East End Ave
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Bellissimo e verissimo questo articolo che in poche righe riassume perfettamente l'essenza stessa dell'Italia:In viaggio da Tokyo con Alitalia, il personale di volo: “Gli arabi ci hanno solo usato”
Intanto il commissario Gubitosi conferma i tagli al personale: «Ne ricaveremo 130 milioni in qualche giorno»
GIUSEPPE ALBERTO FALCI
Anche se in un’intervista a NightTabloid su Raidue Luigi Gubitosi, commissario di Alitalia, conferma i tagli al personale: «Il potere del commissario è anche sciogliere alcuni contratti e credo che siamo tutti d’accordo sullo scioglierli: ne ricaveremo 130 milioni in qualche giorno». L’operazione, insomma, non sarà indolore, ma non investirà i passeggeri, sottolinea l’ex dg della Rai.
Eppure sui voli continua ad aleggiare preoccupazione da parte della clientela. E rabbia da parte del personale. Giovedì, 12 e 30 ore locali, aeroporto di Narita, volo diretto Alitalia Tokyo-Roma, gate numero 23. Passeggeri italiani di ogni latitudine incrociano le dita. «Decollerà o non decollerà il volo?», si domandano all’unisono quasi a voler allontanare i dubbi e le perplessità che hanno attanagliato gli ultimi giorni di vacanza a base di sushi e carne di kobe.
C’è chi come Claudia, romana doc, si dispera: «Non ho pensato ad altro nelle ultime ore. Quando ho preso il volo per Tokyo non si era ancora consumato il passaggio referendario. I miei genitori in questi giorni mi hanno stressato: ma torni, o non torni? Mi auguro di partire e di arrivare a Roma. Tuttavia è chiaro che questo potrebbe essere il mio ultimo volo con Alitalia».
Il prestito ponte di 600 milioni da parte dello Stato garantirà all’Alitalia la continuità dei voli per almeno sei mesi. Poi tutto potrà succedere. A cinquanta passi dal gate numero 23 c’è la zona riservata ai clienti Freccia Alata e a chi viaggia in business. Che, come sostiene un dipendente Alitalia, «ha un notevole costo per pochi privilegiati». E infatti la lounge è praticamente deserta. Una hostess dai tratti nipponici esclama: «I love Alitalia, the best company in the world». Varcando l’ingresso della Lounge, dove i passeggeri possono ricaricarsi con un caffé o con un calice di bollicine, si incrocia Bruno, triestino che vive a Gorizia, con la passione per il bonsai.
Bruno è un tifoso della compagnia di bandiera: «Il servizio è ottimo. Ogniqualvolta ho viaggiato con Alitalia non ho mai subito un ritardo». In camicia a righe, pantalone beige e sneakers da barca, Bruno, che si definisce «un imprenditore in pensione», auspica che Alitalia «si salvi e soprattutto che resti nelle nostre mani. In questo sono un po’ patriottico». Scorrono i minuti e l’hostess dai tratti nipponici annuncia in lingua l’imbarco del volo. Claudia tira un sospiro di sollievo e sorride: «Invio subito un sms a mia madre così la rassereno». Ore 13 e 15 un hostess annuncia: «Stiamo completando l’imbarco. Il volo sarà della durata di 12 ore». Pochi minuti e si decolla.
Direzione Italia, Roma Fiumicino. Tra un piatto di trofie alla genovese e un involtino di pollo al profumo delle Cinque Terre, Francesca, hostess che lavora da 21 in Alitalia, si lascia scappare: «Siamo agitati, preoccupati, non sappiamo che ne sarà di noi. Ogni decisione passa sopra le nostre spalle». Francesca è fra coloro che al referendum dello scorso 24 aprile ha votato No, bocciando il piano di Etihad: «L’ho fatto per sfinimento. Lo sappiamo benissimo a cosa andiamo incontro, ma era l’ennesimo piano campato in aria. Se fosse stato approvato, fra sei mesi ci saremmo trovati punto e accapo».
In queste ore si sprecano gli scenari. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda esclude la nazionalizzazione e ipotizza per la compagnia italiana una cessione a un’azienda del trasporto aereo. Lufthansa o Ryanair, non è ancora dato sapere. Di certo, confessa Francesca, «noi non ne sappiamo nulla».
L’obiettivo del personale di volo, che annovera 3200 dipendenti, è di «non essere equiparati agli stipendi delle low cost. Prendiamo già meno dei colleghi della British e di quelli di Air France». Chilometro dopo chilometro si arriva al tema della discordia: il taglio degli stipendi. Il No, spiega Marco - capo cabina che lavora in Alitalia dal 1988 - «è figlio di un piano, quello di Etihad, che avrebbe previsto tagli del 30%, non dell’8%, come si è continuato erroneamente a dire in queste settimane. Diciamolo chiaramente: siamo dei lavoratori a cottimo. Se voliamo veniamo pagati, altrimenti non prendiamo nulla».
Per un attimo prevale la commozione alla rabbia. Il motivo? Proprio il 5 maggio del 1947 si alzò il primo volo targato Alitalia: «Esattamente 70 anni fa aprivamo il mondo agli italiani. Piange il cuore vedere così ridotta la nostra Alitalia. Tutti gli Stati importanti hanno una compagnia di bandiera. Basta con questi manager calati dall’alto, che rispondono a logiche meramente politiche. Si scegliessero manager autorevoli e preparati come quelli di Lufthansa».
Gli fa eco un collega, che si ferma a chiacchierare con La Stampa: «Gli arabi c’hanno utilizzato. Persino il catering non è più italiano. Qui è tutto arabo. Sapete quanto è costato il cambio delle divise? Cinque milioni di euro più altri 45 milioni di pubblicità. Ci rendiamo conto? Eppoi si viene a chiedere a noi di tagliare gli stipendi. Per non parlare dei corsi di aggiornamento in un mega albergo a cinquestelle di Abu Dhabi a cifre stratosferiche».
Dunque, come finirà l’ennesima telenovela sulla crisi di Alitalia? Marco, al quale mancano quattro anni per raggiungere la fatidica pensione, che «sarà di 2 mila euro lordi», è comunque ottimista: «Spero che alla fine sia Lufthansa ad acquistare Alitalia. Noi siamo disposti a decurtarci lo stipendio, ma non del 30%».
In realtà, il neo segretario del Pd Matteo Renzi starebbe studiando un piano alternativo in cui sarebbe prevista una quota statale. Al solo sentire il nome dell’ex premier la hostess scuote il capo: «Quante volte lo abbiamo sentito dire: questa è la volta buona?». «Vedremo, vedremo», conclude uno steward. Nel frattempo risuona il seguente messaggio: «I passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza. Fra circa quindici minuti arriveremo all’aeroporto di Fiumicino. La temperatura a Roma è di circa 18 gradi. Il cielo è sereno». Si aprono le porte. Il personale ringrazia. E Monique, italo americana, che lavora a Cinecittà ed è stata a Tokyo per una rassegna sul cinema, confida: «Viva Alitalia e viva Matteo Renzi, soltanto lui ha in mente un piano di salvataggio».
Fiduciosa? Monique inforca gli occhiali e sorride: «Lo sono. Per la nostra compagnia e anche per le mie miglia».
http://www.lastampa.it/2017/05/05/e...solo-usato-chofZ2IcjgnkfHBzAJvcAO/pagina.html
Valenti schiere parlamentari sono state inviate in nord Corea per convincere il loro leader a trasferirsi in Italia ma ha declinato l'invito pare reputando l'impegno troppo arduo persino per lui. Ha consigliato di contattare Maduro ritenendolo più affine al pensiero italico...Bellissimo e verissimo questo articolo che in poche righe riassume perfettamente l'essenza stessa dell'Italia:
Un paese della minchia ed un popolo di merda che neppure una ferocissima dittatura sanguinaria riuscirebbe a raddrizzare.
eh già...Il sindacalista da del "testa di cazzo" a Calenda...e dice che "la troviamo noi una soluzione!"
Te come la motiveresti certa gente?Il sindacalista da del "testa di cazzo" a Calenda...e dice che "la troviamo noi una soluzione!"
Sono veramente convinti di aver vinto votando no
Non scherziamo: se ora i vostri dipendenti applaudono questo sindacalaro che spara cazzate la colpa e' anche vostra che non siete riusciti a fare quasi nulla di quanto promesso, tantomeno guadagnare la fiducia della base.Te come la motiveresti certa gente?
Nessuna novità, era ben noto dall'inizio. Ed hanno buone possibilità di vincere.Puntano alla nazionalizzazione / intervento pesante dello Stato in AZ al pari delle banche
Dicono che senza AZ inizia la crisi del turismo italiano... HO CHIUSO.
Per fortuna poca (a occhio direi 100-200 persone).Ma quanta gente ha assistito a questa manifestazione?
Amen (+1).E di Repubblica che concede la diretta a queste farneticazioni ne vogliamo parlare?
Non è dato sapere quanto siano rappresentativi questi interventi del pensiero della maggioranza dei dipendenti AZ (anche se il risultato del referendum offre una chiave di interpretazione)."dobbiamo mantenere la massima pressione sui commissari, sulla politica e sul sistema dei partiti!"
"che i lavoratori di Alitalia vadano nelle citta' a manifestare, inziando da domani ore 15 a piazza vittorio!"
"Evviva la Raggi!"
"Manifestazione a Roma di tutti i lavoratori AZ! "
"Sciopero! "
"che lo sciopero sia il deterrente principale contro le misure prese contro di noi!"
"La crisi di AZ e' la crisi del settore!"
e su quest'ultima spengo!
Credo ce ne sia uno programmato per la settimana a venire (12/5)... :morto:chi parla di sciopero in questa situazione non è salvabile