27 giugno - 41° anniversario sciagura di Ustica e nuovo libro sul caso


nicolap

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10 Novembre 2005
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Roma
Ricorre oggi il 41° anniversario della sciagura di Ustica, in cui 81 persone persero la vita a bordo di un DC-9/15 dell'Itavia (reg. I-TIGI).

Abbiamo discusso a lungo del caso su queste pagine, e dell'intricata vicenda che ne ha caratterizzato la storia.

Ultimo libro sul caso uscito in ordine di tempo, pochi giorni fa, è quello scritto dal Gen. Leonardo Tricarico e Gregory Alegi, dal titolo "Ustica un'ingiustizia civile - Perchè lo Stato pagherà 300 milioni per una battaglia aerea che non c'è mai stata", edito da Rubbettino.

Non scalfirà di un millimetro i sostenitori della tesi del missile, ma è un libro interessante, molto ben fatto e utile a comprendere meglio le dinamiche di questa vicenda per tutti coloro che vogliono invece approfondire l'argomento.

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romaneeconti

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il titolo del thread "Sciagura...." fa pensare al motto che "Uno vale Uno" sempre d'attualta'...proprio una sciagura...
 

vipero

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Sono molti, troppi anni che gente come me, ogni volta che si parla di Ustica, fatica ad avere un minimo di ascolto, nonostante l’impegno per ritagliarsi un po’ di spazio nei media e, quel che è più grave, nelle emittenti pubbliche che, più di ogni altro, dovrebbero assicurare al cittadino una corretta o almeno plurale informazione. Invece, in questo caso a nulla o quasi è valso l’aver servito per una intera vita con lealtà e onore una forza armata, l’Aeronautica Militare, sul cui operato ben identificati soggetti amorali e senza scrupoli continuano ancora oggi a proiettare ombre di infedeltà istituzionale.

Sono quarantadue lunghi anni che la ricerca della verità si concretizza, a opera di chi ha più ascolto presso i media, nel suo contrario, nell’occultamento sistematico delle cause che hanno determinato la caduta del DC9 Itavia, emerse dopo un lungo processo penale in cui alcuni giudici coraggiosi non hanno esitato a mettersi contro la narrativa pubblica ormai drogata, e scrivere in sentenza dopo 272 udienze dibattimentali e sulla base di innumerevoli prove, la verità incontrovertibile: la notte del 27 giugno 1980 non vi fu nessuna battaglia aerea nel mediterraneo, nessun missile fu sparato contro il DC9.

Oggi invece, chi si ostina a non onorare nell’unica maniera possibile la memoria di chi in quell’incidente ha perduto la vita, contrabbanda come verità la sentenze dei processi civili, tutte fasulle sotto il profilo delle responsabilità perché fondate sull’impianto accusatorio di Rosario Priore, smontato pezzo per pezzo nel lungo processo che ha messo in luce, oltre ogni possibile dubbio, le cause dell’incidente.

Basti pensare che la sentenza capofila in sede civile, cui sono seguite le altre quasi in fotocopia, è stata pronunciata da un magistrato prestato alla giustizia, l’avv Francesco Batticani, Giudice Onorario Aggregato di Bronte (CT), il quale, in sede monocratica e senza acquisire gli atti del processo penale, il 26 novembre del 2003 ha condannato il governo italiano a risarcire gli aventi titolo con alcune centinaia di milioni di euro di denaro pubblico, 300 solamente agli eredi della proprietà Itavia. Per un fatto mai esistito.

Ora però è necessario un salto di qualità. Che abbia come protagonista la Giustizia. La quale fino a ora ha compiuto il suo cammino solo a metà, venendo a capo delle cause dell’incidente ma non riuscendo a individuarne i responsabili. Il velivolo è precipitato a causa di una bomba messa non si sa da chi. Né poteva essere diversamente visto che Priore ha indagato con ostinazione in un’unica direzione, quella dell’Aeronautica Militare la cui colpevolezza avrebbe materializzato la responsabilità dello Stato e quindi aperto la strada agli indennizzi. Come è puntualmente avvenuto.

Ma possibile non ci sia nessuno nel nostro Paese, cui interessi far luce su un fatto così grave non tanto per il chiaro danno erariale quanto perché quello stesso fatto rappresenta un impedimento a far luce su una delle più gravi tragedia nel nostro Paese? E sulla morte di 81 persone?

Per questo sabato 25 giugno l’Associazione per la Verità sul Disastro Aereo di Ustica, di cui faccio parte, ha presentato un esposto alla Procura di Bologna con il quale si chiede alla giustizia di proseguire il suo corso e di individuare i responsabili dell’attentato del 27 giugno 1980. Un esposto documentato con fatti e non ipotesi che non potrà lasciare insensibili e inerti i magistrati cui il fascicolo verrà assegnato.

Tra l’altro, oltre ai fatti inoppugnabili emersi nei numerosi dibattimenti in sede penale, nell’esposto vengono indicate due possibili piste investigative per le quali vi sono, non solo semplici sospetti ma segnali congruenti riportati in documenti ufficiali dell’epoca che nessuno si è mai preso la briga di andare a leggere con attenzione e alcuni dei quali rimangono tuttora coperti dal Segreto di Stato.

Ambedue le piste portano a ipotizzare fatti di terrorismo, nell’un caso di Stato, nell’altro come atto di ritorsione verso il nostro paese per aver mancato di onorare un impegno preso. E siccome i reati di terrorismo non si estinguono mai, è lecito nutrire qualche speranza che la macchina della giustizia si rimetta in moto, nell’auspicio non irragionevole che le tracce del reato non siano tutte evaporate.