Ustica: aggiornamenti 2011

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Riprendo questo tuo punto che è quello che mi convince meno.
Sono cinico, e condivido la tua idea che quando a 252 anni morirò felicemente di vecchiaia, lo farò senza aver mai capito un'acca di tutto quello che è successo.

E allora facciamo ordine: non sapremo mai quello che è successo? e allora dobbiamo ricordare in continuazione che ci viene impedito di sapere quello che è successo.
E' doveroso che ogni 27 di giugno, in un modo o nell'altro, ad ogni singolo italiano venga ricordato che c'è stato un momento in cui ai vertici politici e militari del nostro Paese non glien'è fregato nulla di 81 cristiani morti ammazzati in uno scenario di guerra dove erano impegnate forze armate.
Dopo la giornata della memoria, quella del ricordo e tutte le altre che mi sfuggono, facciamo la giornata del: "ricordatevi che contate meno di niente".
La data è il 27 di giugno.

Quando una cosa la dimentichi, permetti a che ti venga rifatta in eterno.

Probabilmente dopo il primo post ho perso un po' di chiarezza nell'esprimere la mia idea di fondo.
Sono convinto che sia giusto ricordare ogni anno quanto avvenuto ad Ustica, quantomeno per ricordare le vittime di un incidente che, ad oggi, è ancora avvolto in una nube di mistero.

Quello contro cui mi schiero è l'innegabile verità che ogni anno, sempre in questo periodo, spuntino nuove rivelazioni, nuove testimonianze e inaspettati colpi di scena; ormai è una tradizione a cadenza annuale.
Se fosse vera la notizia dei 4 caccia, ci volevano trentuno anni perché venisse alla luce o è l'ennesima speculazione mediatica? È questo che mi irrita, quello sul quale porrei un silenzio assoluto da parte dei mass media (a meno della divulgazione di documenti ufficiali che attestino la veridicità della notizia), cioè quella serie di mezzo voci o di sentito dire che riaccende ogni anno la speranza di quelli che in questo incidente hanno perso qualcuno. Sappiamo tutti che fine fanno le notizie sulla strage: dopo aver riaperto qualche indagine, sistematicamente Ustica torna nel dimenticatoio, fino al 27 giugno dell'anno successivo e la notizia che l'anno prima aveva fatto scandalo, è soppiantata da una nuova rivelazione più o meno veritiera ed attestabile...
 
Probabilmente dopo il primo post ho perso un po' di chiarezza nell'esprimere la mia idea di fondo.
Sono convinto che sia giusto ricordare ogni anno quanto avvenuto ad Ustica, quantomeno per ricordare le vittime di un incidente che, ad oggi, è ancora avvolto in una nube di mistero.

Quello contro cui mi schiero è l'innegabile verità che ogni anno, sempre in questo periodo, spuntino nuove rivelazioni, nuove testimonianze e inaspettati colpi di scena; ormai è una tradizione a cadenza annuale.
Se fosse vera la notizia dei 4 caccia, ci volevano trentuno anni perché venisse alla luce o è l'ennesima speculazione mediatica? È questo che mi irrita, quello sul quale porrei un silenzio assoluto da parte dei mass media (a meno della divulgazione di documenti ufficiali che attestino la veridicità della notizia), cioè quella serie di mezzo voci o di sentito dire che riaccende ogni anno la speranza di quelli che in questo incidente hanno perso qualcuno. Sappiamo tutti che fine fanno le notizie sulla strage: dopo aver riaperto qualche indagine, sistematicamente Ustica torna nel dimenticatoio, fino al 27 giugno dell'anno successivo e la notizia che l'anno prima aveva fatto scandalo, è soppiantata da una nuova rivelazione più o meno veritiera ed attestabile...

Sulle speculazioni giornalistiche sono pienamente d'accordo con te.
 
dei 4 caccia già si sapeva. Ora viene richiesto alla NATO di "mettere le bandierine" su quei caccia e cioè dar loro un nome e un cognome. Per ottenere queste informazioni ci deve essere un voto UNANIME di tutti i paesi membri dell' Alleanza Atlantica . Io sinceramente non ci faccio troppo conto.
 
Che a ustica ci sia stato un evento di guerra non dichiarata è ormai ovvio, quali siano stati i player in campo anche, che il DC9 Itavia sia stato colpito per errore all'interno di questo scenario ormai è sussurrato apertamente.

I depistaggi, "incidenti", "suicidi" ecc... ecc... sono una delle pagine tristi della storia italiana di quel tempo e purtroppo comuni a quasi tutte le stragi dell'epoca.

Insomma, manca che venga detto ai parenti delle vittime ed ai cittadini italiani di che nazionalità era chi ha sparato il missile che ha abbattutto il DC9 con le relative pubbliche scuse, ma questa è una faccenda di equilibri politici internazionali e anche dopo 31 anni c'è difficoltà a rivelare/ammettere un errore di questo tipo che ha coinvolto così tanti civili.
 
ustica1.gif
 
Mi limito a riportare questo articolo dal sito "La Repubblica":


trage di Ustica, spunta una nuova pista
"Verità sull'incidente delle Frecce tricolori"
Oggi a Palermo comincia il processo d'appello con i ministeri della Difesa e dei Trasporti che contestano la condanna di un risarcimento da 110 milioni di euro. L'ipotesi è che l'aereo di Ivo Nutarelli, che si schiantò a Ramstein provocando la morte di 67 persone, sia stato sabotato: la sera del 27 maggio 1980 la pattuglia in volo aveva dato un "allarme generale" di cui i piloti avrebbero dovuto riferire ai magistrati pochi giorni dopo l'incidente


PALERMO - I depistaggi messi in atto sulla strage di Ustica sarebbero passati anche attraverso l'incidente aereo di Ramstein, in Germania. Era il 28 agosto del 1988 quando in circostanze assai singolari, tre piloti della Pattuglia Acrobatica Nazionale si scontrarono durante una esibizione provocando la morte di 67 spettatori.

I familiari delle vittime della strage di Ustica, adesso, vogliono vederci chiaro sulla morte di due di quei piloti delle Frecce Tricolori che pochi giorni dopo avrebbe dovuto presentarsi dai magistrati per riferire su cosa avessero visto di tanto rilevante nei cieli italiani la sera del 27 giugno 1980 che li aveva indotti a dare l'allarme generale prima di rientrare a Grosseto. E' la pista investigativa che il mensile 'Il Sud' riporta in un ampio servizio sull'argomento.


L'indagine difensiva è condotta dall'avvocato Daniele Osnato che assiste, con il professor Alfredo Galasso, gran parte dei parenti delle 81 persone morte in seguito all'esplosione del Dc-9 Itavia nei cieli di Ustica. Raccontati i dettagli dell'indagine e pubblica una inedita fotografia dell'aereo in fiamme del 'solista' delle Frecce Tricolori, il tenente colonnello Ivo Nutarelli, subito dopo l'impatto in volo. Analisi tecniche e testimonianze inducono la difesa a pensare che l'aereo di Nutarelli sia stato sabotato.


Oggi a Palermo comincia il processo d'appello con i ministeri della Difesa e dei Trasporti che contestano la condanna subita a risarcire, con 110 milioni di euro.

(01 febbraio 2012)
 
Strage di Ustica, sospeso risarcimento milionario per i parenti delle vittime
La Corte d'Appello ha rigettato l'istanza che chiedeva l'immediata liquidazione: ora se ne riparlerà nel 2015

PALERMO - Nessun risarcimento, almeno fino al 2015. La prima sezione civile della Corte d'appello di Palermo, sciogliendo la riserva, ha sospeso l'esecutività della sentenza che imponeva un risarcimento di oltre cento milioni a carico dei ministeri della Difesa e dei Trasporti per gli 89 familiari delle vittime della strage del DC 9 inabissatosi nel mare di Ustica il 29 giugno dell'80.

ISTANZA RIGETTATA - La Corte ha quindi rigettato l'istanza dei legali dei familiari delle vittime che chiedevano l'immediata liquidazione anche con Buoni del Tesoro per non incidere troppo sulle casse dello Stato, rinviando al 15 aprile del 2015. Lo scorso settembre i ministeri della Difesa e dei Trasporti furono condannati dal Tribunale al risarcimento di centodieci milioni di euro in favore dei parenti di una quarantina di passeggeri deceduti. La Corte, presieduta da Rocco Camerata Scovazzo, ha quindi imposto uno stop ai risarcimenti fissati dal Tribunale, che aveva ritenuto i ministeri responsabili di non avere garantito la sicurezza del volo e di avere negato ai familiari delle vittime il diritto alla verità sulla strage per oltre 20 anni. Per i giudici d'Appello sussistono infatti «gravi motivi che giustificano la sospensione dell'esecutività della sentenza per il grave danno che il debitore potrebbe ricevere a fronte peraltro di un'impugnazione che non evidenzia profili di evidente infondatezza».

LA DIFESA: «AEREO ABBATTUTO DA UN MISSILE» - La sentenza d'appello potrebbe aprire nuove strade per la ricerca della verità. Infatti, secondo i legali, fu un missile, forse francese, ad abbattere il volo del DC9 Itavia, come alcuni testimoni, tra cui l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, hanno affermato durante il processo.

fonte: corriere.it
 
Riprendo questo tuo punto che è quello che mi convince meno.
Sono cinico, e condivido la tua idea che quando a 252 anni morirò felicemente di vecchiaia, lo farò senza aver mai capito un'acca di tutto quello che è successo.

E allora facciamo ordine: non sapremo mai quello che è successo? e allora dobbiamo ricordare in continuazione che ci viene impedito di sapere quello che è successo.
E' doveroso che ogni 27 di giugno, in un modo o nell'altro, ad ogni singolo italiano venga ricordato che c'è stato un momento in cui ai vertici politici e militari del nostro Paese non glien'è fregato nulla di 81 cristiani morti ammazzati in uno scenario di guerra dove erano impegnate forze armate.
Dopo la giornata della memoria, quella del ricordo e tutte le altre che mi sfuggono, facciamo la giornata del: "ricordatevi che contate meno di niente".
La data è il 27 di giugno.

Quando una cosa la dimentichi, permetti a che ti venga rifatta in eterno.

Grande quotone!!!
 
il solito th su ustica fatto di luoghi comuni ed inutilita' varie.
l'unico che ha scritto qualcosa di interessante e' stato romaradr qualche anno fa qui sul forum.
di sicuro se aspettate che americani o francesi vengano a dirvi che hanno abbattuto il dc9 per errore credendo fosse gheddafi state freschi..
un'altro th da chiudere.
 
il solito th su ustica fatto di luoghi comuni ed inutilita' varie.
l'unico che ha scritto qualcosa di interessante e' stato romaradr qualche anno fa qui sul forum.
di sicuro se aspettate che americani o francesi vengano a dirvi che hanno abbattuto il dc9 per errore credendo fosse gheddafi state freschi..
un'altro th da chiudere.

In questi casi anche il solo ricordare è un dovere,e non dovrebbe pesare a nessuno.
 
"In Italia l'indignazione dura quanto l'orgasmo. Poi viene sonno..."
(Marco Paolini)
 
Ustica, Napolitano: «Serve sforzo
delle istituzioni per la verità»
«Amarezza - scrive il capo dello Stato - nel constatare come lunghi anni di indagini non abbiano portato a individuare i responsabili»

PALERMO - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio, nella ricorrenza del trentaduesimo anniversario del disastro di Ustica, alla Presidente dell'Associazione parenti delle vittime, Daria Bonfietti, rinnovando ai famigliari delle vittime - si legge in una nota del Quirinale - la sua «affettuosa vicinanza e quella dell'intero Paese». «È motivo di profonda amarezza - scrive il capo dello Stato - dover constatare come lunghi anni di indagini non abbiano ancora consentito di individuare i responsabili di una vicenda così tragica e inquietante. È indispensabile che le istituzioni tutte profondano ogni sforzo - anche sul piano dei rapporti internazionali - per giungere a una compiuta ricostruzione di quanto avvenne quella drammatica notte nei cieli di Ustica e favoriscano lo svolgimento delle difficili indagini tuttora in corso. In questo contesto, ritengo pertanto meritevole di apprezzamento l'iniziativa di celebrare l'anniversario rendendo pubblici gli archivi digitalizzati dell'associazione: iniziativa che rappresenta un ulteriore tassello dell'impegno generoso e costante dei congiunti delle vittime nel perpetuare il ricordo di quel drammatico evento».

fonte: corriere.it

Ma dicono le stesse cose ogni anno?
 
In ogni caso, se la tua affermazione fosse veritiera, mi sentirei ancora preso in giro (più di quello che mi sento adesso) da uno stato che ogni singolo anno, da 30 anni a questa parte, dichiara che è necessario giungere ad una verità per "onorare" la memoria delle vittime.

Mi autoquoto dopo oltre un anno per far notare che ogni anno, sempre in questa data, qualche autorità politica dice di voler arrivare ad una conclusione di questa faccenda.
Solita storia, da 32 anni a questa parte..
 
Il meglio tuttavia lo raggiungono sempre "loro", i maghi della fuffa.

La lettera di Prodi e Veltroni a Repubblica
Caro direttore, il 27 giugno 1980 un aereo civile della compagnia Itavia doveva, da Bologna, raggiungere Palermo. Non arrivò mai. Quel volo fu spezzato, ottantuno innocenti cittadini persero la vita. Sono trascorsi 32 anni, ma quella data non può e non deve essere dimenticata.
Per questo, innanzitutto, vogliamo rinnovare la nostra vicinanza ai parenti delle vittime che per tanti anni, nel loro dolore, hanno tenuta viva l’attenzione su questa tragedia, con una richiesta di verità e giustizia che si è fatta salvaguardia dei valori democratici. Il Presidente della Repubblica Napolitano, in occasione del “Giorno della Memoria” del 2010 dedicato alle vittime del terrorismo, affermò che «intrecci eversivi», «forse anche intrighi internazionali, opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato e inefficienza di apparati, hanno allontanato la verità sulla strage del DC 9».
Queste parole sono rimaste nella coscienza di tutti gli italiani e diventano ancora più intense davanti allo stato d’animo di chi – indelebilmente ferito da questa tragedia – denuncia il rischio che oggi, passati tanti anni dal 1999 (quando la sentenza-ordinanza del giudice Priore ci aveva consegnato una prima verità), ogni iniziativa si affievolisca.
Il giudizio civile, dopo una prima sentenza che ha dato ragione ai familiari nei confronti di ministeri dello Stato, è stato rinviato al 2015 e le indagini della Procura di Roma, tuttora aperte, conoscono difficoltà in attesa di una piena e convinta collaborazione di Stati amici e alleati. Lo stesso Parlamento europeo incontra difficoltà nella collaborazione.
L’Associazione dei familiari delle vittime ha svolto in questi anni una meritevole funzione civile contro l’oblio con uno sforzo tenace di tenere viva la memoria.
Uno sforzo articolato attraverso tante iniziative. Anche con i linguaggi della cultura, dell’arte – ne è esempio il Museo per la Memoria di Ustica che con l’installazione di Christian Boltanski è un grande patrimonio della cultura bolognese e italiana da difendere e valorizzare – ma questo sforzo teso all’affermazione di una piena verità ha bisogno di ulteriore impulso da parte di chi si occupa di amministrare la cosa pubblica.
Crediamo sia giusto ricordare che quando il governo del quale eravamo rispettivamente presidente del Consiglio e vice-presidente chiese alle autorità politico-militari della Nato che i tracciati radar venissero messi a disposizione dell’autorità giudiziaria italiana, fu compiuto semplicemente un dovere, in nome di quella politica che deve creare le condizioni perché la verità possa emergere.
Sulla vicenda Ustica ci sentiamo di affermare che c’è, diffusa, una consapevolezza che è già stata conseguita con il contributo delle indagini della magistratura, con il contributo delle inchieste parlamentari e delle ricerche portate avanti dalle associazioni delle vittime. Proprio da questa consapevolezza crediamo possano seguire passi e sforzi determinanti in difesa sia delle vittime e dei loro parenti che del Paese stesso.
Pensiamo a passi e sforzi che portino a ricercare la collaborazione piena e leale da parte di Paesi amici e alleati, a partire da quelli che per dispiegamento “naturale” di forze sono stati vicini al luogo dell’incidente (come le strutture militari statunitensi, gli aeroporti francesi, le unità in navigazione inglesi), fino ad altri che possono aver avuto presenze occasionali, come il Belgio.
È inoltre necessario riaprire in maniera più approfondita la collaborazione con la Nato e aprire anche una pagina nuova nei rapporti con la Libia, sia ricercando la collaborazione con i nuovi governanti sia riaprendo le pagine ancora opache dei rapporti tra i due Paesi con l’ausilio della documentazione che può essersi resa disponibile nel passaggio dei poteri.
Contribuire a raggiungere verità e giustizia su quanto accaduto quella sera di 32 anni fa sopra il cielo di Ustica rappresenta un dovere politico, morale e civile, un modo giusto per ricordare le vittime ed essere davvero vicini ai familiari e, più in generale, rappresenta un passo avanti per rimuovere veli e opacità su tanti, troppi misteri che hanno caratterizzato i passaggi più difficili e delicati della storia recente del nostro Paese.

Tratta da pag. 28 de “la Repubblica” del 26 giugno 2012

Senso della lettera?