo
naturalmente senza riconoscerti il tuo livello o manzione
dammi retta e' DURA
Non ho detto che non è dura, rileggiti bene il mio post.
Ho detto che però, purtroppo, questa è la strada che stanno intraprendendo tutte le compagnie aeree.

Anzi, non mi sorprenderei se in un futuro prossimo le compagnie non avessero più personale negli scali (nè capiscalo, nè tecnici etc...) e negli uffici in città (customer care, biglietterie, rappresentanza commerciale) ma fosse tutto gestito in outsourcing.
 

sevs17

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10 Dicembre 2007
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Milano, Lombardia.
parli cosi perche' ovviamente tu sai di non essere esternizzato,ti posso dire che per esperienza personale essere ESTERNIZZATO e' dura molto dura,oggi sei comagnia aerea con tutte le agevolazioni domani fai lo stesso lavoro senza mezzi sociali senza agevolazioni lavori con societa che ti ricordano tutti i giorni che sei troppo costoso che vieni dall Alitalia quindi non sai cosa significa lavorare
pensa che bello, ti dimentichi di andare a lavorare con il sorriso e rimpiangi la cassaintegrazione ogni giorno
tutto naturalemnte con un piccolo taglio di stipendio,nel mio caso e' stato "solo" di 4mila euro su 27mila annuo
naturalmente senza riconoscerti il tuo livello o manzione
dammi retta e' DURA
Se l'Alitalia deve competere con le altre compagnie deve tagliere i costi, e purtroppo il personale é in alto alla lista. Mi spiace e ti capisco ma che piaccia oppure no l'Alitalia deve anche guardare al proprio futuro.

Billypaul ha ragione: la Swiss non ha più capiscalo neanche nell'hub di Zurigo, fa tutto la Swissport che a contrario del nome non é collegata in alcun modo.
 

Dome

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14 Ottobre 2006
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.
Non ho detto che non è dura, rileggiti bene il mio post.
Ho detto che però, purtroppo, questa è la strada che stanno intraprendendo tutte le compagnie aeree.

Anzi, non mi sorprenderei se in un futuro prossimo le compagnie non avessero più personale negli scali (nè capiscalo, nè tecnici etc...) e negli uffici in città (customer care, biglietterie, rappresentanza commerciale) ma fosse tutto gestito in outsourcing.
Neanche io mi sorprenderei, figurati! Però, ripeto... non voglio poi sentir parlare di "qualità" o di "attenzione al cliente", soprattutto mentre vado a gestire problemi generati dalla compagnia di cui io sono handler. Il problema è della compagnia, non certo mio. Così ragionano (giustamente) gli handler di TUTTO il mondo ed è un ragionamento che porta solo in basso i livelli di qualità e di standard di servizio. Come dice giustamente bezzeka, tu mi cacci via? Io faccio il minimo indispensabile (bene, con professionalità, con attenzione ma... faccio il minimo), mentre ora tutto si regge molto sulla buona volontà e sullo spirito di iniziativa a dare quel "qualcosa in più" che fa la differenza.
Francamente mi sembrano quei ragionamenti idioti che si limitano a vedere il numerino in fondo al bilancio e non ad altro. Aggiungo, infine, che in una società di servizi è risaputo che questi ultimi danno un ritorno economico molto molto basso
 

sevs17

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10 Dicembre 2007
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Milano, Lombardia.
Neanche io mi sorprenderei, figurati! Però, ripeto... non voglio poi sentir parlare di "qualità" o di "attenzione al cliente", soprattutto mentre vado a gestire problemi generati dalla compagnia di cui io sono handler. Il problema è della compagnia, non certo mio. Così ragionano (giustamente) gli handler di TUTTO il mondo ed è un ragionamento che porta solo in basso i livelli di qualità e di standard di servizio. Come dice giustamente bezzeka, tu mi cacci via? Io faccio il minimo indispensabile (bene, con professionalità, con attenzione ma... faccio il minimo), mentre ora tutto si regge molto sulla buona volontà e sullo spirito di iniziativa a dare quel "qualcosa in più" che fa la differenza.
Francamente mi sembrano quei ragionamenti idioti che si limitano a vedere il numerino in fondo al bilancio e non ad altro. Aggiungo, infine, che in una società di servizi è risaputo che questi ultimi danno un ritorno economico molto molto basso
Questo problema viene risolto "travestendo" il personale delle società di servizi a terra con la divisa della compagnia aerea (tipo personale Swissport con divisa Alitalia di JFK o personale Servisair in divisa AZ a YYZ) e mettendo un supervisore della compagnia (dove conviene farlo), se no monitorando il servizio con "mystery passengers".
 

Phormula

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27 Maggio 2010
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Al di là della questione Alitalia, le aziende seguono una logica di profitto. Outsourcing e il suo contrario "In house" seguono un vero e proprio ciclo. Le aziende seguono una o l'altra strada a seconda della convenienza del momento. Di solito funziona così, le aziende cerescono sviluppando i servizi al loro interno. Poi si rendono conto che questi servizi costano troppo e non fanno parte del core business quindi esternalizzano. Cosa che va benissimo in un momento come questo in cui si può trattare con chi ti fornsice il servizio da una posizione di superiorità. Però se le cose cambiano (ad esempio perchè si fa fatica a trovare un fornitore in grado di garantire certi standard), allora ecco che torna conveniente gestire il servizio "in house". E il ciclo ricomincia... conosco aziende che nel giro di quarant'anni sono passate attraverso due-tre cicli di questo tipo. E non sempre i dipendenti esternalizzati sono andati a stare peggio, anzi ci sono casi di aziende nate da una esternalizzazione o cresciute grazie ad essa che sono sopravvissute a quella che aveva esternalizzato.

Discorso diverso quando una azienda esternalizza per disfarsi di qualcosa, oppure fa lo spin off di alcuni business non più redditizi, creando società che poi vengono lasciate fallire.
 

billypaul

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Neanche io mi sorprenderei, figurati! Però, ripeto... non voglio poi sentir parlare di "qualità" o di "attenzione al cliente", soprattutto mentre vado a gestire problemi generati dalla compagnia di cui io sono handler. Il problema è della compagnia, non certo mio. Così ragionano (giustamente) gli handler di TUTTO il mondo ed è un ragionamento che porta solo in basso i livelli di qualità e di standard di servizio. Come dice giustamente bezzeka, tu mi cacci via? Io faccio il minimo indispensabile (bene, con professionalità, con attenzione ma... faccio il minimo), mentre ora tutto si regge molto sulla buona volontà e sullo spirito di iniziativa a dare quel "qualcosa in più" che fa la differenza.
Francamente mi sembrano quei ragionamenti idioti che si limitano a vedere il numerino in fondo al bilancio e non ad altro. Aggiungo, infine, che in una società di servizi è risaputo che questi ultimi danno un ritorno economico molto molto basso
Dome,
con tutta la stima che ho per te, ti devo dire che il tuo discorso non regge:
la Emirates, la Etihad o qualunque compagnia asiatica che opera in Europa non ha certo personale in house.

Nonostante tutto anche i servizi di terra, oltre a quelli di bordo, sono considerati unanimemente di standard superiori e sicuramente al top nel panorama mondiale.

E questo standard lo si trova a BCN così come a LHR, MXP o in un qualsiasi scalo africano.

Spesso le capacità si misurano più per come riesci a far lavorare i tuoi fornitori che facendo tu tutto il lavoro.
 

FlyIce

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6 Novembre 2005
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Dome,
con tutta la stima che ho per te, ti devo dire che il tuo discorso non regge:
la Emirates, la Etihad o qualunque compagnia asiatica che opera in Europa non ha certo personale in house.

Nonostante tutto anche i servizi di terra, oltre a quelli di bordo, sono considerati unanimemente di standard superiori e sicuramente al top nel panorama mondiale.

E questo standard lo si trova a BCN così come a LHR, MXP o in un qualsiasi scalo africano.

Spesso le capacità si misurano più per come riesci a far lavorare i tuoi fornitori che facendo tu tutto il lavoro.
Sai come fanno: poche e semplici regole + controllo dell'operato dell'handler.

Comunque ho volato anche con loro e questi stupefacenti servizi di terra non li ho visti, anche perché non saprei come potrebbe essere un check-in "al top" dato che qualsiasi check-in di wb genera code chilometriche.
A Londra gli addetti di EK sono fiscali come da DNA del popolo di casa, quindi nessuna standing ovation neanche qui.

Swiss che non ha nessun self handling in nessun aeroporto, secondo me ha un handicap serio; diventano troppo rigidi quando si tratta di fare qualsiasi operazione, anche cambiare un biglietto semi-flessibile. Con OS o LH le cose sono migliori e molte operazioni sono ben più semplici, anche se come esperienza di bordo preferisco LX.
Stiamo però andando in un campo molto ristretto in cui davvero pochissimi pax riescono a notare delle differenze.
 

billypaul

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Economia-Turismo

Scure Alitalia anche su Alghero. Servizi a Sogeaal

19/09/2010 21:19:31
I vertici di Alitalia hanno annunciato di dover attuare tagli di personale in tutta Italia. Ad Alghero non sono stati rinnovati diversi "anziani". Alcuni servizi e dipendenti potrebbero essere assorbiti da Sogeaal

ALGHERO - Un fulmine a ciel sereno. Questo l'effetto delle parole dei vertici del gruppo Alitalia, diffuse questo pomeriggio (domenica) dalle agenzie: "2000 lavoratori in meno tra cui 600 precari. Sono queste le cifre del piano di ridimensionamento di Alitalia, da attuare entro dicembre prossimo".

Questo l'intervento sul piano industriale allo studio di Rocco Sabelli e Roberto Colaninno (padre del deputato del Partito Democratico). Oggi l'ex compagnia di bandiera conta 14 mila dipendenti, rispetto ai 12.600 programmati. I dipendenti in più sarebbero quindi circa 1.400, secondo altre ipotesi 1.200. A questi andrebbero aggiunti 600 precari da non rinnovare. Si tratterebbe di un ridimensionamento del personale "ai livelli previsti dal piano Fenice", tramite "recuperi di efficienza e esternalizzazioni". Il piano prevederebbe anche la vendita dei servizi manutenzione e materiali con alcune esternalizzazioni da effettuare negli scali periferici.

Com'è prevedibile questo piano non potrà non avere effetti anche sull'aeroporto di Alghero dove Alitalia è presente con alcuni collegamenti. Già quest'anno si è registrato il mancato rinnovo di diverse unità del "vecchio" personale. Maestranze che erano presenti nello scalo già da alcuni anni a cui la compagnia di bandiera ha preferito nuove figure. Scelta discutibile viste le conoscenze sviluppate negli anni da parte dei dipendenti il cui contratto non è stato rinnovato. A questi sarebbe spettato l'indeterminato, evidentemente considerato troppo oneroso dall'azienda che però non ha considerato adeguatamente l'esperienza garantita nell'espletamento dei servizi dagli "anziani".

Adesso all'orizzonte si prefigurano ulteriori tagli. Nonostante il culmine della crisi globale sia passato, resta, di fatto, il momento difficile per molti settori e soprattutto quelli a partecipazione (attuale o passata) pubblica: sanità, pubblica amministrazione, trasporti, etc. Come detto dalle agenzie di stampa e confermato dai vertici della compagnia di bandiera, alcune unità (sicuramente non tutte) potranno essere assorbite dalle società di gestione, nel caso di Alghero la Sogeaal. A quel punto diversi servizi aeroportuali, fino ad oggi a capo dell'Alitalia, sarebbero gestiti direttamente dalla Sogeaal.

Autore: Stefano Idili


Algheronotizie.it
 

spongebob

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31 Luglio 2008
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...grazie... sono giovane anagraficamente e "alitaliamente" ma, purtroppo, sono uno che crede in quello che fa e dove sta...
Giovane anagraficamente???:astonished: Scherzi vero??Quello posso esserlo io....Ciao Dome....(p.s. Sono un altro di quelli che crede in ciò fa...cazzeggiando un pò ma credendoci...altrochè...):)
 

atlantique

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4 Ottobre 2008
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Qualche tempo addietro il sottoscritto e qualcun'altro di cui non ho memoria aveva riportato voci che vedevano allo studio un piano di alllungamento della CIGS piloti per altri due anni,per favorire l'uscita di altro personale.....

IL MESSAGGERO

ROMA (20 settembre) - Dimezzare le perdite operative nel 2010 a circa 135-140 milioni. Per raggiungere il break even (pareggio) operativo nel 2011. Rocco Sabelli ha ribadito qualche giorno fa la tabella di marcia di Alitalia che oltre tutto il 10 settembre scorso ha fatto il pienone di presenze da quando ha ripreso il volo (84.500 passeggeri).

Ma per centrare gli obiettivi bisognerà agire anche sui costi del personale attualmente oltre 14 mila unità, quindi più di 1.400 dipendenti rispetto al piano Fenice (12.600). Per questo il top manager di Cai e il capo del personale Giovanni Di Stefano (ex Eni) stanno mettendo a punto un piano di efficientamento. Da qualche giorno sarebbero in corso sondaggi presso i dipendenti di terra della compagnia a Fiumicino: lo scopo sarebbe di raccogliere adesioni per attivare una cassa integrazione (Cig) volontaria a partire da ottobre.

Finora i sì sarebbero pochissimi e il ricorso a questo ammortizzatore sociale potrebbe rappresentare una strada verso l’uscita nella quale avviare anche piloti e assistenti di volo che Di Stefano potrebbe contattare a breve. Sabelli comunque sta pensando a tagli di personale soprattutto attraverso la esternalizzazione di attività di terra (bagagli e check-in). Quanti? Ieri il Corriere ha parlato di 2 mila esuberi con tagli nei piccoli aeroporti. «Alitalia fa sapere che non conferma i contenuti dell’articolo», è stata l’unica replica ufficiale.

Che però non è servita a placare le prime reazioni politiche: oltre a Renata Polverini, per il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta «se fossero confermate le indiscrezioni sarebbero fondate le nostre preoccupazioni su una privatizzazione gestita malissimo dal Governo». Dello stesso tenore la posizione del responsabile Infrastrutture del Pd, Matteo Mauri. Sabelli non parla in linea con la vocazione alla riservatezza del manager che ha rimesso in orbita il vettore ma forse di fronte a queste indiscrezioni ufficialmente non confermate, sarebbe opportuno che il principale pilota facesse sapere la verità. Tanto più che autorevoli fonti dell’azionariato riferiscono che a fine luglio nel consiglio che ha approvato la semestrale e il piano strategico, il ricorso alla riduzione del personale sarebbe stato spiegato in modo molto generico.

Qualche azionista parlando con gli uomini di Sabelli ha appreso, però, che nel 2011 si vorrebbero dare in outsourcing, cioè all’esterno, tutte le attività di terra di alcuni aeroporti minori: in particolare Bari, Cagliari e Venezia per un totale di circa 1.400 dipendenti. Questo risultato potrebbe essere raggiunto cedendo a terzi queste attività (bagagli e check-in), come è già stato fatto a Palermo e Catania. I numeri però non tornano perché nei tre scali sono molto meno i dipendenti di terra.

Giovedì scorso a un convegno Sabelli ha detto che «siamo sopra ai livelli occupazionali e bisogna focalizzarsi sulle attività core». Quindi un’uscita, morbida, col paracadute della Cig, potrebbe riguardare anche Fiumicino e il personale di volo.
r. dim.
 

Er Polemica

Bannato
21 Gennaio 2008
1,594
0
Lo Fiumicino
Qualche tempo addietro il sottoscritto e qualcun'altro di cui non ho memoria aveva riportato voci che vedevano allo studio un piano di alllungamento della CIGS piloti per altri due anni,per favorire l'uscita di altro personale.....

IL MESSAGGERO

ROMA (20 settembre) - Dimezzare le perdite operative nel 2010 a circa 135-140 milioni. Per raggiungere il break even (pareggio) operativo nel 2011. Rocco Sabelli ha ribadito qualche giorno fa la tabella di marcia di Alitalia che oltre tutto il 10 settembre scorso ha fatto il pienone di presenze da quando ha ripreso il volo (84.500 passeggeri).

Ma per centrare gli obiettivi bisognerà agire anche sui costi del personale attualmente oltre 14 mila unità, quindi più di 1.400 dipendenti rispetto al piano Fenice (12.600). Per questo il top manager di Cai e il capo del personale Giovanni Di Stefano (ex Eni) stanno mettendo a punto un piano di efficientamento. Da qualche giorno sarebbero in corso sondaggi presso i dipendenti di terra della compagnia a Fiumicino: lo scopo sarebbe di raccogliere adesioni per attivare una cassa integrazione (Cig) volontaria a partire da ottobre.

Finora i sì sarebbero pochissimi e il ricorso a questo ammortizzatore sociale potrebbe rappresentare una strada verso l’uscita nella quale avviare anche piloti e assistenti di volo che Di Stefano potrebbe contattare a breve. Sabelli comunque sta pensando a tagli di personale soprattutto attraverso la esternalizzazione di attività di terra (bagagli e check-in). Quanti? Ieri il Corriere ha parlato di 2 mila esuberi con tagli nei piccoli aeroporti. «Alitalia fa sapere che non conferma i contenuti dell’articolo», è stata l’unica replica ufficiale.

Che però non è servita a placare le prime reazioni politiche: oltre a Renata Polverini, per il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta «se fossero confermate le indiscrezioni sarebbero fondate le nostre preoccupazioni su una privatizzazione gestita malissimo dal Governo». Dello stesso tenore la posizione del responsabile Infrastrutture del Pd, Matteo Mauri. Sabelli non parla in linea con la vocazione alla riservatezza del manager che ha rimesso in orbita il vettore ma forse di fronte a queste indiscrezioni ufficialmente non confermate, sarebbe opportuno che il principale pilota facesse sapere la verità. Tanto più che autorevoli fonti dell’azionariato riferiscono che a fine luglio nel consiglio che ha approvato la semestrale e il piano strategico, il ricorso alla riduzione del personale sarebbe stato spiegato in modo molto generico.

Qualche azionista parlando con gli uomini di Sabelli ha appreso, però, che nel 2011 si vorrebbero dare in outsourcing, cioè all’esterno, tutte le attività di terra di alcuni aeroporti minori: in particolare Bari, Cagliari e Venezia per un totale di circa 1.400 dipendenti. Questo risultato potrebbe essere raggiunto cedendo a terzi queste attività (bagagli e check-in), come è già stato fatto a Palermo e Catania. I numeri però non tornano perché nei tre scali sono molto meno i dipendenti di terra.

Giovedì scorso a un convegno Sabelli ha detto che «siamo sopra ai livelli occupazionali e bisogna focalizzarsi sulle attività core». Quindi un’uscita, morbida, col paracadute della Cig, potrebbe riguardare anche Fiumicino e il personale di volo.
r. dim.
i piloti in esubero li hanno avuti nei mesi scorsi e da quel che so l'emorragia sta continuando grazie alle compagnie che con stipendi migliori e prospettive di carriera e prestigio assicurate si accaparrano l'ex forza lavoro (dimissionaria).Non avranno bisogno di tagliare ulteriormente,anche considerando questo contratto ed il prossimo rinnovo contrattuale, dove già stanno mettendo in scena il teatrino dell'azienda in sofferenza (quando pare a loro) per quando sarà proposta una misura "che non si può rifiutare" di lacrime e sangue ai sindacati (che lo dico oggi,ovviamente saranno i responsabili,soprattutto uno,quello che non firma accordi capestro): un ribasso sugli stipendi ma non sull'attività mensile programmata (leggi applicazione contratto CITYLINER su tutta la linea,grazie cisl). Nulla di nuovo direte. Beh no, si è avuto il coraggio FINALMENTE di proporsi per discutere del CONTRATTO COLLETTIVO DI LAVORO NAZIONALE. Certo no? abbassiamo il contratto ai livelli di cityliner e lo rendiamo soglia massima per tutto il mondo aeronautico italiano. Questo lavoro è morto da tempo, ma ci si accanisce sul cadavere. Però sono molto contento. Almeno quando rifiuterò di continuare a farlo perchè ormai non più conveniente, avrò l'anima in pace di lasciare i miei colleghi autisti in "buone" mani, le loro. Poveracci.
 

billypaul

Utente Registrato
Qualche azionista parlando con gli uomini di Sabelli ha appreso, però, che nel 2011 si vorrebbero dare in outsourcing, cioè all’esterno, tutte le attività di terra di alcuni aeroporti minori: in particolare Bari, Cagliari e Venezia per un totale di circa 1.400 dipendenti. Questo risultato potrebbe essere raggiunto cedendo a terzi queste attività (bagagli e check-in), come è già stato fatto a Palermo e Catania. I numeri però non tornano perché nei tre scali sono molto meno i dipendenti di terra.
A VCE non c'è autoproduzione, mentre il giornalista si è dimenticato di REG, BDS e AHO
 

I-DILA

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4 Giugno 2007
753
36
bergamo.
mi riferivo alla liceità di un eventuale passaggio ad AF.
Apparentemente l'unico ostacolo all'acquisizione potrebbe essere la formazione di una concentrazione proprietaria nel mercato.

Solo apparentemente perchè:
- la posizione dominante di per sè non è un illecito (ammesso e non concesso che il gruppo af-kl-az abbia tali caratteristiche)
- con il 25% di af in az, secondo i criteri di valutazione antitrust, le due imprese sono già una cosa sola
- è la commissione che decide e le decisioni spesso sono paragiuridiche (leggi politiche)
- con i tempi che corrono fa meno paura un solido oligopolio che la concorrenza perfetta

Il vero problema, a detta dei tecnici, è l'aiuto di stato indiretto.
Per semplificare: il governo si è tenuto la parte cattiva, con i relativi debiti sui conti pubblici, della società e ha venduto la sola parte buona, favorendo così gli acquirenti privati che, se la società non fosse stata artificiosamente divisa, o non avrebbero comprato o avrebbero dovuto spendere molto di più.
Ma ormai la faccenda e superata e, peraltro, la prima a giovarsi dell'aiuto dello stato italiano è stata proprio af, cioè lo stato francese (alla facciazza dell'italianità!)
 

AZ Airport

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12 Giugno 2006
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Hai ragione....gli scali ancora in autoproduzione sono:

REG
BDS
BRI
CAG
AHO
LIN
LHR
CAI

Invece gli scali già "esternalizzati" da poco sono NAP, CTA, GOA, PMO e appunto SUF.

Riporto un thread di un annetto fa:
http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=99081&highlight=scali+autoproduzione

Si può discutere all'infinito sulla liceità di queste operazioni, ma il fatto è che sarà pratica comune per tutte le compagnie aeree e che per AZ CAI era previsto nei piani sin dall'inizio.
Sullo scalo di Reggio Calabria nessun cambiamento a breve-medio termine, anzi si parla di potenziamento del personale e delle attrezzature per quanto riguarda la rampa per aumento delle attività di volo di AZ sullo scalo.
 

billypaul

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Alitalia pronta a licenziare? I concorrenti lo hanno già fatto

Negli ultimi 20 mesi perdite di bilancio e tagli al personale hanno investito un po’ tutte le compagnie nel mondo. La via delle fusioni

Alitalia tace sui piani di tagli al personale che le vengono attribuiti. Qualche maligno potrebbe dire: ma come, la Iata annuncia nel 2010 una ripresa a doppia cifra e Alitalia agisce in controtendenza?

In realtà, di qua e di là dell’Atlantico, le compagnie aeree continuano a essere prudenti. Tutte, nell’arco degli ultimi 20 mesi (l’anzianità della nuova Alitalia), hanno cercato di ridurre drasticamente i costi, e tra le manovre spesso sono rientrati anche i tagli al personale. Una delle misure più utilizzate è quella delle alleanze, nelle loro varie accezioni: dai semplici rapporti commerciali di code sharing, che hanno avuto un forte incremento, all’esercizio in comune di fasci di rotte (quelle atlantiche, per esempio, tra Delta, Air France-Klm e Alitalia), fino alle fusioni vere e proprie: le più grandi, recenti, sono United-Continental, che una volta a regime sarà la più grande compagnia del mondo, e, in Europa, la «sofferta» integrazione tra British e Iberia, che non ha ancora concluso definitivamente il proprio iter. Le economie di scala, dunque, sono una pista molto battuta, e questo fa dire alla Iata che nel 2050 le grandi compagnie nel mondo saranno solo 12.

L’incremento dimensionale fa emergere opportunità di razionalizzazione che non appartengono alle singole società: perchè avere sovrapposizioni nelle attività amministrative, nei sistemi di prenotazione, nella rete di destinazioni, quando tutto si può fare con strutture più snelle? In Europa, la prima a capirlo è stata, nel 2004, Air France che ha (con delicatezza e diplomazia) acquisito l’olandese Klm. Naturalmente, con tutte le variabili che appartengono al trasporto aereo, un’integrazione non è un’assicurazione sulla vita. E così Air France-Klm ha chiuso l’esercizio 2009-2010 con una perdita netta record di 1,55 miliardi, la peggiore dalla fusione. Già prima di questi dati, comunque, l’obiettivo annunciato dalla compagnia era quello di tagliare 4.500 posti di lavoro su 63mila entro il 2011. Nell’anno fiscale 2009 il personale era stato già ridotto di 2mila unità.

Lufthansa, dopo un 2009 in rosso e un primo trimestre 2010 in profondo rosso (298 milioni), si è ripresa nel secondo, con un utile di 194 milioni, senza forti contraccolpi sul personale. Piuttosto, per prepararsi un anno fa a entrare nel gruppo tedesco, la «preda» Austrian Airlines, aveva annunciato mille tagli. Peggio è andata a British, che tra riduzioni fatte e programmate è nell’ordine dei 4mila tagli, e nel primo trimestre dell’anno fiscale ha perso 122 milioni di sterline. Ha tagliato 2mila posti Aeroflot, e riduzioni di flotta e personale sono stati annunciati un po’ ovunque, da Virgin alla ceca Csa.

Negli Stati Uniti, dove la ripresa, secondo le rilevazioni della Iata è superiore a quella che si registra in Europa, più che una politica di riduzioni di personale è stata cavalcata quella delle integrazioni. Oggi la nuova di zecca United Airlines (Ual)-Continental ha superato in classifica sia Delta (che si è fusa con Northwest) che American Airlines.
In Italia, a parte Alitalia, il settore del trasporto aereo non ha mai brillato: nell’arco degli ultimi 20 mesi è scomparsa Myair, lasciando a terra circa 300 persone, mentre Livingston ha annunciato recentemente riduzioni di flotta e di personale. Mentre la fusione tra Meridiana e la controllata Eurofly, che ha dato origine a MeridianaFly, non ha provocato riduzioni di personale, che nel gruppo è a quota 1.700 persone; se non il mancato rinnovo di qualche decina di contratti stagionali.

Paolo Stefanato

IlGiornale
 

dario abbece

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2 Ottobre 2008
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milano
LUNEDI' 20 SETTEMBRE 2010
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 20 set - "Abbiamo bisogno di buone notizie che provino, al di fuori di polemiche, di tatticismi o di strumentalizzazioni, la crescita di Alitalia e il suo rafforzamento sul mercato". Lo afferma, in una nota, Claudio Claudiani, segretario generale della Fit-Cisl, commentando le indiscrezioni di stampa sulle decisioni future del vettore nazionale. "Non si puo' giocare su eventuali esuberi - aggiunge Claudiani - come pure sulle attivita' non immediatamente legate al core business, ma che tuttavia definiscono gli ambiti di una compagnia importante come deve essere Alitalia. Le notizie rimbalzate sui mass media ci paiono incredibili e descriverebbero di fatto un taglio poderoso alle attivita' della compagnia, l'esatto contrario di quello che sindacato e lavoratori si attendono". Claudiani si appella quindi ai vertici di Alitalia-Cai: "E' doveroso - sottolinea il segretario generale della Fit-Cisl - che essi diano una risposta netta. Si dica immediatamente e in maniera convincente se queste pseudo anticipazioni vengono confutate. La Fit-Cisl non si fara' aggirare. Stia certa la compagnia che il nostro sindacato e' un presidio non eludibile di norme, livelli contrattuali e organizzativi". Com-fil (RADIOCOR) 20-09-10 18:08:51 (0288) 5 NNNN