Salve a tutti, mi permetto di segnalare questo editoriale apparso sul quotidiano ticinese La Regione a proposito del futuro dell'aeroporto di Lugano-Agno.
È chiaro il futuro di Lugano-Agno?
“L’Alitalia è in sciopero. Be' vuol dire che siamo rientrati nella normalità!” È la frase sfuggita a un passeggero in attesa, a Milano, di imbarcarsi per Roma.
Dopo una lunga e sofferta serie di trattative e di velenose polemiche il salvataggio dell’Alitalia è andato in porto. La compagnia di bandiera tricolore è ora definitivamente accorpata ad Air France-Klm pure entrata nella cabina di comando di Roma-Fiumicino. Nell’Italia del Nord questa soluzione non è ancora stata digerita. Vi si oppongono gli scali di Malpensa, Linate, Bergamo-Orio e in parte Torino-Caselle. Le conseguenze più pesanti potrebbero colpire la struttura di Linate. Finora capolinea settentrionale del ponte aereo Roma-Milano essa rischia di essere smantellata.
l dialogo fra l’Urbe e la Madonnina verrà infatti assicurato dalla ferrovia ad alta velocità. Dall’anno prossimo un Tav percorrerà, diciotto volte al giorno, l’intera tratta, da centro a centro, in sole tre ore! A Malpensa saranno assegnati prioritariamente i collegamenti europei mentre accanto alle numerose compagnie già operative da anni verranno aumentati gli slot dei charter e dei vettori a “basso costo”. Sono strategie imposte dai bilanci, poco rosei, delle principali compagnie mondiali. Le perdite accumulate impongono fusioni e processi di razionalizzazione. Le previsioni della Iata sono imbronciate: il riesame degli obiettivi è un obbligo. Sulle tratte fino a tre ore di volo si profila infatti la rivincita della ferrovia sull’aviazione. Le prime avvisaglie si sono manifestate in Francia. A mettere al tappeto le piccole ansimanti compagnie sono stati i Tgv. Ne ha fatto le spese anche la Swissair che, accanto all’ammaccata Sabena, ne aveva assorbite un paio creando le premesse al doloroso grounding. È stato uno dei primi segnali del ruolo che le ferrovie avrebbero assunto nel XXI secolo. Oggi da Madrid a Siviglia o da Londra a Parigi si va in treno. Capiterà anche da noi sulla tratta Zurigo-Milano con l’apertura dell’Alptransit. Ammirevole, in linea con i mutamenti in atto, è la motivazione dimostrata dalla Svizzera italiana per il ripristino della storica linea della Valmorea: la Mendrisio - Varese - Gallarate... Malpensa! Nel 2013 la tratta verrà percorsa in un’ora. Dal “ tarmak” di Malpensa si potranno poi raggiungere sia centinaia di destinazioni continentali sia gli “ hub” eletti a terminal delle linee intercontinentali. Da quest’ultimi si muoveranno i giganteschi Boeing e Airbus capaci di accogliere da 600 a 1000 passeggeri.
Ma che ruolo avranno a questo punto i minuscoli, simpatici, aeroporti regionali? È difficile capire se i consessi politici luganesi, hanno stanziato, con cognizione di causa, i crediti multimilionari destinati ad ampliare e rinnovare le strutture del nostro gioiellino. È ovvio che ammainare la manica a vento dell’aeroporto voluto con caparbietà dall’intraprendente Moritz Suter, papà della Crossair, non è facile. È pure chiaro che l’investimento per l’illuminazione della pista non può essere rinviato. Lo ha chiesto con fermezza l’Ufficio federale competente. Non appare invece logica la scelta della doppia via, quella ferroviaria per la Ticino-Malpensa e quella, piuttosto sentimentale, per il campo di Agno. Il rischio di creare un pericoloso doppione è evidente. Pare infatti che per evitare le cifre rosse l’esercizio della " Valmorea" avrà bisogno di almeno 6000 passeggeri al giorno mentre Agno, per sopravvivere, dovrà registrare un movimento annuo di almeno 200 mila passeggeri. Intanto Lufthansa (Italia), mamma della Swiss, si impossesserà di Malpensa e le coincidenze da Kloten, oggi essenziali per il movimento di Agno, passeranno da Milano, come già si mormora a Zurigo. Ma senza l’apporto di questo servizio-spola una Darwin potrebbe cavarsela?
C’è poi chi ad Agno vorrebbe sviluppare i voli charter. Molti esperti lo ritengono un sogno irrealistico sia per la mancanza dei capienti aeromobili adatti ad atterrare e decollare nella valle del Vedeggio, orograficamente assai complicata, sia per la nostra scarsa vocazione per il turismo di massa. Vale pure la pena chiedersi come mai una fra le maggior compagnie inglesi, ai comandi della quale siedono due imprenditori ticinesi di spicco, non abbia voluto occupare questa nicchia. Sarebbe quindi utile riesaminare i progetti schizzati. Per rimanere in campo aeronautico Agno potrebbe magari diventare il moderno centro per gli Executive dei facoltosi manager e delle famiglie del Gotha mondiale diventando il prestigioso polo dell’Insubria. Una simile conversione richiederebbe nuove infrastrutture con salotti Vip, eleganti servizi di accoglienza e appositi impianti per l’assistenza tecnica. Se la ricerca dovesse invece sconsigliare di proseguire l’avventura aviatoria sarebbe opportuno avviare una pianificazione intercomunale per individuare la nuova destinazione per l’intera area dello storico campo d’aviazione. Non possono infatti essere ignorati sia l’arrivo dell’Alptransit sia lo studio di Angelo Rossi che prevede per l’area Manno Bioggio-Agno un futuro di "Città-quartiere" con circa 10 mila abitanti: una realtà che difficilmente potrebbe convivere con un aeroporto. Talvolta, arrivati al capolinea, bisogna anche sapersi arrendere all’evidenza e scegliere strade nuove. Fare oggi degli investimenti a media scadenza senza dare risposte concrete ai cambiamenti in atto potrebbe avere conseguenze non indifferenti. Forse sarebbe utile riprendere l’adagio già caro a Charles de Gaulle: “ Il est urgent d’attendre... et de réfléchir!”.
Marco Blaser
LaRegione
13.02.2009
È chiaro il futuro di Lugano-Agno?
“L’Alitalia è in sciopero. Be' vuol dire che siamo rientrati nella normalità!” È la frase sfuggita a un passeggero in attesa, a Milano, di imbarcarsi per Roma.
Dopo una lunga e sofferta serie di trattative e di velenose polemiche il salvataggio dell’Alitalia è andato in porto. La compagnia di bandiera tricolore è ora definitivamente accorpata ad Air France-Klm pure entrata nella cabina di comando di Roma-Fiumicino. Nell’Italia del Nord questa soluzione non è ancora stata digerita. Vi si oppongono gli scali di Malpensa, Linate, Bergamo-Orio e in parte Torino-Caselle. Le conseguenze più pesanti potrebbero colpire la struttura di Linate. Finora capolinea settentrionale del ponte aereo Roma-Milano essa rischia di essere smantellata.
l dialogo fra l’Urbe e la Madonnina verrà infatti assicurato dalla ferrovia ad alta velocità. Dall’anno prossimo un Tav percorrerà, diciotto volte al giorno, l’intera tratta, da centro a centro, in sole tre ore! A Malpensa saranno assegnati prioritariamente i collegamenti europei mentre accanto alle numerose compagnie già operative da anni verranno aumentati gli slot dei charter e dei vettori a “basso costo”. Sono strategie imposte dai bilanci, poco rosei, delle principali compagnie mondiali. Le perdite accumulate impongono fusioni e processi di razionalizzazione. Le previsioni della Iata sono imbronciate: il riesame degli obiettivi è un obbligo. Sulle tratte fino a tre ore di volo si profila infatti la rivincita della ferrovia sull’aviazione. Le prime avvisaglie si sono manifestate in Francia. A mettere al tappeto le piccole ansimanti compagnie sono stati i Tgv. Ne ha fatto le spese anche la Swissair che, accanto all’ammaccata Sabena, ne aveva assorbite un paio creando le premesse al doloroso grounding. È stato uno dei primi segnali del ruolo che le ferrovie avrebbero assunto nel XXI secolo. Oggi da Madrid a Siviglia o da Londra a Parigi si va in treno. Capiterà anche da noi sulla tratta Zurigo-Milano con l’apertura dell’Alptransit. Ammirevole, in linea con i mutamenti in atto, è la motivazione dimostrata dalla Svizzera italiana per il ripristino della storica linea della Valmorea: la Mendrisio - Varese - Gallarate... Malpensa! Nel 2013 la tratta verrà percorsa in un’ora. Dal “ tarmak” di Malpensa si potranno poi raggiungere sia centinaia di destinazioni continentali sia gli “ hub” eletti a terminal delle linee intercontinentali. Da quest’ultimi si muoveranno i giganteschi Boeing e Airbus capaci di accogliere da 600 a 1000 passeggeri.
Ma che ruolo avranno a questo punto i minuscoli, simpatici, aeroporti regionali? È difficile capire se i consessi politici luganesi, hanno stanziato, con cognizione di causa, i crediti multimilionari destinati ad ampliare e rinnovare le strutture del nostro gioiellino. È ovvio che ammainare la manica a vento dell’aeroporto voluto con caparbietà dall’intraprendente Moritz Suter, papà della Crossair, non è facile. È pure chiaro che l’investimento per l’illuminazione della pista non può essere rinviato. Lo ha chiesto con fermezza l’Ufficio federale competente. Non appare invece logica la scelta della doppia via, quella ferroviaria per la Ticino-Malpensa e quella, piuttosto sentimentale, per il campo di Agno. Il rischio di creare un pericoloso doppione è evidente. Pare infatti che per evitare le cifre rosse l’esercizio della " Valmorea" avrà bisogno di almeno 6000 passeggeri al giorno mentre Agno, per sopravvivere, dovrà registrare un movimento annuo di almeno 200 mila passeggeri. Intanto Lufthansa (Italia), mamma della Swiss, si impossesserà di Malpensa e le coincidenze da Kloten, oggi essenziali per il movimento di Agno, passeranno da Milano, come già si mormora a Zurigo. Ma senza l’apporto di questo servizio-spola una Darwin potrebbe cavarsela?
C’è poi chi ad Agno vorrebbe sviluppare i voli charter. Molti esperti lo ritengono un sogno irrealistico sia per la mancanza dei capienti aeromobili adatti ad atterrare e decollare nella valle del Vedeggio, orograficamente assai complicata, sia per la nostra scarsa vocazione per il turismo di massa. Vale pure la pena chiedersi come mai una fra le maggior compagnie inglesi, ai comandi della quale siedono due imprenditori ticinesi di spicco, non abbia voluto occupare questa nicchia. Sarebbe quindi utile riesaminare i progetti schizzati. Per rimanere in campo aeronautico Agno potrebbe magari diventare il moderno centro per gli Executive dei facoltosi manager e delle famiglie del Gotha mondiale diventando il prestigioso polo dell’Insubria. Una simile conversione richiederebbe nuove infrastrutture con salotti Vip, eleganti servizi di accoglienza e appositi impianti per l’assistenza tecnica. Se la ricerca dovesse invece sconsigliare di proseguire l’avventura aviatoria sarebbe opportuno avviare una pianificazione intercomunale per individuare la nuova destinazione per l’intera area dello storico campo d’aviazione. Non possono infatti essere ignorati sia l’arrivo dell’Alptransit sia lo studio di Angelo Rossi che prevede per l’area Manno Bioggio-Agno un futuro di "Città-quartiere" con circa 10 mila abitanti: una realtà che difficilmente potrebbe convivere con un aeroporto. Talvolta, arrivati al capolinea, bisogna anche sapersi arrendere all’evidenza e scegliere strade nuove. Fare oggi degli investimenti a media scadenza senza dare risposte concrete ai cambiamenti in atto potrebbe avere conseguenze non indifferenti. Forse sarebbe utile riprendere l’adagio già caro a Charles de Gaulle: “ Il est urgent d’attendre... et de réfléchir!”.
Marco Blaser
LaRegione
13.02.2009