Alitalia, il CdA vara il nuovo Piano


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c'e chi prima da il buon esempio

Cathay Pacific Airways to cut management costs by 30%
Published on: March, 21, 2017
Source and image:
Reuters

Following the recent report of Cathay Pacific’s first annual loss in eight years, the airline seeks to reduce the middle and senior management costs by 30% at its Hong Kong head office, according to an international memo seen by Reuters.

There has been a long time since the airline made any significant shift concerning the company’s structure. The airline said that it “cannot afford to stand still” as they “have not seen a review of the business or restructured teams for over 20 years,” as said in the memo sent to employees.

The company’s spokesperson acknowledged the memo but did not specify the exact number of affected positions as it would be announced in June, 2017. The memo verified that there would be no “people cost reductions” affecting pilots, cabin crew and customer service.

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È da dove l'Alitalia ha copiato...però per un errore di battitura è saltato fuori "employees" al posto di "management"!
 
Cioe' questi si presentano ai sindacati e al governo dicendo un numero e poi "No scusate c'e' stato un errore di battitura" ma dai nemmeno a Zelig ci si diverte cosi' tanto
 
Brasile Febbraio

Rio de Janeiro (GIG)
FCO-GIG : 6.367 pax (27 voli) LF 94,7%
GIG-FCO : 6.085 pax (28 voli) LF 87,3%
tot. 12.452 pax LF 90,9%
A332

São Paulo (GRU)
FCO-GRU : 7.155 pax (27 voli) LF 90,4%
GRU-FCO : 7.090 pax (28 voli) LF 86,4%
tot. 14.245 pax LF 88,4%
B772

Entrambe le rotte hanno avuto un volo fuori servizio (non di linea) a scendere il 23 FEB
 
Dopo il totorotte, è cominciato il totoflotta. B787, A350... Manco fossimo nel 1970.
 
in AZ hanno ridotto lo stipendio al dattilografo ("figura mitologica" indispensabile in qualsiasi azienda moderna) che per vendicarsi, ha volutamente diminuito il numero degli aerei!
 
Dell'errore si è fatto carico l'advisor Roland Berger,
Spero che per accettare di fare la figura dei semi-analfabeti, siano stati pagati davvero bene. E pensare che questi sono gli esperti contabili che hanno certificato serietà e fattibilità del piano AZ.
 
Grazie. Quindi sono un 165 posti e 3 180 posti. Si sa anche per quanto tempo? Solo stagione estiva? Chissà se fanno parte dei 20 previsti da mettere a terra. Fossi in AZ piuttosto che mettermi a terra e basta mi muoverei in tale senso, in estate è pieno di compagnie che chiedono capacità aggiuntiva, a costo di andare lontano come fanno altri, vedi i soliti trasbordi nord Europa-Canada, sono sempre soldi che entrano alla fine.
Intelligente a patto di trovare chi ti paga il wet lease un cifra tale da coprire i costi e magari guadagnarci qualcosa.
AZ ha un problema di costi da risolvere, risolto quello (e a sto giro se non lo risolvono non vanno avanti comunque) ci possono essere tante idee più o meno intelligenti, semplici o difficili e più o meno costose come investimento per far sì che si generi revenue aggiuntivo.
 
Spero che per accettare di fare la figura dei semi-analfabeti, siano stati pagati davvero bene. E pensare che questi sono gli esperti contabili che hanno certificato serietà e fattibilità del piano AZ.
Al di là delle figura è evidente che gli aerei di lungo raggio aggiuntivi sono legati all'investimento che i soci vorranno mettere sul piatto ed in secondo luogo a quanto riusciranno ad ottenere in sede di JV Atlantica o se ne riusciranno eventualmente ad uscire.

La storia dell'errore di battitura non ha senso, poteva essere giustificata come un aumento degli investimenti come incentivo alla buona riuscita della trattativa. Considera che la trattativa investimenti/taglio dei costi è sul piatto da tempo e ne abbiamo discusso a più riprese che poi è quanto hanno fatto in diversi nei piani di risanamento.
 
L'estate scorsa, i rappresentanti di Boeing parlavano di un interessamento di Az al 787. chissà se è vero o era un loro desiderio. . .
AZ ha sondato sia Boeing per un mix di B787-9 e B787-10, sia Airbus per un mix di A350-900 e A350-1000 per 20 macchine comprensive della sostituzione dei B772. Hanno pure sondato Airbus per l'A330-800 per le future necessità di sostituzione e aumento riguardo alla flotta di A332.
L'obiettivo su cui ragionavano era di una flotta di 40 WB.
 
Calenda, che ieri ha delineato i numeri del finanziamento della compagnia per evitarle l’amministrazione straordinaria. Il calcolo di Calenda — in risposta a un’interrogazione durante il question time alla Camera — riguarda sia il nuovo capitale necessario, sia l’ammontare delle linee di credito per sostenere Alitalia nella ristrutturazione.
Nel dettaglio del piano di finanziamento circa 900 milioni sarebbero in carico alla compagine dei soci Cai di Alitalia. In primis le banche Intesa Sanpaolo e Unicredit. In veste di azionisti, certo. Ma anche come creditori, con la conversione in azioni delle linee di credito, alcune promesse ma non erogate, altre già in essere. E in veste di sottoscrittori di contratti derivati per circa 60 milioni.
Il salvataggio coinvolgerebbe anche Aeroporti di Roma (controllati da Atlantia, a sua volta socio di Alitalia) a causa di un risarcimento pendente di circa 50 milioni per effetto dell’incendio scoppiato a maggio del 2015 al Terminal 3 dello scalo, che ha finito per penalizzare la compagnia. E anche Montepaschi e la Popolare di Sondrio, destinate ad aumentare la loro partecipazione in Cai a causa di prestiti concessi ora da dover convertire. Anche Generali sarà costretta a fare la sua parte, perché esposta con Alitalia per 300 milioni tramite un’obbligazione con scadenza 2020 a rischio insolvenza.
Gli altri 900 milioni sono in carico ad Etihad. La compagnia emiratina, socia al 49% di Alitalia (partecipazione oltre la quale non può andare per i vincoli Ue) dovrebbe procedere alla conversione di due bond da 375 milioni. I restanti 525 milioni verrebbero erogati sotto forma di equity, compresi i 200 milioni del «piano di contingenza» a garanzia della sostenibilità del piano industriale.
Mancherebbero all’appello ancora 200 milioni. Dovrebbero garantirli ancora Intesa Sanpaolo e Unicredit. Ma qui è cominciata una trattativa sottotraccia con Cassa Depositi e Prestiti. L’ipotesi più accreditata — per evitare un default che costerebbe allo Stato circa 10 miliardi per le ricadute sul Pil e gli oneri sociali derivanti dalle migliaia di esuberi — è che debba intervenire Cdp Equity, la holding di partecipazioni della Cassa, il cui mandato è «investire in imprese italiane di rilevante interesse strategico». Ciò potrebbe avvenire tramite un prestito-ponte in cui anche le banche farebbero la loro parte. Fido coperto però da una garanzia del Tesoro in caso di perdite.
Lo schema che verrà usato è oggetto di studio, anche per non incorrere nei divieti della normativa Ue sugli aiuti di Stato. E per non essere sonoramente bocciato dall’opinione pubblica scottata nel 2008 da quella operazione di salvataggio che costò 3 miliardi di euro ai contribuenti. Ieri Calenda ha detto che «Alitalia è e deve restare una compagnia privata», ma ha aggiunto che «l’impatto per il bilancio dello Stato deve essere ridotto al minimo indispensabile».
In filigrana un’apertura velata alla garanzia pubblica del Tesoro su questi 200 milioni mancanti. Tutto si lega al piano sociale di riconversione. Quei 2.037 esuberi riducono di molto i margini di manovra del governo. Calenda ha precisato che «il taglio dei costi non può scaricarsi solo sul personale, ma deve riguardare l’intero perimetro». Oggi altro tavolo tecnico al Mise tra azienda e sindacati.

Fonte Corsera
 
Al di là delle figura è evidente che gli aerei di lungo raggio aggiuntivi sono legati all'investimento che i soci vorranno mettere sul piatto ed in secondo luogo a quanto riusciranno ad ottenere in sede di JV Atlantica o se ne riusciranno eventualmente ad uscire.

La storia dell'errore di battitura non ha senso, poteva essere giustificata come un aumento degli investimenti come incentivo alla buona riuscita della trattativa. Considera che la trattativa investimenti/taglio dei costi è sul piatto da tempo e ne abbiamo discusso a più riprese che poi è quanto hanno fatto in diversi nei piani di risanamento.

È' anche un modo per sottolineare che in questo momento parlare di nuovi aerei non ha senso e, soprattutto, trattasi di decisione aziendale completamente separata dalla riduzione di costi che non può rappresentare una merce di scambio nella trattativa con i sindacati. In altri termini, trattasi di informazione fornita a solo titolo di cortesia su una materia di cui i sindacati non devono impicciarsi.
 
E' una foglia di fico offerta ai sindacati: fate fare penitenza oggi e domani ci sarà un futuro radioso.

Non ci crede nessuno, né i dipendenti, né le banche. né il governo, né gli Italiani contribuenti (e io pago...), ma così impongono le buone maniere del politically correct nazionale. Alitalia finisce i soldi, il governo trova qualche modo di aggirare le norme comunitarie che vietano gli aiuti di Stato, si mette a terra qualche aereo, si riduce l'occupazione, beninteso con trattamenti di favore, si ricomincia con un piano di "rilancio" e poi si ripete.

E' sempre ogesùdamoreacceso, ego te absolvo, pater ave gloria.

L'unica cosa che cambia, ma in modo costante, sono le dimensioni di Alitalia, che tendono asintoticamente a zero. Adesso si arriverà ad un dimezzamento del medio raggio rispetto al momento della fusione con AirOne, mentre la flotta di lungo cresce un po' rispetto alle dimensioni che ha avuto per decenni.

Vedremo se Lufthansa vorrà poi intervenire.
 
È' anche un modo per sottolineare che in questo momento parlare di nuovi aerei non ha senso e, soprattutto, trattasi di decisione aziendale completamente separata dalla riduzione di costi che non può rappresentare una merce di scambio nella trattativa con i sindacati. In altri termini, trattasi di informazione fornita a solo titolo di cortesia su una materia di cui i sindacati non devono impicciarsi.

Tradotto dal politichese, il piano di crescita e sviluppo della flotta (una volta ottenuti i desiderati tagli) ha la stessa attendibilita' dell'elezioni in Corea del Nord.
 
Alitalia e il caso degli aerei a lungo raggio

  • Giovedí 23 Marzo 2017
ROMA
Alitalia e il suo amministratore delegato, l’australiano Cramer Ball, non sanno quanti aerei di lungo raggio avrà la compagnia dal 2019 al 2021. Venerdì scorso Ball aveva detto ai sindacati che, dopo una prima fase di tagli, ci sarebbero stati otto aerei di lungo raggio in più, rispetto ai 24 attuali, entro il 2021. Questo era scritto anche in una nota della compagnia. Alitalia ieri ha corretto la cifra e, nel «tavolo tecnico» con governo e sindacati, ha comunicato che gli aerei in più saranno 14 (cioè il 75% in più).
Com’è possibile fare un simile errore? La spiegazione ufficiale è che l’errore è stato commesso da Roland Berger, consulente «indipendente» per la revisione del piano industriale predisposto da Ball. Il piano è stato già contestato dalle banche azioniste, che non lo ritengono credibile, perché troppo ottimistico sullo sviluppo dei ricavi (+ 30% entro il 2019, cioè 900 milioni in più, nonostante una riduzione della flotta di 20 Airbus 320 entro il 2018). Per questo le banche hanno chiesto un’azione più aggressiva sui costi. Azione che si è tradotta nella richiesta di un taglio di stipendio del 31% medio ai dipendenti e di almeno 2.500 esuberi ufficiali.
A prendersi la responsabilità dell’errore è stato Stefano Sala, un consulente esterno di Roland Berger (dunque un consulente del consulente di Alitalia) che vive negli Emirati Arabi Uniti, patria di Etihad, il socio con il 49% di Alitalia. Roland Berger si è rivolta al «senior advisor» Sala perché non ha determinate competenze. L’azienda ha parlato di «un errore di battitura» nelle slide di venerdì. Ieri Alitalia ha detto che gli aerei di lungo raggio sarebbero uno in più quest’anno, uno nel 2018, tre nel 2019 (anziché uno), sette nel 2020 (anziché quattro) e due nel 2021 (anziché uno).
«Strano piano industriale dove aumentano le macchine di lungo raggio ma non diminuiscono i licenziamenti», ha commentato il segretario della Filt-Cgil, Nino Cortorillo. «Abbiamo appreso che l’incremento di aerei di lungo raggio dal 2017 al 2021 è passato da 8 a 14. Aumento motivato da un errore. Non ci convince la motivazione ma verificheremo la rispondenza tra nuovo dato e attività prevista», ha aggiunto. «La cosa che ci lascia più perplessi è che il piano ci è stato illustrato venerdì scorso e il management di Alitalia non si è accorto della “svista”», ha osservato Emiliano Fiorentino della Fit-Cisl.
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha detto alla Camera che «Alitalia è e deve rimanere una compagnia privata e l’impatto per il bilancio dello Stato deve essere ridotto al minimo indispensabile». Calenda ha detto che il piano industriale prevede apporti di capitale («equity») e linee di credito «pari a complessivi 2 miliardi di euro, di cui circa 900 milioni a carico di Etihad e 1.100 milioni a carico degli azionisti e creditori italiani». Le banche azioniste non vogliono ricapitalizzare, potrebbero aprire nuove linee di credito ma chiedono una garanzia pubblica, ci sono contatti con la Cdp.
L’errore sulla flotta solleva interrogativi sull’attendibilità delle cifre del piano. Secondo fonti autorevoli, l’errore conferma quanto già anticipato dal Sole 24 Ore: il piano guarda al breve periodo con l’obiettivo di fare subito tagli al costo del lavoro per arrivare alla vendita della quota delle banche a un vettore europeo, Lufthansa o una low cost tra Ryuanair o easyJet. Per questo le cifre degli aerei (e dei conti) oltre il 2018 sarebbero ballerine.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-03-23/alitalia-e-caso-aerei-lungo-raggio-063815.shtml?uuid=AE70Asr
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Al di là delle figura è evidente che gli aerei di lungo raggio aggiuntivi sono legati all'investimento che i soci vorranno mettere sul piatto ed in secondo luogo a quanto riusciranno ad ottenere in sede di JV Atlantica o se ne riusciranno eventualmente ad uscire.

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a me suona meglio così:

Al di là delle figura è evidente che gli aerei di lungo raggio aggiuntivi sono legati a quanto riusciranno ad ottenere in sede di JV Atlantica o se ne riusciranno eventualmente ad uscire e in secondo luogo all'investimento che i soci vorranno mettere sul piatto .
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.