Ustica, il governo rinuncia a ricorrere contro il risarcimento alle vittime.
La nota di Palazzo Chigi: ragioni di ordine etico per il dovuto rispetto alle vittime e ai loro familiari.
PALERMO - Il governo ci ripensa. La sentenza che ordina lo Stato a risarcire le vittime di Ustica non sarà impugnata dal governo, come ipotizzato nei giorni scorsi. L'ufficialità dello stop alla possibile iniziativa dell'avvocatura dello Stato arriva con una nota diffusa da Palazzo Chigi: «Il governo non ha intenzione di impugnare per revocazione la sentenza definitiva con cui la Cassazione ha condannato lo Stato a risarcire i familiari delle vittime di Ustica».
A 33 ANNI DAL DISASTRO - Nessun ulteriore attesa, nessuna coda giuridica dopo la pronuncia della Cassazione, a 33 anni dal disastro del DC-9 Itavia. «Questa determinazione - chiarisce il comunicato della presidenza del Consiglio - è motivata da ragioni giuridiche, in quanto un ricorso per revocazione in questa situazione processuale potrebbe apparire meramente dilatorio ed esporrebbe lo Stato a ulteriori spese. Ma soprattutto è motivata da ragioni di ordine etico, per il dovuto rispetto alle vittime e ai loro familiari». La sentenza definitiva della Cassazione «andrà semplicemente eseguita» conclude la nota.
NAPOLITANO: INQUIETANTI OPACITA' - Pochi giorni fa, il capo dello Stato, nella ricorrenza del trentatreesimo anniversario del disastro, aveva inviato un messaggio ai familiari delle 81 vittime, e al presidente dell'associazione Daria Bonfietti. «La costante dedizione con cui l’associazione da lei presieduta coltiva la memoria di quella tragica notte e delle innocenti vittime del disastro - aveva scritto il capo dello Stato - richiama il dovere di tutte le istituzioni di sostenere le indagini tuttora in corso per accertare responsabilità, nazionali ed internazionali, rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre». «Sono certo - aveva aggiunto Napolitano - che la celebrazione dell’anniversario attraverso l’installazione artistica collocata nello spazio antistante il "Museo della Memoria" concorrerà anche quest’anno ad accrescere la partecipazione collettiva al ricordo delle vittime e a mantenere vivo, anche sulla base della recente sentenza della Corte di Cassazione, l’impegno delle istituzioni e di tutti i cittadini perchè si onorino i principi di verità e di giustizia».
COSA AVEVA DETTO LA CASSAZIONE - A fine gennaio, dopo il nulla di fatto dei processi penali, la Cassazione in sede civile, nella prima sentenza definitiva di condanna, impose allo Stato di risarcire i familiari delle vittime per non aver garantito sufficienti controlli dei radar civili e militari, la sicurezza dei cieli. Per la Suprema Corte, dunque, la tragedia avvenne a causa di un missile e non di un'esplosione interna al Dc9 Itavia con 81 persone a bordo. Per la cassazione era «abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile» accolta dalla Corte di Appello di Palermo a fondamento delle prime richieste risarcitorie contro lo Stato presentate dai familiari di tre vittime della strage.
fonte: corriere.it