Thread Alitalia dal 2 ottobre


Stato
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[OT]:
Per chi (giustamente) si lamenta dei soldi pubblici buttati in Alitalia in tutti questi anni, avete visto Presa Diretta sulla TAV ieri sera?
http://www.presadiretta.rai.it/category/0,1067207,1067208-1083707,00.html

In confronto la vicenda Alitalia sembra un furto di caramelle. :astonished:

Di solito trovate le puntate su youtube. Ad oggi non sono riuscite a trovarle ma verranno sicuramente caricate.
 
Alitalia, la fase 2 ritarda debiti a quota 450 milioni
LE INCHIESTE


PAOLA JADELUCA
la Repubblica


Pubblicità da sogno e conti che non tornano, sedili in pelle e schermi Lcd a fronte di colossali ritardi e cancellazioni di voli. La rinascita di Alitalia avviene tra luci e ombre, con il management che annuncia il risanamento e i sindacati sul piede di guerra. Mentre le strategie di rilancio appaiono discutibili alla luce di uno scenario di mercato che si fa sempre più competitivo.«Ma quale cash sufficiente fino al prossimo anno. La nuova Alitalia ha debiti per circa 450 milioni di euro. Le perdite storiche dei tempi di Cimoli, ma in un contesto profondamente cambiato: attività ridotte del 30%, 7.000 dipendenti in meno e la fusione con Air One, che prima era un concorrente». Mauro Rossi, segretario nazionale FiltCgil, non ha dubbi: nonostante i tagli, la fusione e l’ingresso di AirFranceKlm, secondo loro va sempre peggio. E per la nuova compagnia, fatta decollare a suon di fanfara il 13 gennaio, si prepara un brusco atterraggio: un’ondata di scioperi pronti scattare nel giro di una settimana.
I sindacati sono stati sempre considerati la spina nel fianco della ex compagnia di bandiera italiana. Un fronte potente e compatto, capace di bloccare ogni piano di riorganizzazione fino a spingere alle dimissioni un amministratore delegato come Francesco Mengozzi. Con la privatizzazione molte proteste sono state messe a tacere, con tante promesse, molte, dicono i sindacati non mantenute.
Ora, siamo alla resa dei conti: i bilanci non tornano. E’ iniziato il balletto dei numeri, e quelli dei sindacati vanno nella direzione completamente opposta a quelli ufficiali: «Ieri eravamo a un milione e 980 mila passeggeri e penso che oggi ne faremo 65 mila: arriveremo perciò, alla fine di questo terzo trimestre, a oltre 2 milioni e 50 mila che è quello che ci aspettavamo e, quindi, non disperiamo di fare un pareggio operativo nel terzo trimestre», ha dichiarato l’amministratore delegato Rocco Sabelli. Smentendo i rumor che ventilavano l’ipotesi di una ricapitalizzazione: «Un aumento di capitale non ci serve. Non ci sarà. Non ne abbiamo bisogno, abbiamo tutta la provvista finanziaria per il 2009 e per affrontare uno scenario anche difficile nel 2010», ha detto, incalzando il quadro roseo che il Presidente, Roberto Colannino, ha dato nel corso di una intervista a SkyTv. Per il management AlitaliaCai è pronta per passare alla fase due, dalla rianimazione alla definitiva risistemazione. La società non è più quotata, non ha obblighi di rendiconto ufficiale. E dopo la fusione con Air One, la strana partita delle flotte, comprate e gestito da Carlo Toto e noleggiate ad Alitalia, la collocazione poco chiara dei debiti di Air One, ricostruire i numeri è un po’ come azzeccare il gioco delle tre carte.
Quello che è certo, secondo gli analisti, è che i manager rischiano di sbagliare di nuovo le strategie. Partiamo dall’ultima mossa, la decisione di fare la guerra alle low cost, appena annunciata, con l’idea di trasformare Air One nel braccio discount della compagnia. ««Il modello della low cost distaccata direttamente da un carrier fullservice non ha mai funzionato e non funzionerà ora, a causa della complessità di gestire due differenti modelli di business sotto un unico tetto», commenta da Londra Diogenis Papiomytis, senior consultant per il Commercial Business Aviation di Frost&Sullivan, società di consulenza strategica specializzata in questo settore. Non solo. Ad aggravare la situazione, la specificità dello scenario in cui si muove AlitaliaCai: «AirOne non è percepito come un brand low cost e questo già non è leva favorevole. Inoltre, posizionarla su Malpensa vuol dire finire dritti in un precipizio», incalza Oliviero Baccelli, vicedirettore del CertetBocconi, direttore del Master in Economia e gestione dei trasporti dell’Università Bocconi di Milano nonché vicedirettore del CertetBocconi. Spiega Baccelli: «Dopo che Alitalia è uscita completamente da Malpensa tutti gli spazi sono stati occupati da easyJet e ora anche da Lufhtansa Italia. Alitalia da Milano non vola su Praga, non vola su Lisbona. Troppo tardi per ritagliarsi uno spazio».
Rientrare nel secondo scalo milanese è dura. Ma le incertezze non mancano neanche sul fronte di Fiumicino, confermato l’hub di riferimento: i ritardi dei voli, i disagi estivi, le valigie perse e le doppie code ai varchi doganali anche quest’anno non hanno certo rimandato una bella immagine del nostro paese all’estero. Ai rimpalli di responsabilità tra Adr, società di gestione dell’aeroporto e Alitalia, dovrebbe dare un taglio il nuovo terminal, dedicato esclusivamente ad Alitalia e ai soci AirFranceKlm, che dovrebbe semplificare lo smistamento bagagli e i passeggeri in transito tra i diversi gate. L’inaugurazione è attesa per il prossimo mese.
«E’ un primo passo che dovrà dare una visibilità e una concentrazione del nostro ‘brand’molto importante», ha detto Sabelli. Il management ha deciso di investire molto sulla forza del brand. Lo prova la campagna promozionale che rimanda ai fasti della Dolce Vita, con i paparazzi che immortalavano sulle passerelle degli aerei i nomi più famosi del jet set mondiale.
Costruire un’aura glamour attorno al marchio. Sembra questo l’obiettivo. Due settimane fa è stata aperta la nuova lounge per i clienti di fascia alta, e sono entrati in servizio i tre nuovi A320, che si aggiungono ai sei consegnati a marzo, in sostituzione dei vecchi MD80: hanno le poltrone rivestite in pelle e sono dotate di schermi Lcd individuali per un intrattenimento di bordo personalizzato e hanno caratteristiche ergonomiche. A breve anche gli altri 48 Airbus beneficeranno di un simile restyling. Un look per far sognare. Una organizzazione che fa imprecare: visti i continui ritardi e i voli soppressi.
L’esatto opposto di quello che suggeriscono i trend di mercato: «Alitalia non deve diventare una low cost, ma dovrebbe adottare la filosofia low cost, come ha fatto British Airways», dice Papiomytis. E spiega:»Tagliare di via le spese superflue e far pagare quello che viene considerato un servizio, per esempio togliere i pasti sui voli brevi, ridurre il peso dei bagagli ammessi a bordo, aggiungere un costo per le preferenze di sedile sul lungo raggio».
Il momento è duro, nessuno può permettersi di sbagliare. Il 2009 sarà ricordato come l’annus horribilis per il settore del trasporto aereo con una riduzione del traffico passeggeri nell’ordine dell’20% su scala globale. I network carriers hanno risposto ad una riduzione della domanda con una drastica riduzione dell’offerta, eliminando gli aerei più vecchi ad un ritmo più veloce di quello fisiologico. Secondo uno studio di Kpmg, Sas ed Alitalia hanno ridotto la loro offerta del 20%. Air France del 4/5%, British del 3%. Per i vettori low cost, che rappresentano il 25 — 30% dell’intero mercato del trasporto aereo in Europa, la caduta è meno grave perché questi vettori tendono ad erodere quote di mercato ai network carrier e ai charter. Dopo i tagli del 2008 Ryanair ed easyJet prevedono di aumentare la loro capacità.
La spinta alla concentrazione è sempre più forte, e il sentiment del mercato non è dei più favorevoli: Citi ha abbassato il rating su British Airways, in attesa che si chiuda il tavolo dei negoziati per la fusione con Iberia. Su Air FranceKlm resta il giudizio di elevato rischio. E anche Credit Suissse non ha un outlook troppo positivo, almeno a breve termine. In questo scenario Alitalia, appare sempre più debole. «In un momento di crisi profonda se non investi, se non riposizioni le tue quote di mercato verranno sempre più erose dalla concorrenza», dice Baccelli. Schiacchiata tra i big, la nuova Alitalia ha trovato un unico spazio di manovra: «la ricerca di nuovi code sharing con il partner AirFranceKlm». In poche parole: una condivisione dell’esistente, ma nessuna crescita reale.
 
Alitalia, la fase 2 ritarda debiti a quota 450 milioni
LE INCHIESTE


PAOLA JADELUCA
la Repubblica


Pubblicità da sogno e conti che non tornano, sedili in pelle e schermi Lcd a fronte di colossali ritardi e cancellazioni di voli. La rinascita di Alitalia avviene tra luci e ombre, con il management che annuncia il risanamento e i sindacati sul piede di guerra. Mentre le strategie di rilancio appaiono discutibili alla luce di uno scenario di mercato che si fa sempre più competitivo.«Ma quale cash sufficiente fino al prossimo anno. La nuova Alitalia ha debiti per circa 450 milioni di euro. Le perdite storiche dei tempi di Cimoli, ma in un contesto profondamente cambiato: attività ridotte del 30%, 7.000 dipendenti in meno e la fusione con Air One, che prima era un concorrente». Mauro Rossi, segretario nazionale FiltCgil, non ha dubbi: nonostante i tagli, la fusione e l’ingresso di AirFranceKlm, secondo loro va sempre peggio. E per la nuova compagnia, fatta decollare a suon di fanfara il 13 gennaio, si prepara un brusco atterraggio: un’ondata di scioperi pronti scattare nel giro di una settimana.

Un articolo basato sulle dichiarazioni di un sindacalista. Direi niente di più attendibile...
 
Alitalia, la fase 2 ritarda debiti a quota 450 milioni
LE INCHIESTE


PAOLA JADELUCA
la Repubblica

Non farei molto caso a quest'articolo: la Repubblica è pregiudizialmente contro l'operazione Alitalia promossa da Berlusconi. Se AZ domani facesse utili (magari!), riuscirebbero comunque a trovare qualcosa che non funziona.
 
Ultima modifica da un moderatore:
quoto in pieno...un giornale che da sempre e' stato di sinistra e contro berlusconi non puo' che parlar male di az..
che schifo pensare che uno dei piu autorevoli quotidiani del nostro paese sia ancora influenzato da idee politiche..ma dove e' finito il giornalismo super-partes che riporta i semplici fatti senza condizionamenti?
mi sa che questa concezione del giornalismo sia andata a farsi benedire
 
Un articolo basato sulle dichiarazioni di un sindacalista. Direi niente di più attendibile...

Beh, i sindacati un qualche problema in AZ mi pare che l'abbiano storicamente prodotto. Se (ripeto: se) quella è la posizione, i Capitani avranno filo da torcere. E con loro il Governo.

daniele,milano
 
Non farei molto caso a quest'articolo: la Repubblica è pregiudizialmente contro l'operazione Alitalia promossa da Berlusconi. Se AZ domani facesse utili (magari!), riuscirebbero comunque a trovare qualcosa che non funziona.

Ognuno può pensare qual che vuole di un quotidinano e, nel caso specifico, personalmente lo trovo tra i peggiori. Però attenzione:

1) proprio perché pregiudizialmente antigovernativo è possibile che si trovino informazioni che invece i quotidiani pregiudizialmente filogovernativi preferiscono non pubblicare.

2) Repubblica è uno dei terminali di alcuni centri di potere che comunque contano.

Non cestinerei tutto con un "inaffidabile" e punto.

daniele,milano
 
quoto in pieno...un giornale che da sempre e' stato di sinistra e contro berlusconi non puo' che parlar male di az..
che schifo pensare che uno dei piu autorevoli quotidiani del nostro paese sia ancora influenzato da idee politiche..ma dove e' finito il giornalismo super-partes che riporta i semplici fatti senza condizionamenti?
mi sa che questa concezione del giornalismo sia andata a farsi benedire

Forse a Topolinia.Un giornalismo "senza condizionamenti"non esiste.Non esiste un giornalismo che riporti "i semplici fatti".Tutti i giornali hanno una linea politica.

Vediamo un giornalismo di semplici fatti.

Alitalia ha sede a Roma.Il suo aeroporto di riferimento è Fiumicino.
Questa estate ha fatto qualche ritardo e smarrito qualche bagaglio ma è doveroso dire che la maggior parte dei voli è partita in orario.L'azienda dichiara che "stanno cercando di risolvere i problemi".
L'aeroporto di Fiumicino ha problemi strutturali che,nelle intenzioni dei proprietari, stanno cercando di risolvere.
Alcuni passeggeri sono insoddisfatti e altri invece sono contenti.
Alcune soluzioni:nuovi prodotti da offrire al cliente per quanto riguarda il servizio.Ristrutturazione sale accoglienza clienti.E tante altre cose a venire.
Compreso il rinnovo flotta grazie ai leasing di APFLEET.
I politici sono in parte favorevoli e in parte contrari a questa nuova realtà aziendale.
Non si hanno informazioni precise sui conti.
Non è possibile prevere l'andamento dell'economia nei prossimi tre anni con certezza e quindi i riflessi sul trasporto aereo commerciale.
Non è possibile fare previsioni.Mi rendo conto:è difficile scrivere un articolo su Alitalia.
 
Forse a Topolinia.Un giornalismo "senza condizionamenti"non esiste.Non esiste un giornalismo che riporti "i semplici fatti".Tutti i giornali hanno una linea politica.

Vediamo un giornalismo di semplici fatti.

Alitalia ha sede a Roma.Il suo aeroporto di riferimento è Fiumicino.
Questa estate ha fatto qualche ritardo e smarrito qualche bagaglio ma è doveroso dire che la maggior parte dei voli è partita in orario.L'azienda dichiara che "stanno cercando di risolvere i problemi".
L'aeroporto di Fiumicino ha problemi strutturali che,nelle intenzioni dei proprietari, stanno cercando di risolvere.
Alcuni passeggeri sono insoddisfatti e altri invece sono contenti.
Alcune soluzioni:nuovi prodotti da offrire al cliente per quanto riguarda il servizio.Ristrutturazione sale accoglienza clienti.E tante altre cose a venire.
Compreso il rinnovo flotta grazie ai leasing di APFLEET.
I politici sono in parte favorevoli e in parte contrari a questa nuova realtà aziendale.
Non si hanno informazioni precise sui conti.
Non è possibile prevere l'andamento dell'economia nei prossimi tre anni con certezza e quindi i riflessi sul trasporto aereo commerciale.
Non è possibile fare previsioni.Mi rendo conto:è difficile scrivere un articolo su Alitalia.
ti sbagli, e' solo difficile fare un articolo serio, tu immagina che ci sono ancora i professori de Non hanno conservato i pax di MPX, faranno un aumento di capitale, e "magari" non sanno nulla della migliore resa comparativa dei pax o di bilancio e della differenza tra prestito a lungo termine, che vuol dire credibilità industriale oltre che finanziaria, e indebitamento netto, la propaganda continua, solo che i più hanno ripreso a ragionare
 
in Italia il campanile porta tutti a essere commissari della nazionale e ad di az e dell'unico e suo hub italiano..
 
ti sbagli, e' solo difficile fare un articolo serio, tu immagina che ci sono ancora i professori de Non hanno conservato i pax di MPX, faranno un aumento di capitale, e "magari" non sanno nulla della migliore resa comparativa dei pax o di bilancio e della differenza tra prestito a lungo termine, che vuol dire credibilità industriale oltre che finanziaria, e indebitamento netto, la propaganda continua, solo che i più hanno ripreso a ragionare

Hai ragione.
Ma la critica non sempre è sinonimo di mancanza di serietà.
Ripeto:difficile che un giornale non abbia una linea politica.
Purtroppo l'accesso ai conti di quell'azienda è molto complesso quindi non puo' basarsi che su una fonte che ritenga abbastanza attendibile.
Esprimere dei dubbi sulla bontà dell'operazione è ancora legittimo.
Non voglio immaginare cosa accadrebbe se il petrolio si scaldasse un po'...
 
Hai ragione.
Ma la critica non sempre è sinonimo di mancanza di serietà.
Ripeto:difficile che un giornale non abbia una linea politica.
Purtroppo l'accesso ai conti di quell'azienda è molto complesso quindi non puo' basarsi che su una fonte che ritenga abbastanza attendibile.
Esprimere dei dubbi sulla bontà dell'operazione è ancora legittimo.
Non voglio immaginare cosa accadrebbe se il petrolio si scaldasse un po'...
in una dichiarazio di pochi giorni fa ho letto che alitalia si è aggiudicata il petrolio x tutto il 2010 a meno di 50 $ a barile..
quindi non credo che "almeno" sul fronte petrolio abbiano problemi.
 
in una dichiarazio di pochi giorni fa ho letto che alitalia si è aggiudicata il petrolio x tutto il 2010 a meno di 50 $ a barile..
quindi non credo che "almeno" sul fronte petrolio abbiano problemi.

Se puoi riporta questa cosa con più precisione perchè così io non capisco.
 
Ognuno può pensare qual che vuole di un quotidinano e, nel caso specifico, personalmente lo trovo tra i peggiori. Però attenzione:

1) proprio perché pregiudizialmente antigovernativo è possibile che si trovino informazioni che invece i quotidiani pregiudizialmente filogovernativi preferiscono non pubblicare.

2) Repubblica è uno dei terminali di alcuni centri di potere che comunque contano.

Non cestinerei tutto con un "inaffidabile" e punto.

daniele,milano

Il mio non voleva essere un giudizio negativo nei confronti di Repubblica e del suo discutibilissimo modo di fare giornalismo. E' un quotidiano che acquisto tutte le mattine e che, nel bene o nel male, si distingue nel panorama informativo nazionale. Detto questo, da appassionato di aviazione civile, non ricordo un solo articolo non tanto favorevole quanto possibilista sull'avventura di Colaninno e Sabelli. La stroncatura pregiudiziale è scaturita, talvolta, apportando argomentazioni serie e condivisibili, molte altre, invece, raccogliendo due notiziole pur di dare addosso alla nuova impresa.

Il che ovviamente non significa che siano tutte rose e fiori quelle della nuova AZ, a cominciare dai gravissimi disservizi estivi. Ma diciamo che se Repubblica ha calcato fortemente la mano su quest'aspetto, mai si sognerebbe di fare un'inchiesta sui netti miglioramenti in questo ambito (che è comunque una notizia). Insomma, è una questione di punti di vista, a seconda di come si guardino le cose il bicchiere può essere mezzo vuoto o mezzo pieno.
 
Hai ragione.
Ma la critica non sempre è sinonimo di mancanza di serietà.
Ripeto:difficile che un giornale non abbia una linea politica.
Purtroppo l'accesso ai conti di quell'azienda è molto complesso quindi non puo' basarsi che su una fonte che ritenga abbastanza attendibile.
Esprimere dei dubbi sulla bontà dell'operazione è ancora legittimo.
Non voglio immaginare cosa accadrebbe se il petrolio si scaldasse un po'...

E' giusto portare alla ribalta del pubblico della carta stampata certi disservizi e stigmatizzarli con ogni mezzo possibile. Alla fine a qualcosa può anche servire.
A proposito si vedano i netti miglioramenti ottenuti sugli scali periferici e sopratutto a TRN, dove addirittura sono piovuti complimenti a mezzo "La Stampa" per gli ottimi livelli di regolarità e puntualità.
L'attenzione dei media ha sicuramente dato un contributo tangibile.

Invece è facile distinguere articoli che con la reale informazione hanno poco a che fare. Basti leggere il Sussidiario, certi articoli di Repubblica o inchieste di Panorama. Non c'è mai uno straccio di fonte attendibile, mai un comunicato ufficiale, solo allusioni, profezie, sensazioni di questo o quell'altro sedicente esperto di economia o (nel peggiore dei casi) sindacalista o dipendente rassegnato.

Questo non succede solo con Alitalia, è comune ad altri tanti settori, quando qualcosa serve come pretesto politico per denigrare il partito di turno.
Non mi da fastidio e non mi meraviglia.
Chi mastica di trasporto aereo però sa discernere la bufala dalle notizie nude e crude ed è consapevole del grave momento che sta passando l'aviazione civile mondiale, ma il popolo "bue" magari anche no, e questo alla fine potrebbe anche rivelarsi controproducente.
 
E' giusto portare alla ribalta del pubblico della carta stampata certi disservizi e stigmatizzarli con ogni mezzo possibile. Alla fine a qualcosa può anche servire.
A proposito si vedano i netti miglioramenti ottenuti sugli scali periferici e sopratutto a TRN, dove addirittura sono piovuti complimenti a mezzo "La Stampa" per gli ottimi livelli di regolarità e puntualità.
L'attenzione dei media ha sicuramente dato un contributo tangibile.

Invece è facile distinguere articoli che con la reale informazione hanno poco a che fare. Basti leggere il Sussidiario, certi articoli di Repubblica o inchieste di Panorama. Non c'è mai uno straccio di fonte attendibile, mai un comunicato ufficiale, solo allusioni, profezie, sensazioni di questo o quell'altro sedicente esperto di economia o (nel peggiore dei casi) sindacalista o dipendente rassegnato.

Questo non succede solo con Alitalia, è comune ad altri tanti settori, quando qualcosa serve come pretesto politico per denigrare il partito di turno.
Non mi da fastidio e non mi meraviglia.
Chi mastica di trasporto aereo però sa discernere la bufala dalle notizie nude e crude ed è consapevole del grave momento che sta passando l'aviazione civile mondiale, ma il popolo "bue" magari anche no, e questo alla fine potrebbe anche rivelarsi controproducente.

Nella mia esperienza "vaccaro dei cieli" ho capito che il popolo bue impara e dimentica in fretta e in pochi hanno realmente a cuore(giustamente)le sorti di Alitalia o di qualsiasi altra compagnia aerea.Gli interessa solo un buon servizio.
Per cui in caso di ritardo diranno:"AH!L'alitalia è SEMPRE in ritardo!".In caso di buon servizio diranno:"...Arrivederci!".In caso di ottimo servizio diranno:"Grazie.Arrivederci.Faccia i miei complimenti al comandante!Certo non siete come quegli altri(?)!". C'è una sorta di esasperazione pregressa e di pregiudizio negativo verso tutto ciò che concerne il tema trasporto che è come un marchio di fabbrica italiano.Muoversi in Italia viene percepito come una discesa agli inferi.
Degli articoli di Repubblica interessa poco e niente.Ripeto:è meta-aviazione.Qualcosa che va bene per gli appassionati.Chi ha avuto esperienze negative vedrà rinforzato il suo parere,chi non ha avuto esperienze negative invece dirà:a me è andata bene.Credo la tv abbia molto più potere in tal senso.
Diciamo che tra le sfide di Alitalia c'è anche quella di cambiare la percezione che si ha del trasporto aereo italiano.Anche quando molte cose non dipendono da Az stessa.
Per questo ho condiviso Sabelli quando ha detto:dobbiamo lavorare e insistere ecc...Perchè è l'unica soluzione possibile.
Mi auguro solo che lo facciano onestamente e senza mentire perchè diversamente sarebbe una gran delusione.E non servirebbe a nulla.

p.s:ho conosciuto tanti sindacalisti in gamba.Non sempre sono il male.E non sempre mentono.
 
Stato
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