dario abbece
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Gente che proprio non capisce una mazza. L'asset e' l'accessibilita' internazionale, non Alitalia nazziunale. Oltretutto con un CEO australiano, un CFO inglese e l'azionista piu' rilevante di Abu Dhabi mi spiega Matteone che diavolo ha di 'italiano' AZ?Cinque Stelle e Salvini sempre più in sintonia, stanno a far gara a chi è più populista.
L'altra sera infatti il buon Matteone calcava su argomenti simili, riferendosi ad Alitalia è riuscito a dire: "Non possiamo cedere agli stranieri l'ennesimo asset strategico" (!!!).
Che pretendi da uno studente di giurisprudenza che fino a prima di entrare in parlamento aveva un reddito di 3.000€ l'anno, lezioni di economia neoclassica o piuttosto keynesiana ?Ma porca tr... che demente!
Difatti, la soluzione prospettata da Deaglio sembra quella del 2008 prima dell'intervento a gamba tesa di Silvio: Alitalia ai francesi e Airone ai tedeschi.se una parte finisce sotto i tedeschi e una sotto i francesi le due compagnie certo non possono condividere più lo stesso nome.
E di fatto diventerebbero due vettori in concorrenza tra loro, come tanti altri.
Come fai a smembrare una compagnia in questo modo e pretendere che rimanga tale e unica?
Più che altro servirebbe soltato a fare feeding verso gli altri hub europeistaccare Linate dalle sorti di Fiumicino ha senso o meglio non ha senso che Linate operi tenendo presente Fiumicino!
un ramo d'azienda che opera in maniera separata al di la della necessità di un limitato al necessario servizio di navetta.......penso che sarebbe in utile da subito !
La fiera dell'improvvisazione.Non so quanto possa essere realizzabile certo è che una proposta del genere non l'avevo mai sentita prima. Non so voi
Se vuol vivere l’Alitalia si sdoppi
Pubblicato il 27/03/2017
mario deaglio
In un quadro economico in cui tutto sta cambiando con una rapidità impressionante, c’è una sola cosa che sembra non cambiare affatto: lo stato di crisi dell’Alitalia, la nostra travagliatissima «compagnia di bandiera», che, ancora una volta, sventola bandiera bianca. E innalza il vessillo della minaccia di insolvenza in attesa di nuovi capitali freschi. Lanciata a livello mondiale negli Anni 60 con le Olimpiadi di Roma, è divenuta la terza compagnia aerea europea dopo Lufthansa e British Airways.*
Poi, man mano che il trasporto aereo veniva liberalizzato, Alitalia scendeva di qualche gradino nelle classifiche internazionali dei passeggeri trasportati. Venivano erose le posizioni di monopolio sul mercato interno e non si conquistavano rilevanti quote di mercato su quello internazionale.*
Di qui ha inizio una storia, che si avvita su se stessa: alla caduta nelle classifiche fa da contrappunto la caduta del valore del titolo. Nel 2008 un «prestito-ponte» del governo salva la società mettendo la crisi a carico dei contribuenti. Si tenta la via delle alleanze industriali, a cominciare da quella con Air France, ma non la si porta a termine, mentre le rappresentanze sindacali assumono un ruolo crescente nella definizione della politica aziendale. Si giunge infine all’ingresso nel capitale, con il 49 per cento di Etihad, la dinamica compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti che inietta quasi 400 milioni di euro a inizio 2015 e suscita grandi speranze. *
Passano due anni, tutti sono convinti che i problemi siano in via di soluzione e invece ecco l’ipotesi di un nuovo «salvataggio» pubblico o para-pubblico; il che significa all’incirca che l’iniezione ricostituente è stata «consumata» al ritmo di più di dieci milioni al mese senza produrre la svolta prevista. Gli aerei sono solidi, ma il bilancio precipita.*
Perché quest’epilogo inatteso? Prima di tutto per uno sviluppo tecnologico che porta il nome di Frecciarossa e di Italo: tra il centro di Milano e il centro di Roma (là dove si accumulavano i profitti della «vecchia» Alitalia) i due marchi ferroviari ad alta velocità offrono un viaggio di durata non superiore a quella del viaggio aereo e di maggiore comodità. *
Per vincere queste sfide ci vorrebbero prezzi dei biglietti decisamente più bassi. A causa di un’organizzazione interna mai radicalmente rivista, quei prezzi non consentono però ad Alitalia di essere competitiva con le linee «low cost» come Ryanair e Easyjet che la superano da qualche anno nel numero dei passeggeri trasportati sulle tratte italiane.*
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Perché non si rivede l’organizzazione interna? Non solo per casi clamorosi di inefficienza e privilegi, peraltro in diminuzione in questi anni, ma per una sorta di «vendetta della geografia»: un paese lungo e stretto come l’Italia avrebbe tecnicamente bisogno di due «hubs», ossia aeroporti di transito e di interscambio di voli e destinazioni, nonché di rifornimento e manutenzione per gli aerei. Le dimensioni complessive del mercato italiano consentono però di averne uno solo a livello dei costi. In altri termini, l’Alitalia dovrebbe avere uno «hub» a Fiumicino e uno a Malpensa ma riesce, con fatica, a permettersi solo quello di Fiumicino.*
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Una soluzione, forse l’unica possibile, è quella di uno smembramento, con un’Alitalia-Fiumicino che, pur con qualche sovrapposizione, concentri le rotte mondiali verso il Sud e il Sud-Est e un’Alitalia-Malpensa che serva il fabbisogno delle rotte verso il Nord-Ovest e il Nord-Est. Con organizzazioni molto più snelle, chiari bacini regionali di utenza, il pareggio e l’utile di bilancio potrebbero diventare realtà. *
Naturalmente dovrebbe trattarsi di società del tutto indipendenti, aderenti ad «alleanze internazionali» differenti, con la proprietà almeno in parte diversa, in ogni caso pressoché totalmente privata: nell’epoca postglobale, mentre si celebrano i sessant’anni dell’Unione Europea non è più tempo di «compagnie di bandiera» finanziate con soldi pubblici. E forse si avvicina il tempo in cui le bandiere nazionali di ogni tipo serviranno soprattutto per le rievocazioni storiche.*
sarei propenso a darti ragione se Linate facesse il carico di feed per il lungo raggio di Fco, ma pare che così non sia!....pare ehh....Più che altro servirebbe soltato a fare feeding verso gli altri hub europei
Linate fa feed per tutti gli hub europei, FCO inclusa (se ricordo correttamente i dati, solo il 20% dei pax LR in partenza/arrivo da/a FCO non effettuano un transito verso una destinazione finale, inevitabilmente ci sono anche pax dell'area milanese).sarei propenso a darti ragione se Linate facesse il carico di feed per il lungo raggio di Fco, ma pare che così non sia!....pare ehh....
quindi mi stai dicendo che le sorti di Fco sono inscindibile dalle sorti di Linate ? intendi questo?Linate fa feed per tutti gli hub europei, FCO inclusa (se ricordo correttamente i dati, solo il 20% dei pax LR in partenza/arrivo da/a FCO non effettuano un transito verso una destinazione finale, inevitabilmente ci sono anche pax dell'area milanese).
Intendo dire che FCO senza una rete di feed non si regge, e siccome Milano è un mercato fondamentale, pensare di non avere i feed da Milano per FCO è una follia.quindi mi stai dicendo che le sorti di Fco sono inscindibile dalle sorti di Linate ? intendi questo?
Intendo dire che FCO senza una rete di feed non si regge, e siccome Milano è un mercato fondamentale, pensare di non avere i feed da Milano per FCO è una follia.
Direi che le due cose non si escludono a vicenda. L'ideale per AZ (se lo avessero capito per tempo) sarebbe stata la chiusura di LIN in modo da poter sviluppare il LR da MXP. Ma dato che LIN è destinato a rimanere nel tempo, il second best è cercare di intercettare i pax che partono da LIN e portarli a FCO. Del resto che FCO non si regga da solo è nei numeri.sono spiazzato ; eravano alla storia di una compagnia devastata dal doppio Hub ...Malpensa peso morto che provocava milioni di perdite , siamo a Linate come unico sostegno di Fco!!
scherzo ..ma non troppo!!
Senza il p2p che paga il biglietto il corto raggio non si regge. Occorre il giusto mix dei due traffici.cmq la mia idea , sicuramente sbagliata, è limitare il feed al necessario per il lungo raggio !
Ammetti quindi che Az ha l'hub nel posto sbagliato.Intendo dire che FCO senza una rete di feed non si regge, e siccome Milano è un mercato fondamentale, pensare di non avere i feed da Milano per FCO è una follia.
Parlo solo in presenza del mio avvocatoAmmetti quindi che Az ha l'hub nel posto sbagliato.
Rimane il problema della stagionalità e questo indipendentemente da AZ LAI, CAI e SAI.Parlo solo in presenza del mio avvocato![]()
La risposta non è ovvia. L'Italia è un paese molto particolare, l'unico altro paese in cui l'hub principale della maggiore compagnia nazionale non è nella capitale è FRA, ma le ragioni storiche di tale situazione rendono ancora una volta difficile ogni generalizzazione. Per altro Francoforte non è la maggiore città tedesca (anche escludendo Berlino) e probabilmente nemmeno la più ricca. Eppure FRA si è sviluppato come hub.
Alla fine conta più la solidità dell'hub carrier rispetto alla sede fisica dell'hub.
mi sa che diciamo la stessa cosa; al momento è evidente che il servizio è sovradimensionato per il poco lungo raggio che Fco produce.Direi che le due cose non si escludono a vicenda. L'ideale per AZ (se lo avessero capito per tempo) sarebbe stata la chiusura di LIN in modo da poter sviluppare il LR da MXP. Ma dato che LIN è destinato a rimanere nel tempo, il second best è cercare di intercettare i pax che partono da LIN e portarli a FCO. Del resto che FCO non si regga da solo è nei numeri.
Senza il p2p che paga il biglietto il corto raggio non si regge. Occorre il giusto mix dei due traffici.
Credo Dario Abbece intendesse dire che i milanesi che decidono di volare via fiumicino anziché altri Hub europei solo perché il feed parte da linate e non da Malpensa sono pochini, insufficienti per giustificare un network di medio raggio che genera tante perdite.Direi che le due cose non si escludono a vicenda. L'ideale per AZ (se lo avessero capito per tempo) sarebbe stata la chiusura di LIN in modo da poter sviluppare il LR da MXP. Ma dato che LIN è destinato a rimanere nel tempo, il second best è cercare di intercettare i pax che partono da LIN e portarli a FCO. Del resto che FCO non si regga da solo è nei numeri.
Senza il p2p che paga il biglietto il corto raggio non si regge. Occorre il giusto mix dei due traffici.