Thread Alitalia Etihad III : l'accordo


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Quindi, che significa, che per loro maggioranza e controllo sono due cose diverse? Sai che sogghigni si farebbe Cuccia?
Dice però una cosa importante, e cioè che dovrà essere l'Italia a vigilare e semmai la UE potrà chiedere di vedere i documenti.
 
Dice però una cosa importante, e cioè che dovrà essere l'Italia a vigilare e semmai la UE potrà chiedere di vedere i documenti.

Non so se ci hai fatto caso, ma a proposito di cose importanti, l'articolo del Messaggero parla di avvertimenti preoccupati anche da parte di AF. Sarà vero? Si saranno sbagliati?
 
Ali indebitate memorie corte
Le responsabilità del caso Alitalia

di Sergio Rizzo

Alla notizia della lettera con cui la compagnia degli Emirati arabi Etihad ha confermato l’interesse ad acquisire Alitalia, Maurizio Lupi ha tirato un respiro di sollievo: «Oggi è un giorno decisivo per la nostra compagnia di bandiera». Siamo sollevati con il ministro delle Infrastrutture. C’è però da dire che se siamo arrivati a questo punto, è anche per colpa di chi nel 2008 impedì il passaggio dell’Alitalia all’Air France. Per chi ha la memoria corta, ricordiamo la risoluta opposizione orchestrata in campagna elettorale a quella operazione da Silvio Berlusconi, senza che nel coro del suo partito si udisse una sola stonatura. Lo stesso Lupi, ora esultante di fronte alla prospettiva dei 600 milioni di investimenti promessi dagli emiri, la bollò come «un regalo ai francesi», che allora di milioni ne avrebbero investiti 1.140. Facendo pure digerire il boccone amaro ai loro soci olandesi della Klm, che erano stati già scottati dieci anni prima dall’indecisione dei nostri politici, al punto da scappar via dall’Italia a gambe levate.

Sorvoliamo pure sul fatto che la fusione con Air France ci avrebbe fatto risparmiare un numero imprecisato di miliardi. Ma almeno una piccola autocritica, accanto all’esultanza, sarebbe stata doverosa.

Ancora di più, tuttavia, avremmo apprezzato il mea culpa dei sindacati. Perché se il Cavaliere e i suoi contrastarono la cessione ai francesi per puro calcolo elettorale, chi tecnicamente la fece saltare furono loro. Con in testa la Cgil.

Forse pensavano che, messo alle strette, ci avrebbe pensato ancora una volta Pantalone a tenere in piedi una baracca che faceva acqua da tutte le parti dopo due decenni di scorribande dei partiti e di scelte manageriali sbagliate con la fattiva collaborazione sindacale. Senza pensare che in quel modo non si sarebbe potuto andare avanti all’infinito: prima o poi la resa dei conti sarebbe arrivata. Ma nelle vicende dell’Alitalia la lungimiranza non è mai stata il loro forte.

Per non parlare dei «patrioti» chiamati da Berlusconi a far rinascere dalle ceneri la nuova Alitalia, con la vecchia precipitata nel gorgo infinito (e dorato) della liquidazione. Una cordata nella quale l’interesse per il business del trasporto aereo era assai meno prevalente rispetto a quello per ritorni di altro genere, ai quali tipicamente aspira chi fa un investimento al solo scopo di compiacere un governo . Non certo la migliore fra le iniziative fortissimamente sostenute dal futuro ministro delle Infrastrutture Corrado Passera, al tempo amministratore delegato di Banca Intesa. Come purtroppo si è visto in seguito. Una composizione azionaria raffazzonata, dove spuntarono concessionari pubblici e imprenditori in affari con lo Stato, in larga misura disinteressata al progetto, non poteva che produrre una strategia effimera e di retroguardia: puntare gran parte del successo sul monopolio della rotta Milano-Roma proprio quando l’alta velocità ferroviaria era già sulla rampa di lancio.

Non basta. Perché mentre ci si apprestava a «salvare» la compagnia di bandiera garantendo sette-anni-sette di cassa integrazione agli esodati, sgravi pubblici alle assunzioni, zero debiti e zero concorrenza sulla Linate-Fiumicino, si erano già poste le premesse perché in ogni caso la nuova Alitalia finisse nelle braccia dell’Air France. Che non a caso, della cordata patriottica era azionista di riferimento. Ma quando finalmente sembrava arrivato il momento di passare di nuovo la mano a Parigi, ecco un nuovo sussulto di italianità che ha lasciato i «patrioti» con il cerino in mano. Perché a quel punto per Air France l’operazione non era più conveniente.
E siamo a oggi. Per aver voluto difendere strenuamente l’italianità della nostra compagnia dai francesi la venderemo agli arabi. Con il consueto strascico di altra cassa integrazione pagata, a quanto pare, dai viaggiatori con una tassa supplementare sui biglietti. Ma con una differenza: che i sindacati questa volta dovranno ingoiare un boccone decisamente più amaro di quello che gli sarebbe toccato sei anni fa. Ci sta, visto com’è andata. Ma ci starebbe ancora meglio se i responsabili di questo fallimento politico, sindacale e imprenditoriale chiedessero una volta tanto scusa agli italiani.

http://www.corriere.it/economia/14_...te-e7df472e-eba6-11e3-85b9-deaea8396e18.shtml
 
No...nessun aiuto di Stato, nessuna ingerenza...e' una trattativa tra privati...

...se...vabbe'...

Repubblica, 4-6-14
Il governo, su questo fronte, si muove con cautela. Il dicastero del ministro Lupi ha preparato da settimane una bozza di decreto legge per aiutare Etihad e salvare Alitalia alla faccia di Malpensa.
 
Ultima modifica:
Alitalia: Bonanni, vicenda non sia utilizzata per altri scopi

10:51 ROMA (MF-DJ)--"Su questa storia c'e' solo una grande discussione, che cosi' rischia di essere utilizzata per altri fini o scopi che interessano altre compagnie". Lo ha detto il leader Cisl, Raffaele Bonanni, a margine di un convegno, parlando della vicenda Alitalia-Etihad. "Molto singolare e' il comportamento della portavoce del commissario europeo dei trasporti, che si chiede come sia possibile che gli arabi entrino nel capitale della compagnia, facendola diventare non europea", ha aggiunto Bonanni, sottolineando come "cio' dimostra che c'e' un gioco a non far crescere la nostra compagnia per favorire British Airways e Lufthansa". Secondo Bonanni, "la costruzione di questa nuova azienda e' rilevantissima sul piano economico, sociale e del turismo. Senza questa azienda non sapremo cosa far fare a 13.000 persone piu' l'indotto". Parlando degli esuberi, per Bonanni "vedremo come affrontare il tema, sia recuperando le persone in seguito, sia negli strumenti di ammortizzazione: faremo fronte a tale problema e lo gestiremo come una qualsiasi altra vertenza sindacale".
 
In una qualsiasi economia di mercato sana una azienda che non va bene e non fa utili fallisce. In italia NO. Nel Bel paese dopo che Alitalia si è magnata questo mondo e pure quell'altro, dopo che la si è fatta fallire e da statale è diventata azienda privata regalandola per due spicci ai "capitani coraggiosi", dopo esserci sobbarcati ben SETTE anni di cassa integrazione (caso unico nella Via Lattea) per gli ex dipendenti in quanto per questioni elettorali non li si poteva lasciare a casa, ora cosa accade? Accade che Alitalia è nuovamente un cesso senza speranza alcuna sull'orlo del baratro, con circa 2500 esuberi, per cui prepariamoci a sborsare a brevissimo qualche altra miliardata di euro come nel 2008 per altri 7 anni da spacciare come ammortizzatori sociali. Pare infatti brutto usare la parola "serbatoio di voti". Quindi se vi tagliano gli ospedali, le scuole, i servizi pubblici non ve la prendete: sappiate che una scuola fatiscente con 150 bambini sfigati porta sicuramente meno voti e regala molte meno uscite ai TG nazionali. In confronto i soldi dati dagli enti statali ai vari Forlì, Comiso o Cuneo di turno, equivalgono ai 10 centesimi che uno si trova nel fondo delle tasche dei pantaloni.
 
Non so se ci hai fatto caso, ma a proposito di cose importanti, l'articolo del Messaggero parla di avvertimenti preoccupati anche da parte di AF. Sarà vero? Si saranno sbagliati?
Premesso che parliamo di un articolo di giornale, quindi può essere vero o un errore, non sono io che considerava EY un bancomat per AF o che i francesi avrebbero preso il controllo dopo l'operazione acquistando la maggioranza di CAI dalle banche.
Questo perché ritengo che le necessità industriali di una AZ targata EY siano diverse, se non opposte, da quelle di una AZ targata AF.
Come ritengo che un ingresso di EY in UE dalla porta principale e cioè come partner della compagnia di bandiera di un grande paese/mercato senza fratelli maggiori ( come nel caso di AB o di Darwin o Air Serbia) sia un elemento preoccupante per l'oligarchia delle 3 big europee. Perché gli emiri mettono a disposizione soldi e know how importante e non hanno più davanti i vincoli protezionistici dei bilaterali attaccando il mercato europeo non dalla periferia o da un mercato minore o da fratelli cadetti. Potenzialmente la cosa può fare molto male.
 
In una qualsiasi economia di mercato sana una azienda che non va bene e non fa utili fallisce. In italia NO. Nel Bel paese dopo che Alitalia si è magnata questo mondo e pure quell'altro, dopo che la si è fatta fallire e da statale è diventata azienda privata regalandola per due spicci ai "capitani coraggiosi", dopo esserci sobbarcati ben SETTE anni di cassa integrazione (caso unico nella Via Lattea) per gli ex dipendenti in quanto per questioni elettorali non li si poteva lasciare a casa, ora cosa accade? Accade che Alitalia è nuovamente un cesso senza speranza alcuna sull'orlo del baratro, con circa 2500 esuberi, per cui prepariamoci a sborsare a brevissimo qualche altra miliardata di euro come nel 2008 per altri 7 anni da spacciare come ammortizzatori sociali. Pare infatti brutto usare la parola "serbatoio di voti". Quindi se vi tagliano gli ospedali, le scuole, i servizi pubblici non ve la prendete: sappiate che una scuola fatiscente con 150 bambini sfigati porta sicuramente meno voti e regala molte meno uscite ai TG nazionali. In confronto i soldi dati dagli enti statali ai vari Forlì, Comiso o Cuneo di turno, equivalgono ai 10 centesimi che uno si trova nel fondo delle tasche dei pantaloni.

AZ fin ora non è stata una compagnia aerea era una cozza in mano alla più becera inutile e assistenzialista politica.
Ora in AZ non conta più nessuno se non gli Arabi e mo devono stare molto molto attenti a non fare i giochetti italianoti che si sono potuti godere fino ad ora.
 
Lupi: 'Abbiamo rassicurato l'Ue sull'operazione Alitalia-Etihad'
Incontro del ministro con i commissari Ue alla concorrenza Joaquin Almunia e ai Trasporti Siim Kallas


Sull'operazione Alitalia-Etihad "abbiamo rassicurato la Commissione", così il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi all'uscita dal suo incontro con i commissari Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia e ai Trasporti Siim Kallas.

Duemila cinquecento esuberi per far decollare l'Alitalia targata Etihad. Questo il sacrificio che viene chiesto ai lavoratori e che nei prossimi giorni sarà al centro del confronto che si aprirà tra le parti. E mentre i sindacati restano cauti, in attesa di vedere il Piano industriale che dovrebbe rilanciare la compagnia italiana, torna a farsi sentire l'Europa. Che avverte: il controllo deve restare in mani europee. In fibrillazione anche le autorità milanesi, che temono per il destino di Malpensa: il Governatore Maroni teme un raddoppio degli esuberi e vede rischi anche per l'Expo. Le indiscrezioni costringono la Compagnia a intervenire. In serata l'Alitalia ''smentisce categoricamente la notizia di una qualsivoglia volontà di chiudere o ridurre le sue attività all'aeroporto di Milano Malpensa''. Anzi- aggiunge - c'è l'intenzione con Etihad ''di rafforzare la presenza della compagnia nell'aeroporto di Malpensa attraverso una crescita dell'attività cargo e un incremento dei voli intercontinentali anche in occasione del prossimo Expo''. Incassato l'assenso degli emiratini a proseguire con la fase finale della trattativa, in Alitalia si lavora su vari fronti, per chiudere i dossier aperti. A partire da quello degli esuberi. Il ministro del lavoro Giuliano Poletti oggi ha messo una parola di chiarezza sui numeri che girano da mesi: gli esuberi stimati sono "tra i 2.400 e i 2.500, almeno dalle risultanze pubbliche". "Poi si dovrà vedere quando ci sarà la discussione di merito tra le parti", ha aggiunto il ministro, spiegando che la regia sarà sotto il Ministero dei Trasporti, mentre il Lavoro sarà a disposizione per la parte sugli ammortizzatori sociali. I sindacati, in attesa di una convocazione che probabilmente arriverà per la prossima settimana, non si sbilanciano. "Continuo a leggere i giornali, finché non avremo preso visione del piano industriale non faremo alcun commento", afferma il segretario generale della Cgil Susanna Camusso.

"Quando saremo in grado di capire se l'azienda ha un futuro e quali conseguenze può avere sull'occupazione daremo il nostro parere", dice anche il leader della Uil Luigi Angeletti. Più nervose le sigle di categoria. Il segretario nazionale della Filt Cgil, Mauro Rossi, dice no ai licenziamenti e chiede "un confronto su piano o saranno guai". E la Uiltrasporti lancia l'allarme piloti che, preoccupati dagli esuberi e allettati dalle compagnie straniere, stanno lasciando Alitalia in numero crescente: in un anno ne sono usciti un centinaio e nelle ultime settimane si registrano 4-5 dimissioni volontarie a settimana, spiega il coordinatore piloti Ivan Viglietti. L'altro dossier su cui si continua a lavorare è quello del debito: la rinegoziazione dovrebbe riguardare 565 milioni, ma non è ancora chiaro in che misura verrà cancellato o convertito (si dice un terzo e due terzi, ma su questo si starebbe ancora discutendo). Il numero uno di Intesa Carlo Messina, che sta aspettando di vedere i termini di cui si parla nella lettera inviata da Etihad, fa sapere che "se ci sono delle condizioni che rappresentano una prospettiva favorevole per l'azienda, le valuteremo". Facendo intendere quindi che i giochi non siano ancora chiusi. Messina ribadisce inoltre che Intesa, che è primo azionista con il 20,59%, garantirà la stabilità nella fase iniziale ma poi dismetterà la propria quota in Alitalia. L'Europa intanto non smette di seguire la vicenda e avverte. "La maggioranza della compagnia aerea deve essere in mani europee, così come il suo controllo. In caso contrario l'Italia violerebbe il regolamento 1008/2008", ha detto il portavoce del commissario Ue ai Trasporti Kallas su Alitalia-Ethiad, rimandando alle autorità italiane il compito di "valutare e garantire il rispetto della norma". A rassicurare la Commissione proverà domani il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che sarà a Bruxelles per una serie di incontri. Intanto i vertici della compagnia tengono i contatti con il Governo perché il tutto proceda senza intoppi. Oggi l'a.d. e il presidente, Gabriele Del Torchio e Roberto Colaninno, secondo quanto si apprende, hanno incontrato Fabrizio Pagani, ora a capo della segreteria tecnica del Tesoro, ma che da tempo segue questa vertenza, da quando era consigliere economico di Palazzo Chigi con il Governo Letta: obiettivo dell'incontro, fare il punto alla luce della lettera inviata da Etihad.
 
Alitalia: venerdi' cda su Etihad, prossima settimana nuova riunione board

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 04 giu - Il consiglio di amministrazione di Alitalia e' convocato per venerdi' 6 giugno alle ore 11. L'orario, inizialmente fissato per le 15.30, e' stato anticipato di qualche ora perche' nell'ordine del giorno e' stato formalmente inserito anche l'esame della lettera di Etihad, oltre alla convocazione dell'assemblea per il bilancio 2013. Per la prossima settimana e' prevista una nuova riunione del consiglio (ancora non convocata) per l'approvazione dei conti 2013 e, verosimilmente, per un aggiornamento sul dossier Etihad.
 
Alitalia: vertice a palazzo Chigi, Delrio incontra le banche

È terminato intorno amezzogiorno l' incontro su Alitalia a palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio cui hanno preso parte rappresentanti degli istituti bancari coinvolti, il capo della segreteria tecnica del Mef Fabrizio Pagani e Giacomo Aiello del ministero dei Trasporti.

Cda di Alitalia convocato per domani
Il consiglio di amministrazione di Alitalia è convocato per domani, venerdì 6 giugno alle ore 11. L'orario, inizialmente fissato per le 15.30, è stato anticipato di qualche ora perchè nell'ordine del giorno è stato formalmente inserito anche l'esame della lettera di Etihad, oltre alla convocazione dell'assemblea per il bilancio 2013. Per la prossima settimana è prevista una nuova riunione del consiglio (ancora non convocata) per l'approvazione dei conti 2013 e, verosimilmente, per un aggiornamento sul dossier Etihad.

Bonanni: discutiamo con l'azienda ogni giorno

Intanto sul fronte sindacale il leader della Cisl Raffaele Bonanni chiarisce che con l'azienda
si discute tutti i giorni. Rispondendo ai giornalisti , a margine dell'assemblea di Confcommercio che gli chiedevano se fosse stato fissato un incontro con l'Alitalia per discutere sugli esuberi. Le indiscrezioni su incontri specifici ha aggiunto «queste mitiche realtà di appuntamenti», le ha definite Bonanni, «sono roba da rotocalco». Noi «abbiamo informazioni e diamo informazioni. Nulla di strano. È quello che avviene ogni giorno».

Intanto in un'intervista al Corriere della sera il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi assicura che non ci sarà un ridimensionamento per Malpensa, che anzi sarà l'hub europeo per i cargo. «Oggi Malpensa con Alitalia ha 11 frequenze intercontinentali alla settimana e trasporta 250 mila passeggeri. Se passa da 11 a 25 frequenze e raddoppia, come scritto nel piano, a 500 mila i passeggeri trasportati è valorizzazione o depauperamento?». Il piano prevede anche «che Malpensa diventi un hub europeo del cargo e questo è un altro elemento complementare». Il ministro difende la decisione di non aver sostenuto nel 2008 il passaggio di Alitalia ad Air France: «Ritenevo che Air France non fosse il partner ideale e pensavo che sarebbe stato meglio stringere un'alleanza con Lufthansa. Chi oggi rimpiange Air France, sa quali sono le condizioni in cui versa?». «Resto convinto - continua Lupi - che quella alleanza sarebbe stata sbagliata, così come è stata sbagliata la cordata dei cosiddetti capitani coraggiosi».

http://www.ilsole24ore.com/art/noti...io-incontra-banche-122605.shtml?uuid=ABNSYHOB
 
Per una volta, il Ministro Lupi dice cose abbastanza sensate, come per esempio sulla questione Malpensa/Linate - che abbia preso anche lui l'abitudine di documentarsi sul nostro forum? ;)

http://milano.corriere.it/notizie/p...go-594db73c-ec7a-11e3-9d13-7cdece27bf31.shtml

Lupi: «Più voli su Malpensa Sarà l’hub europeo dei cargo»
Il responsabile del dicastero: «Ad Air France e ai “capitani coraggiosi” preferivo l’ipotesi Lufthansa»
di Elisabetta Soglio

Ministro Maurizio Lupi, si è mai pentito di non aver sostenuto, nel 2008, il passaggio di Alitalia ad Air France?
«Il problema non sono i pentimenti postumi o tardivi, ma affrontare la situazione adesso. Nel 2008 mi ero detto contrario, dall’opposizione, al progetto del governo Prodi perché ritenevo che Air France non fosse il partner ideale e pensavo che sarebbe stato meglio stringere un’alleanza con Lufthansa. Chi oggi rimpiange Air France, sa quali sono le condizioni in cui versa? Sa che sta facendo ristrutturazioni pesanti con oltre settemila esuberi perché anche loro stanno vivendo drammaticamente la crisi del settore?».
Però avremmo incassato il doppio e ci sarebbero state migliori condizioni per i lavoratori. Non conta?
«Il problema vero non è quanto incassavi allora o i costi sociali, ma discutere sull’asset strategico che una compagnia rappresenta».
Quindi, non era stata una posizione sbagliata quella del 2008?
«Resto convinto che quella alleanza sarebbe stata sbagliata, cosi come è stata sbagliata la cordata dei cosiddetti capitani coraggiosi. Il nostro errore, piuttosto, è stato un altro».
Quale?
«Non avere mai fatto una politica integrata del trasporto e della mobilità e non avere considerato che dal 2009 il mercato e cambiato e si sono affacciati nuovi paesi, a partire da quelli orientali. Su questo abbiamo sbagliato, anche se ricordo che lo Stato dal 2009 non ha più messo un euro nella società».
E le casse integrazioni? E gli ammortizzatori sociali?
«Certo, quella vicenda è costata in termini di ammortizzatori sociali, e moltissimo. Come purtroppo sono costati analoghi interventi per salvare altre grandi realtà aziendali».
Torniamo agli errori?
«Non ci siamo accorti che mentre si faceva l’alta velocità e prendeva piede il low cost, il mercato cambiava profondamente. Errore è stato non aver sviluppato un progetto di sistema di trasporti integrato: abbiamo finanziato l’alta velocita e non l’abbiamo collegata ai due più grandi aeroporti, Malpensa e Fiumicino. Abbiamo messo il treno in concorrenza con l’aereo senza vedere che si stava modificando l’offerta del corto raggio. Non abbiamo avuto visione strategica e di sviluppo e questo si paga».
Perché dunque essere soddisfatti dell’accordo con Etihad?
«Perché dopo tanti anni, se questa cosa andrà in porto, siamo davanti ad un grande investimento estero basato su un piano industriale per un asset strategico del Paese e significa che dall’estero si torna a credere nell’Italia».
Su Malpensa la politica milanese e lombarda la richiama con forza, lei che è milanese. Sta abbandonando l’aeroporto?
«Io sono contento anche dei richiami che ricevo, ma invito tutti a guardare il piano industriale, prima di criticare. Lasciamo parlare i numeri: oggi Malpensa con Alitalia ha 11 frequenze intercontinentali alla settimana e trasporta 250 mila passeggeri. Se passa da 11 a 25 frequenze e raddoppia, come scritto nel piano, a 500 mila i passeggeri trasportati è valorizzazione o depauperamento?».
Ma non prevarrà Fiumicino?
«Non si può chiedere che da lì non parta piu nessuno: anche allo scalo romano cresceranno le frequenze e il nuovo posizionamento di Alitalia sarà sul lungo raggio. Ma il piano prevede anche che Malpensa diventi un hub europeo del cargo e questo è un altro elemento complementare».
Sta rassicurando Pisapia e Maroni?
«Certo. E se adesso Malpensa conta così tanto, perché in questi ultimi 5 anni tutti difendevano solo Linate? Il gioco allo scaricabarile non funziona. La mia visione è chiara: nel piano nazionale degli aeroporti abbiamo scritto che Malpensa è scalo strategico di tutto il nord ovest e gli altri aeroporti fanno sistema con Malpensa».
Maroni sostiene che migliaia di posti di lavoro sono a rischio.
«Quelli ci sono se chiude Alitalia e se gli aeroporti non fanno fa più sistema. Chiedo a tutti di informarsi prima di criticare: in questo caso, i sindacati si sono dimostrati più responsabili della politica».Lupi: «Più voli su Malpensa Sarà l’hub europeo dei cargo»
 
Alitalia, banche apprezzano piano Etihad

ROMA (Reuters) - Questa mattina nella riunione a Palazzo Chigi con il governo, le banche creditrici o socie di Alitalia hanno espresso una valutazione positiva del piano di Etihad per arrivare ad acquisire fino al 49% del vettore italiano.

Lo riferisce una fonte governativa che ha chiesto di rimanere anonima.

"L'opinione positiva degli istituti di credito sarà ribadita domani dai rappresentanti delle banche nel cda di Alitalia", spiega la fonte aggiungendo che nel consiglio previsto per domani ci sarà solo una presentazione e una prima valutazione del progetto messo a punto da Etihad.
 
L'hub europeo dei cargo!!!

Si va be', quella lasciamola perdere!!!!

Invece noto con positivita' la frase che Lupi ha detto (riferito agli altri politici milanesi): "E se adesso Malpensa conta così tanto, perché in questi ultimi 5 anni tutti difendevano solo Linate?"

E' gia' un passo avanti. Finora si continuava a dire che sia Malpensa che Linate sono strategici per la Lombardia e vanno difesi, con il solito cerchiobottismo tutto italiano.
 
Si va be', quella lasciamola perdere!!!!

Invece noto con positivita' la frase che Lupi ha detto (riferito agli altri politici milanesi): "E se adesso Malpensa conta così tanto, perché in questi ultimi 5 anni tutti difendevano solo Linate?"

E' gia' un passo avanti. Finora si continuava a dire che sia Malpensa che Linate sono strategici per la Lombardia e vanno difesi, con il solito cerchiobottismo tutto italiano.



Quindi se come sembra l'anno prossimo si candiderà per le comunali 2016 ne proporrà la chiusura a favore di MXP ?
 
@ Dr Gio,
ma veramente???
E il Lupi dov'era?
A me sembra evidente che il Lupi faccia il politico 'italiano', una botta al cerchio ed uno alla botte, e 'annamo' avanti:(
Lupi e' nella politica meneghina da quando ha peli pubici, ed ora si scaglia contro...ridicolo. IMHO
 
Stato
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