Il lieto fine: da Giornale di Brescia
Un anno dopo
l’atterraggio
di protesta
nGiusto un anno fa, di primo pomeriggio, un piccolo jet atterrava sull’aeroporto di Montichiari, dopo aver toccato il suolo ed aver percorso una breve corsa di arresto il velivolo si fermò, il pilota scese, lo chiuse e lo abbandonò in mezzo alla pista. Lo avevo paragonato ad un film, un film comico, ma di comico c’era ben poco. Il film più giusto forse era quello di Balla coi lupi, la scena in cui Kevin Costner in sella al suo cavallo si lancia in una corsa folle verso le linee nemiche. Solo, lui e il suo cavallo, disarmato e senza nulla da perdere, alzando le braccia al cielo quasi in segno di disperata sfida come dire: voglio vedere cosa siete capaci di fare.
Forse il paragone è eccessivo, ma lo stato d’animo del soldato nel film e quello del pilota in mezzo alla pista è molto simile. Nel film, l’attore finita la scena smette i panni del soldato e torna alla realtà, nella realtà il pilota inizia un percorso che lo porta quasi a vivere in un film. L’elemento scatenante di quel gesto, eccessivo forse, per stessa ammissione del protagonista, era l’impossibilità di poter svolgere la propria attività in una struttura regolarmente ottenuta in concessione da un ente statale, gli era stato vietato in tutti i modi.
È passato un anno e, giusto una settimana fa quell’imprenditore è riuscito ad utilizzare la struttura. Un lieto fine (speriamo) ottenuto da una moltitudine di riunioni con la società di gestione, gli operatori e gli enti dello scalo bresciano, ottenuto anche grazie a persone di buon senso che hanno collaborato fattivamente alla soluzione, ma soprattutto alla caparbietà di un imprenditore che per salvare la propria azienda non ha esitato un solo momento ad esporsi ad un tiro al bersaglio che poteva costargli caro.
Complimenti caro amico, hai dimostrato che con caparbietà, professionalità, e abilità manageriale si possono ottenere risultati insperati.
Luciano Lizzeri
Rivoltella del Garda