Alitalia, il CdA vara il nuovo Piano


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Con un fallimento di AZ, l'unica cosa che potrebbe cambiare è il numero di voli verso CDG/FRA/MUC e/o il tipo di aerei che effettuano le rotte, ma poco altro.
DaV

Beh, si aprirebbe un discreto vuoto. Comunque l'Italia e' un mercato grossino, che resterebbe non presidiato e su cui sarebbe possibile fare piani a lungo termine una volta che non ci fossero piu' le incognite che ci sono oggi. In economia questo qualche equilibrio lo puo' spostare.

Questi i numeri, tenendo anche conto che scontiamo i relativamente pochi transiti rispetto agli altri:

http://ec.europa.eu/eurostat/statis...senger_transport_by_Member_States_in_2015.png

Giusto per completare il ragionamento, e' ovvio che non chiuderebbero o limiterebbero certo ZHR e MUC, ma e' altrettanto ovvio che oggi questi e altri aeroporti prosperano anche sulla mancata concorrenza sul lato Italiano.

Chiarisco che non parlo solo di Milano, ma anche di Roma e del resto d'Italia.

Le condizioni competitive cambierebbero totalmente, quello che succederebbe e' impossibile da prevedere, ma di gente che potrebbe anche voler sfruttare l'opportunita' per cambiare gli equilibri, o riempire il vuoto per evitare che cambino troppo, me ne viene in mente qualcuno.

Se poi dimezzassimo Linate o anche di piu' facendo durare un po' dei lavori per un molo tutto finger.....
 
In relazione a catering e manutenzione Etihad va verso Lufthansa (Lsg Skyt Chef e Lufthansa Technik). Forse è probabile si faccia la stessa cosa con Alitalia.
 
Quello che tu chiami il tuo "contorto pensiero" è chiaro. L'aspetto sul quale ti vorrei fare riflettere è che da un lato sostieni che ci siano numeri importanti che chiedono l'apertura delle rotte, dall'altra parte le stesse rotte, in passato operate annualmente, non riempivano e non si reggevano (ti preciso: la MIA era operata con incentivi della città della Florida: appena gli incentivi sono venuti meno, la rotta è stata chiusa...). Come ti spieghi questa contraddizione? Il fatto che il singolo abbia una percezione di grandi numeri, di per sè, non certifica che poi quei numeri ci siano e/o siano così grandi.

Non sono un esperto del settore ma solo un cliente - appassionato - tifoso AZ, per questo sono nel perenne rischio di generare corbellerie a ripetizione e per questo chiedo anticipatamente scusa; a parte ciò, io non sostengo che EFFETTIVAMENTE ci siano dei grandi numeri, ma mi chiedo se non ci sia la possibilità di ATTRARRE DECENTI NUMERI. Tento di spiegare: qualcuno si è mai, in AZ, preso la briga di scoprire quanti passeggeri italiani nella stagione invernale volano negli USA, e quanti lo fanno verso destinazioni non coperte da italico metallo? C'è margine per schiaffare là un voletto due - tre volte la settimana? Io, nella mia ignorantaggine suprema, credo di si.
Giusto ieri, parlando di MXP, è venuto fuori un calcolo che rivela come un solo WB pieno al giorno genera potenzialmente oltre 200.000 pax/anno...
 
Chiedo perdono, ma io, qui nel Milanese, ne conosco svariati che, tra i Santi, Sant'Ambreus e Capodanno, nel nordAmerica (soprattutto MIA e LAX, ma qualcuno anche un po' più in la, tipo HNL o OGG...) ci vanno spesso e (molto) volentieri, e che sono imbufaliti con AZ perché l'inverno non ci sono voli ed un bel MPX - LAX lo vedrebbero mooolto volentieri, soprattutto a dicembre.

Giusto per darti qualche numero, che erano stati riportati sul forum qualche anno fa, il load factor medio della rotta MXP-MIA tra aprile 2013 e maggio 2014 era pari a circa il 65%.
Non si conosceva lo yield medio, ma una volta terminate le sovvenzioni da parte dell'aeroporto di Miami, Alitalia ha deciso di sospendere la rotta evidentemente perché entrambi gli indicatori non erano ritenuti soddisfacenti.
 
Ma sono l'unico a pensare che la JV Atlantica sia il minore dei problemi per AZ? Ma è davvero cosí importante volare tutto l'anno su ORD o aprire SFO? Specialmente quando ci sono dei buchi sul medio-corto sia in termini di destinazioni che di frequenze rispetto ai concorrenti (nord Europa ad esempio)?
 
...
Giusto ieri, parlando di MXP, è venuto fuori un calcolo che rivela come un solo WB pieno al giorno genera potenzialmente oltre 200.000 pax/anno...

Beneamato figliolo, il WB quotidiano devi anche riempirlo. E lo riempi con due categorie di passeggeri: quelli che cercano il volo diretto proprio per quella destinazione, e quelli che devono andare in quella destinazione e partono da un apt collegato (in questo caso) a MXP.
Ora, ti si sta chiedendo come ti spieghi il fatto che, AZ a parte, NESSUNA altra compagnia abbia aperto queste rotte: il dubbio che quel famoso WB non lo si riempia non ti fa riflettere? Tutti pazzi? Tutti che non ci hanno pensato?
Va bene il tifo, va bene avere gli amici che ti dicono che non aspettano altro, va bene tutto quello che vuoi, ma cerchiamo di ragionare e non di pensare coi sentimenti.
 
Sarebbe interessante confrontare la dimensione (attuale) del reparto vendite AZ con quello delle altre compagnie. Io ho come la sensazione che AZ sia ancorata ad un mercato ancora in mano ad agenzie di viaggio e con uno scarso uso del web (da qui il disastro della sua presenza on line). Questo e' un modello di distribuzione che richiede personale per la promozione ma (a naso) mi sembra un po' antiquato. Non ho dati pero', sarebbe interessante averli.

Lo so che non vivo in Italia ma io non conosco nessuno che usi Agenzie di Viaggio per comprare un biglietto aereo, e mi rendo conto di non essere un campione statisticamente valido! :)


Alitalia mi sa che era \è ancorata ad un sistema di assunzioni molto italico per cui in certi ambienti, un posto in ufficio non lo si nega a nessuno e se la scrivania ancora manca la si comprerà!
 
Beneamato figliolo, il WB quotidiano devi anche riempirlo. E lo riempi con due categorie di passeggeri: quelli che cercano il volo diretto proprio per quella destinazione, e quelli che devono andare in quella destinazione e partono da un apt collegato (in questo caso) a MXP.
Ora, ti si sta chiedendo come ti spieghi il fatto che, AZ a parte, NESSUNA altra compagnia abbia aperto queste rotte: il dubbio che quel famoso WB non lo si riempia non ti fa riflettere? Tutti pazzi? Tutti che non ci hanno pensato?
Va bene il tifo, va bene avere gli amici che ti dicono che non aspettano altro, va bene tutto quello che vuoi, ma cerchiamo di ragionare e non di pensare coi sentimenti.

Ok, credo (e spero) di aver capito che con le chiacchiere si arriva a poco e quel che serve è concretezza, merce rara in AZ...

P.S. : mi sa che oggi l'Oscar alla pazienza ve lo siete guadagnato...
 
Beh, si aprirebbe un discreto vuoto. Comunque l'Italia e' un mercato grossino, che resterebbe non presidiato e su cui sarebbe possibile fare piani a lungo termine una volta che non ci fossero piu' le incognite che ci sono oggi. In economia questo qualche equilibrio lo puo' spostare.

Questi i numeri, tenendo anche conto che scontiamo i relativamente pochi transiti rispetto agli altri:

http://ec.europa.eu/eurostat/statis...senger_transport_by_Member_States_in_2015.png

Il vuoto che si creerebbe sarebbe tutto sommato limitato, circa 20 milioni di passeggeri cui vanno tolte le quote dei pax in transito a FCO, di cui la maggior parte sono comunque passeggeri su cui AZ compete con altri vettori, che quindi troverebbero giovamento dal fallimento (in corsivo così berioz non si urta per il mio, ahimè, sotteso analfabetismo giuridico) e vedrebbero, alternativamente, salire gli yield o aumentare i riempimenti.

Riporto, come già ebbi modo di scrivere, le rotte in cui AZ è assoluto monopolio è assolutamente limitata, andrebbe giusto aggiunta la MXP-NRT:

Questa è lista delle destinazioni servite in esclusiva da AZ (stagionali con l'asterisco, considerando il sistema aeroportuale romano nel suo complesso, FCO+CIA):

Alghero
Ancona
Rio
Genova
San Paolo
Los Angeles*
Larnaca*
Città del Messico
Miami
Montpellier
Orano
Pisa
Santiago del Cile
Tenerife Nord*
Trieste
Tokyo
Venezia
Verona

Alcune rotte sarebbero perdite non rimpiazzabili, ma non credo che sia un grosso problema la perdita di voli verso Venezia, Pisa, Ancona o Verona, considerando le distanze o la possibilità di usare il treno; alcune rotte di lungo verrebbero probabilmente rimpiazzate prima o poi (Tokyo, Città del Messico, San Paolo, LAX) e così alcune di corto (Larnaca, Alghero, Trieste).

DaV
 
Magari fosse così. Gli italiani viaggiano con le compagnie straniere perché quella (quelle, se vogliamo buttarci dentro anche il poco di Meridiana) italiana, pur avendo un prodotto di bordo che non ha nulla da invidiare ai competitors, specie nelle classi premium, ormai non riesce a soddisfare le esigenze del cliente in termini di network e frequenze.
Come spieghi i molti transiti che LH, AF, BA ecc. sviluppano da MIL ad esempio su NYC o sulle altre destinazioni servite da AZ?
Dai, siamo onesti, l'esterofilia italiana non ha limiti.
 
Ma sono l'unico a pensare che la JV Atlantica sia il minore dei problemi per AZ? Ma è davvero cosí importante volare tutto l'anno su ORD o aprire SFO? Specialmente quando ci sono dei buchi sul medio-corto sia in termini di destinazioni che di frequenze rispetto ai concorrenti (nord Europa ad esempio)?

Nelle condizioni in cui si trova AZ pensare di aprire nuove destinazioni è da pazzi poiché, così come noto, per portarle ad essere redditive devono passare 1-2 anni. Viceversa, incrementare frequenze su destinazioni esistenti ha il vantaggio di richiedere minori investimenti ed un ritorno quasi immediato.
La battaglia per la sopravvivenza, AZ la gioca tutta qui.
Diversamente non si spiega come non apra altre destinazioni che dice di voler aprire in Africa ed in Asia dove non ci sono in vincoli di Jv
 
Ma sono l'unico a pensare che la JV Atlantica sia il minore dei problemi per AZ? Ma è davvero cosí importante volare tutto l'anno su ORD o aprire SFO? Specialmente quando ci sono dei buchi sul medio-corto sia in termini di destinazioni che di frequenze rispetto ai concorrenti (nord Europa ad esempio)?
A detta di AZ (cerca indietro in questo thread) le rotte NA sono le uniche attualmente strutturalmente in utile.
 
Come spieghi i molti transiti che LH, AF, BA ecc. sviluppano da MIL ad esempio su NYC o sulle altre destinazioni servite da AZ?
Dai, siamo onesti, l'esterofilia italiana non ha limiti.

Non ho mai trovato alcun dato ufficiale al riguardo, ma sarebbe interessante sapere quante sono le fughe effettive via altri hub da Milano. Una volta giravano dei dati sulle rotte non servite da MXP con i relativi numeri, ma ormai penso siano vecchi di almeno un decennio né riesco a ritrovarli. Da BGY sono tutti ptp e bisogna togliere la quota U2 da MXP, circa 8 milioni di pax anno nel 2016. Rimangono circa 20M di passeggeri tra LIN e MXP, quanti sono ptp sulle destinazioni servite, e quanti transiti che scappano e potrebbero riempire voli diretti?

DaV
 
A detta di AZ (cerca indietro in questo thread) le rotte NA sono le uniche attualmente strutturalmente in utile.

io su questo ho più di un dubbio (che siano le uniche).
Così come che FCO-CCS fosse la punta di diamante, o MXP-JFK la rotta regina.

Guarda caso diventano sempre i mercati migliori quando c'è qualche condizione negativa che le "minaccia" (crisi Venezuela, concorrenza EK e problema JV cattivona rispettivamente).
 
Io continuo a pensare che Az debba guardare a IB come modello da raggiungere. Sono due compagnie di due paesi con caratteristiche simili, le altre major europee non hanno nulla a che vedere con Az.
 
IN VISTA DEL CDA
Alitalia, i tre punti deboli del nuovo piano industriale
–di Gianni Dragoni 30 marzo 2017

Alitalia continua a perdere quasi due milioni di euro al giorno e il piano industriale presentato dall'amministratore delegato, l'australiano Cramer Ball, assomiglia sempre di più a un piano dei sogni anziché a un progetto concreto per raddrizzare i conti della compagnia.

Primo punto debole: solo minirisparmi al di fuori del personale
Il consiglio di amministrazione di Alitalia oggi dovrà prendere atto di una situazione che rimane drammatica e di diversi punti deboli del piano. Il primo punto di debolezza è che Alitalia non riesce a ottenere i risparmi previsti per i costi al di fuori del personale. Parliamo dei costi di leasing degli aerei, dei contratti di manutenzione che l’azienda ha definito fuori mercato, dei costi per i servizi negli aeroporti e i costi di acquisto da fornitori. Dall’inizio dell’anno a oggi sono stati fatti risparmi per circa 25 milioni di euro, ben lontano dall’obiettivo di arrivare a 160 milioni di risparmi entro la fine dell’anno che era stato indicato dal consiglio di amministrazione. Un cda nel quale prosegue la contrapposizione tra le banche azioniste, Unicredit e Intesa Sanpaolo, e il socio degli Emirati Arabi Uniti, Etihad Airways, che da due anni e tre mesi ha fatto le scelte principali di gestione, compresa l’indicazione dell’amministratore delegato e dei dirigenti più importanti, ma senza portare la compagnia al pareggio dei conti previsto quest’anno. Di questo passo, il bilancio 2017 chiuderebbe con una perdita di gestione di circa 650 milioni, secondo stime interne alla compagnia.


Secondo punto debole: i ricavi ancillari non aumentano
Il secondo punto di debolezza del piano industriale è la mancata crescita dei ricavi. Il piano di Ball prevede (o forse sarebbe meglio dire promette) una crescita dei ricavi ancillari, cioè le entrate aggiuntive alla vendita dei biglietti che dovrebbero derivare dall’offerta di servizi aggiuntivi rispetto al biglietto base, come fanno le maggiori compagnie low cost: il bagaglio imbarcato, la scelta del posto, il pagamento con carta di credito, i pasti a bordo. Alitalia dice che in media ha entrate ancillari pari a 7 euro a passeggero, «tale livello è notevolmente più basso rispetto alle low cost», che hanno 15-20 euro in media di entrate addizionali. Per incrementare queste entrate sono state spese decine di milioni di euro per rinnovare i sistemi informatici con un nuovo sistema, il Sabre, al posto del vecchio Arco. L’investimento è stato fatto per uniformare Alitalia al suo partner Etihad e la scelta è stata voluta da James Hogan, l’amministratore delegato di Etihad che è vicepresidente di Alitalia. Ma adesso, da quanto trapela, si è scoperto che il Sabre non riesce a dare i risultati attesi, mentre i costi di gestione sono aumentati, una fonte sindacale dice che sono quintuplicati.


Terzo punto debole: si taglia solo il costo del lavoro, ma così Alitalia non si salverà
Fatte queste premesse, ad Alitalia rimane una direzione nella quale cercare di fare tagli: il costo del personale. Il piano prevede risparmi per 163 milioni l’anno attraverso due misure, un nuovo contratto collettivo di lavoro con la riduzione media del 31% degli stipendi e l’uscita dall’azienda di 2.500 lavoratori, di cui 2.037 esuberi nei servizi di terra, gli altri sarebbero piloti e hostess. La trattativa con i sindacati non è prossima a un accordo, ma va avanti e dentro l’azienda si fa l’ipotesi che si potrebbe chiudere con un accordo a metà aprile, con un risparmio di 100-120 milioni l'anno sul costo del lavoro. Gli esuberi verrebbero sostanzialmente dimezzati, gli stipendi verrebbero tagliati del 10-15% in media. Se così fosse, a pagare per la crisi che è dovuta a una cattiva gestione (lo ha detto anche il governo) sarebbero solo i lavoratori di Alitalia, ma l’azienda non risolverebbe i problemi, perché continuerebbe a perdere soldi. E verrebbe smentito quello che Alitalia ha detto ai sindacati, cioè che due terzi dei risparmi dovrebbero venire al di fuori del costo del lavoro.
 
io su questo ho più di un dubbio (che siano le uniche).
Così come che FCO-CCS fosse la punta di diamante, o MXP-JFK la rotta regina.

Guarda caso diventano sempre i mercati migliori quando c'è qualche condizione negativa che le "minaccia" (crisi Venezuela, concorrenza EK e problema JV cattivona rispettivamente).
Le perdite (mi pare 100 mio) postate in bilancio per il blocco dei trasferimenti internazionali dal Venezuela non mi pare che sia un'invenzione. Così come non mi stupirebbe che il NA sia comunuqe la destinazione più profittevole per AZ, considerando che dalle slide di qualche anno fa risultavano 1 mio pax con O/D ITA - NYC, a cui aggiungere tutti i pax in transito sui entrambi i lati.
 
IN VISTA DEL CDA
Alitalia, i tre punti deboli del nuovo piano industriale
–di Gianni Dragoni 30 marzo 2017

Alitalia continua a perdere quasi due milioni di euro al giorno e il piano industriale presentato dall'amministratore delegato, l'australiano Cramer Ball, assomiglia sempre di più a un piano dei sogni anziché a un progetto concreto per raddrizzare i conti della compagnia.

Primo punto debole: solo minirisparmi al di fuori del personale
Il consiglio di amministrazione di Alitalia oggi dovrà prendere atto di una situazione che rimane drammatica e di diversi punti deboli del piano. Il primo punto di debolezza è che Alitalia non riesce a ottenere i risparmi previsti per i costi al di fuori del personale. Parliamo dei costi di leasing degli aerei, dei contratti di manutenzione che l’azienda ha definito fuori mercato, dei costi per i servizi negli aeroporti e i costi di acquisto da fornitori. Dall’inizio dell’anno a oggi sono stati fatti risparmi per circa 25 milioni di euro, ben lontano dall’obiettivo di arrivare a 160 milioni di risparmi entro la fine dell’anno che era stato indicato dal consiglio di amministrazione. Un cda nel quale prosegue la contrapposizione tra le banche azioniste, Unicredit e Intesa Sanpaolo, e il socio degli Emirati Arabi Uniti, Etihad Airways, che da due anni e tre mesi ha fatto le scelte principali di gestione, compresa l’indicazione dell’amministratore delegato e dei dirigenti più importanti, ma senza portare la compagnia al pareggio dei conti previsto quest’anno. Di questo passo, il bilancio 2017 chiuderebbe con una perdita di gestione di circa 650 milioni, secondo stime interne alla compagnia.


Secondo punto debole: i ricavi ancillari non aumentano
Il secondo punto di debolezza del piano industriale è la mancata crescita dei ricavi. Il piano di Ball prevede (o forse sarebbe meglio dire promette) una crescita dei ricavi ancillari
, cioè le entrate aggiuntive alla vendita dei biglietti che dovrebbero derivare dall’offerta di servizi aggiuntivi rispetto al biglietto base, come fanno le maggiori compagnie low cost: il bagaglio imbarcato, la scelta del posto, il pagamento con carta di credito, i pasti a bordo. Alitalia dice che in media ha entrate ancillari pari a 7 euro a passeggero, «tale livello è notevolmente più basso rispetto alle low cost», che hanno 15-20 euro in media di entrate addizionali. Per incrementare queste entrate sono state spese decine di milioni di euro per rinnovare i sistemi informatici con un nuovo sistema, il Sabre, al posto del vecchio Arco. L’investimento è stato fatto per uniformare Alitalia al suo partner Etihad e la scelta è stata voluta da James Hogan, l’amministratore delegato di Etihad che è vicepresidente di Alitalia. Ma adesso, da quanto trapela, si è scoperto che il Sabre non riesce a dare i risultati attesi, mentre i costi di gestione sono aumentati, una fonte sindacale dice che sono quintuplicati.


Terzo punto debole: si taglia solo il costo del lavoro, ma così Alitalia non si salverà
Fatte queste premesse, ad Alitalia rimane una direzione nella quale cercare di fare tagli: il costo del personale. Il piano prevede risparmi per 163 milioni l’anno attraverso due misure, un nuovo contratto collettivo di lavoro con la riduzione media del 31% degli stipendi e l’uscita dall’azienda di 2.500 lavoratori, di cui 2.037 esuberi nei servizi di terra, gli altri sarebbero piloti e hostess. La trattativa con i sindacati non è prossima a un accordo, ma va avanti e dentro l’azienda si fa l’ipotesi che si potrebbe chiudere con un accordo a metà aprile, con un risparmio di 100-120 milioni l'anno sul costo del lavoro. Gli esuberi verrebbero sostanzialmente dimezzati, gli stipendi verrebbero tagliati del 10-15% in media. Se così fosse, a pagare per la crisi che è dovuta a una cattiva gestione (lo ha detto anche il governo) sarebbero solo i lavoratori di Alitalia, ma l’azienda non risolverebbe i problemi, perché continuerebbe a perdere soldi. E verrebbe smentito quello che Alitalia ha detto ai sindacati, cioè che due terzi dei risparmi dovrebbero venire al di fuori del costo del lavoro.
Non ho mai voluto pensare che Dragoni fosse in malafede, ma adesso il dubbio è legittimo. Giudicare adesso l'andamento dei ricavi ancillari quando è specificato nel piano che l'aumento è a regime con la ristrutturazione delle tariffe e l'introduzione del BoB non può essere solo una svista (che già sarebbe abbastanza grave da parte di un giornalista presumibilmente specializzato nel settore).
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.