Alitalia: ancora niente Piano Industriale


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herry92

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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Interessante analisi di Ugo Arrigo sui costi Alitalia confrontati con le altre compagnie e modelli di business


INCHIESTA/ Alitalia, i "conti in tasca" sui costi Pubblicazione:sabato 4 marzo 2017
Ugo Arrigo


Può Alitalia diventare un vettore low cost? La domanda riguarda i voli di breve raggio sui cieli nazionali e su quelli europei, da molti anni liberalizzati e ormai dominati da vettori completamente differenti dalle tradizionali compagnie di bandiera. Tra i maggiori paesi dell’Unione è infatti l’Italia quello in cui le compagnie low cost hanno raggiunto, grazie soprattutto all’assenza di un vettore di bandiera forte, le quote di mercato maggiori: il 51% dei passeggeri sui voli nazionali nel 2015, il 57% sui voli internazionali infraeuropei e probabilmente più del 60% sui voli internazionali all’interno dell’Unione. Sull’intero mercato, compreso l’intercontinentale su cui i low cost non volano ancora, siamo sopra il 50%.
Gli effetti della liberalizzazione sono stati molteplici. Da un lato, grazie all’arrivo dei vettori low cost, molte persone che non avrebbero potuto permettersi di viaggiare in aereo alle vecchie condizioni del mercato possono ora farlo con costi talvolta inferiori alla corsa del taxi per andare in aeroporto. Dall’altro lato, tuttavia, le compagnie tradizionali hanno dovuto adattarsi alla nuova concorrenza, modificando il loro modello di business.
Due tendenze principali si sono verificate: il progressivo disimpegno dal breve raggio e la crescita dell’offerta sui collegamenti intercontinentali, ancora sottratti a un’estesa concorrenza e al modello low cost. Sul breve raggio le compagnie tradizionali hanno dovuto in ogni caso contenere i costi di produzione per poter risultare ancora competitive rispetto ai nuovi vettori, la cui entrata sul mercato ha portato a una generale riduzione dei prezzi. In diversi casi lo hanno fatto creando delle nuove compagnie low cost come loro diretta emanazione o acquisendole.
Alitalia non ha tuttavia realizzato un’evoluzione di questo tipo: non si è espansa sull’intercontinentale durante la gestione Cai sia perché il piano d’impresa che diede la nascita al nuovo vettore privato nel 2008 non lo prevedeva, sia probabilmente perché la compagine azionaria non disponeva dei mezzi finanziari necessari per tale investimento. Inoltre, non si è impegnata neppure sul versante low cost, come avrebbe potuto provare a fare orientando in tale direzione la controllata AirOne che era stata acquisita all’inizio del 2009.
Cosa dovrebbe fare ora Alitalia per salvarsi? Esattamente ciò che non ha fatto sinora: incrementare il lungo raggio, azione non semplice a causa degli elevati investimenti necessari, e creare un’offerta a basso costo sulle rotte brevi, creando una succursale low cost o attraverso il proprio marchio. Questa seconda azione è ancora più essenziale della prima perché, in sua assenza, il breve-medio raggio sarà obbligata a venderlo a un vettore low cost oppure a chiuderlo. Infatti, l’elevata pressione concorrenziale ha inciso drasticamente sui proventi medi di Alitalia sui segmenti domestico ed europeo, tanto da farlo divenire a tutti gli effetti un vettore “low fare”, a basse tariffe, senza che sia divenuto altrettanto “low” dal lato dei costi.
Come si può fare? Conviene in primo luogo guardare a esempi stranieri di successo sul medesimo versante. Alla futura gestione di Alitalia potrebbe risultare di grande interesse il caso spagnolo, che è il più importante per noi in quanto la Spagna è l’unico altro grande Paese europeo in cui metà del mercato è coperta dai vettori low cost. In Spagna il vettore tradizionale Iberia creò nel 2006 una sua low cost che si chiamava Clickair e nel 2009 la fuse con la low cost privata Vueling, che diede il nome al nuovo vettore. Nel 2010 l’intera Iberia, Vueling inclusa, si è aggregata a British Airways nel nuovo gruppo internazionale Iag.

Com’è ora il mercato aereo spagnolo e come vi si collocano i diversi vettori? Intanto esso è un mercato grandissimo rispetto a quello italiano anche se gli spagnoli sono solo i tre quarti degli italiani come numero di abitanti. Nel 2016 hanno infatti volato sui cieli spagnoli ben 195 milioni di passeggeri contro 130 sui cieli italiani. Come vi si posizionano Iberia e Vueling? Iberia risulta ridimensionata rispetto al passato, con un numero di passeggeri pari a 18 milioni, meno di Alitalia sul nostro mercato. Inoltre essa opera, per un quarto dei passeggeri trasportati sui voli a breve e medio raggio, col marchio Iberia Express che ha un’offerta di fatto simile alle low cost. In aggiunta a Iberia il vettore Vueling, interamente low cost, ha trasportato quasi 23 milioni di passeggeri, più di tutta la nostra Alitalia. In totale i due vettori hanno trasportato quasi 41 milioni di passeggeri, quasi il doppio di Alitalia, con una quota di mercato complessiva del 21%, superiore al 17% di Alitalia sul mercato italiano. In questo 21% predomina tuttavia la parte low cost, dato che Vueling e Iberia Express hanno assieme il 14% mentre Iberia solo il 7%. La cosa più importante di tutte e senz’altro quella di maggior interesse per Alitalia è che questi vettori hanno bilanci in utile e dimostrano come si possa guadagnare sia come low cost, sia come vettori tradizionali purché posizionati sul segmento giusto del mercato.
A questo punto non ci resta che fare i conti in tasca ad Alitalia per verificare quanto dista da vettori europei economicamente sostenibili quali la stessa Vueling, Easyjet e Ryanair. Per un confronto omogeneo rapportiamo i costi operativi dei diversi vettori ai posti-km offerti ed esprimiamo i valori come costo dell’offrire un posto a bordo per mille km. Per prima cosa (grafico 1 a fondo pagina) esaminiamo i costi del carburante.
Notiamo al riguardo come il costo del carburante di Alitalia per posto offerto per un viaggio di mille km risulti inferiore sia a Vueling che a Easyjet. Non si tratta in realtà di una sorpresa dato che stiamo considerando Alitalia nella sua interezza, compreso il lungo raggio. Gli aerei consumano infatti molto carburante in decollo e atterraggio e poco durante il volo di crociera ad alta quota. Stupisce di più il basso valore di Ryanair, ma questo può essere dovuto sia all’utilizzo di una flotta molto giovane e dunque in grado di risparmiare sui consumi, sia, più probabilmente, per il fatto di utilizzare aeromobili mediamente più grandi e quindi con più posti a bordo. La seconda variabile che consideriamo è il costo della flotta (grafico 2) e qui per Alitalia iniziano a emergere problemi.
Il costo della flotta per un posto offerto su un percorso di mille km è pari a quasi a 19 euro per Alitalia contro 15 per Vueling, 8 per Easyjet e 5 scarsi per Ryanair. Per questa variabile emerge il netto divario che separa i primi due vettori, che hanno flotte principalmente in leasing, e gli altri due che hanno flotte principalmente di proprietà. La seconda modalità è decisamente quella vincente dal punto di vista del contenimento dei costi unitari. Tuttavia è evidente anche l’eccesso di costo di Alitalia rispetto a Vueling, due vettori che usano flotte in leasing. Tale eccesso, presumibilmente dovuto alla maggiore onerosità dei contratti di leasing, è stimabile in un range che va da un minimo di 3,5 euro per posto per 1000 km a un massimo di 6,5. In percentuale esso va da un minimo del 20% del costo effettivo del solo leasing a un massimo del 45%.

Perveniamo infine (grafico 3 a fondo pagina) a confrontare i costi del personale e dell’acquisto dei diversi servizi necessari, quali handling, diritti per l’uso delle infrastrutture aeroportuali, assistenza al volo, catering, commercializzazione e pubblicità, ecc. Il peso del costo del personale di Alitalia è maggiore rispetto agli altri vettori perché i low cost tendono a esternalizzare tutti i servizi a terra e dunque non va considerato anomalo in sé. Ove esso è maggiore dobbiamo tuttavia attenderci una minor spesa per servizi esterni e questo nel caso di Alitalia non si verifica nella misura attesa. La somma della parte blu e della parte arancione dell’istogramma non dovrebbe essere più elevata in Alitalia rispetto a Vueling, pertanto è stimabile un eccesso di costo di circa 6-7 euro per posto per 1000 km.
A questo punto possiamo assemblare tutte le componenti di costo e pervenire a una valutazione d’insieme (grafico 4 a fondo pagina).I costi operativi totali di Alitalia per posto offerto per 1000 km erano pari nel 2015 a 72 euro, un valore doppio rispetto ai 36 di Ryanair, ma non troppo distante dai 66 di Easyjet e dai 60 di Vueling. L’obiettivo di ridurre i costi sino a scendere al livello di questi due vettori è dunque difficile, ma tutt’altro che impossibile. Esso sembra richiedere principalmente di contenere i costi della flotta e quelli dei servizi aeroportuali o, in alternativa del personale di terra che svolge servizi che altri vettori esternalizzano agli aeroporti. Se questa operazione riuscisse, possiamo tuttavia dire che Alitalia sarebbe in grado di raggiungere l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità aziendale? Purtroppo la risposta è negativa, perché Alitalia non ha solo un problema di costi unitari, ma anche un problema di vendite che si manifesta in un tasso di occupazione dei posti, o load factor, molto inferiore agli altri vettori, sia tradizionali che low cost.
Tutti i ragionamenti sin qui svolti hanno avuto per oggetto i costi industriali rapportati ai posti offerti, tuttavia Alitalia riesce a venderne solo circa tre su quattro. Cosa succede se i costi industriali li rapportiamo ai posti venduti anziché a quelli offerti? Come si può osservare dall’ultimo grafico, la breve distanza che separava i costi unitari di Alitalia da quelli dei maggiori operatori low cost (diversi da Ryanair) si accentua notevolmente quando passiamo a considerare i costi in relazione ai soli posti venduti.
In sostanza Alitalia deve imparare non solo a contenere i costi rispetto a quelli attuali, ma anche, e forse soprattutto, deve imparare a riempire molto di più i propri aerei in modo da conseguire ricavi adeguati e con essi anche il tanto agognato, e mai più visto dalla fine degli anni ‘90, equilibrio del bilancio.
 

Edoardo

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16 Settembre 2011
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

il sole 24 dice 2000 ESUBERI, -31% di stipendio in media, 20 airbus 320 in meno,nessun investimento su flotta e cancellazione aumento del lr

Alitalia, il piano prevede 2mila esuberi
Salvataggi. Nel confronto con l’ad Ball le banche chiedono stop agli investimenti

Si profila una cura lacrime e sangue per Alitalia: circa 2.000 esuberi, taglio degli stipendi in media del 31%, messa a terra di 20 aerei di breve e medio raggio della famiglia Airbus 320, nessun investimento nella flotta e nessuno sviluppo del lungo raggio.
Sono le ultime indicazioni emerse dal serrato confronto tra l’amministratore delegato Cramer Ball e le banche azioniste, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Le banche chiedono un’azione molto più decisa sui costi, perché considerano irrealistiche le proiezioni di balzo dei ricavi fatte da Ball (+42% in tre anni), come ha sottolineato l’advisor Roland Berger.
Finora non c’è stato un accordo tra il socio forte Etihad di Abu Dhabi (49%) e le banche, che attraverso Cai possiedono il 51% di Alitalia. Lo dimostra anche il braccio di ferro in corso sul manager proposto dalle banche per guidare Alitalia, Luigi Gubitosi. «Sarebbe una buona soluzione», ha detto l’a.d. di Intesa, Carlo Messina. Etihad, che sta ancora valutando la proposta, vorrebbe confermare Ball e avrebbe ipotizzato un affiancamento con Gubitosi.
Le banche giudicano insufficienti le azioni individuate da Ball nella bozza di piano industriale. Il confronto tra le banche e Abu Dhabi riprenderà domani, vigilia del cda che il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha fissato per lunedì alle ore 14. Senza un’intesa Alitalia rischierebbe di finire sotto un commissario, perché la cassa si esaurirà a fine mese.
La compagnia perde circa due milioni di euro al giorno. È reduce da una perdita di gestione di 600 milioni nel 2016, l’anno dei profitti più alti nella storia per l’aviazione mondiale. La previsione è di un rosso di 650 milioni quest’anno. Per ridurre al minimo l’esborso di cassa necessario fino alla fine dell’anno (600 milioni stimati solo per coprire l’assorbimento di cassa, ma 900 milioni con gli investimenti in flotta), le banche hanno chiesto di ragionare solo sul breve periodo, tagliare di più i costi e bloccare gli investimenti. L’ipotesi è di chiedere ai sindacati, oltre a circa 2.000 esuberi (cifra non ufficiale), un taglio medio degli stipendi del 31 per cento. Verranno messi a terra 20 Airbus 320 o 319, non ci saranno gli investimenti nel lungo raggio con i tre nuovi Boeing 777 previsti.
Se quest’operazione riuscisse, ma ci deve essere il confronto con i sindacati e con il governo, il programma (non detto) sarebbe di presentarsi con un’azienda ridimensionata e dai costi molto ridotti pronti a venderla a un vettore europeo. La prima opzione è per Lufthansa, ci sta lavorando Montezemolo. Nelle ultime ore la proposta è stata fatta anche a Air France-Klm, l’ex partner, che non sembra interessata.
Prima di aprire una trattativa, Lufthansa vuole che a Roma ci sia l’accordo con i sindacati. Le banche non si fidano di Ball, uomo di Etihad, mentre il profilo finanziario di Gubitosi ai loro occhi lo renderebbe il manager adatto a traghettare la compagnia fino all’opzione più gradita agli istituti: la vendita a Lufthansa (o ad altri interessati). Ball però non si dimette. Prima del cda dovrebbe esserci un incontro tra Gubitosi e James Hogan, il numero uno di Etihad. La discussione riguarderebbe in particolare le deleghe e le risorse che i soci inietterebbero in Alitalia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
G.D.


Fonte: il Sole 24 Ore cartaceo
 

Juan Trippe

Bannato
6 Novembre 2014
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Interessante analisi di Ugo Arrigo sui costi Alitalia confrontati con le altre compagnie e modelli di business
Articolo interessante, ma con una conclusione debole. Alitalia ha LF bassi nel medio raggio, perché chiede prezzi più alti dei concorrenti low cost. Se abbassasse i prezzi, riempirebbe di più gli aerei, ma forse incasserebbe ancora meno e perderebbe ancora di più. La risposta è nota solo al revenue management della compagnia.

La riduzione della flotta e dell'offerta potrebbero andare nella direzione giusta e la chiave torna ad essere la riduzione del CASK, che sola può permettere in modo sano una riduzione dei prezzi.
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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0
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Alitalia, il piano prevede 2mila esuberi
Salvataggi. Nel confronto con l’ad Ball le banche chiedono stop agli investimenti

Si profila una cura lacrime e sangue per Alitalia: circa 2.000 esuberi, taglio degli stipendi in media del 31%, messa a terra di 20 aerei di breve e medio raggio della famiglia Airbus 320, nessun investimento nella flotta e nessuno sviluppo del lungo raggio.
Sono le ultime indicazioni emerse dal serrato confronto tra l’amministratore delegato Cramer Ball e le banche azioniste, Unicredit e Intesa Sanpaolo. Le banche chiedono un’azione molto più decisa sui costi, perché considerano irrealistiche le proiezioni di balzo dei ricavi fatte da Ball (+42% in tre anni), come ha sottolineato l’advisor Roland Berger.
Finora non c’è stato un accordo tra il socio forte Etihad di Abu Dhabi (49%) e le banche, che attraverso Cai possiedono il 51% di Alitalia. Lo dimostra anche il braccio di ferro in corso sul manager proposto dalle banche per guidare Alitalia, Luigi Gubitosi. «Sarebbe una buona soluzione», ha detto l’a.d. di Intesa, Carlo Messina. Etihad, che sta ancora valutando la proposta, vorrebbe confermare Ball e avrebbe ipotizzato un affiancamento con Gubitosi.
Le banche giudicano insufficienti le azioni individuate da Ball nella bozza di piano industriale. Il confronto tra le banche e Abu Dhabi riprenderà domani, vigilia del cda che il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha fissato per lunedì alle ore 14. Senza un’intesa Alitalia rischierebbe di finire sotto un commissario, perché la cassa si esaurirà a fine mese.
La compagnia perde circa due milioni di euro al giorno. È reduce da una perdita di gestione di 600 milioni nel 2016, l’anno dei profitti più alti nella storia per l’aviazione mondiale. La previsione è di un rosso di 650 milioni quest’anno. Per ridurre al minimo l’esborso di cassa necessario fino alla fine dell’anno (600 milioni stimati solo per coprire l’assorbimento di cassa, ma 900 milioni con gli investimenti in flotta), le banche hanno chiesto di ragionare solo sul breve periodo, tagliare di più i costi e bloccare gli investimenti. L’ipotesi è di chiedere ai sindacati, oltre a circa 2.000 esuberi (cifra non ufficiale), un taglio medio degli stipendi del 31 per cento. Verranno messi a terra 20 Airbus 320 o 319, non ci saranno gli investimenti nel lungo raggio con i tre nuovi Boeing 777 previsti.
Se quest’operazione riuscisse, ma ci deve essere il confronto con i sindacati e con il governo, il programma (non detto) sarebbe di presentarsi con un’azienda ridimensionata e dai costi molto ridotti pronti a venderla a un vettore europeo. La prima opzione è per Lufthansa, ci sta lavorando Montezemolo. Nelle ultime ore la proposta è stata fatta anche a Air France-Klm, l’ex partner, che non sembra interessata.
Prima di aprire una trattativa, Lufthansa vuole che a Roma ci sia l’accordo con i sindacati. Le banche non si fidano di Ball, uomo di Etihad, mentre il profilo finanziario di Gubitosi ai loro occhi lo renderebbe il manager adatto a traghettare la compagnia fino all’opzione più gradita agli istituti: la vendita a Lufthansa (o ad altri interessati). Ball però non si dimette. Prima del cda dovrebbe esserci un incontro tra Gubitosi e James Hogan, il numero uno di Etihad. La discussione riguarderebbe in particolare le deleghe e le risorse che i soci inietterebbero in Alitalia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
G.D.


Fonte: il Sole 24 Ore cartaceo
I francesi dichiarano di non essere interessati? Questa è una conferma che sono interessatissimi.
 

dario abbece

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milano
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

effettivamente....mica venisse a qualcuno l'idea e gli rubasse sto affarone
 

TW 843

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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

I francesi dichiarano di non essere interessati? Questa è una conferma che sono interessatissimi.
C'è la fila per accaparrarsi sto gioiellino. All'Eliseo non ci dormono la notte.

Era già loro quando perdeva "solo" un milione al giorno e hanno preferito buttare i soldi investiti piuttosto che averci ancora a che fare.

Mi pare quindi più che logico che, adesso che i milioni di perdita al giorno sono diventati due, siano interessatissimi.

Il tuo ragionamento non fa una grinza.
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Mi pare di capire che le vostre considerazioni si basino sul fatto che i sindacati l'avranno vinta anche questa volta. Con un governo così debole io non ne sarei così sicuro ma lo sapremo in un paio di mesi.
 

atlantique

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4 Ottobre 2008
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

C'è la fila per accaparrarsi sto gioiellino. All'Eliseo non ci dormono la notte.

Era già loro quando perdeva "solo" un milione al giorno e hanno preferito buttare i soldi investiti piuttosto che averci ancora a che fare.

Mi pare quindi più che logico che, adesso che i milioni di perdita al giorno sono diventati due, siano interessatissimi.

Il tuo ragionamento non fa una grinza.
E' incredibile come nonostante la presenza di un partner industriale di livello come EY, siano riusciti a fallire piu' velocemente di quando c'erano i capitani coraggiosi.
 

Discusfra

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15 Dicembre 2007
3,030
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BRU/BDS
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

"Un posto al sole" fa un baffo alla telenovela Alitalia. Anche quest'ultima sembra destinata a non aver mai fine.
 

I-DADO

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17 Agosto 2007
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Milano - Brianza, Lombardia.
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Non riesco a capire come facciano a trovare ancora chi gli fa credito sul carburante.
La situazione mi sembra abbondantemente da libri in tribunale immediatamente.
 

Fox

Utente Registrato
30 Luglio 2007
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KLIA
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Mi pare di capire che le vostre considerazioni si basino sul fatto che i sindacati l'avranno vinta anche questa volta. Con un governo così debole io non ne sarei così sicuro ma lo sapremo in un paio di mesi.
Questa volta i sindacati devo solo mettersi da parte per non incacrenire ulteriormente la situazione. Dubito fortemente che ci possa essere un intervento pubblico a salvataggio del carrozzone.
Dall'articolo precedente è chiara la posizione delle banche:
!) non vogliono investire piu', cio' significa prospettive zero per la crescita aziendale
2) chiedono a gran voce la riduzione dei costi
3) si vogliono defilare e cercare un pollo a cui girare il bidone
4) vendere le proprie azioni solamente dopo aver ridimensionato flotta, stipendi e personale per poter recuperare "du spicci". Con i numeri attuali AZ e' un tumore maligno, con cui nessuno vorrebbe averci nulla a che fare
 

AZ1313

Bannato
8 Giugno 2016
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FOG
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Questa volta i sindacati devo solo mettersi da parte per non incacrenire ulteriormente la situazione. Dubito fortemente che ci possa essere un intervento pubblico a salvataggio del carrozzone.
Dall'articolo precedente è chiara la posizione delle banche:
!) non vogliono investire piu', cio' significa prospettive zero per la crescita aziendale
2) chiedono a gran voce la riduzione dei costi
3) si vogliono defilare e cercare un pollo a cui girare il bidone
4) vendere le proprie azioni solamente dopo aver ridimensionato flotta, stipendi e personale per poter recuperare "du spicci". Con i numeri attuali AZ e' un tumore maligno, con cui nessuno vorrebbe averci nulla a che fare

Purtroppo hai ragione
 

13900

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26 Aprile 2012
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

E' incredibile come nonostante la presenza di un partner industriale di livello come EY, siano riusciti a fallire piu' velocemente di quando c'erano i capitani coraggiosi.
Di livello... Mah. In un anno non s'é visto un piano di rilancio, solo una costosa operazione di marketing (rifacimento interni e livrea). Non si sono discostati dal piano Fenice, e non sembra che c'abbiano nemmeno provato. Hanno fatto mesi di due diligence e, a giudicare dagli articoli che si leggono in giro, la partita dei leasing non é nemmeno iniziata. E poi, ciliegina sulla torta, siamo passati dal "quasi pareggio" al "mezzo milione di perdite al giorno" (che ora, a giudicare dai giornali, sembrerebbero piú 2 al dí, se la perdita é di 600 milioni) nel giro di tre mesi.

Saró cinico, ma ho visto strategie migliori da parte di BMI.
 

belumosi

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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

I francesi dichiarano di non essere interessati? Questa è una conferma che sono interessatissimi.
Intanto per dissimulare al meglio le loro intenzioni, hanno azzerato tutti i CS perfino sulle LIN/FCO-CDG/AMS.

Air France-KLM / Alitalia revises codeshare routes in S17

Skyteam member Alitalia and AIRFRANCE-KLM later this month is reducing number of codeshare routes offered within Europe, mainly focusing on trunk routes.

Following routes will no longer see codeshare operations on/after 26MAR17.

Alitalia operated by AIRFRANCE
Milan Linate – Paris CDG
Rome – Paris CDG

AIRFRANCE operated by Alitalia
Paris CDG – Milan Linate
Paris CDG – Rome

Alitalia operated by KLM
Milan Linate – Amsterdam
Rome – Amsterdam

KLM operated by Alitalia
Amsterdam – Milan Linate
Amsterdam – Rome


http://www.routesonline.com/news/38...klm-alitalia-revises-codeshare-routes-in-s17/
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Di livello... Mah. In un anno non s'é visto un piano di rilancio, solo una costosa operazione di marketing (rifacimento interni e livrea). Non si sono discostati dal piano Fenice, e non sembra che c'abbiano nemmeno provato. Hanno fatto mesi di due diligence e, a giudicare dagli articoli che si leggono in giro, la partita dei leasing non é nemmeno iniziata. E poi, ciliegina sulla torta, siamo passati dal "quasi pareggio" al "mezzo milione di perdite al giorno" (che ora, a giudicare dai giornali, sembrerebbero piú 2 al dí, se la perdita é di 600 milioni) nel giro di tre mesi.

Saró cinico, ma ho visto strategie migliori da parte di BMI.

E come sarebbe stato possibile modificare il piano?
Anche se avessero messo a terra alcuni aerei, i leasing e i dipendenti avrebbero comunque dovuto pagarli a tariffa piena. Per intervenire energicamente sui costi in Italia è necessario aver esaurito la liquidita e meno male che hanno fatto investimenti per accelerare l'erosione della cassa.
 

totocrista

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4 Settembre 2012
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tps - Psa
Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

E come sarebbe stato possibile modificare il piano?
Anche se avessero messo a terra alcuni aerei, i leasing e i dipendenti avrebbero comunque dovuto pagarli a tariffa piena. Per intervenire energicamente sui costi in Italia è necessario aver esaurito la liquidita e meno male che hanno fatto investimenti per accelerare l'erosione della cassa.
Ma che significa come sarebbe stato possibile modificare il piano?
Ma che stai dicendo?
Cioè EY si sarebbe comprata il 49℅ di AZ per mantenere il piano precedente?
Dai la verità è che ci sono state incapacità.
Non è solo colpa degli stipendi o dei dipendenti fancazzisti. È anche la loro ma non SOLO la loro.
Come ho detto più volte: aerei che entrano in hangar 3 volte: la prima per rifoderare la seconda per aggiungere 6 posti la terza (se mai ci sarà a sto punto non so) per cambiare tutti i sedili con gli slim...
I costi dei leasing li sapevano da due anni e gli andavano bene, ora sono diventati troppo esosi... Ecc ecc

inviato da Tapatalk
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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Re: Alitalia: arriva il 6 marzo il Piano Industriale?

Ma che significa come sarebbe stato possibile modificare il piano?
Ma che stai dicendo?
Cioè EY si sarebbe comprata il 49℅ di AZ per mantenere il piano precedente?
Dai la verità è che ci sono state incapacità.
Non è solo colpa degli stipendi o dei dipendenti fancazzisti. È anche la loro ma non SOLO la loro.
Come ho detto più volte: aerei che entrano in hangar 3 volte: la prima per rifoderare la seconda per aggiungere 6 posti la terza (se mai ci sarà a sto punto non so) per cambiare tutti i sedili con gli slim...
I costi dei leasing li sapevano da due anni e gli andavano bene, ora sono diventati troppo esosi... Ecc ecc

inviato da Tapatalk
Da allora sono passati 3 anni: un'era geologica. A quel tempo le banche subivano ancora i diktat del governo e gli arabi di Abu Dhabi avrebbero accettato qualsiasi condizione pure di partecipare al mercato europeo dell'aviazione ove già erano massicciamente presenti i cugini di Dubai e de Qatar.
Ora che gli arabi hanno dismesso le attività in Germania, le banche neppure rimborsano i bond junior e tutti i politici si stanno smarcando da questo governo, ben comprenderai che il contesto è un po' diverso.
Per modificare gli accordi vincolanti è necessario passare dal Tribunale fallimentare: tre anni fa il contesto economico e politico non lo consentiva, ora invece sì.
 
Stato
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