nella precedente campagna elettorale bisognava scommettere su un cavallo tra due: Alitalia o Malpensa.
Il primo è il bacino elettorale di una parte del governo, il secondo dell'altra parte.
Nel mischione generale qualcuno ha fatto capire che si potevano salvare entrambi, senza consultare i tecnici, con ragionamenti "de panza" e basta.
Chi si è sempre basato a Roma anche con il centro delle operazioni a Milano si sarebbe mai potuto spostare e salvare tutti quanti? Certo che no, perchè si sarebbe suicidato sui costi.
Quindi, si prende il mercato lo si ammazza fondendo i primi due competitor (con il secondo abbastanza legato ad un terzo soggetto forte, con ordini di aerei e con un'idea di operare su Malpensa). La schifezza che nasce ha un obiettivo di brevissimo termine: consentire ad un manipolo di imprenditori di operare in quasi-monopolio su una tratta redditizia, per traguardare i tre anni e cedere tutto ad Air France, cercando di rimetterci il meno possibile e guadargnarci qualcosa, se è il caso, oltre al titolo di "benefattori e patrioti".
Come vorrei mio figlio sindaco di un comune tra 40 anni nominare una piazza "Piazza Colaninno - Benefattore" .
bene, non resta che sperare che il Frecciarossa sfondi e che, fra due anni e mezzo, quando i benefattori avranno incassato la gloria, chi pensava di reggere Malpensa con questo Linate si sia accorto di come stanno le cose.
E che AF non sia in grado di ricattare il trasporto aereo in Italia in qualche modo e che qualcuno che non decide si renda conto che forse è ora di decidere.
Una visione più romantica è quella che, tre giorni dopo i risultati delle elezioni europee, viste le "nuove" pesature al'interno del governo, questo sia non proprio un ultimatum ma uno squillo di tromba teutonica per chi ha barattato la possibilità di collegare Milano direttamente agli altri continenti a vantaggio di altre pur importanti battaglie.
A questo punto occorre solo aspettare.