Voli low cost, finti malori e atterraggi d’emergenza: il nuovo trucco dei migranti per arrivare nella Ue
di Leonard Berberi
Il fenomeno si chiama "avión patera", spesso viene organizzato sui social (o via WhatsApp) e vede come direttrice principale quella tra Marocco e Turchia: una volta in volo scatta il finto malessere per dirottare in Spagna o Italia
Un finto malore, il volo che devia in un Paese dell’Unione europea per prestare soccorso al «malcapitato», l’atterraggio d’emergenza, la fuga dall’aereo non appena si aprono i portelloni. L’immigrazione irregolare ha trovato un nuovo modo per esprimersi: prenotando un volo su una direttrice specifica — tra Marocco e Turchia —, quasi sempre con una low cost e organizzando con altri, in particolare via social (Facebook) o WhatsApp, un’emergenza medica a bordo.
L’inizio in sordina
L’andazzo va avanti in particolare dalla seconda metà del 2021, per ora è a «bassa intensità» — per dirla con le parole di un esperto che si occupa della sicurezza ai voli di una compagnia aerea europea — ma preoccupa perché può diventare una dinamica copiata da sempre più extracomunitari, con conseguenze significative sulle operazioni delle aviolinee. Tanto che più di qualche vettore ha inserito il fenomeno nei suoi scenari da approfondire.
Il volo Pegasus Istanbul-Casablanca dirottato a Lamezia Terme (da Flightradar24)
Il volo su Lamezia Terme
L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda l’Italia. Alle 20.20 del 27 aprile scorso l’equipaggio di un Airbus A321neo della low cost turca Pegasus decollato dallo scalo «Sabiha Gökçen» di Istanbul e diretto a Casablanca, in Marocco (volo PC651), ha chiesto di dirottare nello scalo più vicino — quello calabrese di Lamezia Terme — perché un passeggero a bordo, un 36enne di origine turca, ha detto di sentirsi male.
Caccia all’uomo
Alle 20.49 l’aereo è atterrato a Lamezia, ma non appena il personale paramedico sale a bordo tre giovani marocchini sono scappati. Uno dei tre è stato fermato subito (e rimpatriato usando lo stesso volo), per prendere gli altri due — che intanto si sono diretti verso la pista di decollo e atterraggio — è stato necessario sospendere per alcuni minuti gli arrivi e le partenze. Quanto sono stati bloccati hanno chiesto la «protezione internazionale».
«Avión patera»
I primi a notare il fenomeno sono stati gli esperti di Osprey Flight Solutions che lo chiamano «avión patera» (dal nome delle barche utilizzate per trasportare migranti nel Mediterraneo). «Questo metodo prevede che gruppi di passeggeri creino situazioni di emergenza a bordo di voli commerciali per forzare un atterraggio in aeroporti dell’Ue», ha spiegato al Corriere nei mesi scorsi via e-mail Alexandra James, analista di Osprey Flight Solutions. «Una volta a terra, i gruppi corrono verso l’uscita dell’aereo e si disperdono sulla pista con l’obiettivo di entrare illegalmente» in Spagna, in particolare, ma anche in Italia.
I primi casi
Secondo la società di sicurezza i primi casi hanno riguardato la penisola iberica e sempre sulla direttrice Marocco (Casablanca)-Turchia (Istanbul). Il primo volo documentato, il 5 novembre 2021 (volo Air Arabia 3O437), è stato dirottato verso l’aeroporto di Palma di Maiorca dopo che un viaggiatore ha finto una crisi diabetica. «Un caso molto probabilmente legato a un gruppo Facebook privato chiamato “Brooklyn” creato da un marocchino di nome Youssef Samir e con circa 15 mila follower», spiega l’esperta. Dei 24 in fuga «due non sono stati presi, forse sono fuggiti in Svizzera via Italia».
La maxi-fuga del 2022
Altri due voli — nel 2022 — sono stati deviati verso l’aeroporto di Barcellona. Uno, del 15 maggio, operato da Pegasus: circa 20 marocchini hanno tentato di abbandonare l’aereo, ma il personale di sicurezza è riuscito a chiudere le porte in tempo, evitando la fuga. Il 7 dicembre, sempre a bordo di un aereo della low cost turca, una donna ha finto di essere entrata in travaglio: all’atterraggio 27 cittadini del Marocco sono scappati. Di questi 14 sono stati fermati subito, 5 sono tornati in aereo e uno è stato arrestato (assieme alla donna che non era incinta). Dei 7 rimanenti si sono perse le tracce.
I vantaggi
«Questo modus operandi è preferibile rispetto ad altre forme di migrazione irregolare per due motivi — spiega Osprey —. In primo luogo, è più economico rispetto all’utilizzo dei servizi degli scafisti. I trafficanti chiedono circa 7 mila euro per facilitare il trasporto via aerea tramite l’uso di documentazione falsa e/o contatti interni. In questo caso gli episodi di “avión patera” vengono organizzati direttamente dai migranti tramite i social media». Cosa che richiede «solamente l’acquisto di un biglietto aereo per la Turchia (in media meno di 250 euro)». Ma perché proprio i voli per la penisola anatolica? «Perché ai cittadini marocchini non è richiesto il visto per entrare nel Paese».
lberberi@corriere.it
www.corriere.it

Il fenomeno si chiama "avión patera", spesso viene organizzato sui social (o via WhatsApp) e vede come direttrice principale quella tra Marocco e Turchia: una volta in volo scatta il finto malessere per dirottare in Spagna o Italia
Un finto malore, il volo che devia in un Paese dell’Unione europea per prestare soccorso al «malcapitato», l’atterraggio d’emergenza, la fuga dall’aereo non appena si aprono i portelloni. L’immigrazione irregolare ha trovato un nuovo modo per esprimersi: prenotando un volo su una direttrice specifica — tra Marocco e Turchia —, quasi sempre con una low cost e organizzando con altri, in particolare via social (Facebook) o WhatsApp, un’emergenza medica a bordo.
L’inizio in sordina
L’andazzo va avanti in particolare dalla seconda metà del 2021, per ora è a «bassa intensità» — per dirla con le parole di un esperto che si occupa della sicurezza ai voli di una compagnia aerea europea — ma preoccupa perché può diventare una dinamica copiata da sempre più extracomunitari, con conseguenze significative sulle operazioni delle aviolinee. Tanto che più di qualche vettore ha inserito il fenomeno nei suoi scenari da approfondire.

Il volo Pegasus Istanbul-Casablanca dirottato a Lamezia Terme (da Flightradar24)
Il volo su Lamezia Terme
L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda l’Italia. Alle 20.20 del 27 aprile scorso l’equipaggio di un Airbus A321neo della low cost turca Pegasus decollato dallo scalo «Sabiha Gökçen» di Istanbul e diretto a Casablanca, in Marocco (volo PC651), ha chiesto di dirottare nello scalo più vicino — quello calabrese di Lamezia Terme — perché un passeggero a bordo, un 36enne di origine turca, ha detto di sentirsi male.
Caccia all’uomo
Alle 20.49 l’aereo è atterrato a Lamezia, ma non appena il personale paramedico sale a bordo tre giovani marocchini sono scappati. Uno dei tre è stato fermato subito (e rimpatriato usando lo stesso volo), per prendere gli altri due — che intanto si sono diretti verso la pista di decollo e atterraggio — è stato necessario sospendere per alcuni minuti gli arrivi e le partenze. Quanto sono stati bloccati hanno chiesto la «protezione internazionale».
«Avión patera»
I primi a notare il fenomeno sono stati gli esperti di Osprey Flight Solutions che lo chiamano «avión patera» (dal nome delle barche utilizzate per trasportare migranti nel Mediterraneo). «Questo metodo prevede che gruppi di passeggeri creino situazioni di emergenza a bordo di voli commerciali per forzare un atterraggio in aeroporti dell’Ue», ha spiegato al Corriere nei mesi scorsi via e-mail Alexandra James, analista di Osprey Flight Solutions. «Una volta a terra, i gruppi corrono verso l’uscita dell’aereo e si disperdono sulla pista con l’obiettivo di entrare illegalmente» in Spagna, in particolare, ma anche in Italia.
I primi casi
Secondo la società di sicurezza i primi casi hanno riguardato la penisola iberica e sempre sulla direttrice Marocco (Casablanca)-Turchia (Istanbul). Il primo volo documentato, il 5 novembre 2021 (volo Air Arabia 3O437), è stato dirottato verso l’aeroporto di Palma di Maiorca dopo che un viaggiatore ha finto una crisi diabetica. «Un caso molto probabilmente legato a un gruppo Facebook privato chiamato “Brooklyn” creato da un marocchino di nome Youssef Samir e con circa 15 mila follower», spiega l’esperta. Dei 24 in fuga «due non sono stati presi, forse sono fuggiti in Svizzera via Italia».
La maxi-fuga del 2022
Altri due voli — nel 2022 — sono stati deviati verso l’aeroporto di Barcellona. Uno, del 15 maggio, operato da Pegasus: circa 20 marocchini hanno tentato di abbandonare l’aereo, ma il personale di sicurezza è riuscito a chiudere le porte in tempo, evitando la fuga. Il 7 dicembre, sempre a bordo di un aereo della low cost turca, una donna ha finto di essere entrata in travaglio: all’atterraggio 27 cittadini del Marocco sono scappati. Di questi 14 sono stati fermati subito, 5 sono tornati in aereo e uno è stato arrestato (assieme alla donna che non era incinta). Dei 7 rimanenti si sono perse le tracce.
I vantaggi
«Questo modus operandi è preferibile rispetto ad altre forme di migrazione irregolare per due motivi — spiega Osprey —. In primo luogo, è più economico rispetto all’utilizzo dei servizi degli scafisti. I trafficanti chiedono circa 7 mila euro per facilitare il trasporto via aerea tramite l’uso di documentazione falsa e/o contatti interni. In questo caso gli episodi di “avión patera” vengono organizzati direttamente dai migranti tramite i social media». Cosa che richiede «solamente l’acquisto di un biglietto aereo per la Turchia (in media meno di 250 euro)». Ma perché proprio i voli per la penisola anatolica? «Perché ai cittadini marocchini non è richiesto il visto per entrare nel Paese».
lberberi@corriere.it

Voli low cost, finti malori e atterraggi d’emergenza: il nuovo trucco dei migranti per arrivare nella Ue
Il fenomeno si chiama "avión patera", spesso viene organizzato sui social (o via WhatsApp) e vede come direttrice principale quella tra Marocco e Turchia: una volta in volo scatta il finto malessere per dirottare in Spagna o Italia