AirOne diventerà la low cost di Alitalia?


AirFleet

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16 Giugno 2009
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AirOne diventerà la low cost Alitalia


Il giornale di Ezio Mauro riporta le dichiarazioni di Roberto Colaninno, il presidente di Alitalia. La compagnia di bandiera, che dovrebbe aver sistemato (almeno in parte) i problemi di affidabilità della prima parte dell'anno e che dovrebbe registrare un miglioramento dei conti nel terzo trimestre, sta iniziando a programmare strategicamente il suo futuro. E tra le scelte al vaglio dei vertici ci sarebbe quella di trasformare AirOne nella compagnia low cost del gruppo. Un'ipotesi da valutare però con estrema attenzione. In tal modo il gruppo tenterebbe di ercuperare parte del 30% del traffico internazionale da e per l'Italia coperto da Ryanair e Easyjet.
Colaninno ha poi parlato dei disagi subiti dai passeggeri nei mesi scorsi, che non sono stati sempre imputabili ad Alitalia.


fonte: LaRepubblica
 

AirFleet

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16 Giugno 2009
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Air One diventerà la low-cost Alitalia
Colaninno: "Ipotesi allo studio"



MILANO - Sistemati (in parte) i problemi di affidabilità della prima parte dell'anno e con i conti in fisiologico miglioramento estivo, la nuova Alitalia inizia con più calma a pianificare il suo futuro strategico. Un futuro che potrebbe vedere il marchio Air One debuttare come "costola" low cost della compagnia di bandiera. "È un'ipotesi - ha ammesso ieri Roberto Colaninno in un'intervista a SkyTg24 - che però va valutata con molta attenzione".

L'obiettivo strategico sarebbe chiaro: differenziare i due loghi della Magliana (oggi sovrapposti come modello di servizio e unificati come sistema informatico) provando a erodere l'arrembaggio di Ryanair e Easyjet che ormai coprono più del 30% del traffico internazionale da e per l'Italia operando solo sul breve medio raggio. La stessa nicchia di mercato su cui si è concentrata Alitalia che con una Air One versione low cost potrebbe andare alla riconquista del terreno perduto durante la crisi dell'ultimo anno. "La ex-compagnia di Carlo Toto ha comunque un marchio molto, molto importante - ha aggiunto Colaninno - e prima di distruggerlo ci penseremo bene".

Il presidente dell'aerolinea italiana ha anche ribadito ieri come - dopo un primo semestre difficile - l'attività sul fronte operativo stia andando meglio: a luglio il tasso di riempimento è stato del 73%, vicino o appena sopra al livello che garantisce al vettore il pareggio operativo. "Io sono molto soddisfatto. Certo, i tempi di realizzazione del progetto sono più lunghi di quelli che il mercato si aspetta - ha proseguito Colaninno - . Nei prossimi sei mesi vogliamo esprimere la qualità del servizio che ci siamo prefissi di raggiungere". La Magliana in effetti nella prima parte del 2009 ha registrato una puntualità attorno al 70%, ben al di sotto di quella della concorrenza. E anche sul fronte finanziario, prima del rimbalzo estivo, i conti non sono stati certo brillanti: nel primo trimestre dell'anno la compagnia ha perso 210 milioni e nel secondo 63.
L'amministratore delegato Rocco Sabelli ha comunque di nuovo smentito che la società abbia già bisogno di mezzi freschi attraverso un aumento di capitale.

I disagi subiti dai passeggeri nei mesi scorsi - ha tenuto a precisare ieri Colaninno - non sempre sono imputabili ad Alitalia. "Le cause che concorrono ai ritardi - ha detto - sono più di una e sono certamente dovute alle infrastrutture aeroportuali e Fiumicino è la più responsabile di questi problemi". Tre giorni fa un problema ai sistema del check-in, causato secondo Adr da un disservizio dell'operatore telefonico, ha mandato nel caos per un paio d'ore gli imbarchi allo scalo romano.

Le difficoltà strutturali di Fiumicino, penalizzata da investimenti fatti finora con molta parsimonia, non sembrano però aver convinto Alitalia a rivedere le sue scelte sull'hub. Anzi. Il terminal A dello scalo romano verrà riservato in futuro solo ai voli dell'aerolinea italiana e a quelli dei suoi partner nel consorzio Skyteam (Air France, Klm, Delta su tutti). L'ipotesi di un rientro su Malpensa è stata ieri indirettamente cassata dallo stesso numero uno di Cai: "Non dico che sia sbagliato avere un grande aeroporto nel Nord - ha concluso Colaninno -. Ma lo scalo meneghino è incapace di soddisfare i bisogni che oggi hanno i passeggeri, i piccoli e medi industriali, perché tra i vari fattori che ormai sono determinanti nel mondo per la loyalty del cliente c'è la facilità di raggiungere l'aeroporto. Non solo. Nel Nord c'è uno scalo ogni 50 chilometri...".

fonte. LaRepubblica.
 

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Alitalia: per AirOne spunta l'ipotesi low cost



L'idea di trasformare AirOne nella low cost del gruppo Alitalia e' "un'ipotesi che va valutata con molta attenzione. Non e' in esame oggi, e' troppo presto, perche' AirOne e' un marchio importante e prima di distruggerlo ci si pensa parecchio". Ne ha parlato ieri il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, intervistato da Sky Tg24.

Colaninno ha inoltre affrontato i principali problemi che riguardano gli scali su cui opera Alitalia, come i recenti ritardi che "sono certamente dovuti alle infrastrutture aeroportuali e Fiumicino e' la piu' grande responsabile di questi problemi". Quanto a Malpensa, secondo Colaninno e' "logisticamente sbagliata" e quindi "incapace di soddisfare i bisogni che oggi hanno i passeggeri, piccoli e medi industriali, perche' tra i vari fattori che ormai sono determinanti per la loyalty del cliente c'e' la facilita' di raggiungere l'aeroporto".

Quanto all'andamento di Alitalia, Colaninno si e' detto "molto soddisfatto. I tempi di realizzazione del progetto sono piu' lunghi di quelli che il mercato si aspettava. Nei prossimi sei mesi vogliamo esprimere la qualita' del servizio che ci siamo prefissati di raggiungere".


fonte: BorsaItaliana
 

AirFleet

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Colaninno boccia Malpensa Per Air One l’ipotesi low cost


Malpensa è «logisticamente sbagliata», parola di Roberto Colaninno. Intervistato da Sky, il presidente di Alitalia fin dalle prime battute boccia totalmente lo scalo lombardo, salvo poi correggere il tiro, ma solo in parte: «Non dico che sia sbagliato avere un grande aeroporto nel Nord, ma - ha aggiunto - Malpensa è incapace di soddisfare i bisogni che oggi hanno i passeggeri, i piccoli e medi industriali, perché tra i vari fattori che ormai sono determinanti nel mondo per la soddisfazione dei clienti c’è la facilità di raggiungere l’aeroporto». Ma non c’è solo Malpensa nel mirino di Colaninno: anche Fiumicino ha la sua parte di colpe, soprattutto per quanto riguarda la scarsa puntualità di Alitalia. «Le cause dei ritardi - osserva il presidente - sono più di una: certamente dovute alle infrastrutture areoportuali, e Fiumicino è quella più responsabile di questi ritardi. Una compagnia di volo ha bisogno di infrastrutture di terra che siano in linea con la necessità di una gestione del volo, gestione che ha bisogno di processi informatici oltre che di una informazione puntuale, veloce e corretta a tutti quegli enti che sono all’interno dello scalo e che concorrono, dal più futile al più importante, al ritardo della partenza di un aereo».
Colaninno si è comunque detto «molto soddisfatto» dell’andamento della compagnia, «anche in presenza di circa 270 milioni di perdite, di cui 210 nel primo trimestre e 60 nel secondo». Tuttavia, «visto l’andamento dei passeggeri a luglio e le proiezioni di agosto e settembre, i conti avranno un sostanziale miglioramento» nel terzo trimestre, aggiunge il presidente.
Colaninno ritorna poi sull’ipotesi - già anticipata dal Giornale - di trasformare Air One nella low cost di Alitalia, anziché procedere alla fusione totale tra le due compagnie: un progetto, quest’ultimo, che a gennaio sembrava scontato, ma ora potrebbe cedere il passo a un disegno diverso. Ma Colaninno prende tempo: Air One «è un marchio importante, prima di distruggerlo ci si deve pensare parecchio». Potrà allora diventare la compagnia low cost di Alitalia? «È un’ipotesi, non in esame oggi, è troppo presto».
A dare «un voto di sufficienza» ad Alitalia, infine, è il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, secondo il quale la compagnia «in sei mesi ha fatto passi da gigante». Quanto ai problemi di Fiumicino, è «un aeroporto che deve essere ampliato e addirittura fatto nuovo: pochi giorni fa, proprio nel mio ufficio, è venuto l’ad di Alitalia, Rocco Sabelli, insieme a Fabrizio Palenzona per trovare una soluzione ai ritardi degli aerei».



fonte: IlGiornale
 

Bender

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Pescara
Air One diventerà la low-cost Alitalia
Colaninno: "Ipotesi allo studio"
Idea balzana. Le strutture di quelle low cost e di CAI sono troppo diverse. Quel mercato è ormai irrecuperabile e ci vorrà molto tempo prima di provare a far concorrenza a U2 e FR. Non è verso quel tipo di mercato che Alitalia deve guardare per "il suo rilancio" ...
 

I-A320

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VolareWeb era il brand low-cost di Alitalia, con una struttura ben avviata ed il know-how per occuparsi di questo segmento, ed invece di potenziarla l'hanno inglobata in Cai... Adesso vogliono trasformare Airone in una low-cost.. Hanno le idee un pò confuse i signori.. Nel frattempo i passeggeri volano con EasyJet...
 

AirFleet

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16 Giugno 2009
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Per AirOne spunta l'ipotesi low cost



Colaninno: ci pensiamo. Gli esperti: nessuna compagnia tradizionale ci è mai riuscita​



Dal cappello magico di Roberto Colaninno esce l’idea di trasformare la compagnia AirOne nella branca «low cost» del gruppo Alitalia. Le low cost sono quei vettori tipo Ryanair e EasyJet che offrono biglietti a prezzi stracciati in cambio di un servizio spartano. È qualcosa di realizzabile per AirOne? Il presidente di Alitalia, l’ex compagnia di bandiera rinata dalle sue ceneri inglobando AirOne, ne ha parlato ieri, con cautela, nella trasmissione tv «Zona Severgnini» su Sky. «È un’ipotesi - ha detto, come a gettare il sasso per vedere le reazioni -. Non è in esame oggi, è troppo presto, perché AirOne è un marchio importante e prima di distruggerlo ci si pensa parecchio». Ma appunto, ci si pensa, e adesso se ne parla pure.

Nell’intervista, Colaninno ha fatto varie altre considerazioni: per esempio, ha detto che «molte volte per i ritardi degli aerei si addebitano ad Alitalia responsabilità che non sono nostre, ma di tutto un sistema, comprese le infrastrutture aeroportuali, e lo scalo di Fiumicino è il più responsabile di questi ritardi». Ha parlato anche di una «Malpensa logisticamente sbagliata», ha dato per probabile per Alitalia «un sostanziale miglioramento dei conti nel terzo trimestre». Ma la più importante indicazione (seppure ipotetica) di strategia emersa dall’intervista è proprio quella di AirOne come futura compagnia low cost.

E allora, si può fare o no? Gregory Alegi, docente all’Accademia aeronautica e all’università Luiss (dove insegna gestione delle compagnie aeree) e numero uno degli analisti italiani del settore, osserva che la Storia rema contro: «Non c’è un solo caso di compagnia tradizionale - dice alla Stampa - che si sia riciclata con successo nel low cost. In America la United creò la Ted, dimezzandosi il nome, per resistere alla concorrenza di Jet Blue, ma fece fiasco. In Europa, la British Airways fondò la Go, ma poi fu costretta a venderla a EasyJet, e la Klm lanciò una sua low cost che andò male e finì assorbita da Ryanair». Qual è il denominatore comune di tutti questi fallimenti? Alegi ne fa innanzitutto una questione di Dna aziendale: «Le compagnie low cost si reggono sui costi di produzione stracciati. Se una compagnia tradizionale vuol creare una branca low cost deve rinegoziare tutti i contratti di lavoro, tutti i contratti con i fornitori, tutti i contratti con gli aeroporti. Deve cambiare la testa dei dipendenti, dei dirigenti... Ma se si vuol fare una low cost è molto più facile partire da zero, con una nuova compagnia e gente dalla mentalità nuova che aderisce al progetto da subito».

Poi c’è un problema di rotte aeree. Le low cost di solito godono di contributi pubblici occulti perché operano da aeroporti marginali, dove ottengono tariffe basse o sottocosto da parte delle autorità locali, alle quali garantiscono in cambio collegamenti, volumi di traffico e flussi di persone (turisti e altro) che magari spenderanno dei soldi in loco. C’è persino il «co-marketing», per cui la pubblicità per queste rotte, spesso, è fatta non dalle compagnie ma dalle autorità locali con soldi pubblici. All’aeroporto belga di Charleroi l’ente locale pagava addirittura le notti in albergo ai piloti e alle hostess di Ryanair.

Si può fare concorrenza alle low cost su questo terreno? Teoricamente sì, risponde Alegi, però rotte tipo Pisa-Vienna o Venezia-Nottingham sono, se ci sono, tipicamente, servite da una sola compagnia low cost e non da due in concorrenza. «Una volta collegato un posto del cavolo con un posto del cavolo e coperta tutta la rete non ci sono più nicchie da riempire. E provare a sloggiare le low cost da dove si sono insediate è difficilissimo: altre compagnie, in Inghilterra, hanno provato a fare concorrenza a Ryanair dove c’era già, ma Ryanair le ha buttate fuori dal mercato offrendo biglietti gratis per tre mesi su quelle rotte». In alternativa, le compagnie tradizionali potrebbero offrire voli low cost sulle loro linee tradizionali, «ma Alitalia si metterà a fare low cost, per esempio, sulla Milano-Roma, cannibalizzando i suoi voli normali? È improbabile».

Infine c’è una questione di aerei. «Le low cost devono avere aerei nuovissimi e che non si guastino, perché tra i loro fattori di costo c’è un ciclo arrivo-partenza strettissimo in aeroporto, nell’ordine dei 25 minuti per Ryanair. I voli low cost non si fanno con i rimasugli, servono flotte giovani e di ultimo modello. Se Colaninno vuole il low cost deve investire moltissimo». Beh, in effetti Alitalia-AirOne sta comprando qualche nuovo Airbus 320.


fonte: LaStampa.
 

AirFleet

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Gli esperti: nessuna compagnia tradizionale ci è mai riuscita[/CENTER][/U][/I][/B]


sarà infatti un altro fallimento made in Italy. è meglio che ci pensino bene.... io direi che l'unica prospettiva o fare una compagnia di linea unica oppure un ramo charter... o magari un ramo dedicato ai voli di lungo raggio....
 

rick@BCN

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Idea balzana. Le strutture di quelle low cost e di CAI sono troppo diverse. Quel mercato è ormai irrecuperabile e ci vorrà molto tempo prima di provare a far concorrenza a U2 e FR. Non è verso quel tipo di mercato che Alitalia deve guardare per "il suo rilancio" ...
D'accordissimo. Se partisse come entitá separata com'era Volareweb o com'é ora Vueling per Iberia allora potrebbe quasi quasi funzionare (anche se la quota di mercato di EZY e Ryan in Italia é tale da essere veramente difficile sfidarle).

A mio avviso una delle basi per far funzionare una LCC legata ad una major é che oltre al management separato anche la proprietá lo sia, almeno in parte. Se, per assurdo, Toto si fosse tenuto parte delle azioni di AP e avesse stipulato un'accordo con AZ per essere la sua branch LCC allora sí poteva avere senso. Le strutture sarebbero rimaste separate e le basi di costo pure, ma l'unione avrebbe beneficiato al sistema paese.

Inoltre c'é da dire che a livello di flotta i CR9 non sono assolutamente adatti per una LCC con queste caratteristiche (vedi MyAir e i costi per farli viaggiare..): se proprio dovessero perseguire questo progetto spero almeno che i CR9 confluiscano completamente in AZ e facciano i feeder o i P2P alto yield.

Rimango comunque dell'idea che l'opportunitá l'hanno giá persa per come hanno gestito Volare. Potevano fare ció che ha fatto EZY e cioé continuare l'espansione con Volare sul P2P low cost dopo il ritiro da MXP come main line. Ora é troppo tardi per tornare indietro.
 

str_dvd

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e' molto difficile o quasi impossibile che la mentalita' di una compagnia tradizionale possa gestire una low cost.. giustamente potrebbe diventare volare la compagnia low cost di alitalia, ma sempre che non sia gestita ne direttamente ne indirettamente dagli stessi vertici alitalia..
 

AlicorporateUK

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Sarajevo
A mio avviso ciò non fà altro che creare ulteriore confusione sia per i passeggeri che per l'opinione pubblica: qualche mese fà dicevano che AP sarebbe confluita in AZ a tutti gli effetti (aerei compresi, ridipinti in livrea bianco-verde), poi hanno detto che il marchio AP non poteva scomparire vista la sua popolarità ed adesso spunta l'idea della low cost, che poi sempre a mio avviso ha modestissime possibilità di successo. Come ha già detto qualcuno, a questo punto la cosa migliore da fare è continuare con l'integrazione senza 'deviazioni' ed eliminare il marchio AP una volta per tutte.
 

SkySurfer

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Io vedrei bene una low-cost made by Alitalia con marchio Air One con base a LIN e con flotta esclusivamente formata da A320.

Su destinazioni nazionali : FCO, NAP, BRI, BDS, NAP, SUF, REG, CRV, CTA, PMO, LMP, PNL, CAG, AHO, OLB.

E internazionali esclusivamente UE con forte traffico : MAD, BCN, LIS, CDG, ORY, FRA, TXL, BRU, VIE, AMS, CPH, LHR, ATH, SOF, OTP, PRG, BUD, WAW.

Adotterei un modello ibrido stile Air Berlin che permetta connessioni intra-network e con vettori partner Skyteam via-hub europei e frequenze giornaliere o plurigiornaliere.

Inoltre, sceglierei un modello low-cost soft, proprio come quello di AB : piccoli rinfreschi a bordo, bagaglio in stiva incluso, check-in online e tradizionale, e tariffe non sensazionali. A partire da 30 euro a tratta, in sù. Più tariffe flexible e carnet/servizi integrativi dedicati a chi viaggia per affari.

Strategia di distribuzione ad ampio spettro : web, telefono, GDS, cross-selling, AdV e forte collaborazione con i T.O. ed Incentive Bureaux/Organizzatori eventi.

I voli li metterei tutti con codice doppio AZ/AP e prenotabili su entrambi i siti delle compagnie, alle medesime condizioni.
 

setIRSposition

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Comunque secondo me è inutile prestare il fianco alle parole in libertà di Colaninno. Chi vivrà vedrà, certo non invidio chi in AP ci lavora.
 

rick@BCN

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Io vedrei bene una low-cost made by Alitalia con marchio Air One con base a LIN e con flotta esclusivamente formata da A320.

Su destinazioni nazionali : FCO, NAP, BRI, BDS, NAP, SUF, REG, CRV, CTA, PMO, LMP, PNL, CAG, AHO, OLB.

E internazionali esclusivamente UE con forte traffico : MAD, BCN, LIS, CDG, ORY, FRA, TXL, BRU, VIE, AMS, CPH, LHR, ATH, SOF, OTP, PRG, BUD, WAW.

Adotterei un modello ibrido stile Air Berlin che permetta connessioni intra-network e con vettori partner Skyteam via-hub europei e frequenze giornaliere o plurigiornaliere.

Inoltre, sceglierei un modello low-cost soft, proprio come quello di AB : piccoli rinfreschi a bordo, bagaglio in stiva incluso, check-in online e tradizionale, e tariffe non sensazionali. A partire da 30 euro a tratta, in sù. Più tariffe flexible e carnet/servizi integrativi dedicati a chi viaggia per affari.

Strategia di distribuzione ad ampio spettro : web, telefono, GDS, cross-selling, AdV e forte collaborazione con i T.O. ed Incentive Bureaux/Organizzatori eventi.

I voli li metterei tutti con codice doppio AZ/AP e prenotabili su entrambi i siti delle compagnie, alle medesime condizioni.
A parte le tariffe a partire da 30 Euro a tratta (che cmq oggi sono a partire da 49..) hai descritto praticamente quello che é giá Alitalia-CAI.
 

SkySurfer

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A parte le tariffe a partire da 30 Euro a tratta (che cmq oggi sono a partire da 49..) hai descritto praticamente quello che é giá Alitalia-CAI.
Dovrebbe seguire totalmente il modello di Air Berlin ed espandere il network da LIN con altre destinazioni importanti quali ATH, SOF, BUD, PRG, LIS, VIE.

Inoltre flotta unica di soli 320 piazzati a LIN.

Il compito più arduo è un profondo cambiamento d'immagine e di posizionamento sul mercato e nella mente dei consumatori.