Alitalia - Raggiunto preaccordo con i sindacati


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AZ1313

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8 Giugno 2016
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Gubitosi, all'esito del preaccordo, aveva dichiarato che avrebbero fatto di tutto per aprire subito una nuova destinazione LR. Non è escluso, quindi, che sia volato dall'altra parte dell'atlantico per concordare con DL quale questa debba essere, tempi e modalità!
(sogno o son desto?)
 

East End Ave

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13 Agosto 2013
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su e giu' sull'atlantico...
Certo, mi immagino l'entusiasmo di Sky Team e di Delta nel non avere una compagnia partner nella seconda economia dell'Europa continentale e nel quarto mercato aviation della UE.
Ma qual'è il problema? DL e AF/KL fanno già quel che vogliono in Italia, dove i numeri premiamo (?) il mercato appunto, non certo la compagnia aerea che dovrebbe esserne l' official carrier (e non flag carrier nel senso di statale).
Gli han fatto aprire MEX per dargli una bandierina tipo risiko, quella da dieci armate che ti fa sentire figo, da poter sventolare per dire "oh, apriamo nuove rotte anche noi!", salvo dire che la rotta stessa non ha praticamente alcun senso in termini di revenue JV, tantomeno Skyteam.
Intanto DL nella stagione che conta vola con 8 daily, mentre AFKL drena dall offline che è uno spettacolo; proprio un partner strategico AZ. (Hogan dixit)
 

East End Ave

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Gubitosi, all'esito del preaccordo, aveva dichiarato che avrebbero fatto di tutto per aprire subito una nuova destinazione LR. Non è escluso, quindi, che sia volato dall'altra parte dell'atlantico per concordare con DL quale questa debba essere, tempi e modalità!
(sogno o son desto?)
Lieto se sarò smentito, temo però tu stia sognando. Oppure spiegami con quali argomenti ed elementi (concreti) AZ potrebbe forzare la mano alla JV nella disastrosa situazione in cui si trova!
 

atlantique

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Gubitosi, all'esito del preaccordo, aveva dichiarato che avrebbero fatto di tutto per aprire subito una nuova destinazione LR. Non è escluso, quindi, che sia volato dall'altra parte dell'atlantico per concordare con DL quale questa debba essere, tempi e modalità!
(sogno o son desto?)
Una rotta di LR non andrebbe a non si apre cosi' un tanto al kg giusto per far vedere la rinascita.
Ci vogliono studi dietro e pianificazione.
 

AZ1313

Bannato
8 Giugno 2016
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FOG
Lieto se sarò smentito, temo però tu stia sognando. Oppure spiegami con quali argomenti ed elementi (concreti) AZ potrebbe forzare la mano alla JV nella disastrosa situazione in cui si trova!
Non ho argomenti o elementi al riguardo (ma credo neanche tu ne abbia per affermare il contrario). Ho solo riflettuto sulle dichiarazioni di Gubitosi di qualche giorno fa a proposito della nuova apertura (anche se io credo sia una di quelle già immaginate, studiate e pianificate da tempo). Non credo le abbia pronunciate tanto per, specie in un momento delicato come questo.
Potrei sbagliarmi,(molto probabile) ma mi sembra tuttavia possibile.
 

il viaggiatore

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12 Luglio 2016
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Ti ripeto: spero avesse soltanto il desiderio di farsi un giretto negli States....scusa AZ1313 (e tu di questa materia ne sai parecchio), ma che sarebbe andato a fare alla Delta? Che almeno Gubitosi abbia buona volonta' e' sicuramente un pregio e mi spingo a dire che come figura ha certamente piu' valori del suo illustre predecessore, ma scripta manent e ri-manent...ci sono gli accordi...che non si rinegoziano con un sorriso...
Neanche le buone intenzioni gli riconosci??
 

AZ1313

Bannato
8 Giugno 2016
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FOG
Ti ripeto: spero avesse soltanto il desiderio di farsi un giretto negli States....scusa AZ1313 (e tu di questa materia ne sai parecchio), ma che sarebbe andato a fare alla Delta? Che almeno Gubitosi abbia buona volonta' e' sicuramente un pregio e mi spingo a dire che come figura ha certamente piu' valori del suo illustre predecessore, ma scripta manent e ri-manent...ci sono gli accordi...che non si rinegoziano con un sorriso...
mi spieghi la materia della quale ne saprei parecchio??
 

East End Ave

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13 Agosto 2013
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su e giu' sull'atlantico...
Non ho argomenti o elementi al riguardo (ma credo neanche tu ne abbia per affermare il contrario). Ho solo riflettuto sulle dichiarazioni di Gubitosi di qualche giorno fa a proposito della nuova apertura (anche se io credo sia una di quelle già immaginate, studiate e pianificate da tempo). Non credo le abbia pronunciate tanto per, specie in un momento delicato come questo.
Potrei sbagliarmi,(molto probabile) ma mi sembra tuttavia possibile.
Che dirti AZ1313, lavoro per un'azienda che fa parte di una JV, gli equilibri sono solidi in quanto normati a suon di firme su contratti e non è che uno di noi si alza e va da un altro a parlargli di apertura o meno di rotte, sembrerebbe un po' da sprovveduti farlo! Ci sono Alliance Vp e top managers Che gestiscono questri accordi, legali che bilanciano gli stessi, CFO che devono rispondere dei soldi, network planners che valutano la parte tecnica...
Ah, un'ultima cosa; a un tavolo JV ci si siede tutti insieme, non i due terzi...
 

Pelush

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St. Albans, Hetfordshire
Per quel che posso vedere io, a livello di yield MXP da sola non se la cava così bene se paragonata a FCO (senza considerare MXPJFK). Credo che l'impatto di LIN per le compagnie europee sia molto significativo sui numeri di MIL.
Non saprei
Tolte le low-cost (che sotto data tanto low-cost non sono) le tariffe di MXP sono spesso maggiori che LIN.
Anzi, su LIN, le compagnie varie sbranano di brutto, perché' ormai, sebbene LIN sia più comodo, ogni azienda spedisce la gente da dove costa meno, BGY incluso
 

DusCgn

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.
Brasile Marzo

Rio de Janeiro (GIG)
FCO-GIG : 5.002 pax (22 voli) LF 89,9%
GIG-FCO : 5.239 pax (23 voli) LF 90,0%
tot. 10.241 pax LF 90,0%
A332

São Paulo (GRU)
FCO-GRU : 8.058 pax (31 voli) LF 88,7%
GRU-FCO : 8.310 pax (31 voli) LF 91,5%
tot. 16.368 pax LF 90,1%
B772



PS
Con marzo sono iniziati i primi tagli di frequenze sulla rotta per GIG, che si acuiranno ancora di più nei mesi successivi con inevitabile calo del trasportato rispetto all'anno precedente.
 

simpy

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14 Luglio 2010
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Ministro Carlo Calenda, dal 20 al 24 aprile i circa 12.500 dipendenti di Alitalia dovranno esprimersi sull’accordo siglato tra azienda e sindacati. Un accordo da cui dipende il futuro della compagnia e per la quale il governo si è molto speso. Che cosa accadrà se dovesse prevalere il voto contrario?
«I lavoratori si esprimeranno liberamente, ma anche spero consapevolmente, avendo dunque chiara qual’è l’alternativa in caso di un voto negativo. Quello raggiunto grazie alla mediazione dell’esecutivo è un accordo decisivo per la compagnia, che può innescare oltre 2 miliardi d’investimento tra equity e linee di credito sulla base di un piano nettamente migliore rispetto a quello presentato a dicembre. Abbiamo chiesto ed ottenuto che gli esuberi occupazionali vengano gestiti prima di tutto con gli ammortizzatori sociali, con le politiche attive di riqualificazione, con l’incentivo all’esordio e con la ricerca di soluzioni che evitino fino all’ultimo i licenziamenti. Le eccedenze occupazionali dei lavoratori a tempo indeterminato sono stati ridotte da 1.338 A 980. I lavoratori in esubero potranno godere di 4 anni tra Cassa e Naspi all’80% dello stipendio, grazie all’integrazione del fondo volo, non c’è stata l’esternalizzazione della manutenzione. Si è ottenuto che l’intervento sulla parte economica del personale navigante fosse ridotta da un iniziale 30% chiesto dall’azienda ad un effettivo del 16/17% distribuito in modo tale da non pesare su una sola parte dei lavoratori interessati. Di più non si poteva fare. Per Alitalia questa è davvero l’ultima chiamata».

Tra molti lavoratori e anche dal fronte sindacale c’è chi soffia sul fuoco e auspica una vittoria del “no” e punta tutto su una nuova nazionalizzazione. Insomma, c’è chi pensa che ci sarà un nuovo salvagente, come sempre accaduto nella storia di Alitalia.
«Questa strada non esiste. Se dovesse prevalere il “no” ci sarebbe solo un brevissimo periodo di amministrazione straordinaria, circa 6 mesi, e poi l’accompagnamento verso la liquidazione della compagnia. Anche perché nessun altro investitore si presenterebbe dopo una bocciatura dell’accordo. La nazionalizzazione è impossibile perché ci sono delle regole europee da rispettare e perché è convinzione del governo che gli italiani non la capirebbero e, soprattutto, non la vorrebbero, dopo le ingenti risorse elargite ad Alitalia in questi ultimi dieci anni. Uno studio di Mediobanca parla di oltre 7 miliardi».

E tuttavia c’è il paracadute offerto da Invitalia sul cosiddetto contigenty equity.
«E’ una garanzia da 200 milioni che scatterà nel 2018 e che testimonia l’impegno del governo nella trattativa e per evitare allo Stato gli oneri ben più pesanti che scaturirebbero dalla liquidazione. Un impegno che ha di fatto cambiato e migliorato il business plan, aumentando i voli a lungo raggio, aumentando la quota di tagli di spesa non legati al personale che oggi rappresentano più di due terzi della manovra di riduzione dei costi. E anche il management, con l’arrivo di Luigi Gubitosi, si è decisamente rafforzato. Oltre questo impegno, condizionato all’esito del referendum, non siamo disponibili ad andare».

Torniamo al referendum, è ottimista?
«Tutta questa manovra, ovvero gli impegni del governo, degli azionisti e delle banche sta in piedi solo se c’è un “sì” convinto. Non ci sono alternative. Lo Stato non interverrà più».

Anche se ritiene che la compagnia sia strategica?
«Sì. E’ strategica per il turismo e per l’export e per questo il governo si è impegnato a fondo per salvarla, ma non possiamo per questo addossare altre perdite ai contribuenti».

Anche perché se Alitalia è ridotta così la colpa è in buona parte degli errori del management, tra sprechi, inefficienze e strategie industriali miopi. Basti ricordare che il lungo raggio era stato abbandonato o i costi assurdi del leasing degli aerei. Per non parlare dei tagli alle rotte più profittevoli o ai tanti privilegi che sono stati tagliati con grande ritardo.
«Abbiamo dato un giudizio chiaro sulla gestione operativa della compagnia. Va però detto che gli azionisti hanno già messo sul piatto 1,5 miliardi e sono disponibili ad andare avanti e di questo il governo è loro riconoscente. Il piano industriale adesso è migliore. Un progetto che, in prospettiva, potrà anche prevedere altre partnership internazionali. Altri orizzonti, ripeto, non ce ne sono».

Il governo darà una mano frenando le low cost?
«Il governo farà rispettare le regole. Alitalia deve saper competere ad armi pari, con una struttura dei costi adeguata alla concorrenza e una strategia definita. Scorciatoie non ce ne sono. Dopo di che c’è l’impegno di tutto il governo per supportarne il rilancio e la successiva crescita in un quadro di regole che sono prima di tutto europee».

Il Messaggero
 

simpy

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Roma, 18 apr. (askanews) - Sul referendum Alitalia aleggia lo spettro Almaviva. I lavoratori della sede romana della società di call center, nel dicembre scorso, bocciarono infatti l'intesa raggiunta tra sindacati e azienda al Mise per risolvere la vertenza, che prevedeva tagli alle retribuzioni, con il risultato dell'avvio delle procedure di licenziamento per 1.660 dipendenti.
Ora tocca ai lavoratori dell'Alitalia esprimersi in un referendum sul preaccordo siglato giovedì scorso sempre al Mise tra azienda e sindacati che prevede, anche in questo caso, tagli alle buste paga. Le urne si apriranno giovedì ma già sale la tensione. Ieri Cub e Air Crew Committee hanno annunciato che costituiranno un "Comitato per il No", mentre l'Anp, la nuova formazione che rappresenta i piloti di Alitalia ha dichiarato oggi che darà indicazione di votare contro il preaccordo. "E' inaudito - ha spiegato il presidente Marco Veneziani - che dopo tutti i sacrifici fatti sia nel 2008 che nel 2015, con tagli sul costo del lavoro oltre il 40 %, oggi ci sia ancora un accordo firmato e posto a referendum che prevede tagli non dell'8% sulle retribuzioni ma bensì del 30% annuo".
Anche i sindacati tradizionali di categoria appaiono timidi nel sostenere le ragioni dell'intesa e probabilmente non organizzeranno assemblee per spiegare ai lavoratori il preaccordo raggiunto con l'azienda. Oggi, al termine della riunione intersindacale che ha deciso i criteri della consultazione i sindacalisti hanno lasciato il tavolo scuri in volto e con poca voglia di parlare. Solo il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, si è fermato a conversare con i cronisti, spiegando che la sua organizzazione sindacale lascerà ai lavoratori la libertà di voto, perché "la situazione è molto complicata. Però ognuno davanti alla scheda inizierà a ragionare sul proprio futuro. Noi abbiamo fatto il possibile e ora la parola passa ai lavoratori". Il segretario deve anche affrontare una fronda interna, con il coordinatore del settore volo, Ivan Viglietti, ha annunciato il suo voto contrario. "La sua è una posizione espressa a titolo personale", si è affrettato a commentare Tarlazzi.
La sensazione è però quella che più passa il tempo e più lo schieramento contrario all'accordo raggiunto al Mise, che prevede esuberi per 980 persone, che andranno in Cassa integrazione straordinaria e un taglio agli stipendi dell'8%, diventi via via più numeroso e che soprattutto si faccia sentire di più di coloro che invece dovrebbero sostenere l'intesa.
Il referendum partirà giovedì prossimo 20 aprile alle ore 6 e terminerà alla mezzanotte di lunedì 24 aprile, quindi cinque giorni in tutto, uno in meno di quanto si prevedeva all'inizio. Saranno allestiti 7 seggi in tutto: 5 a Fiumicino e uno a testa tra Malpensa e Linate. Nelle altre sedi le schede saranno raccolte dai delegati regionali. I dipendenti chiamati al voto sono 12.500, di cui 1.600 piloti. L'accordo con i sindacati sul nuovo Piano industriale viene giudicato dai soci della compagnia fondamentale per dare il via libera ai finanziamenti, che sono in tutto circa 2 miliardi di euro, di cui 900 milioni di nuova cassa.
 

uncomfortable

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25 Settembre 2008
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Canada
Non credo che a questo punto nessuna linea aerea sia interessata a diventare partner di Alitalia. Hanno visto nel corso degli anni che è impossibile salvare questa barca che fa acqua da tutte le parti. E' chiaro che ci sono degli elementi di Alitalia che sono ritenuti di assoluto pregio (il mercato italiano), ma appare ormai evidente che tutti ritengono che il gioco non valga la candela, molto meglio aspettare che salti tutto per aria per poi fiondarsi sulla carcassa come avvoltoi.
 

Nickee

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27 Febbraio 2017
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Calenda é stato fin troppo chiaro. Bluffa? Chi può dirlo. Probabilmente chi vota per il no è disposto a scoprirlo oppure ha il culo parato.

A casa mia, in questa situazione, si voterebbe si e poi, con calma, si cercherebbe un altro lavoro.

Ps: Calenda ha detto una cosa molto chiara. Se vincesse il no sarebbe impossibile trovare un nuovo partner per alitalia, che da sola non può sopravvivere. Senza dimenticare che a molti sfugge, per ignoranza o per malafede, che non è più possibile nazionalizzare un'azienda. È vietato da tutti i regolamenti ue.




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